lunedì 13 ottobre 2014

INTERVISTA A FEDERICA GNOMO TWINS



Ciao Federica, benvenuta nel mio blog. Iniziamo dal tuo nome che nasconde in realtà uno pseudonimo. Perché questa scelta?

Salve a tutti i lettori del blog. Rispondo sempre a questa domanda quando presento i miei libri. L’uso dello pseudonimo è avvenuto per caso, non per nascondermi, ma per mantenere l’anonimato nel primo concorso Io Scrittore di Gems. Quando ho aperto il profilo FB per seguire la pagina del concorso, decisi di darmi un nickname. Scelsi Gnomo perché è l’entrata secondaria dell’università che frequenta mia figlia (in pratica mi piaceva l’idea di intrufolarmi dalla porta di servizio, essendomi negata quella principale), Federica perché è un nome con la erre. Poi ho pubblicato aggiungendo  Twins, perché sono la gemella della mia vera persona. In seguito Federica Gnomo T. ha preso il sopravvento, e da cinque anni la scrittrice è lei. 

Sei moglie e mamma. Sei architetto e anche tenente della Croce Rossa Italiana. Dove trovi il tempo per scrivere? 

In questi ultimi anni ho molto rallentato i miei impegni per seguire mia figlia che da adolescente pubblicò con Mondadori.  Con lei mi sono appassionata a un mondo che frequentavo solo come lettrice accanita e scrittrice per gioco. Ho fatto esperienza di dinamiche editoriali e poi ho tentato di scrivere qualche opera di narrativa sentimentale, per dilettare me e gli altri. Non impiego molto tempo, sono cose che mi vengono naturali. Non pretendo di fare letteratura, solo intrattenimento riflessivo. Amo molto l’editoria. La mia vita è fatta di esperienze in vari settori: dalla moda alla politica, l’impegno umanitario, l’architettura, l’editoria, sono passata spesso dall’essere molto in vista a fare solo l’orto di casa e giocare con il cane. Cerco la stabilità, ma poi mi annoio e devo fare nuove esperienze.

Sei redattrice di una rubrica di cucina e amore sul web-magazine Lovvy.it e hai lavorato per alcuni anni in una casa editrice. Quali dritte daresti agli emergenti?

Ecco appunto, hai nominato la cucina, che è un’altra mia grande passione e di cui non avevo parlato. Brava hai colpito nel segno: emergenti. In effetti in editoria non è difficile esordire, ma emergere. Cioè crearsi uno zoccolo duro di lettori che non siano solo amici e parenti. Un editore piccolo e serio punterà sempre sull’esordiente perché sa che un centinaio di copie se le venderà da solo, più difficilmente punterà sul terzo libro dell’emergente se il secondo non è andato bene. Quindi direi di fare molta attenzione al secondo romanzo da proporre, e se possibile cercate di crearvi un nome anche al di fuori di una ristretta cerchia di appassionati del vostro genere. Io ad esempio promuovo gli scrittori in ambiti diversi dalla scrittura, tipo la cucina. Faccio infatti interviste culinarie/letterarie sul mio blog http://gnomosopralerighe.blogspot.it/ 

Sei appassionata di cucina e nel tuo blog ‘Gnomo sopralerighe’ e in  ‘Lovvy.it ‘ dai ampio spazio a questa tua passione. Parlacene. 

La cucina mi piace fin da bambina, come leggere e scrivere. Abbinare le due cose è stato naturale. Quindi intervisto gli autori sui loro usi e segreti in cucina,  e promuovo in ambito diverso le loro opere. Per quanto riguarda  la cucina, ho sempre cucinato fin da piccola per i miei fratelli, purtroppo mio marito mangia poco e allora per sfogarmi ho spesso amici a cena, in estate arrivo a fare cene anche con cinquanta persone, in piedi. Mi piacciono le sfide.

Hai anche una figlia, Dorotea De Spirito, che scrive per Mondadori Editore. Una bella soddisfazione. Ti va di parlarci un po’ di lei?  

Io e mia figlia ci vogliamo molto bene, parliamo di tutto, senza limiti. Quando siamo insieme ci scaturiscono decine di idee su trame e titoli,  lei è bravissima nell’anticipare di molto le tendenze. Scrisse nel 2009 "Angel", quando di angeli non si parlava ma solo di vampiri. Anche quando uscì "Devilish", che è il sequel, era in tendenza con  le uscite sui demoni. E’ una persona molto riservata e non si è mai vantata di scrivere per una grande CE. Anche se scrive da giovanissima e per ragazzi, ha una cultura ben fondata sui classici, studia Lettere ed Editoria, e  questo si vede e si sente  quando risponde alle interviste. Penso che uno scrittore debba avere sempre una solida formazione. L’avventura con Mondadori iniziò nel 2008, mandando un progetto editoriale con tutta l’ingenuità degli esordienti. Quando telefonarono per dire che erano interessati, mia figlia cadde dalle scale con il telefonino in mano. Aveva sedici anni, aveva scritto tutto su carta di notte dopo i compiti, che al liceo classico sono molti; le chiesero il file del romanzo. Le comprai un portatile tutto suo per dedicarsi alla scrittura. E così è cominciata la sua storia di scrittrice. 
Il primo libro, "Destinazione Tokio Hotel", ( proprio Tokio alla tedesca, n.d.a) fece 20.000 copie in un mese, andò esaurito in 15 gg e fu ristampato. Anche "Angel" fece lo stesso. Così ha continuato a scrivere, con" Dream" e poi "Devilish". Vi sembrerà strano ma io non leggo i suoi romanzi fino a che non arrivano le copie giustificative, allora mi commuovo.

