Ciao Sybil, benvenuta nel mio blog. Il tuo è uno pseudonimo,
perché questa scelta letteraria?
Ciao Linda, grazie per avermi accolta!
Ho scelto di utilizzare uno pseudonimo perché desideravo mettermi alla prova, ma non avevo il coraggio di espormi del tutto. Essere Sybil Davon mi ha permesso di trovare la libertà e la sicurezza necessarie a cimentarmi con il self publishing. Mi piace pensare che Sybil sia il lato audace della mia personalità.
Ho scelto di utilizzare uno pseudonimo perché desideravo mettermi alla prova, ma non avevo il coraggio di espormi del tutto. Essere Sybil Davon mi ha permesso di trovare la libertà e la sicurezza necessarie a cimentarmi con il self publishing. Mi piace pensare che Sybil sia il lato audace della mia personalità.
Il diploma al Liceo Classico e la frequentazione della
facoltà di Giurisprudenza. Quando si è accesa in te la scintilla della
scrittura e dove trovi il tempo per scrivere?
La scintilla della scrittura si è accesa presto. È successo
alle medie, dopo aver letto “La casa degli spiriti” che, per me, più che un
libro è stato una rivelazione. Nessuno come la Allende riesce a mostrare come
la scrittura confini con la magia. Ho desiderato ardentemente imparare
quest’arte, ma ho aspettato qualche anno prima di sperimentare incantesimi con
la penna. Ho iniziato a scrivere racconti al liceo e da allora non mi sono
fermata. Adesso, con l’università, è più complicato anche perché io sono
davvero pessima nella gestione del tempo e i personaggi non hanno molto
rispetto dei manuali di giurisprudenza!
Hai partecipato a diversi premi letterari. Quanto aiutano
l’autore a farsi conoscere?
I premi letterari sono un’ottima palestra. Insegnano a
rispettare le scadenze, avere la pazienza di aspettare un giudizio e poi
rispettarlo. Riguardo al farsi conoscere… temo che solo i premi più importanti
diano una certa notorietà e diventino un trampolino di lancio per l’autore. Se
sei fortunato, però, ti fanno fare un bel po’ di esperienza sul campo, si
cominciano a conoscere gli editori, i contratti, i dietro le quinte
dell’editoria e delle librerie.
Quali sono i tuoi autori preferiti e quanto c’è di loro nei
tuoi scritti?
Amo gli autori britannici dell’Ottocento: Jane Austen, Charlotte
Bronte e Oscar Wilde. ma temo non ci sia nulla di loro nei miei romanzi.
Scrivere uno storico rimane uno dei miei sogni nel cassetto e chissà che, prima
o poi, non possa darti una risposta diversa.
Qual è il tuo pensiero sul Self Publishing?
Ritengo i Self publishing una risorsa inestimabile per gli
autori, perché permette di gestire il proprio lavoro in totale autonomia e
arrivare subito ai lettori, con il solo tramite della piattaforma utilizzata.
Come ogni risorsa, però, va sfruttata con intelligenza e professionalità. Un
romanzo non è solo la “creatura” dell’autore, ma è anche un prodotto
commerciale che deve avere determinati standard qualitativi.
Esordisci nel 2018, con
“Di te e di te” un romance natalizio. Cosa troveranno i lettori al suo
interno?
Troveranno una ragazza che lavora nella pasticceria di
famiglia, Hello Italy, pur sapendo che quella non è la sua strada. Kiki, la
protagonista, sembra disillusa, un Grinch alle porte del Natale, ma serba
dentro di sé una briciola di romanticismo e sarà proprio quella ad alimentare
la sua storia con Chris. Chris McAffy, invece, è un marine, che ha scelto la
solitudine per non far pesare la propria assenza e i pericoli del proprio
lavoro su nessun altro, in realtà è un uomo sensibile, che forse ha solo
bisogno di darsi una possibilità per essere felice. E a fare da sfondo alla
storia, le luci di Washington e le montagne innevate del New Hampshire durante
le feste di Natale.
Questo libro fa parte della serie “Hello Italy”, perché una
serie?
In realtà, “Di me e di te” doveva essere un volume unico.
