mercoledì 31 dicembre 2014

Le autrici EWWA - INTERVISTA A VIVIANA GIORGI



Ciao Viviana, benvenuta nel mio blog. Raccontaci qualcosa di te.

Ciao Linda, e grazie mille per questo invito nel tuo bellissimo blog. Cosa posso raccontarti di me? Sono una persona piuttosto tranquilla, mamma di un ragazzo di 19 anni (e lascio perdere i commenti da mamma orgogliosa); oltre ad occuparmi delle mille altre incombenze della vita (come tutte le donne), da circa un anno ho deciso di lasciare il lavoro di giornalista e di dedicarmi solo ai miei romanzi. Ho preso questa decisione un po’ tardi nella vita, ma sono felice di esserci arrivata. Diciamo che ci ho messo un po’ a carburare… Adoro viaggiare, andare al cinema, vedere vecchi film in tv e cucinare. Mi piace anche il tip tap, e credo che ricomincerò a prendere lezioni, il prossimo anno. Ma non dirlo a nessuno, per favore. 

Il diploma al Liceo linguistico, la frequentazione della facoltà di biologia e il giornalismo. Dove trovi il tempo per scrivere e quando hai deciso di prendere in mano carta e penna?  
 
Guarda, come ti dicevo prima, voglio recuperare il tempo perduto perché ho incominciato tardi a scrivere romanzi. Scrivere  mi piace proprio, mi entusiasma. Avendo lavorato come giornalista per anni, una tastiera sotto le dita ce l’ho sempre avuta, ma vuoi mettere che differenza usarla per scrivere le mie storie, invece che quelle di altri, inventare personaggi,  situazioni, far nascere un amore, regalare un lieto fine, viaggiare nel tempo? Cosa c’è di più bello? Secondo me niente.

Sei un’ appassionata lettrice e dichiari: ‘leggo in originale perché mi piace l’inglese, e penso che faccia anche bene al mio italiano’. Parlacene. 

Be’, non lo dico io che il romanzo di genere è anglosassone. Inglesi e americani hanno saputo coltivare  il genere (e di conseguenza i lettori che in quei paesi sono infatti molto più numerosi che da noi), senza mai considerarlo letteratura di serie B, come qui si fa ancora spesso e volentieri. Ma al di là di questa banale considerazione e per rispondere alla tua domanda, ritengo che la lingua inglese sia molto più leggera e sintetica della nostra, tanto che per esprimere lo stesso concetto spesso necessita di un numero inferiore di parole, in quanto la costruzione del periodo è molto più semplice e più rigida. Insomma, l’inglese scritto è più fluente dell’italiano, cosa che in un romanzo di genere non guasta affatto. Noi italiani, purtroppo, amiamo scrivere in modo prolisso e arzigogolato, quasi che una eccessiva lunghezza del romanzo o una complicata costruzione del periodo siano necessari per dimostrare il nostro valore di scrittori. Io penso esattamente il contrario. Più levo, più sono contenta. Più leva la mia editor, e più la ringrazio. Credo che leggere così tanto in originale mi abbia portato, in modo istintivo forse, ad avere uno stile di scrittura più veloce e immediato, che infatti qualcuno ha definito americano

Partecipi al primo concorso di Romance Magazine e ti aggiudichi il terzo posto con il racconto “Mademoiselle Dorée”. Cosa ricordi di questa esperienza e perché non hai più partecipato ai concorsi letterari?

Gli esami non finiscono mai, diceva Edoardo. Verissimo. Ma visto che ogni giorno la vita ce ne propina uno, perché andare anche a cercarseli? Non sono per me, non mi piacciono i concorsi, non mi interessano. I concorsi mi mettono ansia. A quello della Romance Magazine avevo partecipato perché allora lavoravo alla rivista (la prima dedicata al romance, in Italia), e mi sembrava giusto esserci. Devo dire, senza alcuna modestia, che trovo ancora oggi "Mademoiselle Dorée" molto carino, un romanzo regency in miniatura che, se qualcuno avesse voglia di leggere, può trovare pubblicato nel mio sito, a questo link (http://www.vivianagiorgi.it/Mademoiselle_Doree.htm). Ho spesso pensato di usarlo anche come prologo a un romanzo che ho già in mente, e non è detto che prima o poi non lo faccia. 

