Ciao Sara,
benvenuta nel mio blog. Raccontaci qualcosa di te.
Ciao Linda. Per
prima cosa sono una mamma sempre di corsa, come tutte del resto. Sono nata a
Copparo, un paese in provincia di Ferrara e ora abito ai margini della città
Estense con mio marito e i nostri due figli. Per dodici anni ho lavorato in un
istituto di credito, ma sto per iniziare una nuova avventura lavorativa. I
cambiamenti non mi spaventano, anzi li trovo stimolanti.
Ho fatto
teatro dialettale per più di quindici anni, amo i cani di taglia grande, non
potrei mai rinunciare alle scarpe tacco dodici, amo correre nella campagna
ferrarese e camminare nei boschi delle Dolomiti. Ascolto musica soprattutto
italiana, viaggio meno di quanto vorrei e se passo davanti a una libreria non
posso fare a meno di entrare. Purtroppo, il tempo per leggere è sempre troppo
poco.
Laureata in Giurisprudenza,
sei mamma e impiegata. Dove trovi il tempo per scrivere e come si è accesa
questa passione?
Il poco
tempo libero lo ricavo di notte: la sera tardi oppure la mattina presto. Quello
per me è un momento magico: solo io dentro la storia che prende vita, intorno
buio e silenzio. Non ha prezzo.
Il primo romanzo ho iniziato a scriverlo dopo la nascita del secondogenito, letteralmente tra una poppata e l’altra, nel silenzio delle mie notti insonni, illuminata solo dallo schermo del pc.
La passione deriva
innanzitutto dalla lettura, però ho sempre scritto, ma solo per me stessa;
piccoli racconti, pensieri di fine giornata, pagine di diario, da ragazzina
scrivevo poesie. Nessuno ha mai letto ciò che scrivevo, perché mi vergognavo. E
anche per il mio primo romanzo, se non fosse stato per mio marito e mia mamma,
non l’avrei mai spedito alla casa editrice.
Quali sono i
tuoi autori preferiti e c’è, tra loro, qualcuno che consideri tua Musa?
A dodici
anni, Agata Christie riempiva i miei momenti di svago. Ho continuato sui generi
giallo o legal triller fino a quando ho scoperto Danielle Steel e Sidney
Sheldon. Poi sono tornata agli italiani sia contemporanei, Casati Modignani,
Mazzantini, Faletti, che classici, Pirandello, Verga, Calvino. Durante
l’università ho scoperto, e in alcuni casi riscoperto, i grandi classici della
letteratura mondiale: "Anna Karenina", "Cime tempestose", "Madame Bovary", "Il conte
di Monte Cristo", la lista sarebbe davvero lunghissima.
Negli ultimi
anni ho dirottato le mie letture sugli esordienti e sugli autori sconosciuti al
grande pubblico. Con enorme sorpresa, ho letto romanzi davvero bellissimi, che
spesso mi hanno ricompensata da letture deludenti di autori famosi.
Quando
scrivo, invece, la mia musa è Nicholas Sparks. Se mi è concesso sognare in
grande, vorrei essere anche solo la metà dello scrittore che è lui. Ho letto
molti suoi libri, ma il mio preferito è il primo, quello che mi ha fatto
innamorare di questo grandissimo autore: Le parole che non ti ho detto.
Nel 2017,
esordisci con il romance contemporaneo “In un’altra vita”. Cosa troveranno i
lettori al suo interno?
Trovano
Marcella, per gli amici Margy, una quarantacinquenne forte ed energica.
Trovano Ric,
che Margy potrebbe rivedere ad una festa con i vecchi amici, dopo venticinque
anni dalla fine improvvisa del loro amore. Una storia travolgente nata
nell’estate della maturità e finita troppo presto.
Trovano gli
anni ’90 e i ricordi spensierati di allora, legati alle vacanze, ai mondiali di
calcio, alle canzoni imparate a memoria, alla moda con le spalline e ai capelli
ricci.
Trovano i
ricordi di tutta una vita che non ha risparmiato a Margy dolori e delusioni.
E trovano la
speranza di un riscatto, il desiderio di rivedere l’amore della vita, mai
vissuto fino in fondo e per questo mai dimenticato.
Qual è stato
l’input per questo libro?
