mercoledì 29 maggio 2013

IL PROFUMO DEL SUD - ANTEPRIMA E PREVENDITA -

Oggi, a pochissimi giorni dall'uscita del mio terzo romanzo, voglio darvi un'assaggio di quello che troverete tra le sue pagine, lasciando la parola alle recensioni in anteprima e a un meraviglioso 'Speciale' regalatomi dal blog "Il profumo dei libri".



TITOLO: Il profumo del sud

AUTORE: Linda Bertasi

EDITORE: Butterfly Edizioni

PAGINE: 226

PREZZO: € 14,00

FANPAGE

BOOKTRAILER

DOVE TROVARLO Shop Butterfly
 
QUARTA: Luglio 1858. Un piroscafo prende il largo dal porto di Genova verso il Nuovo Mondo. Sul ponte, Anita vede la terraferma allontanarsi e, con essa, tutto il suo passato: una famiglia alla quale credeva di appartenere, i suoi affetti, una scomoda verità. A condividere il viaggio con lei, la matura Margherita e il suo protetto, il seducente Justin Henderson. Giunti in America, Margherita convince Anita ad essere sua ospite per qualche tempo, nella sua dimora a Montgomery. La ragazza accetta, sicura di dover ripartire al più presto. A farle cambiare idea saranno le bianche colline del Sud e un tormentato amore più forte delle sue paure.
All’orizzonte, l’ombra oscura della guerra civile.
Linda Bertasi scrive un romanzo che dell’Ottocento ha il sapore, un romanzo nel quale la Storia non è semplice sfondo ma protagonista attiva della vicenda. Narrativamente impeccabile, emotivamente travolgente, Il profumo del sud è una storia di passione: quella per la terra alla quale sentiamo di appartenere e quella per la persona che siamo destinati ad amare.


PREFAZIONE CHE TROVERETE ALL'INTERNO DE LIBRO CURATA DALLA TALENTUOSA SCRITTRICE LAURA BELLINI:


'Ci sono romanzi che si leggono in un solo fiato, altri che si gustano lentamente, assaporandone ogni sfumatura. Il profumo del sud porta il lettore a sentirsi in dovere di fare entrambe le cose. Da un lato c’è la frenesia di scoprire cosa ...accadrà ai protagonisti e dall’altro si ha la sensazione che leggendo troppo velocemente si perdano quei particolari che fanno di questo terzo romanzo di Linda il lavoro meglio riuscito ...'(Il profumo del sud, prefazione a cura di Laura Bellini, scrittrice).

 
 
RECENSIONI IN ANTEPRIMA
 
 
'Se amate i romanzi storici, se invece preferite le passioni delle più romantiche storie d'amore, se cercate un romanzo da leggere in un solo fiato, che vi faccia sorridere, vi coinvolga e vi commuova, allora non potete farvi scappare Il profumo del sud di Linda Bertasi ...'          Continua su    IL VOLO DELLA FANTASIA
 
'Il vocabolario dell’autrice è ricco e variegato, intriso del fascino del passato. La scrittura elegante, poetica, evocativa e le abbondanti metafore contribuiscono a creare un’atmosfera perfetta in cui si intrecciano dialoghi mai scontati che alle volte toccano gli apici austeniani ...'        Continua su    ISPIRAZIONE - IL BLOG DI ILARIA GOFFREDO -

'Un bellissimo gioiellino storico e d'amore ... Linda ha un grandissimo pregio: scrive in maniera assolutamente poetica ed elegante, una scrittura che ricorda un tempo passato e ti fa immergere completamente nel periodo storico della secessione e della schiavitù ...' Continua su  LA BOTTEGA DEI LIBRI INCANTATI

'Linda Bertasi dipinge per noi un affresco del diciannovesimo secolo, utilizzando il bianco accecante del sole che illumina gli sterminati campi dell’America del Sud e il rosso dell’amore più puro e intenso ...'  Continua su SOLO LIBRI


Ricordo a tutti gli interessati che la prevendita durerà solo fino a domani, quindi approfittatene e partecipare all'evento  PREVENDITA


Buona lettura.



 
 
 
 
 

lunedì 27 maggio 2013

INTERVISTA A DANIELA LOJARRO

Ciao Daniela, benvenuta nel mio blog. Raccontaci qualcosa di te.

Ciao Linda e un saluto a tutti i lettori! 
Sono nata a Torino ma vivo a Zurigo dove, capitata per lavoro, ho conosciuto Andrea che poi è diventato mio marito e così, alla fine, non ho più valicato le Alpi! A complicare ancora di più questa doppia anima italiana e svizzera, c’è pure il fatto che la famiglia materna è di origini savoiarde e piemontesi mentre quella paterna in parte napoletana e in parte spagnola … Insomma, un bel crogiolo di tradizioni e culture. Sono cantante lirica: ho studiato prima a Torino e poi nella città natale di G. Verdi Busseto (in provincia di Parma) con uno dei più celebri tenori verdiani di ogni tempo: il M° Carlo Bergonzi. Da lui ho potuto imparare non solo la tecnica del Belcanto italiano ma anche lo stile interpretativo del nostro Melodramma: senza dubbio è stata la persona più importante per me dal punto di vista professionale … senza dimenticare che la sua personalità forte e “tutta d’un pezzo”, da vero gentiluomo d’altri tempi, mi ha dato anche un’impronta indelebile dal punto di vista umano. Ho avuto anche la fortuna di seguire anche un corso di recitazione con l’attrice Franca Valeri che mi ha trasmesso l’importanza del sapere essere presenti in ogni attimo, in ogni gesto in palcoscenico e il rigore per la coerenza nella costruzione di ogni personaggio: noi, infatti, noi siamo il mezzo con cui il personaggio vive ma non dobbiamo dimenticarci che il personaggio ha una sua vita, un suo carattere e una sua personalità. Ho cantato un po’ ovunque portando il melodramma italiano perfino negli Emirati Arabi, in Sud Corea e in Sud Africa oltre naturalmente aver calcato le scene dei più prestigiosi teatri italiani come il S. Carlo di Napoli o il teatro Regio di Parma oppure europei come il Covent Garden di Londra o l’Opera di Montecarlo. Negli ultimi anni, però, mi sono dedicata maggiormente all’attività concertistica cercando di far conoscere anche il vasto repertorio da camera o di canzoni italiane che, spesso, è messo in ombra rispetto a quello tedesco o francese perché, secondo i musicologi, non ne raggiunge la raffinatezza. Invece, proprio in questo ambito, a Abu Dhabi ho avuto un paio di esperienze bellissime e indimenticabili. Ho visto l’imperturbabile ambasciatore coreano e alcuni dei numerosi sceicchi che assistevano al concerto commuoversi fino alle lacrime mentre cantavo la canzone napoletana di Ernesto de Curtis “Non ti scordar di me”! Il giorno seguente ho tenuto una conferenza-concerto sull’Opera e sul repertorio italiano in generale in un esclusivo college del posto. Le ragazze all’inizio ascoltavano compite e un po’ perplesse quella musica del tutto nuova per loro ma, alla fine, si sono messe a ballare la “Tarantella” di Gioacchino Rossini dimenticando compostezza e veli! Potere della Musica!
La tua passione per la musica inizia da giovanissima. Definisci il vostro rapporto ‘viscerale’, a tal punto da aver imparato a 'parlare cantando’ e ‘leggere studiando i libretti delle opere che più sentivi tue’. Approfondiamo questi concetti.