Durante la stesura, però, un paio di personaggi secondari si sono fatti
particolarmente benvolere e mi sono accorta di non poterli lasciar andare senza
aver dato anche a loro una storia. E poi c’è Hello Italy, all’apparenza una
pasticceria come tante, ma in sostanza è una famiglia, con tutti gli aspetti
positivi e negativi che essa comporta: legami di sangue, segreti, complicità,
invidie…
Qual è stato l’input per questo romanzo?
Ho iniziato a scrivere “Di me e di te” per la rassegna
natalizia di un blog di romance. Mi piaceva l’idea di raccontare una storia
impossibile, una di quelle un po’ magiche, che sembra potersi realizzare solo
grazie a un Miracolo. Mi sono lasciata trasportare dai personaggi, li ho
seguiti da Washington al New Hampshire e mi sono resa conta che il loro viaggio
sarebbe stato troppo lungo per essere ospitato in un blog, così Chris e Kiki
sono finiti dritti nel primo romanzo di Sybil Davon.
Quali tematiche affronti e che messaggio vuoi trasmettere?
Detesto chi crede che i romance siano romanzi privi di
potenzialità. Nel mio romanzo parlo di legami familiari, di amore (ovviamente),
ma anche di autorealizzazione. Entrambi i protagonisti sono incastrati in ruoli
nei quali non si riconoscono, lei in pasticceria e lui nei marines, perché ad
un certo punto della loro vita hanno avuto troppa paura per prendere la
direzione giusta.
Il messaggio che voglio trasmettere è che, se ci si sente
soffocare, se ci si sente insoddisfatti, allora bisogna darsi una possibilità
per cercare la propria strada. Non sarà facile, né indolore, ma potrebbe davvero
valerne la pena. Per questo il romanzo è dedicato “a chi cerca la felicità,
nonostante tutto”.
Perché il romance?
Scrivo per gratitudine, perché nei momenti di sconforto i
libri mi hanno sempre aiutata e spero, come autrice, di poter ricambiare il
favore. Il rosa è un toccasana per l’umore, probabilmente il degno erede delle
favole che ci hanno tenuto compagnia da bambine. E poi credo che il romance,
per quanto sottovalutato da buona parte della critica (snob), sia un ottimo
veicolo anche per messaggi importanti, che si affiancano al lieto fine
d’obbligo. Penso al rosa femminista di Roberta Marasco, al rosa sull’autoaccettazione di Cecile Bertod con il suo “Ti amo ma non posso”. Il rosa non si
limita a dire alle donne che potrebbero essere le nuove Cenerentola, ma dice
alle donne che, se lo vogliono, possono essere chiunque desiderino.
Lasciaci un assaggio del tuo romanzo.
[...] Sta tutto qui il nostro legame.
Condividiamo un tratto di strada, senza sapere se sia quella
giusta o sbagliata perché ad un certo punto ci siamo smarriti, siamo tornati
sui nostri passi, abbiamo preso scorciatoie che ci hanno costretti a giri
immensi. Fino a qui, fino a noi.
E non posso evitare di chiedermi cosa succederà al prossimo bivio, se saremo ancora insieme, se lasceremo ancora due paia di orme oppure la vita vorrà dividerci e questo Natale sarà stato solo un piccolo, magico, intervallo come l’amore tra Adelina e Killian.
E non posso evitare di chiedermi cosa succederà al prossimo bivio, se saremo ancora insieme, se lasceremo ancora due paia di orme oppure la vita vorrà dividerci e questo Natale sarà stato solo un piccolo, magico, intervallo come l’amore tra Adelina e Killian.
Per sempre a volte è un tempo così breve.
Christopher quanto resterai? [...]
Progetti futuri?
Spero di concludere al più presto il secondo romanzo della
serie “Hello Italy”, che ho già iniziato a scrivere. Mi piacerebbe concludere
la serie entro quest’anno, ma temo serva più disciplina di quanta ne abbia!
È stato un piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo
per tutto!
Grazie a te, è stato un piacere essere tua ospite!
Grazie a te, è stato un piacere essere tua ospite!
Per seguire Sybil SYBIL DAVON
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