La tua idea di romance, sia contemporaneo che storico, è molto particolare: eroi da sballo, eroine imbranate e l’immancabile lieto fine. Approfondiamo questa tua visione.

Non c’è molto da approfondire, per la verità. Il romance, come gli altri generi, è fatto di stereotipi. Non c’è romance (o giallo o noir) che non sia già stato scritto un migliaio di volte. Anche i miei personaggi sono degli stereotipi, ma… Ma - e questo ma è grande come una casa - seguire le regole non basta per costruire un buon romance; non è che se lui è da sballo e lei è una ragazza pasticciona il gioco è già fatto. L’abilità di un’autrice sta nel caratterizzare i sui protagonisti e raccontare delle storie – che già si sa saranno a lieto fine – in modo diverso, personale. Io ci provo. Scrivendo commedie romantiche,  prediligo uno scenario leggero (anche se solo apparentemente) e molta ironia, puntando sempre sui dialoghi brillanti. E soprattutto, visto che non scrivo di Kierkegaard o di Heidegger, seguo sempre il mio motto che è “se devi sognare, fallo alla grande.” E se uno vuole sognare, è meglio farlo con Woody Allen o con Robert Downey Jr, secondo te? Anche se…Il mio ultimo protagonista, Ken Benton (quello di “Un amore di inizio secolo – La traversata”), non è certo un adone. Ma è talmente adorabile (me ne sono innamorata, lo confesso) che, prima della fine del secondo romanzo che gli dedicherò, tutte le lettrici lo vedranno come l’eroe più da sballo del mondo.

Hai pubblicato racconti e romanzi in veste di autrice con Emma Books. Consiglieresti questa casa editrice agli emergenti?

Certo che la consiglierei. EmmaBooks è una casa editrice piccola, ma molto seria, che si occupa benissimo di ogni genere di narrativa e anche di saggistica femminile. Mi sento accudita da Emma dal momento in cui inzio a scrivere un romanzo sino alla sua pubblicazione. E soprattutto mi sento tranquilla quando arrivo al momento cruciale dell’ editing che non è, come crede qualcuno, una mera correzione di bozze. Quando il mio manoscritto è passato al vaglio di Maria Paola Romeo, la direttrice editoriale di Emma Books, so di essere pronta per le lettrici, qualunque sia poi l’accoglienza che verrà riservata al romanzo. In generale, c’è un bel rapporto tra Emma Books e le sue autrici, e poi trovo che sia molto bello che sia una casa editrice digitale e femminile, cosa che suona ancora un po’ rivoluzionaria, no? Tra donne, comunque, si lavora molto bene. 

Sei tra le socie fondatrici dell’associazione Ewwa, di cosa si tratta? Raccontaci l’iter che ti ha condotta ad aderire e creare questa meravigliosa realtà tutta al femminile.

A proposito di femminile…Era da tempo che si parlava di creare un’associazione di scrittrici, così nel settembre 2013, in un paio di giorni, nove di noi hanno deciso di non parlare più e di fare. In questo modo, al telefono tra Roma e Milano, è nata EWWA, di cui ho l’onore di essere socia fondatrice con Elisabetta Flumeri, Gabriella Giacometti, Alessandra Bazardi, Mariangela Camocardi, Adele Vieri Castellano e Terri Casella. In questo anno abbiamo fatto molto, abbiamo  riunito intorno a noi circa 220 socie, soprattutto scrittrici, ma anche editor, traduttrici, giornaliste, scenggiatrici, blogger e persino una grafica (se volete una cover per il vostro romanzo, contattatela, è bravissima!). Abbiamo fatto workshop e presentazioni di libri in tutt’Italia, abbiamo prodotto un’antologia cui hanno partecipato più di 80 iscritte, dedicata ai sessant’anni della Rai. Al di là di organizzare momenti di crescita professionale, l’idea di EWWA è quella di creare una rete di persone e competenze che possa essere produttiva per tutte. Ti faccio un esempio concreto. Voglio autopubblicarmi e ho bisogno di un editor: potrò scegliere tra le editor presenti in EWWA che mi forniranno un lavoro altamente professionale a un costo adeguato. Perché solo donne? Non è vetero femminismo, ma semplice solidarietà femminile. Permettimi di aggiungere che se qualcuno avesse delle curiosità, sul sito (http://ewwa.org) trova tutto, anche gli indirizzi per contattarci.