Ho ascoltato musica fin da prima di venire al mondo e sono vissuta sempre in mezzo alla musica: mia madre è pianista e cantante mentre mio padre è un appassionato di opera lirica. Per me è stato naturale imitare gli adulti sia ripetendone le parole sia i “suoni”. Per questo dico che ho imparato a parlare cantando.
Più avanti, quando iniziai a seguire i miei genitori a teatro (la prima volta ero veramente piccola: avevo 6 anni e vidi la Tosca di Giacomo Puccini) scoprii che spesso i libretti delle opere erano tratti da tragedie, romanzi, miti famosi oppure trattavano di personaggi storici realmente esistiti; così, per comprendere meglio il magico mondo dell’opera che tanto mi affascinava, mi misi a leggere i testi da cui le opere che amavo erano tratte. Un’abitudine che, quando ho affrontato l’opera lirica come professionista, mi è stata utilissima perché, quando dovevo imparare un nuovo ruolo, una parte del lavoro era già fatta: conoscevo l’originale letterario, il periodo storico in cui era stato composto, il periodo storico cui si riferiva e potevo anche notare, per esempio, le differenze di prospettiva e d’intenti del compositore rispetto all’autore.

 
Hai studiato pianoforte e canto con il celebre Maestro Bergonzi, vinci alcuni concorsi nazionali e inizi a esibirti sui più importanti palcoscenici nazionali e internazionali. Ricordi ancora l’emozione della prima esibizione? Cosa ti ha lasciato questa straordinaria esperienza?
Certo che la ricordo! Si trattò della finale del concorso internazionale dedicato a Giuseppe Verdi a Busseto: una competizione cui a quell’epoca partecipavano ogni anno quasi centocinquanta giovani cantanti lirici di ogni nazionalità. In quell’occasione cantai l’aria di Gilda dal “Rigoletto”, ruolo che mi ha accompagnato per tutta la carriera. Il palcoscenico per i solisti e l’orchestra era stato montato nella piazza centrale di Busseto e, di fronte a noi, la statua di Giuseppe Verdi. Era una serata d’estate profumata e calda (il giorno del mio ventiduesimo compleanno!), le rondini fischiavano, il cielo era limpido, i riflettori emanavano un calore insopportabile, la giuria era seduta nelle prime file mentre il pubblico di appassionati e intenditori, pronti a portarti in trionfo o a fischiarti, si affollava sulle gradinate ... e milioni di zanzare! Ero tesa come la corda di un violino e non ricordavo nemmeno una nota: vuoto assoluto!  Ma, quando il direttore d’orchestra diede l’attacco per la mia aria, ci fu solo più la musica che accompagnava la mia voce e la meravigliosa sensazione di percepire quella magica comunione/tensione sia con chi sta facendo musica con te in quel momento che con il pubblico che, ascoltandoti, a sua volta comunica con te! In quel momento ho capito che quell’emozione che provavo era quella che avrei dovuto portarmi sempre dentro e ricreare ogni volta che il sipario si sarebbe alzato.

Alcuni tuoi brani sono entrati a far parte di colonne sonore di film diretti dal grande Martin Scorsese e Franco Zeffirelli, per citarne alcuni. Parlacene.
Non amo molto le sale d’incisione: detesto avere il microfono davanti ed essere costretta a star ferma nel posto dove i tecnici hanno messo una grossa croce per essere certi che uno non si muova da lì sfalsando tutti gli equilibrio così a lungo provati. Infatti, durante le “prove tecniche” si canta e si suona solo per permettere ai tecnici di bilanciare i microfoni, gli acuti, i bassi, l’equilibrio dell’orchestra e delle voci, l’equilibrio di una voce con l’altra … Insomma, quando si arriva all’incisione si è già perso un mucchio di energia e di entusiasmo! Per esempio, per l’incisione del sestetto di “Lucia di Lammermoor” di Gaetano Donizetti, i tecnici mi spostarono almeno 6/7 volte prima di trovare la giusta posizione rispetto al microfono: secondo loro la mia voce “bucava” il microfono! Solo l’incisione de “Il giovane Toscanini” di Zeffirelli fu fatta in loco e in contemporanea al film mentre le altre sempre separatamente e dopo la realizzazione del film. In quell’occasione la registrazione fu fatta al Teatro Petruzzelli di Bari (prima dell’incendio) che era stato trasformato in set per il film. Fu più piacevole perché Zeffirelli desiderava che si mantenesse l’aspetto estemporaneo e l’acustica del luogo; quindi, non fummo costretti a troppe prove tecniche. Intravidi pure Liz Taylor … ma appunto … noi eravamo solo le “voci” e l’équipe non vedeva l’ora di non averci più tra i piedi perché i cantanti lirici hanno bisogno di camerini tranquilli, senza spifferi, senza aria condizionata o la voce ne soffre, storcono il naso e si rifiutano di mangiare i piatti pronti del catering … altrimenti chi canta più con certe schifezze nello stomaco!

