lunedì 27 aprile 2020

INTERVISTA A SONIA PERIN


Ciao Sonia, benvenuta nel mio blog. Raccontaci qualcosa di te. 

Ciao, grazie di ospitarmi. Ho sessantacinque anni e vivo in un paese vicino a Venezia, lungo la meravigliosa Riviera del Brenta. Le mie radici sono friulane e ho molta malinconia della mia terra nativa, anche se mi sono integrata molto bene in questa provincia, dove ho avuto modo di farmi apprezzare come scrittrice e poetessa. Sono sposata da pochi anni con un musicista e abito in una casetta con giardino, dove posso sbizzarrirmi con la mia passione per i fiori e gli animali che colmano i miei giorni. I pelosi sono una compagnia preziosa che stanno riempiendo la mia vita, dopo aver perso mia figlia. Lei aveva la Fibrosi Cistica, la sua perdita ha lasciato un vuoto incolmabile e mi ha spinto a scrivere. Amo le lunghe passeggiate e il mare, anche se rimpiango le belle vette del Pian Cavallo e i monti del Friuli Venezia Giulia dove ho vissuto da giovane.

Per anni, sei stata assistente domiciliare di bambini autistici. Dove hai trovato il tempo per scrivere e quando si è accesa in te questa passione?

Ho sempre scritto anche da giovane, senza mai concludere nulla per mancanza di tempo, ma la voglia di produrre è sempre stata grande, e ho rinunciato al sonno per poter scrivere.
Le ore del mattino sono sempre state le mie preferite. Anche quando lavoravo, mi alzavo alle cinque e, per due o tre ore, mettevo su carta le mie idee e i personaggi che vivono nella mia mente. In questo modo, il resto del giorno potevo dedicarlo al lavoro.

Hai autori che consideri tue Muse?

Nella mia vita ho letto tantissimo e di tutto. Dagli autori più sconosciuti ai grandi nomi. Non ho mai cercato di uguagliare nessuno. Ho cercato di scrivere in un modo tutto mio, con idee che non mi hanno mai ricordato le mie letture. Tra i miei autori preferiti ci sono comunque Wilbur Smith e  Isabel Allende. Il libro che mi ha colpito di più tra quelli letti è Il rosso e il nero di Stendhal.

Hai mai pensato di inserire la tua esperienza lavorativa a contatto con bambini autisti in un tuo libro?

Ho scritto un libro, e uno dei personaggi principali è un ragazzo autistico. Sempre un ragazzino con difficoltà di apprendimento ha accompagnato la mia saga di La tela russa, facendomi compagnia in tre volumi. Mi ha intenerito inserire questa mia esperienza lavorativa e umana nelle mie scritture.

Con i tuoi lavori, ti sei distinta in diversi premi letterari. I concorsi quanto aiutano l’autore a farsi conoscere?

Non credo che i concorsi servano molto per farsi conoscere, restano comunque una bella soddisfazione personale quando riesci a piazzarti tra tanti scrittori, a meno che tu non giunga a vincere dei concorsi nazionali molto importanti che ti portano all’attenzione di tutti.

Nel 2013, esordisci con La Farfalla di Ghiaccio. Perché il fantasy?

Il fantasy fa seguito alla mia esperienza personale con mia figlia, trasformare in favola la sua vita è stata un’esperienza che mi ha aiutato molto. La farfalla di Ghiaccio è il seguito di Favola blu di cui vi parlerò più avanti nell’intervista.

E, nel 2014, esce la silloge Stralci di Sogni, cui segue il libro Il viaggio di Teseo. Cosa ti attrae del mondo della poesia?

La poesia è il mio grido di aiuto quando i ricordi lacerano la mia anima. Stralci di sogni è stato scritto in un momento molto buio della mia vita. Il viaggio di Teseo è un altro libro fantasy, con cui termino le favole dedicate a mia figlia.

