giovedì 28 febbraio 2013

L' ECO DELLE PAROLE DIMENTICATE


C’è un romanzo che custodisco gelosamente nel cuore. Un romanzo che mi ha colpito, affascinato e rapito.
Prima di avvicinarmi a questo libro e al suo autore ce n’è voluto: non amo e non ho mai amato gli scrittori spagnoli.
Il mio incontro con questo autore lo devo al social network Facebook e agli ‘amici’ che hanno consigliato, insistito, ripetuto sino allo sfinimento di aprire questo meraviglioso romanzo.
Oggi io lo propongo a voi perché, strano a dirsi, esiste ancora qualche persona che non ha assaporato l’inchiostro di Zafòn e nemmeno ne conosce il nome!

Questo è un libro senza dubbio pieno di poesia ma è anche una scoperta per chi come me ama la scrittura, un libro che ogni autore emergente dovrebbe annoverare nella propria libreria. Ti legge dentro e, mai come chi scrive, può assaporarne la totale veridicità.
 
 
 ‘Sono cresciuto tra i libri, in compagnia di amici immaginari che popolavano pagine consunte, con un profumo tutto particolare.’
‘Ogni libro, ogni volume che vedi possiede un’anima, l’anima di chi lo ha scritto e l'anima di coloro che lo hanno letto, di chi ha vissuto e di chi ha sognato, grazie a esso. Ogni volta che un libro cambia proprietario, ogni volta che un nuovo sguardo ne sfiora le pagine, il suo spirito acquista forza.'
‘Noi li vendiamom li compriamo, ma in raltà i libri non ci appartengono mai, ognuno di questi libri è stato il miglior amico di qualcun altro.
‘ Mi balenò in mente un pensiero che dietro ogni copertina si celasse un universo infinito da esplorare e che, fuori di lì, la gente sprecasse il tempo ascoltando partite di calcio e sceneggiati alla radio, paga della sua mediocrità.'
 
‘ Un giorno sentii dire da un cliente della libreria che poche cose impressionano il lettore quanto il primo libro capace di toccargli davvero il cuore. L’eco di parole che crediamo dimenticate ci accompagna per tutta la vita ed erige nella nostra memoria un palazzo al quale – non importa quanti altri libri leggeremo, quanti mondi scopriremo, quante cose apprenderemo o dimenticheremo – prima o poi dovremo farvi ritorno.'

Ogni singolo estratto mi appartiene e, come me, appartiene certamente a tantissimi lettori e scrittori.
Il primo libro che mi ha toccato il cuore credo sia stato "Il diario di anna Frank", forse da qui la mia passione per i diari e il desiderio di inserire nel mio secondo romanzo il diario di una contessa del XVIII secolo.
Potrei citare altri capolavori come "Romeo e Giulietta", "Piccole donne", "Il picclo principe"... e via discorrendo, ma credo che 'Anna' sia la prima ad avermi toccato il cuore. Avevo dieci, forse dodici anni quando lo lessi per la prima volta e ancora ne custodisco gelosamente l'edizione.

E voi? Quale libro vi ha toccato il cuore per la prima volta? Quale eco di parole che credete dimenticate vi accompagna da sempre?

domenica 24 febbraio 2013

INTERVISTA A MICHELA PIAZZA



Ciao Michela, benvenuta nel mio blog! Raccontaci qualcosa di te.

Ciao Linda, grazie di cuore per avermi ospitata.
Che dire di me? Oltre ad amare scrivere e ad essere una lettrice onnivora, sono una persona che ha passioni semplici. Amo moltissimo il mio nido: stare con mio figlio e mio marito, coi miei gatti e con gli amici di sempre. Però, al tempo stesso, sono estremamente curiosa e mi piace viaggiare, conoscere diversi modi di pensare. Adoro imparare cose nuove e, non necessariamente , dai libri. Mi affeziono molto alle persone e tendo a vedere negli altri il lato positivo. Ho un grandissimo rispetto per gli animali e per tutti gli esseri viventi. Insomma, sono una sognatrice!



Sei stata bibliotecaria, traduttrice e correttrice di bozze. Qual è l’input che ti ha convinta a impugnare la penna e scrivere?

Ho sempre scritto storie: mia madre conserva ancora i quaderni in cui scarabocchiavo i miei primi racconti. Tutte le esperienze lavorative che hai citato mi hanno aiutata a crescere, a aumentare le mie capacità. Ma l’input a scrivere mi è arrivato dalla lettura: amavo talmente i romanzi che, alla fine, mi sono messa a scrivere io stessa le storie che avrei voluto trovare nei libri.
Sei laureata in storia e adori gli eventi del passato. Qual è il periodo storico preferito?

Il Medioevo. La mia tesi è stata incentrata sulla vita in una prigione milanese del Trecento e, in generale, il mio corso di studi universitario è ruotato intorno a quest’epoca… Con particolare predilezione per la storia dei movimenti ereticali. 
Se dovessi scegliere un periodo storico in cui mi piacerebbe vivere, però, opterei senza dubbio per l’antico Egitto… Sia perché adoro quella civiltà, sia perché sono profondamente innamorata di quella bellissima terra.
Ami la narrativa d’avventura. C’è un romanzo al quale sei particolarmente affezionata?

Più che a un singolo libro, ci sono degli scrittori cui sono legata.
Se dovessi consigliare un autore di romanzi storici, sceglierei Gianfranco Manfredi: in tutte le sue opere c’è un grandissimo equilibrio tra credibilità e intrattenimento; l’ambientazione è approfondita, ma mai pedante. 
Proprio perché ammiro l’opera di Manfredi, sia come scrittore sia come sceneggiatore di fumetti storici, sono felicissima che sia stato lui a scrivere la frase di lancio per “Mary Read – di guerra e mare”. Avere il suo commento in copertina è per me un onore.
E poi c’è un autore d’avventura che ha accompagnato la mia infanzia e che mi ha influenzata: Salgari… Nessuno che ami i pirati può ignorare la sua opera!