Oltre all’attività concertistica, ti dedichi al metodo Tomatis, per aiutare persone con difficoltà nello sviluppo della lingua sia parlata che scritta. Di cosa si tratta?
Il Metodo Tomatis è stato sviluppato a partire dagli anni ’50 dal professor Alfred Tomatis in Francia. Alla base della terapia c'è la scoperta fatta negli anni '50 da Alfred Tomatis che la voce può riprodurre solo le frequenze che l'orecchio ascolta. Per Tomatis, infatti, esiste una differenza fondamentale tra udire e ascoltare. Udire è una funzione passiva: le orecchie sono sempre aperte, anche quando si dorme. Al contrario, ascoltare è una funzione attiva che implica la volontà di scegliere tra tutti gli stimoli sonori che si ricevono quelli che si vogliono inviare coscientemente al cervello perché siano analizzati ed elaborati. Si tratta, quindi, di una terapia di riabilitazione della voce e dell'ascolto. Si rivolge a chi ha problemi di sviluppo della lingua, sia parlata sia scritta, con conseguenti difficoltà di comunicazione e integrazione: dislessia (scambiare le lettere durante la lettura ad alta voce oppure i numeri), balbuzie, iperattività, mancanza di concentrazione, di coordinazione. Oppure è indicata a chi lavora con la voce, come attori, cantanti, manager, insegnanti, che accusano stanchezza vocale o che hanno bisogno di trovare una migliore impostazione vocale per evitare problemi d’intonazione o stanchezza vocale. Tramite un test, si vedono quali sono le frequenze che «mancano» e poi si lavora su quelle. La terapia inizia con una fase passiva, in cui il soggetto è stimolato tramite l'ascolto di quelle frequenze e l'orecchio fa come una micro-ginnastica; segue una fase attiva in cui il soggetto legge ad alta voce, canta, esegue esercizi di respiro e coordinazione motoria. Entrambe le fasi avvengono tramite l'uso di una cuffia e di uno speciale apparecchio, detto orecchio elettronico che, grazie a un sistema di filtri, permette il passaggio delle frequenze stabilite.

Se qualcuno dei nostri lettori fosse interessato come può contattarti?
Se intendi per la terapia per email: daniela.lojarro@bluewin.ch

La passione per la letteratura si sviluppa parallelamente a quella della musica. Infatti, è proprio attraverso la musica che nasce la curiosità di conoscere gli autori che hanno ispirato i brani che più ti appassionano. Da qui partono le tue letture sui più grandi romanzieri dell’ottocento e non solo. Quali letture ti sono rimaste più impresse nella mente?
Amo molto Victor Hugo, Marguerite Yourcenar, Iain Pears, Stendhal, Robert Graves (nelle due vesti di scrittore e di saggista), Maria Bellonci, Daniel Pennac, Alessandro Baricco, Stefan Zweig, Dino Buzzati, Herman Hesse …e la lista sarebbe ancora lunga ma questi sono i primi che mi sono venuti in mente.
Nel genere avventuroso la lettura che mi ha lasciato maggiori impressioni Emilio Salgari e Jules Verne. In ambito fantasy, a parte Tolkien, adoro Marion Zimmer Bradley, Harry Turtledove, Raymond Feist, Jack Whyte, Ann Masterson. Ho una vera passione per la storia, l’archeologia, il sufismo, l’esoterismo e in questi campi i miei preferiti sono René Guénon, Maria Gimbutas, Marius Schneider, Karol Kerény, Giordano Bruno Guerri.

Nel 2009 pubblichi il tuo primo romanzo “Il Suono Sacro di Arijam”. Qual è stato l’input per questo libro?
Una visita alla Galleria del Furlo (nelle Marche) in compagnia di mio marito. Nel pomeriggio eravamo stati in un campo archeologico nei pressi di Fossombrone che degli amici stavano scavando e avevamo assistito alla scoperta di alcune sepolture con un piccolo corredo. Per festeggiare l’evento avevamo deciso di trovarci tutti poco dopo al ristorante. Alla fine, ci consigliarono quella strada per rientrare in hotel: però avremmo dovuto lasciare l’auto al posteggio e percorrere la galleria prima a piedi e poi in auto. Facemmo così e infatti fu emozionante camminare nella Galleria romana scavata nella roccia e osservare ancora le tracce degli strumenti sulla roccia! Una volta arrivati dall’altra parte, altra sorpresa! Luna piena che pareva appesa sopra la vallata e che illuminava il profilo della collina che pareva un profilo umano. Non chiusi occhio tutta la notte talmente ero eccitata: la Galleria e il profilo della collina illuminato dalla luna mi avevano letteralmente aperto la porta magica della storia. Quando rientrai dalle vacanze, avevo già in testa i punti principali della vicenda e, ovviamente, nel libro ci sono sia la Galleria che il profilo scolpito nella pietra!


 

 
 
Cosa troveranno i lettori al suo interno?
Innanzitutto … il Suono e non solo all’interno perché compare già nella foto di copertina! Infatti, i segni d’inchiostro che si vedono disciogliersi nell’acqua sono note scritte su un foglio trasparente immerso nell’acqua. Le bolle d’acqua e i gorghi che si vedono nella foto sono formate dall’acqua messa in movimento dalla musica stessa!
Nel mondo di Arjiam, però, il Suono non è musica frutto del genio umano, bensì è il Principio creatore che con la sua vibrazione da vita al mondo e lo anima. La magia consiste appunto nel saper ascoltare questa Vibrazione e servirsene per sanare le persone, prevedere il futuro, spostarsi nello spazio. L’uomo è completamente libero di scegliere come usare il suo talento e, quindi, può volgerlo anche al negativo. Ho chiamato la magia “positiva” Armonia mentre quella “negativa” Malia. Non sono nomi dati a caso: Armonia significa appunto sapersi mettere in sintonia con l’altro e vibrare insieme; Malia deriva da malum e con questa definizione ho voluto sottolineare la capacità di questo tipo di magia di affascinare le menti fino al punto da asservirle e privarle della loro volontà a beneficio di chi pratica la Malia. Le avventure dell’eroina Fahryon, del suo compagno Uszrany e del loro avversario Mazdraan prendono le mosse da questa contrapposizione fra chi pratica la Malia e chi pratica l’Armonia.
Nel regno di Arjiam, il luogo fantastico in cui ho ambientato la vicenda, i lettori troveranno un mondo molto mediterraneo: non ci sono troll, elfi, nani, tetri castelli di pietra e foreste o montagne innevate e tutto il resto che accompagna la letteratura fantasy d’ispirazione nordica; ma città e palazzi che ricordano Granada sotto la dominazione araba o Palermo dei normanni insieme a la moltissimi simboli e tradizioni della cultura mediterranea e medio-orientale che poi sono la base della mitologia greco-romana. Per esempio, ho usato l’Uroburo come simbolo del Suono Sacro: l’Uroburo è il serpente che si morde la coda e indica il perpetuo rigenerarsi della vita dalla morte e quindi l’eternità.

