Ciao
Carlo, benvenuto nel mio blog. Raccontaci qualcosa di te.
Ciao,
grazie per l’invito! Mi Chiamo Carlo, sono
napoletano ma di origini straniere, mio padre ha i genitori turchi mentre
mia madre è di Madrid, quindi sono un mix di più nazionalità. Ho 43 anni. Da un
paio di anni, la mia passione per la scrittura è diventata qualcosa di più
impegnativo di un semplice hobby, infatti da poco ho pubblicato il mio terzo
libro.
Il diploma
in Ragioneria, l’iscrizione a Giurisprudenza, l’impiego come ragioniere e
l’iscrizione, a breve, all’albo come giornalista e pubblicista. Quando si è
accesa in te la scintilla della scrittura e dove trovi il tempo per scrivere?
Come
dicevo prima, la scrittura era un hobby. Ho sempre voluto scrivere e farmi
pubblicare, da bambino nelle librerie ammiravo le copertine lucide dei volumi
e i nomi stampati sopra, ogni libro raccoglieva mille mondi e storie, speravo
un giorno di essere “esposto” anche io, e il mio nome avrebbero potuto conoscerlo
tutti. Oggi posso dire di esserci riuscito.
Le storie le ho sempre inventate, ma restavano
nella mia testa, poi pian piano hanno preso forma su carta.
La
scrittura è il mio lato leggero e creativo, e il tempo lo trovi se ti piace
quello che fai.
Gestisci
personalmente una rubrica sul web magazine Senza Linea, di cosa di tratta?
"L’angolo della Pecora rosa" è una rubrica a
tema LGBT che mi è stata affidata dalla testata giornalistica
Senzalinea.it dopo il successo del mio
primo libro "La Pecora Rosa". Il direttore mi contattò e mi propose di scrivere
un articolo a tema gay ogni settimana (il giovedì). Inizialmente ero guidato
dalla redazione, poi dopo un po’di rodaggio ho iniziato a muovermi da solo e
ora sono completamente autonomo. Scelgo io gli argomenti da trattare, i toni
usati, sono sempre un po' sopra le righe, uso termini anche forti se necessario.
L’articolo va in bozza e poi la redazione lo pubblica, se va bene a loro va
benissimo anche a me.
Quali
autori consideri tue Muse?
Eh, qui
sparo alto, Chuck Palahniuk a cui vorrei assomigliare per la scrittura articolata
e per la bravura con cui intreccia delle storie assolutamente originali, vorrei
avere la sua “testa” e un millesimo del suo appeal come scrittore. Poi, Banana
Yoshimoto che adoro, e in lei trovo il mio lato malinconico, tra l’altro ho
avuto il piacere di conoscerla lo scorso
maggio qui a Napoli ed è stata un’emozione grandissima. Infine, chiude la
tripletta Isabella Santacroce che io trovo una scrittrice moderna, ma allo
stesso tempo antica.
Come
nasce la tua ispirazione?
Per ora
ho scritto di cose che conoscevo. "La Pecora Rosa" è autobiografico, "Crazy Bear
Love" lo è in parte, ma tratto il mondo bear che conosco bene, forse con "A destra
dell’arcobaleno" ho usato maggiormente la
fantasia, ma di base devo conoscere ciò che racconto, altrimenti non mi sentirei
credibile agli occhi dei lettori.
Il
Corriere della Sera ti ha definito una sorta di Bridget Jones Gay.
Approfondiamo questa definizione.
Sì, uscì
un articolo con tanto di copertina del mio primo libro, sul Corriere della sera
nel novembre 2016, a mia insaputa! Mi fu detto e acquistai subito il
giornale. Credo che quella definizione, e mi ritengo onorato, nasca dalle
situazioni tragicomiche che ho vissuto in prima persona e che ho raccontato ne "La Pecora Rosa".
Presumo che
la gentilissima giornalista abbia letto il mio libro e si sia divertita, la
ringrazio ancora per l’enorme visibilità che mi regalò all’epoca. Non è da
tutti riuscire a farsi citare da Il Corriere della sera quando sei un esordiente
sconosciuto e con un libro autoprodotto. Oggi, mi reputo un po' Bridget Jones anche
grazie a lei.
Hai
anche posato nudo per il libro fotografico “Addosso” di Antonio Mocciola,
contro l’omofobia. Raccontaci qualcosa in più su questa esperienza.
Antonio
Mocciola è un giornalista e scrittore napoletano che mi intervistò sempre per
"La Pecora Rosa". Mi raccontò che stava portando avanti l’idea di realizzare un
libro fotografico di nudo, in cui i modelli sarebbero stati dipinti con scritte
omofobe usate dai personaggi illustri; il nudo rappresenta la
violenza, e si è indifesi contro le frasi omofobe di persone influenti
che dovrebbero portare pace e non conflitti. Me lo propose, e accettai, poi mi fu
affidata la frase di Papa Ratzinger “I gay sono un pericolo per la pace”, e mi è
stata scritta sulle spalle.