Hai partecipato per anni al Torneo Io Scrittore, indetto da GeMS. Cosa ne pensi di questo concorso? Lo consiglieresti agli emergenti?  

Ho sempre partecipato, dalla prima edizione. Più per curiosità che per vincere. Sono sempre giunta alle semifinali, cioè tra i 200 ora 300, però non credo molto nella formula lettori/concorrenti. Agli emergenti, come a tutti, lo consiglio, non per la vittoria, ma  per qualche utile commento, e soprattutto per confrontarsi sugli scritti altrui. Insomma sentire un po’ il polso della situazione e cosa scrivono gli aspiranti scrittori. Devo dire di aver avuto in lettura opere degne di pubblicazione, una quella di Carlo Deffenu, l’ho anche pubblicata quando ero in casa editrice, ed ha avuto molto successo e grandi apprezzamenti.

Alcuni tuoi racconti e poesie sono stati inseriti in diverse antologie e, nel 2011-2012 hai partecipato alla raccolta “Cotto e mangiato, le ricette dei fan” editi da Fivestore.RTI . Cosa ricordi di questa esperienza?

Come detto sopra amo mettermi alla prova e quindi talvolta partecipo alle antologie, soprattutto quelle serie e con selezione tosta. Anche a Cotto e mangiato, selezionavano ricette su migliaia, e la mia piacque. Un po’ come accadde a Tea, mi telefonarono. Era la prima volta che mi chiamava un editore, si può dire che ho esordito con la cucina. L’esperienza è stata utilissima. Ho imparato come si deve scrivere una ricetta: che form seguire, come presentarla, ecc… Mi è tornato utile nel magazine Lovvy.it, e soprattutto in un libro sempre edito da me,  che ne conteneva alcune di personaggi famosissimi, e che ho dovuto riscrivere una per una. Non è facile scrivere ricette. 

Sempre nel 2012, hai pubblicato il romanzo “Mi chiamo Eddy”. Daccene un assaggio.

Quella è stata una prima esperienza per creare fisicamente un libro. Volevo vedere cosa e come fare. Scelsi un racconto lungo che avevo scritto anni prima. Diciamo che è una pubblicazione carbonara, con tematica gay, romanzo di formazione. Ha avuto un successo strisciante. Parla di un adolescente, con una famiglia particolare, assente e perbenista, che viene corteggiato da un compagno di scuola e si rende conto di essere gay. Il cugino lo ostacola, i genitori pure. 
Il romanzo è tenero e divertente, ho affrontato l’argomento in modo leggero, tipo manga. Se lo volete leggere è su tutte le piattaforme. 

E, nel 2013, esce “Il ragazzo alla pari”. Cosa troveranno i lettori al suo interno?

Anche qui ho affrontato un tema che  era di moda: un amore che sboccia tra due persone di età molto diversa, un ragazzo e una quarantenne con due gemelli. La storia è leggera, ironica e a tratti comica ma affronta un argomento che sento molto: la parità nella dignità dei sentimenti. In pratica quello che è ammesso e non fa notizia quando in una coppia l’uomo è più vecchio e la donna giovanissima, diventa scandaloso se lei è matura e lui giovane.  Anche questo è in vendita ovunque e si legge molto facilmente. 


http://www.libreriagremese.it/default/il-ragazzo-alla-pari.html


Com’è nato l’input per “Il ragazzo alla pari”?  

Stavo facendo colazione, ho letto un annuncio per una baby sitter, ho pensato: e se si presentasse un “bonazzo stratosferico” a una donna con due figli di un anno appena tradita dal marito  che ha chiesto a separazione? Da qui la storia… in cui si inserisce una scheggia impazzita, il fratello di lui. 

Quali tematiche affronti nei tuo libri e quale messaggio vuoi lanciare?  

In tutti i miei romanzi, dal più leggero al più impegnato, dalla narrativa pura al sentimentale rosa etero o gay, dalla fantascienza fino al fantasy, io parlo sempre e solo di amori difficili e osteggiati a causa dell’ignoranza, dei preconcetti, o delle diversità e spero di aiutare a superare le diffidenze scrivendo con naturalezza di questi argomenti. 

Hai altri progetti in cantiere?

Sì, spero che esca presto il romanzo che amo di più. Ho avuto delle proposte, ma sto aspettando qualcosa di concreto. Ho tre romanzi finiti, tutti particolari e semifinalisti di Io Scrittore. Spero di dare loro la giusta veste editoriale.
  
E’ stato un piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo!


Grazie a te, e buona fortuna da Gnomo, che di solito porta bene!


Per seguire Federica    GNOMO SOPRALERIGHE











2 commenti:

  1. Grazie Linda, sono onorata di apparire sul tuo blog. Ps: sai che Linda è stato il nome della prima protagonista del mio primo tentativo di romanzo. :) che piacque abbastanza, anni e anni fa, da farmi pensare di continuare ;) a scrivere.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vedi era destino che le nostre strade si incrociassero! Federica è il nome della sorella della protagonista del mio primo romanzo che guardacaso parla di destino :)

      Elimina