Ciao Giorgio, benvenuto nel mio blog. Raccontaci qualcosa di te.
Ciao Linda! E buona giornata anche a te.
Sono entusiasta di essere qui: “faccio la corte” a questo spazio da quattro anni. Mi chiamo Giorgio, vivo a Parma da sempre, e a luglio entro negli "anta". Sono sposato da un anno e, da sette, lavoro come back office commerciale estero in una grande azienda. Oltre all’ufficio, per fortuna, conservo tante passioni. La musica, in primis, mi accompagna da quando sono ragazzo (suono batteria e percussioni dal 2000), poi adoro la fotografia e le arti visive, e ovviamente (visto che siamo qui a parlarne) la scrittura.
La laura in Trade Marketing e il lavoro di impiegato commerciale. Come si è accesa in te la scintilla della
scrittura?
Mi è sempre piaciuto giocare con le parole. Alle scuole elementari avevo composto un primo testo, simpatico, che ha fatto ridere la mia famiglia. Quel foglio è rimasto in un cassetto per una trentina d’anni. Quando è stato ritrovato, con i debiti ritocchi e con una serie di illustrazioni create ad hoc, ha rappresentato il mio esordio nella narrativa per bambini nel 2019. Pizza Story è diventato un libro, impreziosito dai disegni di Marianna Salerno.
Dove nasce la tua ispirazione?
La passione per le parole è nata al liceo, come molti altri coetanei. Leggevo poesie e provavo a scriverne qualcuna, che sovente veniva ripensata come testo di canzone per le band con cui suonavo. Anno dopo anno ho collezionato una serie di poesie che hanno composto il mio esordio letterario. A oggi molti testi mi suonano ingenui, acerbi, istintivi. Ma è stato il mio modo per generare la bufera che, da qualche anno, rappresenta una delle principali passioni. Scrivere è faticoso, ma lascia un’impronta tangibile di quello che eravamo in quel momento.
Collabori anche con testate giornalistiche. Vuoi parlarcene?
Ho iniziato ai tempi dell’università, quando conobbi la caporedattrice di una rivista milanese. Era una ragazza giovane e lungimirante. Mi offrì una collaborazione per un singolo articolo; nacque una bella sintonia, portata avanti fino al 2018. Nel 2009 conobbi un’altra caporedattrice, stavolta emiliana e forse ancora più in gamba, e con loro una splendida collaborazione è in pista da allora anche se, "ahinoi", meno frequente di un tempo per via delle altre incombenze lavorative.
Tra le tue passioni spicca la musica, in cui ti diletti anche con batteria e percussioni. Hai mai pensato di inserire questa tua attitudine in un romanzo?
Grand Hotel dei Ricordi uscito a maggio 2022 per Ensemble edizioni, è impregnato di musica. Ci si trova il jazz di Coltrane, la classica di Beethoven, ma anche il rock dei Litfiba o
dei Fast Animals and Slow Kids. Se il lettore condivide con me la passione della musica, sono certo che alcune pagine di Grand Hotel dei Ricordi gli faranno “battere il piede” a tempo.
Hai scrittori che consideri tue Muse?
Leggo molta narrativa contemporanea per conoscere gli autori vicini a me. Per Grand Hotel dei Ricordi posso svelare il dettaglio che mi viene sempre chiesto alle presentazioni: ho maturato da Saramago l’idea di non dare nomi propri ai personaggi (che sono chiamati “il manager”, “la madre”, eccetera). Chi leggerà il romanzo fino alla fine, e troverà la giusta interpretazione, realizzerà l’altro motivo per il quale sarebbe stato meno efficace dare nomi propri agli “attori” di questo testo.
In ambito poetico prediligo le firme contemporanee, e se possibile italiane per poter godere appieno della scelta della parola. Un nome di spicco che accomuni questi due generi? Il mitico Daniele Mencarelli. Inoltre, con mio grande orgoglio, Mencarelli ha scritto un commento per la quarta di copertina di Grand Hotel dei Ricordi.