Hai vinto il premio ‘Scheletri 2012’ con il racconto “Il tallone d’Achille” scritto a quattro mani con Andrea Rizzi, tuo marito. Raccontarci questa esperienza.
E’ stata una sorpresa: avevamo partecipato al concorso un po’ per gioco, con un racconto che era nato di getto in un pigro pomeriggio trascorso sul divano. Siamo stati molto contenti del riscontro che ha avuto questa storia.

Sempre in collaborazione con Rizzi hai scritto il racconto “Cicli lunari” inserito nell’antologia ‘Sussurri del cuore … e delle tenebre’ e, da poco, è uscito un tuo secondo racconto,  divertente e romantico, “Baci di dama” per l‘antologia ‘Impronte d’amore’, edito da Butterfly Edizioni. Parlacene.
L’incipit del racconto “Cicli lunari” ronzava in testa ad Andrea da diversi anni. In realtà doveva trattarsi del prologo di una graphic novel (Andrea è anche illustratore: sua è, ad esempio, la copertina di “Mary Read”) che poi si è andato trasformando in novella quando ne ha parlato con me.
Le sue atmosfere sanguinarie e il mio desiderio di creare personaggi cui fosse possibile affezionarsi si sono fusi in un connubio che a me piace molto. “Cicli lunari” è di certo il testo più duro che abbia mai scritto, non risparmia nulla al lettore… Eppure è un testo venato di sfumature delicate.
“Baci di dama” parla di due argomenti che amo molto: la cucina e il corteggiamento, e di come essi si possano fondere in un connubio davvero delizioso. E’ un racconto delicato e allegro, perfetto da sfogliare quando si sente il bisogno di tirarsi su il morale e di pensare che il mondo è un posto accogliente.
E, ancora con tuo marito, hai scritto un fumetto umoristico “Foto-Ron-Mao”, presente sul sito che riporta l’omonimo. Di cosa tratta?

Di un fotoromanzo realizzato con foto di gatti. I protagonisti sono tre felini che hanno sviluppato delle nevrosi umane. Il progetto era nato per la rivista 'Gatto Magazine' ed era poi stato acquistato anche da 'Argos': ogni mese realizzavamo un episodio, mentre ogni lunedì usciva sul sito una striscia.
I gatti sono, insieme alla scrittura, la mia grande passione: sono animali intelligenti, poco servili e ognuno è dotato di caratteristiche peculiari… Proprio giocando sul fatto che ognuno dei nostri gatti possedesse un proprio spiccato carattere, abbiamo creato i tre personaggi: Pedro, il buon tontolone; Orchidea, la bella viziata e snob; Felice, l’intellettuale.
Le tavole di 'Foto-Ron-Mao' sono state esposte in due mostre: una personale e una collettiva. Per noi è stato davvero un progetto spassoso
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Il tuo romanzo “Mary Read- di guerra e mare”, pubblicato nel settembre 2012, è già in ristampa. Cosa troveranno i lettori al suo interno?
La storia di Mary: una ragazza del ‘700 che si traveste da uomo, prima per necessità, poi per poter inseguire i propri sogni. Il libro è una storia d’avventura, ma anche di amicizia e formazione. Ha una solida base storica, perché la protagonista è un personaggio realmente esistito, ma dà ampio spazio al rocambolesco e ai sentimenti.
La madre di Mary la costringe ad assumere l’identità del fratellino morto per estorcere denaro alla nonna. In questo modo, Mary cresce truffando le persone e godendo di una libertà impensabile per una femmina dell’epoca. Cresciuta, decide si continuare a vestirsi da uomo pur di potersi imbarcare e arruolare come soldato.
In lei è prepotente il desiderio di vedere il mondo, ma il suo viaggio si dimostra ricco di ostacoli e pericoli… E Mary si ritrova costretta a sfidare non solo i limiti della morale, ma anche quelli della legge.
Nel corso della storia, Mary cambia e cresce. Dimostra di essere una donna coraggiosa e determinata, ma anche di avere delle debolezze in cui è facile immedesimarsi... Impara che nessuno, per quanto sia scaltro e disilluso, è immune al dolore.
E che nessuna ragazza può sfuggire all'amore!


Vorrei ricordare che è possibile reperire il mio romanzo anche su IBS, Amazon e in tutte le altre librerie on-line. Infine, si può ordinare in tutte le librerie d’Italia

Com’è nata l’idea di “Mary Read – di guerra e di mare”?
Come ho detto, Mary è un personaggio storico realmente esistito. Molti lettori l’hanno paragonata a Lady Oscar, ma io dico sempre che Mary possiede una marcia in più: la sua storia è vera! All’università mi sono imbattuta in una sua brevissima biografia ed è stato un colpo di fulmine. Ho subito pensato che la sua vita fosse degna di un romanzo: c’erano l’avventura, la lotta per la libertà, i viaggi in terre lontane… E anche un pizzico di romanticismo! Così ho iniziato a svolgere lunghe e approfondite ricerche su Mary e sulla sua epoca, e poi a creare nella mia mente un personaggio.

Il tuo romanzo, come il racconto “Baci di dama” è edito da Butterfly Edizioni. Consiglieresti questa casa editrice agli esordienti?

