venerdì 30 agosto 2019

PASSI D'AUTORE - Recensione - FINCHE' MORTE NON CI SEPARI di Macrina Mirti


Oggi, per le recensioni della rubrica Passi d'Autore, torna a trovarmi la bravissima Macrina Mirti.
Andiamo subito a conoscere meglio Finché morte non ci separi.





Dania Francella lo ha letto per noi!











SINOSSI: Perugia, 25 ottobre 1373.
È l’alba, quando Panfilo Bontempi nota un branco di cani randagi accanto al cadavere di una fanciulla. Ai primi soccorritori, dichiara che la giovane è stata uccisa dal branco, ma Giovanni Galeotto, Capitano del Consiglio di giustizia della città, dopo un rapido esame della situazione, si convince che il giovane sta mentendo.
Ascoltando la testimonianza dei milites che hanno prestato i primi soccorsi, Giovanni giunge alla conclusione che i cani hanno solo dissepolto la ragazza, perché il capo branco, un rarissimo levriero, le apparteneva e la stava cercando. Il consulto con il famoso medico Gentile d’Assisi, conferma tale ipotesi. La camicia che la fanciulla ha ancora indosso, infatti, è intatta e le ferite sul corpo non sono state procurate da morsi.
Comincerà così un'indagine che porterà alla luce una terribile storia d'amore e di morte nella quale una donna, allora come ora, è destinata a interpretare il ruolo della vittima.







PERUGIA 1373 - All'alba di un giorno d'autunno, Panfilo trova il cadavere di una giovane donna. La vittima sembra sia stata aggredita dai cani, ma la realtà è ben diversa.
Giovanni, Capitano del Consiglio di Giustizia, inizia a indagare. Il corpo appartiene a Lisabetta Bracciolini, da sempre legata a Gherardo Cipolleschi, e una verità scioccante verrà alla luce.
Chi l'ha uccisa e perché? Cosa si nascondeva nel suo grembo? E perché Panfilo, il migliore amico di Gherardo, ha mentito riguardo al ritrovamento del corpo?

Partiamo dall'ambientazione. Ci troviamo nella Perugia del 1300 e ci aggiriamo tra viottoli di acciottolati e alte mura. L'inverno è freddo e implacabile, e la città ancora provata dal passaggio della peste. Viviamo sulla pelle un'indagine accurata e appassionante che ci trascina in un giallo storico sorprendente.
La caratterizzazione dei personaggi è perfetta.
Giovanni è il protagonista maschile. Capitalo del Consiglio di Giustizia, è un uomo onesto alla ricerca della verità, senza pregiudizi, che soffre le ingerenze dei potenti della città e dalle famiglie coinvolte con la Chiesa. 
Giunto da Arezzo e laureato in legge, ha rinunciato alla magistratura per sposare la donna di cui si è innamorato, ma sarà nominato ugualmente Capitano del Consiglio di Giustizia; un grande onore e riconoscimento delle sue qualità morali e civili, anche perché solitamente incarichi di natura simile si affidano a stranieri, non a cittadini residenti nel luogo.
Giovanni è un uomo che prova empatia nei confronti dei più deboli e non si ferma davanti a nulla, pur di consegnare il vero colpevole alla giustizia. Lo definirei "troppo moderno" per la sua epoca.  Svolgerà l’indagine senza tralasciare alcun dettaglio, senza farsi intimidire dai potenti. 
Madonna Biancofiore è la moglie di Giovanni. Donna testarda, intelligente, caritatevole e caparbia.
Lo aiuterà nell'indagine, pur senza il consenso iniziale del marito. Madonna Biancofiore seguirà una sua pista, mettendosi in pericolo, ma contribuirà a portare Giovanni alla giusta conclusione, aggiungendo tasselli mancanti.
Gherardo Cipolleschi e Lisabetta Bracciolini sono ugualmente importanti. Innamorati sin da bambini, hanno un passato intrecciato e complicato.
Inizialmente, le famiglie approvano il loro amore: i Bracciolini sono molto ricchi, e i Cipolleschi nobili ma necessitano di soldi. Quando, però, i Bracciolini cadono in disgrazia, a seguito di un investimento sbagliato, vengono esiliati da Perugia, e Lisabetta promessa a un altro uomo.
I due innamorati continueranno a vedersi di nascosto, malgrado i progetti delle famiglie: anche Gherardo sarà costretto a legarsi a una giovane donna benestante.
Lisabetta e Gherardo, però, sono decisi a conoronare il loro sogno, disposti a tutto, anche a fuggire e sposarsi in segreto. Qualcosa, però, andrà storto, e i due si ritroveranno momentaneamente separati. 
Segreti e imprevisti si avvicendano sul loro cammino, segnato immancabilmente dalla disgrazia.