Sempre con Ewwa pubblichi il racconto “Un piccolo salto per l’uomo, un balzo da gigante per l’umanità”, inserito nell’antologia “E dopo Carosello tutte a nanna, storie di donne e mamma Rai”. Parlacene.

Ho pensato a una bambina che veniva al mondo proprio mentre il primo uomo, Neil Armstrong, metteva il piede sulla Luna, il 21 luglio del 1969. La storia è narrata in prima persona dalla stessa nascitura  che sente tutto attraverso la pancia della mamma, anche le voci di Tito Stagno e Ruggero Orlando che litigano sul momento preciso dell’allunaggio. Mi è piaciuto molto scrivere questo racconto, mi ha divertito e appassionato e, senza falsa modestia, sono contenta di come è riuscito. 

Il tuo esordio avviene nel 2012 con il romanzo “Bang Bang tutta colpa di un gatto rosso”. Daccene un assaggio.

Premetto: il gatto rosso è un chick lit, dichiarato. Ecco, come assaggio ti propongo il pezzo in cui Nora incontra per la prima volta Nick. Per colpa (o forse per merito) del gatto rosso, naturalmente.

[...] Lui scende e mi guarda, appoggiato al tettuccio della macchina. Dalla sua espressione non capisco se abbia paura di me, se io gli faccia pena o se solo gli scappi da ridere.
Raddrizzo le spalle e, con aria affabile, dico: «Buonasera».
«Buonasera a lei.»
Poi lui guarda l’acciuga che ancora tengo in mano. È serissimo.
«Quello» dice indicando il pesce con un cenno del capo, «è per me?»
Anch’io guardo il pesce, come fosse del tutto naturale andare in giro di notte con un’acciuga in mano. E le ciabatte di Pippo e l’impermeabile del tenente Colombo.
«No, è per il mio gatto. È scappato.»
La voce mi esce un po’ stridula, tanto per completare il quadretto. Lui accenna un sorriso, perplesso. Poi mi guarda dall’alto in basso e dal basso in alto, non per alterigia, non per concupirmi, neppure perché affetto da qualche terribile malattia neurologica. Mi guarda dall’alto in basso e ritorno perché è incredulo. Pensa probabilmente che io sia una visione dovuta all’alcol o alla stanchezza o all’erba o a un fenomeno paranormale. In effetti, mi sento un fenomeno paranormale.
Mentre al livello strada tra il dottor Corsi e la sottoscritta si svolge questa peculiare scenetta, Red, quasi fosse in un palco di teatro, con curiosità si sporge dal balcone per osservarci meglio. Bestiaccia. [...]


Nel 2013 esce “Alta Marea a Cape Love” e “Tutta colpa del vento - e di un cowboy dagli occhi verdi”. Di cosa trattano nello specifico?