Assolutamente sì! Sono molto soddisfatta di aver pubblicato con una casa editrice seria e innovativa come la Butterfly: il libro è stato curato con attenzione e passione in ogni fase, dall’impaginazione, alla copertina, alla promozione. Forse valuto ancora di più la trasparenza di questa casa editrice proprio perché (come tutti gli esordienti, temo) ho collezionato alcune delusioni in precedenza: in questo ambito ci sono molte persone che tentano di approfittarsi dei sogni altrui.
Hai qualche altro progetto letterario in cantiere?

Sì, sto scrivendo un nuovo romanzo d’avventura. La protagonista sarà sempre Mary.
Voglio specificare che “Mary Read – di guerra e mare” è autoconclusivo, si può leggere da solo e non è il primo capitolo di una saga. Però sentivo che Mary aveva ancora molte avventure da raccontare e l’entusiasmo dei lettori mi ha convinta a proseguire in questo progetto con ancora più energia e volontà di dare il meglio.


E’ stato un piacere ospitarti nel mio blog! Restiamo in attesa di Mary e delle sue prossime avventure!

Grazie di nuovo, Linda, e a presto!

Per seguire Michela: MARY READ - DI GUERRA E MARE


 

giovedì 21 febbraio 2013

VOGLIO SCRIVERE UN ROMANZO STORICO!


"Non progetto di scrivere un romanzo storico più di un poema epico. Non saprei seriamente intraprendere un tale compito, salvo forse a rischio di vita; e se per caso potessi decidermi senza prendere in giro me stessa e il mondo, meriterei d'essere impiccata alla fine del primo capitolo." Jane Austen.

Scrivere un romanzo storico è un’impresa ardua per ogni scrittore che si rispetti, persino Jane Austen lo definiva ostico e pericoloso, ciò nonostante la mia ultima 'fatica' è stata proprio indirizzata a questo spinoso tema.

Qui, con voi, voglio condividere le 4 REGOLE da seguire, per me essenziali, prima di cimentarsi in una simile impresa. 

 


 1. DOCUMENTARSI

E’ la parola d’ordine, la prima, la più assoluta. Impegnarsi in una strenua ricerca, minuziosa cavillosa, conoscere le sfumature del periodo che si va’ a descrivere: fatti, ambienti, abitudini, regole politiche, religiose e intellettuali. I diari possono essere un valido alleato per conoscere un determinato periodo storico: diari di bordo, lettere, diari segreti e non, testimonianze preziose che raccontano il nettare della storia.

2. NON ANNOIARE IL LETTORE
 
Per quanto la nostra ricerca sia stata 'UN SUCCESSO' e ci sentiamo un pozzo di conoscenza, non cediamo alla tentazione di sbandierarlo apertamente. Rammentiamo che il lettore non sempre è un appassionato di storia e nemmeno sente questa necessità. Non soffermiaci su particolari privi di nota ai fini della 'nostra' storia solo per la presunzione di dimostrare l'acquisita erudizione. Non faremmo che appesantire pagine e lettore.
 
3. I PERSONAGGI NON DEVONO ESSERE STEREOTIPATI
 
Pur raccontando di un determinato periodo storico non è necessario che 'uomini' e 'donne' si attengano ai dogmi dell’epoca, tutt’altro. Aggiugiamo quel pizzico di 'pepe' ai nostri personaggi, caratterizziamoli! Certo, senza dimenticare il contesto storico, ma allo stesso tempo donando loro quel tocco di unicità. Ecco come una ragazza 'moderna' che indossa trine e crinolina risulterà più intererssante di una timorata fanciulla immersa in canovacci e spartiti.
 
4. IL GIUSTO EQUILIBRIO TRA STORIA E FANTASIA

Ambientare un romanzo in un contesto storico non deve farci scordare il motivo per cui lo stiamo scrivendo. Condiamo il nostro romanzo di colori, odori, sapori, lasciamo che siano i personaggi a rendere unica la nostra storia, a donargli sfumature e ombre. Non fossilizziamoci sulla sequenza degli eventi! Otterremo, altrimenti, nient'altro che una copia ben fatta di un saggio o di una tesina relativi a un determinato periodo storico. Niente che non sia già stato scritto. E la nostra storia perderà di consistenza sbiadendo tra le pieghe degli eventi del passato.

Buon divertimento!
 

lunedì 18 febbraio 2013

INTERVISTA A ANTONELLA IULIANO


Ciao Antonella, benvenuta nel mio blog! E’ un piacere condividere con te questo spazio!
Raccontaci qualcosa di te.
Ciao Linda, innanzitutto grazie per lo spazio che mi dedichi.  Allora, per cominciare mi presento come una normalissima ragazza che vive in un piccolo paesino dell’Irpinia,  ma che da sempre nutre un amore viscerale per l’oggetto “libro” e, nello specifico, per il romanzo.  Oggi sono una giovane donna che da circa un anno ha realizzato uno dei sogni della sua vita, forse quello che più mi appartiene: pubblicare i miei romanzi.
Prima sono stata una studentessa che tra una materia e l’altra, tra un esame e l’altro, non ha mai abbandonato le sue letture preferite e ogni tanto si concedeva di fantasticare sul diventare una scrittrice.
Da cosa nasce questa tua passione per il mondo della scrittura?
Sin da bambina ho sempre avuto una certa preferenza per tutto quanto avesse a che fare con fogli bianchi e matite colorate. Mia madre  era solita comprarmi quei  giornaletti da colorare  e io ne andavo matta, mi divertivo a imitare i disegni e, già allora, ero diligente e precisina .  Quando, poi, sono arrivata alle elementari mi sono subito distinta in quella che era l’ora di educazione all’immagine. Ricordo che la maestra mi faceva ricopiare sul mio album i quadri  dei pittori.  Arrivata alle scuole medie ho avuto la fortuna di avere un insegnante d’italiano che ci dava sempre dei temi bellissimi da svolgere, dove potevo dar sfogo alla mia fantasia e così, come in una sorta di palestra, ho iniziato a mollare la matita per allenare la penna, il tutto molto spontaneamente. Ho scoperto che mi riusciva più facile scrivere del mondo che avevo dentro anziché disegnarlo. Poi negli anni successivi non ho scritto sempre, anche se avvertivo la consapevolezza delle parole dentro di me, ma leggevo, leggevo tantissimo, anche sottobanco quando andavo al liceo, a scapito dei miei voti.
Oggi so che scrivere è qualcosa d’innato che è venuto fuori a tappe, in modo graduale.
Sei un’accanita lettrice. Dimmi i titoli di tre libri che non dovrebbero mancare nelle nostre librerie.

