Andiamo a curiosare da vicino!
SINOSSI: La presenza di un’assenza può, alle volte, divenire talmente ingombrante da sopraffarci. L’immaginazione genera una miriade di storie alternative spingendoci a idealizzare una persona o il nostro rapporto con lei, rendendola così protagonista di una realtà illusoria che finisce col prendere il sopravvento su quella effettiva. Lo sa bene Kate, che ha condiviso tutta la sua esistenza con il fantasma della madre che l’ha abbandonata, e che lei nonostante tutto non ha mai smesso di aspettare e di cercare, collezionando nel mentre relazioni instabili e precarie, fatta esclusione per i suoi unici punti fermi: la storica amica Angie e zia Rose, con cui è cresciuta lontano da casa. La morte in circostanze misteriose di Elaine, la donna che suo padre ha sposato dopo sua madre, riporta Kate nella città natale, dove le carte si mescolano nuovamente. Le vicende si complicano, i legami si incrinano, le sue poche certezze si scoprono essere informazioni distorte con cui fare i conti e, inevitabilmente, la ricollegano a quel passato mai lasciatosi alle spalle, che questa volta sa di non poter superare se non scavandoci a fondo.
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«Le cose uncinate che non si vedono: l’amore, il desiderio, il rimpianto»
Genni Gunn, autrice e traduttrice, nasce a Trieste ma vive a Vancouver. Ha pubblicato tredici libri tra romanzi, raccolte di racconti, poesie e saggi, e un libretto d’opera. Ha tradotto tre testi di due rinomati autori italiani: Dacia Maraini e Corrado Calabrò. È stata finalista con: Thrice Upon a Time al Commonwealth Prize; Mating in Captivity al Gerald Lampert Award; Devour Me Too al John Glassco Translation Prize; Traveling in the Gait of a Fox al Diego Valeri International Award; Solitaria al Giller Prize e Permanent Tourists al ReLit Award.
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