Quali temi affronti?
Nello scontro fra Armonia e Malia e nel modo in cui entrambe sono usate dai personaggi ho portato all'estremo il conflitto che esiste al giorno d'oggi nella scienza: in che misura può l'uomo manipolare la natura? Abbiamo dei limiti? Se ci sono, possiamo di volta in volta sorpassarli e crearne di nuovi?
Abbiamo appena intravisto, per esempio, le enormi possibilità che ci schiuderebbe la manipolazione genetica in termini di cura di determinate patologie: ma come non chiedersi cosa succederebbe con questa tecnologia se impiegata per «migliorare» la razza umana.
Ho concepito la storia di Fahryon e Uszrany come un viaggio alla scoperta di se stessi, delle proprie potenzialità e, allo stesso tempo, come una scoperta del mondo che ci circonda: ascoltarsi e saper ascoltare in maniera consapevole per poter entrare in comunicazione con l'altro con il diverso da sé senza averne paura. Credo che questo sia il messaggio più importante per le nuove generazioni in questo mondo dilaniato da guerre e da conflitti sociali profondi senza scordarsi che la vita è un cammino in continuo divenire, soggetto a grandi rivolgimenti, l’importante, come diceva Samuel Beckett è «Fallire – Provare di nuovo – Fallire ancora – Fallire meglio».

“Il Suono Sacro di Arijam” è stato presentato al Salone Internazionale del Libro di Torino nel 2009. Cosa ricordi di questa esperienza?
Ero emozionatissima e, per la prima volta, mi ero preparata per parlare in pubblico. Sono abituata a farlo in interviste o conferenze di presentazione di un’opera ma, poco prima della presentazione, mi accorsi quanto diverso e più difficile fosse parlare di una propria “creatura”, cercare di convincere il pubblico a comprare il libro che non disquisire a freddo su un compositore, sulla genesi di un’opera o di un personaggio.
Sicuramente la cosa più bella fu avere accanto le persone che più mi avevano sostenuto in questo progetto: mio marito Andrea, la mia famiglia e la mia editor/agente Natascia Pane. Adesso, però, non presenterei più il libro così!

Hai qualche progetto futuro di cui vuoi metterci a parte?
Sto scrivendo un nuovo romanzo, sempre fantasy, che sarà però indipendente da questo pur sfruttando alcuni personaggi che i lettori hanno conosciuto nel primo.

E’ stato un vero piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo per il tuo lavoro.
 
Per seguire Daniela     IL SUONO SACRO DI ARIJAM

mercoledì 22 maggio 2013

"6 IN STAND-BY" di Silvia Scibilia - RECENSIONE -

Oggi voglio presentarvi " 6 in staNd-by" di Silvia Scibilia. Un romanzo da divorare e aggiungere alla vostra biblioteca senza riserve.





TITOLO: 6 in stand-by

AUTORE: Silvia Scibilia

EDITORE: Butterfly Edizioni

PAGINE: 348

PREZZO: € 15,50

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QUARTA: Lei, sensibile e sentimentale, lui, concreto e ambizioso. Due strade che si incrociano, un destino che li mette alla prova. Laura non si riconosce più nella sua storia d’amore con Massimo: una volta sposati sono cambiate le prospettive e la sicurezza della loro unione sembra improvvisamente vacillare, e di mezzo c’è anche un figlio. Che cosa fare? Riprendere in mano la propria vita o stare a guardare la propria relazione mentre se ne va in frantumi?
Un compromesso: lasciare tutto in stand-by.
Una storia toccante e travolgente, che mette a nudo i sentimenti di un uomo e di una donna visti nelle loro fragilità, nelle loro inquietudini. Un viaggio in flashback per ricomporre i tasselli di vita di un amore, ma non solo, perché questo romanzo è molto di più… Tocca temi attuali come la sessualità, la gelosia, la morte, le difficoltà matrimoniali, arrivando ad essere, grazie alla sua semplicità, un’eco di speranza e di fiducia.

'Silvia Scibilia racconta in "6 in stand by” una storia intensa, piena di sentimenti e di desideri: ambizioni, paure, amicizia, sesso e, come se ciò non bastasse, lo fa con uno stile efficace e ricco, a tratti umoristico ...'

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venerdì 17 maggio 2013

INTERVISTA A VIVIANA LEO


Ciao Viviana benvenuta nel mio blog. Raccontaci qualcosa di te.

Ciao, Linda, grazie di avermi ospitata! Bè, su di me posso dire che sono una ragazza semplice, frequento la magistrale di lettere moderne e vivo in un piccolo paese nel Salento e ovviamente amo scrivere!

Una laurea in Lettere e Filosofia, ami gli animali, leggere e scrivere. Pratichi anche, nel tempo libero, il 'Full Contact', raccontaci qualcosa di più su questo sport.

Sì, l'ho praticato fino all'anno scorso, ma a livello amatoriale, sono una dilettante.
Mi piacciono molto le arti marziali, infatti spesso le inserisco nei miei libri, ma purtroppo non sono una professionista nel settore.
Spesso sono stata giudicata male per questa mia passione, perchè è considerato uno sport prettamente maschile, ma io credo che una donna possa e debba fare qualsiasi cosa desideri, a prescindere dai pregiudizi.

Gestisci il blog “ArtisticaMente”. Parlacene.
'ArtisticaMente' è un blog nato da pochissimo con l'intento preciso di dare spazio all'arte, qualunque essa sia. Fino ad ora ho dato spazio a scrittori emergenti ma sono stata contattata anche da artisti di diverso genere, quindi fra poco leggerete qualcos'altro.
Mi piace pensare che anche in Italia ci sia spazio per questi piccoli talenti tutti da sbocciare, bisogna regalare fiducia a chi la merita. Il mio blog non fa miracoli, ma è un piccolo gradino, no?

Qual è stato il tuo primo approccio letterario?

Bè, se intendi come letture, sono partita dai fumetti! Ricordo che nei primi anni della scuola elementare li leggevo in continuazione, fino a passare ai libri di favole e ai romanzi. Devo dire però che i fumetti restano una mia passione anche oggi!

A dodici anni vinci il concorso letterario dedicato a ‘I caduti in guerra di Calimera’, parlaci di questa esperienza.

Quella dei caduti in guerra è stata un'esperienza molto bella.
Ero alle medie quando la mia professoressa di italiano ci chiese di scrivere qualcosa in memoria dei nostri caduti. Io scrissi una poesia di getto, parole che rispecchiavano i miei pensieri, ed è stata una sorpresa stupenda sapere che avevo vinto. Un piccolo traguardo che mi rese davvero felice.
Devo ammettere però che è stata l'unica poesia resa pubblica, le altre che ho scritto da bambina non le ho mai fatte leggere a nessuno!