Solo tre? È difficile scegliere, ma vediamo, una triade perfetta per me sarebbe:
- "Jane Eyre" di Charlotte Brontë
- "Delitto e castigo" di Fedor Dostoevskij
- "L’ombra del vento" di Carlos Ruiz Zafòn


Laureata in scienze religiose. Sei romantica, precisa, maniaca dell’ordine e, soprattutto, ‘una donna nata nel secolo sbagliato’. Spiegaci questa tua definizione.
Si. Ho una base di studi umanistici, filosofici e teologici che mi hanno insegnato a pensare, a conoscere, a filosofare e tutto questo spesso si amalgama bene con lo scrivere.
Per quanto riguarda "l’essere nata nel secolo sbagliato", questa la considero una delle mie poche certezze. Sono attratta da tutto ciò che sa di altre epoche e ciò mi porta a sentirmi spesso un pesce fuor d’acqua nella società odierna, che non mi rispecchia. Per buona parte della mia vita ho letto solo classici dell’ottocento e non penso sia un caso. Gli autori contemporanei sono per me letture molto più recenti e questo sta a indicare come io, anche inconsapevolmente, spesso mi ritrovo molto di più in ciò che proviene dal passato.
Poi si sono una maniaca dell’ordine, in tutto, a volte è esasperante, ma proprio non riesco a tollerare le cose fuori posto o le persone estremamente disordinate.
Nel tuo blog hai dato voce anche ad alcune poesie delicate e malinconiche. Raccontaci del tuo approccio a questo ramo della letteratura.

Si, non so dove ho trovato il coraggio di pubblicarle, ma l’ho fatto. 
Onestamente, credo che per fare poesia, arte forse tra le più sublimi, bisogna avere un dono ancora più speciale, nel senso che le poesie davvero belle, eterne, carismatiche, sono prerogativa di pochi. Io non sento di avere questo dono, anche se in momenti particolarmente tristi della mia vita ho sentito di dover scrivere in versi. Non è facile esprimere tutto quello che si ha dentro con poche parole, sia che esse siano semplici o ad effetto.
Durante la mia adolescenza, per lungo tempo ho letto i versi dei 'Poeti maledetti', mi affascinavano per il loro male di vivere e soprattutto per la schiettezza nei confronti della realtà. Per me quello è il massimo della poesia, ma devi avere un animo inquieto per pensare di arrivarci.
Sei anche amministratrice di alcune pagine sul social network Facebook, in particolare ‘I classici della letteratura straniera’ e ‘Il cimitero dei libri dimenticati’. Di cosa trattano?

“I classici della letteratura straniera” è uno spazio tutto mio, che gestisco da sola, dove propongo agli utenti gli autori della grande letteratura classica di oltre confine nazionale e devo dire che mi ha stupito l’interesse e, soprattutto, il numero di persone che mi seguono. È bello condividere  la passione per i  classici con altre persone, pur non conoscendole. È la dimostrazione che la letteratura non ha confini e soprattutto non ha tempo.
“Il cimitero dei libri dimenticati”, invece, è un gruppo che ho inaugurato in onore del primo scrittore contemporaneo che mi ha iniziata alla lettura dei romanzi contemporanei, cioè Carlos Ruiz Zafòn.
In questo gruppo siamo tutti appassionati dello scrittore spagnolo e parliamo, citiamo e
commentiamo le opere di Carlos, oltre ad attendere tutti insieme i prossimi lavori dell’autore.
 
Nella tua vita, oltre ai libri, c’è un’altra fervente passione ed è la ‘Formula 1’. Parlacene.
'L’amore parallelo che mi ha accompagnata per più di metà dei miei anni' potrei definirla.
La Formula 1 è il solo sport che mi sia mai piaciuto davvero. Per me è sempre stata, al pari dei libri, evasione dal mondo e soprattutto era ciò che spesso mi distingueva dal sesso femminile. Non sono mai stata una ragazza alla continua ricerca della femminilità, anzi, spesso mal digerisco le persone troppo “femministe”, mi danno sui nervi. In questo sport ho trovato il mio palliativo, il mio complementare, il mio esempio di forza e tenacia davanti ai sogni: Michael Schumacher.
Quello che tengo a dire è che la F1 e i libri sono due mondi assai diversi, ma i sogni sono sogni e io in materia di sogni ho avuto un modello come pochi a cui guardare. Ho vissuto la cocciutaggine e la perfezione di un campione che non accettava di arrivare secondo, mai, e per questo lo amavo in modo forse disumano.
Altrettanto cocciutamente io mi auguro il meglio nell’ambiente editoriale. Sono all’inizio, ma sono consapevole di essere quel genere di persona che, della vita, non saprebbe bene che farsene se non spremendola tutta per il grande sogno della sua vita … non lo so quanto questo sogno di scrivere si evolverà in futuro, ma ho tutte le intenzioni di provarci.