 
'Si guardò intorno. Tra poco Perugia sarebbe stata piena di vita. Per quella mattina, la persona che aspettava non sarebbe più venuta all’appuntamento.
Intanto, i cani cominciarono a ringhiare, come se volessero spartirsi una preda. Panfilo si avvicinò con circospezione e vide il più grosso di loro afferrare una carcassa e tentare di portarsela via. Poco male, i cani randagi che pullulavano in città si contendevano spesso i cadaveri degli animali morti. Ma c’era un ma…
Le prime luci dell’alba rivelarono che quella carcassa aveva dei lunghi capelli scuri e dei vestiti.'



Di questo romanzo, al di là dell’intreccio della trama, ho apprezzato proprio il rapporto tra Giovanni e Madonna Biancofiore. Figli del loro tempo ma, a loro modo, entrambi troppo moderni per l’epoca. 
Lui è il capofamiglia, pretende ubbidienza e rispetto dalla propria moglie, e cerca di non coinvolgerla nelle sue mansioni, ritenendo che non siano compiti per una donna.
Vuole proteggerla e, pur soffrendo il suo ribellarsi e arrabbiandosi per la sua disobbedienza, riconosce l’importanza dell'aiuto della donna e tiene in considerazione le sue informazioni. 
Anche Madonna Biancofiore è una donna del 1300. I suoi compiti principali sono prendersi cura della casa e del marito, è una moglie devota. Ha in comune con il marito il senso di giustizia, il volere la verità, ed è proprio per questo che, per un momento, metterà da parte il proprio ruolo e l'educazione ricevuta, avventurandosi in un'indagine personale.
L’intreccio è intricato e ben sviluppato, e lo stile dell’autrice scorrevole, pur essendo scrupolosamente descritto sia il contesto storico (abitudini, abbigliamento, eventi storici) che la Perugia del 1300. 
Forse, ho trovato ripetitiva la storia di Giovanni che viene narrata più volte durante la vicenda, ma è solo un parere personale.

Le tematiche trattate sono: l’amore, il mistero, la tragedia, i segreti, la ricerca della verità, il ruolo della donna nella società, la violenza, la maternità, il delitto e l'indagine.
Il messaggio è un monito attuale che non passa mai di moda: in tanti secoli di evoluzione, a pagare sono sempre i più deboli (donne e bambini).Parlerei, quindi, di femminicidio e violenza sulle donne.
Consigliato a chi ancora non conosce la penna della Mirti, agli amanti dei romanzi storici, dei gialli storici e delle storie dense di mistero. A chi ama immergersi in un'ambientazione italiana e nel quattordicesimo secolo.

Dania Francella
(Editing a cura di Linda Bertasi)



IL VOTO DI DANIA







Dania Francella nasce nel 1981.
Lettrice compulsiva, nel corso degli anni ha letto quasi tutti i generi letterari: dalla mitologia ai saggi storici, dalla narrativa contemporanea alle biografie, dai legal thriller ai libri d'inchiesta, dai classici ai romance.
Ottimista, sognatrice, romantica e, forse,  troppo empatica. Ama il mare, la montagna e le città d'arte, il calcio, il classic rock, Ligabue, Gaetano e De Andrè; fan appassionata della saga di Star Wars e dei supereroi. 
La sua è una lettura attenta al dettaglio, difficilmente qualcosa le sfugge e le sue recensioni sono sempre accurate e dedite a evidenziare i pregi del testo e dell'autore.







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