Il tuo esordio letterario è “Tra zanne e artigli”, recentemente trasformato in e-book e disponibile sul sito Amazon.it. Di cosa tratta questo tuo primo scritto?

"Tra zanne e artigli" è una storia d'amore che coinvolge licantropi e vampiri. Amo molto queste figure soprannaturali e nel mio primo libro mi sono cimentata a scrivere su questo genere: il paranormal romance.
Sono cresciuta molto da allora e onestamente non so se oggi lo avrei riscritto nello stesso modo, ma è il mio primissimo romanzo e in quanto tale mi ci sento affezionata. Ecco perchè, scaduto il contratto con la casa editrice, ho voluto riproporlo in e-book.

Poi è stata la volta di “Lacrime d’argento” sino alla pubblicazione del tuo terzo romanzo “L’altra metà della mela”. Cosa troveranno i lettori al suo interno?

"L'altra metà della mela" è principalmente una storia d'amore, con un contesto sociale molto forte che vuole rispecchiare, purtroppo, la società odierna.








Perchè spesso, quando accendiamo la tv, apprendiamo notizie scioccanti del bullismo nelle scuole, soprattutto fra i più piccoli, e spero che il mio libro contribuisca, nel suo piccolo, a contrastarlo. Credo sia davvero terribile subire abusi fisici o psicologici di questo tipo e bisognerebbe fare qualcosa.
La mia protagonista è forte e coraggiosa e la sua storia ha un lieto fine, non tutti però hanno questa fortuna.

Qual è stato l’input da cui è sbocciato “L’altra metà della mela”?

L'input mi è stato dato inconsapevolmente da un gruppo di ragazzi che ho incontrato grazie ad uno stage universitario. Ragazzi difficili con la voglia di cambiare ed essere migliori. Dopo esser stata a contatto con loro, ho pensato "perchè non parlarne?" ed eccomi qui

La casa editrice de “L’altra metà della mela” è la Butterfly Edizioni. Come ti trovi con questa casa editrice? La consiglieresti agli emergenti?

Guarda, posso solo dirti che la Butterfly Edizioni ha contribuito tantissimo al successo del libro.
L'ho sempre ammesso, mi trovo benissimo con la direttrice editoriale, Argeta Brozi, e i suoi gentilissimi autori. Siamo una vera e propria famiglia. Una delle pochissime case editrici, fra la microeditoria, attente ad ogni richiesta ed esigenza dell'autore, quindi la risposta è assolutamente sì, la consiglierei eccome! Non potrei ritenermi più fortunata di così!

Qualche progetto futuro di cui vuoi metterci a parte?

"L'altra metà della mela" per ora è la mia priorità, è riuscito ad entrare anche in alcune scuole e di questo sono molto fiera.
Il 28 di questo mese, ad esempio, lo presenterò ad alcuni ragazzi di terza media e sono emozionatissima. Temo più loro che un pubblico adulto!
Di progetti ce ne sono molti, spero solo di riuscire a realizzarli tutti! Sto continuando a scrivere e se tutto andrà bene, sentirete parlare ancora di me


In bocca al lupo! E’ stato un piacere ospitarti nel mio blog.

Crepi il lupo, piacere mio!


Per seguire Viviana     L' ALTRA META' DELLA MELA

lunedì 13 maggio 2013

INTERVISTA A TIZIANA CAZZIERO



Ciao Tiziana, benvenuta nel mio blog. Raccontaci qualcosa di te.

Ciao e grazie per il tempo dedicatomi.
Sono una giovane donna, convivo felicemente da quattordici anni e sono mamma di una bellissima bambina di nove mesi.
Scrivere è una delle poche cose che ha sempre riempito le mie giornate; mi piace lo sport all’aria aperta, soprattutto correre. Quando indosso le mie scarpe di ginnastica e la mia tuta mi lascio andare, mi rilassa, è in quei momenti che salgono le idee per i miei scritti.
Che dire poi, sono una scrittrice e articolista free lance per il web, attività che svolgo con orgoglio dal 2010, che completo con la gestione dei miei blog.
 
Un diploma in ragioneria e una collaborazione con la casa editrice Libro Aperto. Da dove nasce questa tua passione per la letteratura e per la scrittura? Parlaci del tuo primo approccio a questo mondo?
Sì, sono una ragioniera che ha sempre avuto un rapporto viscerale con la scrittura, unire le due cose è un mistero anche per me, considerando anche che per un certo periodo della mia vita ho lavorato presso uno studio di commercialisti.
La parola scritta però ha avuto sempre una valenza più forte sui numeri, scrivere è sempre stato l’unico modo per me possibile per rapportarmi con la vita, mettere nero su bianco le mie emozioni, i miei sentimenti e stati d’animo, mi ha sempre liberato dalle mie sofferenze, ma anche dalle mie gioie; è sempre stato così fin da quando era una ragazzina.
La collaborazione con la casa editrice e associazione Libro Aperto Edizioni è stata molto importante per me, mi ha aperto un nuovo modo di rapportarmi con la realtà editoriale, scoprire meglio e nel dettaglio quali siano tutte le difficoltà correlate a questo mondo e, come spesso dico, fare nuove esperienze è sempre costruttivo sia a livello personale ma anche professionale. Una bella esperienza di crescita in tutti i sensi la definirei.

Sei una scrittrice free lance per il web, collabori come articolista con diversi siti e redazioni on-line. Ti occupi di recensioni , di fotografia, salute, benessere e gossip. Dove trovi il tempo di scrivere?

Bella domanda da un milione di dollari.
Correlare tutte queste cose è molto difficile e devo dire che ventiquattro ore al giorno cominciano a starmi strette.

La collaborazione con le diverse redazioni on-line è una piccola realtà lavorativa che ho scoperto nel 2010, che mi permette di avere piccoli e modesti introiti mensili, ma soprattutto mi fa tanta scuola nella mia professione di scrittrice. Quando si svolge una qualsiasi attività, è l’esperienza sul campo che ti fa crescere e migliorare.
Quando decido di scrivere un romanzo, o meglio quando una storia si avvicina alla sua realizzazione, devo necessariamente accantonare qualcosa. Questo perché le mie storie prima nascono nella mia mente, crescono e maturano finché non scatta il momento di buttarle giù. Quando questo momento arriva, è esplosivo e devo dedicarmi quasi esclusivamente alla mia storia che grida nella mia mente; è vero anche che mantengo alcune collaborazioni, perché il lavoro e la professionalità richiedono anche un certo rispetto degli impegni presi.
Nel momento stesso in cui sento che un romanzo sta per nascere non prendo altre commissioni esterne e mi dedico a quelle “fisse” o quasi, per potermi dedicare meglio al mio romanzo nascente. Poi si sa che la notte è il momento migliore per scrivere: silenzio, bimba a letto e, soprattutto, riesco a trovare le ore necessarie per sviluppare i miei scritti.