 
 
‘Come petali sulla neve’ è il tuo primo romanzo, ormai giunto alla quarta ristampa. Lo ami definire ‘il tuo sogno fuori dal cassetto’.  Un incipit che ha visto la luce nel 1999 e la pubblicazione nel 2012. Raccontaci di questo 'iter' fuori dall’ordinario.
Nemmeno possedevo un pc nel 1999; molti non lo possedevano, a pensarci bene.
Conservo ancora quei primi bizzarri tentativi a penna del mio romanzo e, per questo, mi piace pensare che da allora fino al 2012, anno in cui è stato pubblicato, la storia che racconto è cresciuta con me, era il mio sogno nel cassetto che mi ha piacevolmente perseguitata.
Quando le cose non andavano bene nella mia vita, questo sogno bussava e sembrava dirmi: “ehi, io sono qui, puoi farcela. Tirami fuori”. Io per tutta risposta l’ho ignorato per anni, non ero in grado di tirarlo fuori, senza contare che la vita, la famiglia e la società pretendevano altro … era solo un sogno, un’ illusione. Punto. Alla fine però tutto torna, assurdamente ho dovuto concludere i miei studi per capire che proprio le scelte fatte fino ad allora non erano la mia vera strada, nonostante abbia svolto i miei studi egregiamente.
Appena sono stata libera dalla laurea e da tutte le mie catene ho capito di essere pronta per scrivere. Qualcuno, lassù, mi ha fatto comprendere che il momento era arrivato e così "Come petali sulla neve" è venuto fuori in soli due mesi di lavoro. Notte dopo notte mi dedicavo alla sua stesura e ne ero felice. Ero incredula di come le parole scorressero ed ero decisa a non arrendermi, anche se avessi ricevuto dei 'no' da parte degli editori.
È stato come quando ci si rende conto di essere sulla propria strada, l’unica che si desidera davvero percorrere. Il mio romanzo è sempre stato per me una condanna, ma non nel senso negativo del termine. Semplicemente, soffrivo quando non riuscivo a godermi una festa o una passeggiata con le amiche perché dentro avevo questa storia che non capivo che cosa volesse da me. E’ la dolce condanna di chi scrive, non poter godere appieno di quello che ci circonda perché ,pian piano, si diventa consapevoli che il mondo dentro è ben più grande e bello di quello fuori.

Quali temi affronti nel tuo romanzo e perché i lettori dovrebbero acquistarlo?

Il tema principale è senza dubbio quello dell’abbandono.
Nel mio romanzo, il mio intento è quello di far toccare al lettore la corda della solitudine e fargli capire che alla fine non è così brutta come spesso si pensa. La solitudine ti mette in contatto con la parte migliore e peggiore di te e il mio protagonista, Philip, ha un animo non comune per essere un ragazzo moderno. Ci sono state un paio di recensioni al mio libro che hanno colto quest’aspetto e la cosa mi ha gratificata tantissimo.
È una storia di perdita, di coraggio, di sconfitta, di vita che infierisce su 'chi' di schiaffi ne ha già ricevuti, nessuna favola.
Un altro aspetto che tenevo a far emergere in questo romanzo è l’amore fraterno. Io sono stata figlia unica per i primi dodici anni della mia vita e desideravo ardentemente un fratello o una sorella, quindi un po’ ho conosciuto quel tipo di solitudine, quella mancanza che c’è nel libro. Philip scopre di avere addirittura un gemello e la gemellarità è un fenomeno che mi ha sempre affascinata moltissimo, la simbiosi, la complementarità di due esseri, una coppia effettiva per natura e non elettiva, come invece può essere una coppia di fidanzati. Ho addirittura letto libri di psicologia gemellare e ogni tanto ho osservato mia madre e sua sorella, in quanto gemelle. 
Perché acquistarlo? Per il semplice motivo che leggere fa bene all’animo umano.

Un particolare che salta agli occhi durante la lettura del tuo romanzo sono i piccoli riferimenti all’universo delle sorelle Brontë: il libraio presso il quale Philip trova lavoro si chiama 'Thornefield', proprio come la tenuta di Mr.Rochester in “Jane Eyre”. Una coincidenza o un tuo omaggio alla letteratura inglese?
Omaggio. Uno dei tanti piccoli omaggi che, quando scrivo, faccio a quella che io reputo essere la scrittrice più grande di sempre: Charlotte Brontë. La sento affine al mio modo di essere 'Charlotte', ne leggo sempre volentieri e, nel mio primo libro, in cui i riferimenti alla letteratura classica non mancano, lei doveva esserci in qualche modo, seppur prendendo in prestito un semplice nome.
Nel secondo ho fatto di più, è quasi tutto incentrato sulla sua figura che se ne sta lì come sfondo della vicenda che narro.