L’opera di Mocciola è stata portata in giro con
presentazioni a Berlino e a Parigi, e la mia foto è stata una delle 10 esposte
in giro per l’Europa.
Nel 2016,
esordisci con “La Pecora Rosa”, in cui tratti temi forti come il bullismo e il
coming out. Un esordio coraggioso e non da tutti. Parlacene.
"La Pecora Rosa" è stata pubblicata nel 2016, autoprodotta da me, dopo innumerevoli
porte in faccia. Ho pensato di creare un “concept” e di proporlo come tale, è
più di un libro, è un’esperienza nella vita altrui, spiata dal di fuori, è un
diario sgrammaticato contorto, senza prefazione e senza saluti, come un vero
diario segreto. Le parole straripano quasi fuori dal foglio, come a seguire il
flusso dei pensieri dell’autore. Racconto di me, della mia esperienza nelle
chat gay, del coming out e delle mia ansie e paure.
E’ tutto vero, ho solo
cambiato alcuni nomi. Qui, a Napoli, è stato un piccolo caso editoriale. Molti
puristi della scrittura hanno storto il naso per via della mia idea, ma io ho
tenuto duro, aspettando che la gente capisse la mia opera così come l’avevo
creata. Oggi, dopo 3000 copie, la rubrica e il contratto con l’Edizione Mea, credo
di aver vinto e sono fiero di aver tenuto la mia idea in piedi senza demordere.
Nel 2018,
esce “Crazy Bear Love” che concorre al Premio Letterario Città di Napoli.
Lasciacene un assaggio.
Sì,
"Crazy" è il mio secondo libro, qui ho
fatto le cose nei canoni, quindi editing, correzioni etcc. Racconto l’amore
tra due uomini, Matteo e Rodrigo, e le dinamiche che si scatenano nel mezzo. La
trama è complessa, e succedono parecchie cose divertenti. E’ un libro che parla
di sentimenti. Pasquale Ferro, scrittore di Napoli e mio mentore, mi ha spinto a
mandarlo in concorso al Premio città di Napoli, è così ho fatto. Il 3 Settembre
vedremo se vincerò o meno.
Nel maggio 2019, esce “A destra dell’arcobaleno”, romanzo
a quattro mani con Enrico Pentonieri. Perché questa scelta narrativa di
scrivere assieme?
Io, in realtà,
dopo due anni pieni mi sarei fermato un attimo ma, durante la promozione di "Crazy
Bear Love", sono stato contattato dalle Edizioni Mea e mi hanno proposto la loro
idea: un libro a quattro mani con un altro autore, lato etero e lato gay della
stessa storia.
Il titolo iniziale era "Il sole e la luna". Enrico
Pentonierie e io, prima di iniziare la stesura, abbiamo chiacchierato su come impostare
il lavoro e, inizialmente, abbiamo cominciato separatamente a scrivere una
sorta di botta e risposta a suon di capitoli, poi ci siamo uniti per il finale
del libro.
Cosa troveranno i lettori all’interno del suo
romanzo?
L’argomento sono i punti di vista opposti dei
due protagonisti sugli stessi argomenti. Antonio è un avvocato di destra, e
Diego uno scrittore gay di sinistra, legati da un terzo protagonista che si
chiama Matteo, il quale è il figlio di Antonio e il compagno di Diego.
Da lì,
tutta la storia procede su due linee separate ma unite, ne succedono di
tutti colori …. dell’arcobaleno direi, senza fare spoiler. Ci tengo a dire che,
al di là della tematica LGBT, è un libro per famiglie, sincero e attuale, ambientato proprio nel maggio 2019, a ridosso dell’ultimo Pride tenutosi qui a
Napoli.
Quali tematiche affronti e quale messaggio vuoi
trasmettere?
Ripeto, affronto le tematiche che conosco e non mi
azzardo a parlare di argomenti che non vivo in prima persona. Spero che dal
mio lavoro traspari la sincerità e il mio “metterci la faccia” fino all’ultima
copia, nel bene e nel male.
Dopo "La Pecora Rosa", molti lettori mi hanno scritto
per dirmi che li avevo aiutati a capirsi, e questo è un grande obiettivo più del
numero di copie vendute.
Hai altri progetti in cantiere?
Ho la promozione di "A destra dell’Arcobaleno", che
abbiamo interrotto per motivi “vacanzieri”. Il 21 settembre sarò a Milano, presso
la libreria Antigone in via Kramer 10, poi il 5 ottobre a Roma, al Digayproject
via Costantino 82, poi dovremmo andare in radio, a Poetè, ospiti da Claudio
Finelli e poi altro ancora.
È stato un piacere ospitarti nel mio blog. In bocca
al lupo!
Grazie a voi.