“Alta Marea” è una via di mezzo tra un chick lit e un romance. È ancora narrato in prima persona, dal punto di vista della protagonista femminile, e si svolge in un pittoresco villaggio sulla costa del Maine, un posto da cartolina, ma non privo di seri problemi. Lei, Gioia, è una milanese invitata a Cape Love dalla folle zia Arianna per farle da damigella al suo quinto (o sesto?) matrimonio.  E lì, naturalmente, su quelle scogliere incredibili, Gioia incontrerà l’uomo della sua vita, Sean. Ciò che ho più amato costruire in questo romanzo è il villaggio, vero e proprio protagonista della storia, con le sue vecchiette e le sue stramberie, una roccaforte contro la modernità che tutto ingoia. Lì vivono il piccolo Jim, figlio di Sean, con le sue paure di ragazzino insicuro, zia Arianna, ma anche Paraspifferi (bassotto a pelo ruvido) e Armageddon (terranova) che ne combinano di tutti i colori. 
In quanto al cowboy dagli occhi verdi…È il romanzo a cui per il momento sono più affezionata e quello che reputo migliore; si tratta di un romance e non di un chick lit, anche se la chiave è sempre quella ironica e non mancano molti spunti divertenti. Con “Tutta colpa del vento” ho cominciato a scrivere in terza persona, cosa che mi ha permesso di esprimere anche il punto di vista di lui. Anche qui la protagonista, Maggie, è un’italiana che decide di passare il Natale in Wyoming con la famiglia della sorella, sposata a un americano e madre di una bambina piccola. Be’,  a parte l’amore fraterno, Maggie ha un altro motivo per viaggiare fino al ventoso Wyoming: ha quasi 35 anni e vuole un figlio, ma non un padre per il suo bambino (non ne può più di storie fallimentari!).  Perché allora non provare a concepirlo (non in provetta, ma alla vecchia maniera) con un bel cowboy e poi tornarsene in Italia (forse) con un cucciolo in grembo? Be’, naturalmente le cose non andranno secondo i suoi piani. E come potrebbero, quando di mezzo c’è un cowboy adorabile e con due occhi verdi da togliere il fiato?

Nel 2014 è la volta del romanzo storico “Un amore di fine secolo”. Come nasce la tua passione per la storia?

La passione per il romance storico ce l’ho dentro, anche da lettrice. Confesso che ogni tanto immergermi in altri mondi, molto più romantici dei nostri, mi fa sentire meglio. Ti ho già parlato degli effetti terapeutici del romance? No? Be’, prova a leggere un buon romance quando sei giù e capirai di cosa sto parlando. Dunque, dicevo…  I primi due romance che ho scritto sono ambientati in epoca regency (mai stati pubblicati). Però, quando ho pensato per la prima volta a “Un amore di fine secolo”, mi sono resa conto che gli anni del regency, per quanto siano i più amati da chi legge gli storici, non erano adatti alla vicenda che volevo raccontare. Per la mia protagonista avevo bisogno di un periodo storico e di un luogo ricchi di fermenti culturali e sociali, dove i fatti che stavo per narrare potessero essere plausibili. Ecco la ragione per la quale ho scelto la New York del 1898 come background al romanzo. Fare ricerca per “Un amore di fine secolo” è stato entusiasmante, anche perché in rete si trovano ormai moltissimi documenti fotografici, splendidi filmati e intere pagine di quotidiani dell’epoca. Tra una ricerca e l’altra, si è sviluppata così la storia di Camille Brontee.

 È appena uscito il sequel “Un Amore di Inizio Secolo – La Traversata”. Cosa troveranno i lettori al suo interno? 

Si tratta di un romanzo breve (quello che Emma Books descrive di formato M, medio) che inizia esattamente dove “Un amore di fine secolo” terminava. Il primo gennaio del 1900, mentre Camille e Frank festeggiano il nuovo secolo e il loro amore, Ken Benton, l’altro, si imbarca sull’Oceanic II alla volta del Regno Unito, ufficialmente per motivi di lavoro, in realtà per scordare Camille. “La Traversata” è l’inizio della storia dedicata a Ken, un personaggio che, durante la stesura del primo romanzo, mi ha preso la mano, è cresciuto sino a diventare adorabile (quasi quasi tifavo per lui); e non lo dico solo io, ma anche le lettrici che subito mi hanno chiesto la sua storia. Questo prequel  si svolge durante i cinque giorni di traversata sull’Atlantico e racconta l’ incontro di Ken e di Priscilla. Si ritroveranno a Londra, nel romanzo che seguirà e che, lo dico subito, non ho ancora cominciato a scrivere.


http://www.amazon.it/Un-amore-inizio-secolo-traversata-ebook/dp/B00R4ZUS56




Perché una saga storica e quali tematiche affronti?