Solitamente, chi termina un libro, il primo, si concede un attimo di pausa, ma non è il tuo caso. Tu sei una fonte inesauribile di parole e fantasia. E, ben presto, un’altra storia ha preso vita. Vuoi darci qualche anticipazione su questo secondo romanzo che uscirà a breve? 
Quando ho terminato "Come petali sulla neve" ero in uno stato che mi è difficile definire, un misto di stanchezza, soddisfazione e incognita, ma ero anche felice. Ricordo che subito dopo pensai: “ora che mi sono liberata di questa storia, ora che è tutta nero su bianco, chissà quanto tempo dovrà passare prima che ci riprovi” . La risposta? ddopo una settimana ero già alla prese con la tastiera del pc.
Mi mancava  scrivere, specie di notte e in quel periodo stavo leggendo una biografia storica proprio su Charlotte Brontë. Più leggevo della Brontë e più avvertivo di dover scrivere il mio secondo romanzo, dove la Brontë doveva in un certo qual modo esserci. La vita austera della Brontë e in particolar modo il suo modo di pensare e reagire alle difficoltà della vita, il suo sogno della letteratura, il suo modo di essere, mi sembravano quanto di più simile alla mia persona e al mio sentire ci fosse mai stato sulla terra.
Mentre buttavo giù il mio secondo romanzo mi sembrava di sentirla e per me la cosa era abbastanza assurda.  Non mi dimentico mai di venire fuori da studi di stampo filosofico-teologici e questa cosa mi sapeva più di “contatto” sovrannaturale,  ovviamente senza esagerare. Il  romanzo intanto si allungava e la mia protagonista sembrava essere una perfetta sintesi tra me e la  Brontë.
Non so ancora cosa ne è venuto davvero fuori perché oggi che sto rispondendo a quest’intervista nessun lettore ha ancora letto “Charlotte” che è in uscita a giorni. Posso anticipare che è sicuramente una storia più semplice e meno sofferta della prima, ma ha all’interno quell’amore per i romanzi e per il mestiere di scrivere che, mi auguro, conquisterà le persone.
È  un piccolo e sentito  tributo ad una grande scrittrice nata quasi 200 anni fa. 
Grazie per aver condiviso il mio spazio. In bocca al lupo per "Charlotte"!
Grazie a te Linda, per tutto, e crepi il lupo!!

Per seguire Antonella : ANTONELLA IULIANO AUTRICE

 
 


 

 

mercoledì 13 febbraio 2013

4° APPUNTAMENTO CON LA MIA RUBRICA

                                                      "Il diario segreto di Anna Bolena" di Robin Maxwell

lunedì 11 febbraio 2013

INTERVISTA A JOLANDA BUCCELLA


Ciao Jolanda, benvenuta nel mio blog! Raccontaci qualcosa di te.
 
Mi chiamo Jolanda Buccella, sono nata in un piccolo paesino della provincia di Salerno ma da quasi un anno vivo a Milano, una città che adoro per il suo dinamismo e la sua straordinaria creatività.
Sono molto legata alla mia famiglia d’origine, adoro i miei amici e, come tutti i giovani della mia generazione, faccio fatica a trovare il mio posto sicuro nel mondo, ma sono una donna tenace e grintosa che difficilmente si scoraggia e perde la speranza, perciò sono molto fiduciosa nel domani.
 
Come nasce la tua passione per la scrittura?
 
Mi è sempre piaciuto scrivere ma non avrei mai creduto che questa passione si sarebbe poi concretizzata in un romanzo, invece è successo ed ora, anche grazie ai commenti positivi delle persone che lo hanno letto, ne sono felicissima. 
 
C’è qualche autore a cui tu ti ispiri?
 
Sono una lettrice accanita ma non mi ispiro a nessun autore in particolare, mi piacerebbe che il lettore riconoscesse una certa originalità nella mia scrittura. 
 
Oltre che una scrittrice sei un’appassionata lettrice di romanzi latino-americani. Da dove nasce questa tua predilezione?

Nasce dai miei studi, ho frequentato il liceo linguistico e per cinque anni ho studiato lo spagnolo, traducendo molti brani tratti dai romanzi di scrittori famosi come Isabel Allende e Gabriel Garzìa Marquèz. La loro scrittura mi  ha emozionato a tal punto che, da allora, non ho più smesso di leggerli.

Diplomata al liceo linguistico, hai una particolare predilezione per la pittura. Raccontaci di questa tua attitudine!

La pittura, in realtà, è un semplice hobby. Dipingo soprattutto quando sono molto nervosa e stressata e mi serve una valvola di sfogo.

Ami cucinare, andare al cinema, seguire il calcio, ma “sei ‘single’ per scelta d’altri”. Questa definizione mi incuriosisce. Approfondiamola!  

In realtà, questa, è un’affermazione che ho fatto per prendermi un po’ in giro perché in amore assomiglio moltissimo a Bridget Jones: sono una grandissima pasticciona. Fino a questo momento non sono riuscita a trovare l’uomo giusto per me ma non dispero di riuscirci, perché anch’io come tutte sogno di trovare il grande amore con cui condividere il resto dei miei giorni.



 
Il tuo primo libro è ‘Fortuna, il buco delle vite’. Un titolo singolare. Cosa scopriranno i tuoi lettori al suo interno?

Una donna che può sembrare un personaggio sconfitto perché nasce con una grave malformazione alla colonna vertebrale, ma pagina dopo pagina si renderanno conto che Fortuna fino alla fine non si arrende mai e lotta con le unghie e con i denti, nonostante mille avversità che la porteranno a vivere tre vite completamente diverse tra di loro, per ottenere il suo pizzico di felicità. 

La tua casa editrice è la Ciesse Edizioni. Com’è stata l’esperienza con questo editore?

Credo di essere stata molto fortunata, perché al primo tentativo sono riuscita a pubblicare con una casa editrice seria e affidabile che non mi ha chiesto alcun contributo per la pubblicazione, altrimenti 'Fortuna' sarebbe rimasta in un cassetto a riempirsi di polvere, perché non ho alcuna stima di quelle case editrici che pubblicano a pagamento.

Tra le presentazioni del tuo libro, ve n’è una in particolare che più delle altre ti ha emozionato?  