Nel 2015, esce la silloge Aspettando Godot e, nel 2016, pubblichi il thriller La tela russa, primo volume di una trilogia. Quale genere prediligi tra fantasy e thriller?

Ancora poesia con Aspettando Godot, in cui sogno all’infinito chi non c’è più e mai ritornerà. Ma io continuo ad aspettare.
Nel 2008, ho avuto due aneurismi che hanno bloccato la mia scrittura. Quando sono rinata, le mie idee sono cambiate e sono ripartita scrivendo thriller e gialli. Una vera sfida alla mia memoria che si era defilata.
Ora scrivo cose reali, la fantasia si è esaurita e confusa con la realtà.

È, poi, la volta di Angel Baby, con cui ti sei classificata quarta e premiata al Campidoglio. Lasciacene un breve assaggio.

Da donna sola e ferita ho trovato sulla mia strada uomini senza scrupoli. Con questo libro, voglio far capire alle mie lettrici che esiste un mondo brutto oltre le apparenze ingannevoli. In questa storia, un investigatore indaga sulla sparizione di una donna che frequenta locali a luci rosse. Il suo aiutante è Spok, un ragazzo autistico che viene ingiustamente accusato di omicidio.

Nel 2018 esce Favola Blu, un’autobiografia a favore della Fibrosi Cistica. Parlacene. 

Favola Blu è uscito la prima volta nel 2003. Io lo chiamo la mia terapia personale per la perdita di mia figlia. Trasformando le nostre vite in favola, ho ammortizzato la crudele realtà che mi ha fatto tanto male. L’ho riproposto nel 2018 per divulgarlo a tutti. Della prima pubblicazione, ho venduto seimila copie solo in cartaceo. Ho smesso quando, malgrado tutto, il dolore continuava a soffocarmi. La Farfalla di Ghiaccio e Il viaggio di Teseo sono il seguito di questa esperienza fantastica.

Nel 2019 esce, invece, La coscienza di Yuri. Cosa troveranno i lettori al suo interno?

Sono un’appassionata della storia degli ebrei durante la seconda guerra mondiale. Nel mio piccolo ho voluto contribuire, raccontando la storia di due ragazzi omosessuali deportati in Polonia. I genitori di Rudi, dopo la guerra, partono con la speranza di ritrovarlo in qualche angolo sperduto dell’Europa devastata. Strada facendo, ne è nata una vicenda che mi ha appassionato molto scrivere. Yuri è un maggiore nazista che cerca di scontare le sue colpe in un monastero, dove ha trovato rifugio scappando dalla giustizia.


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Quale messaggio vuoi trasmettere e quali tematiche affronti?

In ogni mio libro metto, ben amalgamate, alcune esperienze personali. La mia vita è stata piena di disastri emotivi, voglio trasmettere solo cautela, attenzione, e incoraggiare le donne alla prudenza. Affronto la tematica della violenza sulle donne, specialmente quella emotiva che trovo la più pericolosa. Ho parlato dell’ISIS nella trilogia de La tela russa, un argomento di attentati sempre attuale, convinta che non bisogna mai abbassare la guardia su quello che succede nel modo.

Qual è stato l’input per questo libro?

L’idea di scrivere La coscienza di Yuri mi è venuta quando ho saputo che a Vo Euganeo c’è stato un luogo dove venivano portati gli ebrei, prima di essere caricati sui treni e spediti nei campi di concentramento di tutta Europa. Scrivere dei posti in cui vivo, mi fa scoprire tante cose che altrimenti non saprei. Difatti, quasi tutti i miei scritti si svolgono in Veneto.

Progetti in cantiere?

Sto scrivendo la storia di una donna che accetta di partire per una vacanza, a casa di un’amica conosciuta in Facebook.
Anche in questo libro, avverto che la prudenza non è mai troppa!

È stato un piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo!

Grazie a te!

Per seguire Sonia  SONIA PERIN

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