Non so se diventerà proprio una saga, ma una serie storica lo sarà. Come ti dicevo prima, mi piace il periodo, mi piace l’atmosfera di grande fermento e novità che si respirava a quei tempi, quasi che la gente sentisse che il mondo stava per cambiare, anzi, che stava già cambiando. È in questo mondo che il ruolo della donna comincia a trasformarsi in modo drastico. La donna va a lavorare negli uffici, si veste in modo più pratico e inizia a discutere, e non solo negli ambienti più colti, di emancipazione. Le mie protagoniste, prima Camille e poi Priscilla, sono donne che, all’inizio, forse subiscono l’ emancipazione, perché è la loro unica via per sopravvivere, ma dopo non possono più farne a meno. 
Ne “La Traversata” e nel romanzo che a questo seguirà, parlo anche di violenza sulle donne, di divorzio – in un’epoca in cui era ancora considerato scandaloso -, e di donne che entrano a testa alta in mondi prettamente maschili. Naturalmente tutto questo farà da sfondo alla storia d’amore che, in un romance, deve essere sempre il fuoco del racconto.

Hai qualche altro progetto di cui vuoi metterci a parte?

Di progetti ne ho tanti, ma quando riuscirò a metterli in pratica? Al momento sto scrivendo un contemporaneo, una commedia romantica che si svolge tra Milano e l’Irlanda e la cui protagonista è una delle femmine folli  del “gatto rosso”. Quando uscirà? Ah saperlo, saperlo! 

E’ stato un onore ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo!

È stato un onore per me essere tua ospite, Linda, e crepi il lupo (poverino!). Ti ringrazio moltissimo per le tue domande così puntuali e approfondite e colgo l’occasione per augurare a te e alle lettrici del tuo blog un felicissimo Natale e un fantastico 2015. Cielo! Ma ti sembra che siamo già nel 2015? 

Per seguire Viviana   VIVIANA GIORGI


 


martedì 30 dicembre 2014

Segnalazione - SONO SOLO UN MARINAIO di Patrizia Ines Roggero

Oggi vi presento il nuovo romanzo di Patrizia Ines Roggero, autrice talentuosa che ho già avuto il piacere di ospitare nel mio blog.
Di lei ho avuto il privilegio di leggere il primo capitolo della saga dedicata a Paradise Valley dal titolo "Paradise Valley - Il destino e l'amore", a breve recensirò anche il secondo capitolo e correrò a leggerne il terzo perchè a questa trilogia non si può resistere.
Oggi, però, parliamo del nuovo edito "Sono solo un marinaio" edito da Triskell Edizioni e finalmente disponibile in tutti gli Store.
Ma andiamo a conoscerlo più da vicino!



SINOSSI: Alyce e Elisabeth sono due giovani donne inglesi, dirette con i rispettivi mariti in America per cominciare una nuova vita. Il destino però ha in serbo altro per loro: scampate per miracolo a un attacco di pirati, si trovano abbandonate in mezzo all’oceano, fino a quando vengono salvate da un’altra nave di corsari, comandata dal capitano Kole Tyler.
Fulminea e violenta è la passione che nasce tra Alyce e il secondo di Kole, Jack Ryden, ma i dubbi della donna frenano quest’amore nascente. E quando finalmente vi cederà, lei e Jack dovranno fare i conti col passato dell’uomo.


DOVE TROVARLO: AMAZON e IBS












Eccovene un assaggio!