Ogni presentazione, soprattutto quando sei alla tua prima esperienza nel mondo letterario, porta con sé delle emozioni indimenticabili. Quella che ricordo con particolare emozione è stata la penultima che si è svolta il 5 gennaio nella mia parrocchia a Salerno. I ragazzi che hanno partecipato erano tutti particolarmente coinvolti, io mi sono commossa fino alle lacrime quando un giovane uomo ha letto la lettera che Nadir, il coprotagonista del mio romanzo, dedica alla sua compagna, Fortuna, poco prima che accada un evento tragico che segnerà profondamente il corso della storia. Mi sono venuti i brividi sulla pelle, perché era la prima volta che la ascoltavo da una voce maschile.

Stai lavorando a qualche altro manoscritto al momento?

Prima di ricominciare a scrivere mi sono presa un po’ di tempo, avevo bisogno di staccarmi completamente da un romanzo impegnativo come 'Fortuna' ma ora sono pronta per dedicarmi a qualcosa di nuovo.
Nel mio  prossimo libro ho deciso di affrontare il tema del bullismo che si sta diffondendo sempre più tra le ragazzine, perciò mi sono messa a studiare per non rischiare di scrivere cose inesatte, spero di riuscire a scrivere una storia capace di emozionarmi almeno quanto mi ha emozionato la prima. 

E io ti faccio un grande 'In bocca al lupo'! E’ stato un piacere ospitarti nel mio blog!
Ciao e grazie mille per avermi ospitata sul tuo blog.

Per seguire Jolanda: JOLANDA BUCCELLA

mercoledì 6 febbraio 2013

IL MIGLIOR 'INCIPIT'



Scrivere un buon 'incipit' è il punto di partenza di ogni scrittore.
Non è sempre facile trovare frasi accattivanti che catturino il lettore, che lo spronino ad addentrarsi nella storia. E' vero, a volte mi sono imbattuta in 'incipit' perfetti che celavano una storia assai deludente, ma solitamente si tratta di sporadiche eccezioni.
Personalmente, ho sempre amato gli 'incipit' incisivi che ti coinvolgono, che ti stregano. Uno di questi, forse il migliore di tutti i libri che ho letto, è quello de 'Il petalo cremisi e il bianco'.



Attento. Tieni la testa a posto: ti servirà. La città in cui ti conduco è vasta e intricata, e tu non ci sei mai stato prima. Puoi immaginare, da altre storie che hai letto, di conoscerla bene, ma quelle storie ti hanno illuso, accgliendoti come un amico, trattandoti come se fossi uno del posto. La verità è che tu sei un alieno, in tutto e per tutto, arrivato da un altro tempo e da un altro luogo. ...

Potrei continuare per almeno due pagine. Faber comunica con il lettore, si rivolge in prima persona, ma senza la delicatezza di Charlotte Bronte o la confidenza dei romanzi epistolari. E' freddo, crudo, realistico e ti conquista.

Vi consiglio di leggere questo romanzo nonostante i temi non siano proprio all'acqua di rose. E se vi va', aggiungete il vostro 'miglior incipit'. Li pubblicheremo tra qualche settimana in bacheca ... potrebbe uscirne un curioso e singolare esperimento. Una sorta di prologo a più mani! Buona lettura e buon divertimento!

lunedì 4 febbraio 2013

INTERVISTA A LAURA BELLINI


Ciao Laura, benvenuta nel mio blog! Sono molto orgogliosa di inaugurare questo spazio con una tua intervista. Raccontaci qualcosa di te.
Ciao Linda, per me è un onore e un vero piacere inaugurare questo spazio. Qualcosa di me? Sono mamma di due bambini, di mestiere faccio l’estetista, (non ho detto 'lavoro come estetista' perché di questi tempi la parola “lavoro” è davvero troppo grossa!), e la mia passione più grande, insieme alla lettura, è la scrittura.
Com’è nata la tua passione per la scrittura?
Mi piace dire che questa passione mi accompagna da sempre. Da bambina creavo storie orali per accompagnare i miei giochi e ho sempre amato le materie letterarie a scuola.
In realtà ho scritto il mio primo romanzo, (di cui esistono solo tre copie), dopo la nascita del mio primo figlio, quindi dodici anni fa… L’idea di cimentarmi nella stesura di un romanzo nacque in macchina, insieme alla mia amica Alice, dopo aver letto “Io Uccido”. Discutevamo di come si potesse scrivere un libro e, scherzando, decidemmo di provare a scrivere il thriller del secolo!
Questo progetto è nato e morto la stessa sera, dopo la cena di pesce, ogni idea sullo scrivere un romanzo ci appariva troppo complicata, ma nella mia mente già avevano occupato spazio un milione di storie… E da qui, come sai, non ho più smesso di assecondare la mia fantasia!
 Esiste un qualche autore a cui tu ti ispiri o che consideri tua ‘Musa’?