Hai scritto sia racconti che poesie, quale genere prediligi tra i due e quali sono le difficoltà dal tuo punto di vista?
La poesia rappresenta la mia prima esperienza con l’arte della scrittura; ho una personale raccolta di poesie scritte nell’età dell’adolescenza, fino ad oggi solo in pochi hanno letto alcune di quelle poesie, chissà, forse un giorno le pubblicherò.
I racconti, devo dire che li preferisco alle poesie, ma solo perché mi permettono un maggior raggio di azione con le parole. Le difficoltà credo stiano proprio in quello che ho appena detto nella mia esperienza personale: libertà di scrittura senza alcune determinate limitazioni.
La poesia nasce da una determinata ispirazione del momento, i versi trovano il loro spazio sulla carta bianca da soli, quando qualcosa stuzzica la tua vena creativa ti trovi lì a scrivere e senza nemmeno accorgertene hai partorito la tua poesia.
I racconti e i romanzi seguono un po’ lo stesso principio parlando d’ispirazione del momento, però, qui, a fare la differenza è la comparsa di un determinato personaggio che improvvisamente inizia a raccontarti la sua storia. Questo è quello che succede a me quando scrivo un racconto o un romanzo.


Gestisci parecchi blog e ti dedichi al montaggio di booktrailer su richiesta.  Illustraci queste iniziative.
Sì è vero, ho aperto il mio primo blog nel 2010 'Le ricette e i pensieri di Tatys', fui spinta da una mia amica blogger ad aprirlo; a quel tempo mi dedicavo alle ricette essendo un’amante anche della cucina creativa e soprattutto di dolci; la mia esperienza di articolista free lance nasce proprio con le collaborazioni con alcuni siti riguardanti la cucina.
Successivamente quando le mie esperienza professionali sono cresciute, ho sentito anche l’esigenza di creare altri blog. '
Voltare Pagina di Tiziana Cazziero' per esempio nasce in occasione del mio primo romanzo, porta difatti l’omonimo titolo.
Dopo la mia prima esperienza editoriale, con il tempo ho capito che potevo dedicare questo stesso blog al mondo della letteratura e, nello specifico, alla realtà degli scrittori esordienti, che purtroppo vivono costantemente numerose difficoltà. Così, prima con il blog e poi con una modesta attività di promozione e rappresentanza di alcuni autori, ho cominciato a dedicarmi a pubblicizzare autori emergenti. 
Nel mio blog, infatti, intervisto e segnalo le schede dei loro libri o anche testi in prossima uscita in maniera gratuita. A questo aggiungo, per chi lo volesse, la creazione di una piccola campagna pubblicitaria composta da booktrailer come hai segnalato tu, ma anche di comunicati stampa, doppie interviste che pubblico in alcuni siti specifici e con i quali ormai collaboro da anni; oppure, per chi non fosse molto esperto, consiglio come muoversi nell’apertura di un blog e nella sua gestione e ancora quali trucchi poter attuare su come promuoversi grazie all’uso dei social network. A tal proposito ho anche scritto un piccolo manuale su come promuoversi che a breve sarà pubblicato.
La creazione dei booktrailer nasce dalla passione che ho per la fotografia per la quale ho anche aperto un blog, ma che purtroppo non aggiorno tanto spesso. Mi piace creare video, ne ho sempre fatti in passato per amici e parenti che volevano rendere particolari alcuni momenti della loro vita: ricevimenti, battesimi, compleanni. Un modesto lavoro che realizzavo in maniera affettuosa. Quando sono approdata nel mondo editoriale con il mio primo romanzo "Voltare Pagina", ho creato i primi booktrailer ed anche brevi spot trailer atti a pubblicizzare il libro in uscita.
Sebbene non sia una cosa complicata, mi rendo conto che non tutti hanno lo stesso rapporto con la fotografia e con i programmi specifici per realizzare video, poi se vuoi qualcosa di qualità e che colpisca, è meglio chiedere a chi ha più esperienza di te. Io l’ho fatta su me stessa e ho scoperto che i booktrailer hanno un discreto potere nella promozione, anche perché poi sono pubblicati su Youtube, e oggi sappiamo bene quanto sia importante questo mezzo di divulgazione nel web. Vedere un video non costa nulla e non toglie nemmeno tanto tempo, chiunque si sofferma a vedere un video di pochi minuti, poi se scegli gli ingredienti giusti, il gioco è fatto.
'Ciò che conta è non abbandonare mai la promozione e trovare sempre il modo e il tempo di far parlare di sé': consiglio spassionato.


Hai partecipato a diversi concorsi letterari, classificandoti seconda al Concorso letterario a tema "Streghe e vampiri" indetto dalla casa editrice Giovane Holden. Raccontaci di questa esperienza.
Io credo che la partecipazione ai concorsi letterari sia importante; aiutano a fare pratica e a migliorarsi. Scrivere è un talento che non si può insegnare, è qualcosa che hai dentro, però è anche vero che devi avere i mezzi per poterlo fare, una buona conoscenza della lingua italiana e soprattutto devi alimentare il tuo stile scrivendo, scrivendo scrivendo…
Per me è stata un’esperienza molto importante, ho partecipato quasi per gioco al concorso che hai nominato, prima di allora non mi ero mai gettata a scrivere in questo genere: il fantasy. Ero obbligata dal tema specifico del concorso indetto dalla casa editrice, trovai l’invito a questa partecipazione nella mia casella di posta elettronica, dopo qualche minuto decisi di provare. Era un periodo in cui ero abbastanza libera da altri impegni redazionali. Non pensavo minimamente di poter arrivare tra i finalisti e di classificarmi seconda; quando scoprii l’esistenza del concorso mancava un mese alla scadenza e mi rendevo conto che avevo pochissimo tempo a disposizione per creare la mia storia. Poi però qualcosa è scattato, chiamatela anche 'ispirazione', e così è nato il mio “Patto con il Vampiro”.