L'AUTRICE: Patrizia Ines Roggero nasce a Genova nel 1979. Ad oggi ha pubblicato la trilogia Paradise Valley – Il destino e l’amore, Paradise Valley – Gelosia e orgoglio, Paradise Valley – La resa dei conti, il racconto Asso di cuori (collana Passioni Romantiche, Delos Digital) la raccolta di frasi e dialoghi Parola di suocera e parenti vari (Galassia Arte) e il romanzo Sono solo un marinaio (Triskell Edizioni). Alcuni suoi racconti sono presenti nelle antologie di Puntoacapo Edizioni, Delos Books e nei progetti delle Amiche di Penna. 
Sposata e mamma di una bambina, è appassionata di storia americana, soprattutto per quanto riguarda l’epopea western e la cultura dei Nativi Americani.



lunedì 29 dicembre 2014

INTERVISTA A ALESSIA VALENTINA COPPOLA


Ciao Alessia, benvenuta nel mio blog. Raccontaci qualcosa di te.

Ciao Linda, grazie per l'ospitalità.
Cosa raccontare? Amo l'arte da quando sono al mondo. Ho amato fin da subito la scrittura, così come il canto e il disegno. Mi sono stati fedeli compagni, persino quando ero sola e il mondo mi voltava le spalle. Mi hanno forgiato come una lancia d'argento. L'amore profuso per le arti non mi ha mai delusa.
Sogno di fare la scrittrice, come molte di noi. Non ambisco a scalare le vette delle classifiche, mi basta essere letta da chi davvero è intenzionato ad aprire una porta sulla mia anima. 


Il diploma al Liceo artistico, gli studi presso la Facoltà di Beni Culturali, per poi trasferirsi a quella di filosofia e ancora in sociologia con indirizzo criminologia. Perché la criminologia?

Diciamo che mi è stata cucita addosso una sorta di maledizione: il cambiamento. Devo cambiare, altrimenti vengo divorata dalla routine.
In realtà, le mie scelte sono state un po' condizionate da fattori esterni.
A diciotto anni volevo iscrivermi all'Accademia Comix. Poi ho dovuto ripiegare, per esigenze familiari. Quindi, non potendo scegliere ciò che desideravo, mi sono accontentata di iscrivermi a Beni Culturali. Tanto, amavo l'arte e mi sarebbe stata bene. Dopo tre anni e con metà degli esami sostenuti, decisi di cambiare. E così mi iscrissi a Filosofia. Il cambio a sociologia venne dopo un anno. Perché? Chi lo sa. Probabilmente, il desiderio di conseguire una laurea era talmente grande, da impedirmi di vedere e vivere le mie passioni. L'unica facoltà interessante vicina alla mia città era Sociologia. L'indirizzo criminologia lo scelsi in un momento di pura follia, credo.


Qual è stato l’inpit che ti ha fatto impugnare carta e penna?


Mia madre. Credo sia stata lei. Mi insegnò a scrivere e leggere. Un giorno mi portò a visitare una fiera e c'era una bancarella che vendeva libri. Guardava ammirata le copertine e me ne regalò uno. Era una raccolta di poesie. Mi disse che quando sarei stata grande le avrei capite. Ma io iniziai a leggerle da subito. Prevert, Leopardi, Baudelaire, mi entrarono sotto pelle. E poi giunsero le fiabe, Alice e Peter Pan. Quelle storie mi hanno fatto desiderare di scrivere. E unito a questo, il desiderio di emulare mia madre. Lei scriveva e sognava di fare la scrittrice. Io riuscirò nel suo sogno, soprattutto perché è il mio. Glielo promisi, a sei anni, davanti a quella bancarella.

Nel 2005 pubblichi la tua prima raccolta di poesie “Pensieri al vento” e nel 2009 esce la seconda raccolta “Canto di te”. Dove trovi l’ispirazione?

La solitudine e la notte mi forniscono tutti gli spunti di cui necessito. Così come mi ispira il mare e il suo moto perpetuo. Diciamo che la Natura è fonte continua di illuminazione. Tuttavia, posso dire di trovare ispirazione un po' in tutte le cose. Vibra una magia antica nel mondo, che ispira chi sa ascoltarla.

Nel 2012 pubblichi “Le Avventure di Billino lo Stregatto”. Di cosa si tratta?