Autori che siano vere e proprie “Muse” non direi. Quando ho iniziato a scrivere ho letto il saggio di Stephen King, che consiglio a chiunque voglia intraprendere questo percorso, “On Writing”. Credo che questo autore, nonostante il suo genere non mi appassioni più, resti uno dei migliori scrittori del nostro secolo e, leggendo i suoi lavori, si può  davvero imparare tanto.
La mia vera “Musa” è la lettura. Leggo moltissimo, spaziando fra i vari generi e qua e la raccolgo ciò che mi serve per continuare a migliorare il mio stile letterario. Mi piace sperimentare quando scrivo, amo scegliere varie modalità di stesura di un romanzo, che sia corale, al passato, al presente, in prima persona… E poi, chiaramente, ci sono autori che amo e ai quali vorrei assomigliare come Jacqueline Carey, Diana Gabaldon o il mio idolo in assoluto: George R.R. Martin!
Hai partecipato a due tornei letterari Gems. Consiglieresti questa esperienza ai tuoi colleghi?
Assolutamente sì! Il torneo letterario indetto da Gems è, prima di essere una buona vetrina, una vera e propria palestra. A giudicare i tuoi lavori sono scrittori come te e, spesso, i consigli che escono da questo torneo risultano davvero utili per migliorare il proprio lavoro. In più, e credo che sia una delle doti che uno scrittore deve possedere, ti insegna l’umiltà.
Sconsiglio vivamente a chi non accetta critiche di partecipare a questo concorso!
Stai partecipando anche al concorso indetto dal blog 'Due di cuori' con un racconto inedito "Il sacrificio". Scrivere racconti ti entusiasma quanto scrivere romanzi? E' un'esperienza che pensi di ripetere in futuro?
Non avevo mai scritto racconti. di solito non amo molto nemmeno leggerne, è un genere che mi lascia sempre un senso di incompletezza.
Però moltissimi concorsi richiedono racconti e allora mi sono detta che dovevo provare.
Devo ringraziare una carissima amica, che è anche una scrittrice straordinaria, Donatella Perullo, che con molta pazienza mi ha aiutata a capire i tempi del racconto e il modo con cui raccontare, in pochissime parole, una storia completa.
Ho scoperto che mi piace, mi permette di mettere nero su bianco le milioni di idee che si affollano nella mia testa. Quindi, sì, ripeterò di sicuro l'esperienza!
Resto dell'idea che il romanzo sia il mio genere, ma mettersi alla prova con qualcosa di nuovo è sempre entusiasmante!
 
Ma veniamo al tuo ultimo libro "Il mondo dopo te". Com’è nata l’idea per questo romanzo?

L’idea per “Il mondo dopo te” è nata ascoltando Marco Mengoni, due canzoni in particolare: 'Un giorno qualunque' e 'Dove si vola', le stesse citate anche nelle due parti del romanzo.
Quando ho iniziato a scrivere le prime righe mi sono resa subito conto che questo non sarebbe stato un romanzo come gli altri. Infatti ciò che ne è uscito è un mix di passato e presente in cui il lettore viene portato per conoscere, a ritroso nel tempo, la storia di Hope
.
Cosa troverà il lettore al suo interno e perché dovrebbe acquistare il tuo libro?
Innanzitutto deve acquistarlo perché si troverà fra le mani il romanzo di un autore sconosciuto che, a differenza dei grandi nomi, non ha possibilità di acquistare visibilità nazionale. Sostenere gli autori emergenti dovrebbe essere un punto fermo di ogni lettore che si rispetti!
"Il mondo dopo te" racconta la storia di Hope, una dea che si trova sulla terra e che sarà costretta a prendere importanti decisioni che, in un modo o nell’altro, la porteranno a modificare tutto il corso della sua esistenza.
In questo romanzo è protagonista l’Amore, ma non riferito al solo sentimento che lega uomo e donna, quanto visto nella sua totalità. Si parla di rapporto con la natura, di coraggio e anche di speranza.
Penso che ogni tipo di lettore resterà soddisfatto di questo romanzo!
Quest’ultimo è stato pubblicato con la Butterfly Edizioni. Raccontaci la tua esperienza con questa casa editrice. La consiglieresti ai giovani esordienti che vorrebbero veder realizzato il loro sogno?
Conosco Argeta Brozi, la direttrice editoriale della Butterfly, da diversi anni. Ci siamo incontrare su Facebook con due passioni in comune: la lettura e la scrittura. Quando ho saputo che avrebbe aperto una casa editrice ho subito pensato che avrebbe fatto parlare di sé perché Argeta ama i libri e crede nel loro potenziale.
La Butterfly Edizioni è una giovane casa editrice con molta strada da percorrere davanti a sé e sono certa che ci riserverà grandi sorprese!
 
Hai qualche progetto futuro?
Parteciperò nuovamente al torneo letterario indetto dal gruppo Gems con un nuovo romanzo e continuerò a scrivere, nonostante mi fossi imposta di prendermi un po’ di tempo per non sovraccaricare il disco fisso del mio computer!
Vorrei imparare a scrivere racconti dato che è un genere che non ho mai preso in considerazione, vedremo un po’ se ci riuscirò ;)
Sei autrice di ben cinque romanzi. A quale ti senti particolarmente legata?
Cinque romanzi pubblicati e uno in valutazione…ma ben altri tre pronti per vedere la luce!
Sono legata a tutti i miei lavori perché in ognuno c’è una parte della mia anima, ma se dovessi scegliere, citerei: "Lontano da te" e "Ancora tu".
Questa piccola saga mi ha davvero tenuto molta compagnia. Non ci crederai, ma mentre scrivevo piangevo, ridevo o mi arrabbiavo insieme ai miei personaggi. Ѐ sicuramente quella che più mi ha coinvolto emotivamente e 'Marco' resta il mio personaggio preferito!
Restiamo in attesa del tuo prossimo lavoro. E’ stato un piacere averti come mia prima ospite e condividere con te il mio spazio.
Grazie a te Linda. Per me è stato davvero un piacere!
Per seguire Laura: IL VOLO DELLA FANTASIA
 
 

 

 

venerdì 1 febbraio 2013

SEI UN AUTORE? FATTI INTERVISTARE!






A breve nascerà un nuovo spazio dedicate alle INTERVISTE di giovani autori emergenti e non.
Se siete interessati non esitate a contattarmi, parleremo un po' di voi, delle vostre passioni e delle vostre pubblicazioni.
Vi aspetto ...