L’input
nasce proprio da una cena con i miei vecchi compagni di classe. Dal ricordo dei
tempi vissuti all’ombra di una spensieratezza della quale non eravamo nemmeno
consapevoli. Gli amori di allora sui quali spesso si sorride con nostalgica
dolcezza. Da quella cena ho cominciato a fantasticare e immaginare, e piano
piano la storia ha preso vita nella mia mente.
Quali
tematiche affronti e quale messaggio vuoi trasmettere?
Il filo
conduttore di tutto il romanzo è senza dubbio l’amore.
L’amore
spensierato dell’adolescenza, l’amore che delude e che ti fortifica, quello che
ti cambia dentro. L’amore che ti lascia senza parole, che ti toglie il respiro
e che ti abbandona. Quello che pensi non finirà mai e che forse cerca solo il
suo riscatto anche se sono trascorsi venticinque anni.
Tutto questo
rende Marcella una donna forte, che sa affrontare ogni situazione con tenacia,
uscendone a testa alta.
Marcella, in
fondo, siamo tutte noi: donne sognatrici, nostalgiche piene di rimpianti, ma al
tempo stesso forti, determinate e reattive in ogni situazione.
Con questo
romanzo partecipi al Premio Internazionale Michelangelo Buonarroti e ricevi un
Diploma d’onore; in seguito, partecipi anche al Premio Internazionale di Poesia
e Narrativa ‘Val di Vara’ e ricevi il Premio speciale della Giuria ‘Opera
prima’. Raccontaci la tua esperienza.
Assieme alla
casa editrice, Alcheringa Edizioni, decidemmo di partecipare ad alcuni premi
letterari, per far conoscere il mio libro, per avere un po' di visibilità ma
con la convinzione, almeno da parte mia, di non poter competere con autori più
blasonati. Però, in fondo, tentar non nuoce.
Con mia
grande sorpresa ho ricevuto l’invito a partecipare alla premiazione dei due
premi a distanza di una settimana l’uno dall’altro. Non ci credevo, ero
felicissima. È stata davvero un’esperienza indimenticabile e gratificante,
soprattutto perché inaspettata.
Jane Austen
diceva sempre “Scrivi di quello che conosci” e tu, in questo libro, hai tenuto
fede a questo insegnamento. Parlaci dell’ambientazione.
Il romanzo è
ambientato nella mia Ferrara, dove Marcella vive e lavora. I ricordi, invece,
faranno tornare il lettore al Lido degli Estensi, località marittima ferrarese,
che ha visto nascere l’amore con il suo Ric, e al paesino di provincia dove i
due sono cresciuti.
L’ambientazione
è quindi quella che conosco bene della campagna ferrarese, della nebbia, l’afa
estiva, il dialetto e le tradizioni culinarie.
Perché il
romance?
Perché, anche
in questo caso, vale la regola “scrivi di quello che conosci”. Non avrei mai
potuto cimentarmi in altri generi letterari; per esempio non potrei mai
scrivere un giallo, non saprei da dove partire.
Il tuo
pensiero sul self publishing?
Ho letto
diversi libri pubblicati in self publishing, alcuni dei quali di buon livello.
Farsi conoscere
nel mondo dell’editoria, soprattutto per un esordiente, è difficilissimo,
quindi spesso la strada del self publishing è l’unica percorribile, ma anche in
quel caso credo sia indispensabile una lettura attenta, accurata e
professionale da parte di un editor. A volte gli scrittori ricorrono al self
publishing per la fretta di essere pubblicati e di toccare con mano il frutto
del loro lavoro. Ecco, forse ci vorrebbe un po' più di pazienza; se ciò che si
scrive è di buon livello, prima o poi, qualcuno se ne accorge.
Progetti
futuri?
Mi sono
troppo divertita a scrivere per pensare di smettere proprio ora. Ho in cantiere
un altro romanzo che sta prendendo vita proprio in queste settimane. Incrocio
le dita.
È stato un
grande piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo per tutto!
Il piacere è
stato mio. Un saluto a tutti e mi raccomando venitemi a trovare sulla pagina
Facebook ‘In un’altra vita’ e sul mio nuovo blog (https://saraossiautrice.blogspot.it/).
È appena nato, ma leggeremo molte cose insieme.
Vi aspetto!
Per seguire Sara IN UN'ALTRA VITA
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