É una favola moderna per bambini, corredata da illustrazioni e tavole in B/N da far colorare. Nasce come percorso didattico e sono stata contenta di averlo realizzato. Anche se non ho mai voluto soffermarmi sulla letteratura per l'infanzia.

Nel 2014 pubblichi alcune raccolte di favole per l’infanzia. Qualche consiglio per chi si approccia alla letteratura per bambini?


Consiglio di seguire il proprio cuore e il proprio istinto creativo. Bisogno incontrare la nostra parte bambina e prenderla per mano. Anche se nei libri per l'infanzia, bisogna far filtrare un messaggio positivo, che sia di insegnamento. Inoltre, credo che il consiglio migliore da dare sia: sognate. "Solo chi sogna può volare", lo diceva James Matthew Barrie. Quindi volate e fate volare anche gli altri. I bambini necessitano di sognare, in un mondo come il nostro che li induce a crescere forse troppo in fretta.

E, sempre nel 2014, esce il tuo primo romanzo “Rebirth – I tredici giorni”. Cosa troveranno i lettori al suo interno?

"Rebirth - I Tredici Giorni" è un paranormal romance ambientato nella New Orleans degli anni '30. La protagonista, Grace Matthews, è un' attrice e il corso della sua vita viene deviato all'improvviso. Lascio scoprire ai lettori come si snoda la sua storia. Ma posso dire che di certo, che in questo romanzo troveranno suspense, romanticismo, amore, avventura, azione e tanto mistero. 



http://www.amazon.it/Rebirth-Tredici-Giorni-Alessia-Coppola-ebook/dp/B00Q3NB9G2/ref=sr_1_1?s=digital-text&ie=UTF8&qid=1416902389&sr=1-1&keywords=dunwich+edizioni

 

Comè nata l’idea per questo romanzo?


Questo romanzo è un folle esperimento, nato in tredici giorni. Dovevo partecipare a un concorso e avevo solo tredici giorni a disposizione ed ecco "Rebirth - I Tredici Giorni". Non mi dispiace scrivere quando sono sotto pressione. Inoltre, è nato da una mia paura, la stessa di Grace: invecchiare. Mi sono vista allo specchio , pensando di non poter sostenere il peso del tempo. In quel momento, è nata Grace. La notte stessa ho sognato Ayku. É la storia che è venuta a cercarmi.


Quali tematiche affronti e quale messaggio vuoi trasmettere?

Affronto diverse tematiche: il tempo che scorre, la ricerca di se stessi, il coraggio, l'infanzia rubata, il riscatto da una vita di dolore. Questo romanzo è un fantasy sì, ma per certi versi, affronta temi forti.
Con "Rebirth" vorrei trasmettere il messaggio della speranza. Inoltre, vorrei trasmettere un altro messaggio: Le anime affini esistono. Finiscono sempre col ritrovarsi.


Oltre alla letteratura c’è un’altra tua grande passione: la grafica. Quando nasce questa tua passione e di cosa ti occupi nello specifico?

Tutte le mie passioni nascono nello stesso periodo, all'incirca verso l'età di sei anni.
Con il tempo ho maturato esperienza e consapevolezza, lavorando duro su me stessa, ricercando uno stile personale.
Perlopiù mi occupo di illustrazione per l'infanzia. Tuttavia, adoro graficare, concedimi il termine. Mi occupo di illustrazione da sei anni e da due di grafica. Tutte le cover dei miei libri, infatti, sono realizzate da me.


Gestisci anche il blog “Anima d’inchiostro” e l’omonimo gruppo sul Social Facebook. Parlacene.

“Anima d’inchiostro” è nato un po' per gioco, con l'intento di condividere la mia passione per la lettura e l'arte. Poi ho iniziato a occuparmi di recensioni e segnalazioni di scrittori emergenti e non. É un'ottima finestra sul mondo, che mi ha concesso di conoscere colleghe blogger e scrittrici. Credo che ci si debba supportare a vicenda, perché ciascuno può arricchire l'altro. La condivisione è una grande risorsa.
Ecco il link: erelneah.blogspot.it


Hai qualche altro progetto in cantiere di cui vuoi metterci a parte?