Nel 2011 pubblichi il tuo primo romanzo “Voltare Pagina” che ha richiesto dieci mesi di intenso lavoro. Parlacene.
"Voltare Pagina" è una storia alla quale sono molto legata, è stato scritto tanti anni fa’ quando sconoscevo la realtà editoriale, ero giovane e inesperta, forse a quei tempi avrei avuto bisogno di qualcuno che potesse consigliarmi, e forse è anche per questo che oggi cerco di dare il mio sostegno agli autori che si trovano alle loro prime pubblicazioni, perché non sanno che cosa ci sia dietro e come e quanto lavoro ci sia dietro.
Quando ho terminato la prima stesura erano trascorsi quattro mesi. Poi nei mesi successivi il romanzo è stato rivisto e revisionato tante volte. A ogni rilettura trovavo sempre qualcosa da cambiare e modificare, poi mi sono ben dedicata alla creazione dei personaggi, alle location, ho fatto un po’ di compiti a casa su alcuni riferimenti storici e geografici che si trovano al suo interno e complice, ripeto, forse la mia inesperienza, prima di porre la parola 'fine' ci sono voluti altri cinque mesi.
Probabilmente se avessi continuato con la revisione non lo avrei mai portato a termine. La trama è molto intrecciata, da romantica che sono si basa su una storia d’amore, ma  non mancano situazioni difficili come spionaggio, violenza, segreti, incomprensioni; tutto gira attorno a un’azione criminale che vede protagonista il personaggio principale della storia: una giovane donna in carriera Janny Garin, che nel seguire i suoi valori si troverà al centro di una situazione pericolosa a tal punto da farle rischiare la stessa vita. Però se è vero che tutti i mali non vengono per nuocere, questa esperienza le permette di conoscere un aspetto della vita che aveva deciso di ignorare. Suo malgrado è costretta a rivedere tutti i suoi principi e a buttarsi nell’ignoto. Per voltare pagina nella vita ci vuole forza e coraggio e non tutti riescono a farlo.

Nel 2012 pubblichi il tuo secondo romanzo “Patto con il vampiro”, finalista al concorso indetto dalla casa editrice Giovane Holden nel 2010. Quali temi affronti in questo secondo romanzo?
Il mistero è sicuramente al centro della storia. La famiglia, i valori e, a volte, anche il non voler accettare alcune verità che condizionano la nostra vita, questi gli spunti importanti di questa storia. Si tratta di un 'fantasy', è vero, però c’è qualcosa che va colto da ogni romanzo e storia. Anche nel mio "Patto con il Vampiro" c’è qualcosa d’importante da cogliere: accettare ciò che la vita ci offre, anche se spesso questo significa dolore, ma anche trovare dentro se stessi la forza e il coraggio per seguire il proprio istinto senza avere paura delle conseguenze.



 
Cosa troveranno i lettori al suo interno e perché dovrebbero appassionarsi?
"Patto con il Vampiro” mi ha sempre regalato tante soddisfazioni, questo perché sia le recensioni e sia alcuni commenti rilasciati da alcuni lettori dimostrano entusiasmo e positività.
Sono contenta che chi ha letto il romanzo ha colto ciò che volevo;:intrigare il lettore e portarlo fino alla fine del romanzo con passione e voglia di andare avanti in questa corsa sfrenata verso la verità, che si trova celata e nascosta all’interno della mente della protagonista Sonia Imperiale.
È una piacevole lettura, chi sia interessato, lo invito a visitare il blog creato per il romanzo, dove si possono leggere alcuni commenti che spiegano perché sia così invitante e interessare.
Potrei dirvi tante cose, ma magari qualcuno potrebbe dire che non sono obiettiva, visitate il blog di Patto con il Vampiro troverete tutto ciò che volete sapere, anche poter leggere l’incipit del romanzo gratuitamente.

Qual è stato l’input per “Patto con il vampiro”?
Un vero input non saprei indicarlo.
Quando ho letto il tema del concorso come ho già detto, ho sentito che forse qualcosa la potevo creare; è stata una sfida con me stessa ardirei dire; in verità è venuto fuori da solo, ho cominciato a scrivere senza sapere dove sarei finita.

Vuoi darci un assaggio dei tuoi progetti futuri?
Sì, volentieri.
Sto già lavorando al seguito di "Patto con il Vampiro"; è un’esigenza che nasce direttamente dai miei stessi personaggi. Quando ho scritto il romanzo ero un po’ vincolata dal numero di parole e caratteri che non potevo superare; è come se Sonia Imperiale e Ivan il vampiro avessero qualcosa da raccontarmi, qualcosa che non è stato ancora detto.
Poi ci sono altri lavori, come accennato la pubblicazione di un manuale sulla promozione e, ancora altri due manoscritti, che attendono di essere pubblicati e che spero possano trovare la luce in questo 2013.

Grazie per aver condiviso il mio spazio. E’ stato un piacere intervistarti.
Grazie a te per il tempo che mi hai dedicato e per lo spazio nel tuo blog; per chi lo volesse, se mi permetti, segnalo i miei contatti.

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venerdì 10 maggio 2013

IL SOLE E LA LUNA di Emanuela Rocca

Ho appena terminato la lettura di un romanzo interessante e insolito “Il sole e la luna” di Emanuela Rocca e voglio condividere con voi le mie sensazioni ed emozioni.
Ho conosciuto Emanuela quando ho avuto l'occasione di ospitarla nel mio blog per un’intervista e, da lì, è partita una dolce e delicata amicizia che mi ha indirizzato verso i suoi scritti e il desiderio di conoscere più a fondo il suo mondo.

PARTE DEL RICAVATO SULLE VENDITE DI QUESTO LIBRO SARA' DEVOLUTO ALL'ASSOCIAZIONE 'ONLUS UILDM'(UNIONE ITALIANA LOTTA ALLA DISTROFIA MUSCOLARE).


“Il sole e la luna” è un romanzo erotico, ma non possiede un erotismo standard, né si confà ai libri del genere. E'qualcosa di assolutamente imprevedibile e spudoratamente realistico. E’ un romanzo che fa riflettere, un romanzo conemporaneo, attuale e probabile.



Temi dominanti, oltre al sesso virtuale, sono i pericoli della psiche, la depressione e i suoi meandri reconditi, la trappola del web e, non da ultimo, il distaccamento da tutto ciò che ci circonda, l’attaccamento a un monitor che, in alcuni casi, può salvare e, in altri, condurre a compiere quell'ultimo salto nel vuoto.






Il romanzo di Emanuela non posside dialoghi diretti, è un lungo alternarsi di messaggi tra Ambra e Mark.
Lei, donna bellissima che ha superato abbondantemente i cinquanta, benestante e conosciuta, madre di due splendidi figli, imprenditrice in gamba e divorziata. E’una donna con molti impegni, molti amici ma nessuno di questi riesce a farle scordare il baratro che si porta appresso, la disperazione per il matrimonio frantumato, per un passato doloroso e non ancora dimenticato.