Nel 2018, esordisci con la silloge Finzioni di Poesia, cui ne seguono molte altre negli anni. Perché proprio la poesia?
“Perché sono masochista” dissi a un importante poeta che lavora in una casa editrice, e “ti capisco” fu la sua risposta.
A mio parere, la poesia è genere letterario snobbato. Ci si nasconde con la scusa “non leggo poesie perché non le capisco”, ma in quanti hanno sfogliato qualche silloge di autori moderni? Temo viva il pregiudizio sorto ai tempi della scuola, dove "poesia = componimenti molto difficili scritti in un italiano arcaico e super-colto".
Di mio, utilizzo il linguaggio odierno, cerco di mettere quanta più musicalità possibile, e faccio del mio meglio per risultare chiaro e per strappare un momento di riflessione.
Hai scritto anche libri illustrati per bambini: Pizza Story e Di Tutt’altra Pasta. Come ci si approccia ai libri per l’infanzia? Come si cattura l’attenzione di un bambino?
Il primo libro Pizza Story (illustrazioni di Nayrams Marianna Salerno) riprende quella storia che avevo scritto da piccolo. Quindi è stato pensato con una mente “da bambino”. Anche per questo noto che faccia divertire il target di giovanissimi (dai 4 anni in su). Di Tutt’altra Pasta (con illustrazioni di Francesco Zatti) è un racconto appena più lungo e destinato a un target appena più grandicello (dai 5-6 anni).
I titoli svelano un’altra mia passione: la tavola! Nei laboratori che io e illustratrice/tore proponiamo, cerchiamo di essere accattivanti e di prendere i piccoli lettori “per la gola”.
Nel 2022, pubblichi il primo romanzo, dal titolo Grand Hotel dei Ricordi. Cosa troveranno i lettori al suo interno?
Si tratta di un romanzo breve, non di genere. Una storia per chi cerca una seconda opportunità, un riscatto, nuova aria.
Un businessman all’apice della carriera sta per diventare titolare dell’azienda di famiglia. Quando il destino sembra controfirmato, un libro dimenticato per decenni sconvolge i piani dell’azienda e della vita. A pochi giorni dalla conferenza in cui gli azionisti avrebbero appreso il cambio epocale nella guida dell’azienda, l’uomo d’affari intraprende così un viaggio che lo riporta nei luoghi dell’infanzia e lo espone ai rischi e alle sorprese del naufragio interiore.
Qual è stato l’input per questo libro?
Era inizio 2020, prima della pandemia. Una passeggiata al mare con mia moglie e con una coppia di amici.
Sulla spiaggia, fra chilometri e chilometri di sabbia, ecco un fiore piantato a pochi centimetri dal mare. E un foglio scritto in una lingua incomprensibile. Da lì, la fantasia ha iniziato a elaborare.
Che tematiche affronti?
L’ambientazione in ufficio di Grand Hotel dei Ricordi non deve “spaventare”: il protagonista compirà un viaggio (piccolo spoiler) in cui vivrà alcune esperienze e rivedrà alcune situazioni con occhi differenti. Da lì, simboli, visioni, spazi onirici e situazioni reali accompagneranno i personaggi e il lettore verso mete che, all’inizio, non erano lontanamente pensabili.
Un libro per chi ha avuto degli amici veri già dall’infanzia. Un libro per chi ha voglia di rivincita.
Progetti futuri?
Dai riscontri su Grand Hotel dei Ricordi capirò come migliorarmi, in vista di un auspicato secondo romanzo. Qualcosa bolla in pentola, ma la cottura sarà molto lunga.
La passione per la poesia non demorde.
Insomma, non smetto di appuntarmi sul cellulare nuove idee per le scritture che verranno.
È stato un piacere ospitarti nel mio blog. In Bocca al Lupo!
Viva il lupo! Grazie tante, Linda, per questa chance. È stato un vero piacere avere conosciuto te e chi frequenta questo sito.
Per seguire Giorgio: GIORGIO MONTANARI
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