Sì, ho altri progetti. A febbraio uscirà una raccolta di racconti gotici-steampunk-horror dal titolo "Oltre lo specchio", edita da Il Ciliegio Edizioni. Sempre per loro uscirà a novembre un breve romanzo per ragazzi, dal titolo "Eleanor e il Principe delle Ninfee".
Per Dunwich, invece, verranno alla luce altri tre romanzi. Non posso dirvi molto, ma al momento posso anticiparvi il titolo del prossimo romanzo: Alice Form Wonderland.


E’ stato un grande piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo per tutto!

Il piacere è tutto mio, Linda. Grazie a te. 


Per seguire Alessia    ANIMA D' INCHIOSTRO


https://www.youtube.com/channel/UCgpwCiXQlAt4QOsq4S6SjmA

sabato 27 dicembre 2014

Segnalazione - ISOLDE NON C'E' PIU' di Bianca Rita Cataldi

Oggi vi presento un nuovo edito della bravissima e talentuosa Bianca Rita Cataldi che ho già avuto il piacere di ospitare nel mio blog e di recensire e apprezzare il suo romanzo "Waiting Room".
Bianca è una Scrittrice da tenere certamente d'occhio, un'Autrice come ce ne sono pochissime e, personalmente, non vedo l'ora di leggere questo suo nuovo lavoro.
Bianca torna in libreria con "Isolde non c'è più" un romanzo breve di  62 pagine, da divorare tutte d'un fiato.
Ma andiamo a conoscerlo più da vicino.





SINOSSI: Golvan è un adolescente come tanti, costantemente affamato di verità su di sé e sul mondo che lo circonda. È innamorato da sempre di Gwenn, splendida coetanea con la quale, però, non ha nulla in comune e non riesce neppure a metter su una conversazione di senso compiuto. Totalmente diverso è il rapporto che ha con Isolde, una donna più grande di lui di sei anni che conosce da quando era poco più che un bambino e che ha sempre visto come modello e guida nella vita. Isolde, occhi verdi e sorriso enigmatico, è la sua migliore amica, la sua confidente e la sua compagna di telefilm. Con lei beve cioccolata calda alla cannella e ascolta musica steso su un tappeto. Quanto è sottile la linea che divide l’amicizia dall’amore? La scomparsa improvvisa di Isolde farà emergere sensazioni, gioie ed emozioni che la vita quotidiana aveva soffocato e nascosto. Perché l’amore sa sempre come trovare la strada e venire alla luce. 










Eccovene un assaggio!


[...] Ho sempre immaginato l'amore come una freccia scagliata da Cupido, qualcosa di ottuso e accecante che t'infiamma e che poi, dopo qualche tempo, si estingue per autocombustione. Ma tu. Tu mi hai innamorato con la cioccolata calda e le canzoni smielate, tu mi hai innamorato mentre come un idiota credevo di amare un'altra. E adesso che non ci sei c'è questo taglio nel vetro che ho dentro e che sei tu. Sei tu che manchi. [...]








L'AUTRICE: Bianca Rita Cataldi è nata nel 1992 a Bari dove si è laureata in Lettere Moderne e sta attualmente conseguendo la laurea specialistica in Filologia Moderna e il diploma in pianoforte. Lavora come editor e traduttrice freelance ed è redattrice delle testate Barinedita e NelMese. Finalista al Premio Campiello Giovani 2009, ha esordito nel 2011 con il romanzo Il fiume scorre in te, edito senza contributo da Booksprint Edizioni. Il suo secondo romanzo, Waiting room, si è classificato finalista del Premio Villa Torlonia 2012 ed è stato pubblicato nel 2013 da Butterfly Edizioni, mentre è prevista per dicembre 2014 l’uscita in formato ebook del racconto lungo Isolde non c’è più. 
A partire da novembre 2014 è socia ordinaria dell’EWWA, European Writing Women Association.