Mark, invece, è un personaggio fittizio come il suo nome. Un uomo solo, di cui si scopre poco o niente, che dietro un presunto pseudonimo vive nella bella Milano e si diverte a stringere amicizie virtuali in cerca di avevnture, di sesso e, forse, di comprensione. Anche lui è un uomo solo nel profondo che soffre di depressione e di crisi di panico. Un uomo che si barrica dietro a un monitor, che pretende senza offire nulla in cambio.




La storia tra i due è passionale, carnale, esplora i meandri delle loro bollenti fantasie. Un rapporto schietto, diretto, esplicito in ogni più piccola parte, ma anche tremendamente triste.






Ciò che mi ha copito di questo romanzo è la fragilità di Ambra, il suo attaccamento a quell’amico virtuale, un attaccamento che ora, nell’epoca dei social network e delle chat, è un po’ il denominatore comune di tutti noi.
Chi non si è sentito particolarmente legato o si è ritrovato a condividere comuni interessi con un utente di cui non ha mai visto il volto, fatta eccezione per le fotografia che sceglie di mostrarci, arrivando in alcuni casi a sentirsi più legato a questi che al vicino di casa, più comprensivo del compagno, più presente dell'amico?




E’ un romanzo che fa riflettere sulla fragilità e l’inconsistenza dei rapporti virtuali che in, alcuni casi, possono essere nocivi e autodistruttivi come nel caso di Ambra e che, per un non nulla, uno screzio o un equivoco, possono portare a epiloghi disastrosi e drammatici.



Un altro aspetto che ho trovato tremendamente attuale è il fattore lavoro , la crisi che la nostra società sta attraversando e che colpisce anche i protagonisti: causa scatenante di depressioni e suicidi.

"Il sole e la luna" è’ un libro crudo, vero, esplicito nella descrizioni del sesso e dell'autoerotismo, ma rispecchia senza ombra di dubbio un aspetto fondamentale della nostra vita e della nostra società.
Ho provato tenerezza per Ambra e ripudio e disgusto per Mark in quasi tutti i suoi comportamenti. Emanela è da lodare per la sua scelta coraggiosa e, pur trattandosi di messaggi in chat, e non di una struttura narrativa standard, ero spinta a proseguire, a scoprire come finiva questa storia, le pagine scorrevano senza accorgermene sino al disarmante epilogo.


Un romanzo diverso, che scava nell’animo umano, che ci mostra un lato della medaglia che, forse, non vorremmo ammettere, ma che esiste, che si percepisce, basta saper osservare e soprattutto ascoltare.
Voglio spendere anche due parole per complimentarmi con Francesca, la figlia di Emanuela Rocca, per gli splendidi disegni a matita che troviamo all'interno del romanzo e che riassumono efficacemente gli stati d'animo e la lotta interiore della protagonista.
Se volete leggere qualcosa di diverso e tremendamente attuale, questo è certamente il romanzo che fa per voi!

mercoledì 8 maggio 2013

GLI SPLENDIDI ROMANZI DI TERESA DI GAETANO

Oggi voglio presentarvi di Teresa di Gaetano che prossimamente avrò il piacere di intervistare sul mio blog.

Se cercate un 'fantasy' vecchio stile, ricco di magia, delicato e profondo "La sabbia delle streghe - la leggenda di Primrose" è senza dubbio il libro che fa per voi!





TITOLO:   La sabbia delle streghe - la leggenda di Primrose

AUTORE: Teresa Di Gaetano

EDITORE: Butterfly Edizioni

PAGINE: 100

PREZZO: € 11,00

DOVE TROVARLO: Shop Butterfly Edizioni

 
QUARTA: Una ragazza in cerca della verità. Un deserto sconosciuto e un cammino nell’ignoto dove strani personaggi si alternano e conducono la fanciulla verso la giusta via del ritorno. Un compito difficile: salvare i due sovrani de La sabbia delle streghe dal terribile Ozark. Questo romanzo ci porta nei meandri magici di un mondo dove tutto è possibile, dove ogni cosa è diversa da come appare, dove non mancano colpi di scena e sorprese. Un libro questo di Teresa Di Gaetano che ci aiuta ad andare al di là delle apparenze e a scoprire risvolti inaspettati.
 
'Il libro di Teresa Di Gaetano è ricco di simbolismo e metafore, come ogni favola che si rispetti. Dietro l'apparenza di una trama molto semplice in realtà si cela un universo di significati ai quali è bene prestare ascolto. Un libro delicato e profondo.' 

 
 
Se, invece, cercate un romanzo che sappia cogliere il lato profondo dell'animo umano condito d'amore e non solo, vi consiglio spassionatamente "Senza di te".
 
 
 
 
TITOLO: Senza di te

AUTORE: Teresa Di Gaetano

EDITORE: Butterfly Edizioni

PAGINE: 88

PREZZO: € 8,00
 
DOVE TROVARLO: Shop Butterfly Edizioni






QUARTA: Nina è una giornalista, vive in un appartamento tutto suo ed è circondata da amici che le vogliono bene; tutto questo, però, non basta più da quando Pietro è andato via. Adesso, Nina è una donna sospesa: colei che attraversa la città con le sue gambe, che scrive articoli con le sue mani, non è altro che l’ombra della donna che è stata. Persino i suoi migliori amici, Leo ed Elena, sembrano non capire la profondità del dolore che l’attanaglia e Nina, perseguitata dal ricordo di Pietro come da uno spettro, non può che sentirsi terribilmente sola. Sola, mentre affronta il dedalo di strade cittadine, mentre viene assorbita dal caotico paesaggio urbano, sfondo rumoroso e costante della vita dei protagonisti. La solitudine, però, dovrà combattere con la forza che Nina ha ancora dentro di sé, celata dietro la paura di ricominciare ad amare. Un romanzo intenso sull’abbandono, sul vuoto creato dall’assenza – tutte le assenze, quelle di coloro che ci hanno lasciato così come quelle di chi c’è ancora, ma non riesce a comprenderci. Una storia indimenticabile che è danza d’opposti: il dolore e la speranza, la solitudine e il calore dell’amicizia, la morte interiore e la rinascita della fenice dalle sue stesse ceneri.
 
'Un libro meraviglioso, minuscolo nelle dimensioni ma grande nel donarvi emozioni.'
 
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