lunedì 11 giugno 2018

INTERVISTA A CHIARA ALBERTINI


Ciao Chiara, benvenuta nel mio blog. Raccontaci qualcosa di te. 

Ciao e grazie, Linda. Classe 1980, sono nata e cresciuta nella bellissima Emilia-Romagna, in provincia di Ravenna, a Cervia-Milano Marittima, dove tuttora vivo e lavoro, ma da tempo nutro il desiderio di poter trasferirmi a Bologna, città dove anni fa ho svolto il mio percorso di studi universitari, e della quale ho un bel ricordo; vorrei poter assaporare ritmi, atmosfere e stimoli propri della città, soprattutto spinta dalla finalità di poter svolgere una nuova attività professionale, possibilmente all’interno del settore editoriale-giornalistico. Tra gli hobby passati, legati all’adolescenza, sicuramente disegnare e il ricamo a punto croce, e fra quelli più recenti, la lettura, la scrittura e l’attività fisica all’aria aperta (preferenza per il running).

Lavori nell’azienda di famiglia e hai conseguito un diploma in “Tecniche di redazione: editor e correttore di bozze. Dalla carta al web”. Quando si è accesa in te la scintilla della scrittura?

Riconduco sempre il mio avvicinarmi al mondo della scrittura, della narrativa, nel momento in cui ho preparato la tesi di laurea; deve essere successo qualcosa durante quella fase di studio, analisi e creazione; il processo mentale ed emotivo che risiede a monte della stesura della tesi, il coinvolgimento in qualcosa di importante, e di intimo, se vogliamo, deve sicuramente essere stato il motore che ha dato la spinta a un bisogno ancora più profondo, a un impulso forse nascosto, del quale non avrei mai previsto le dinamiche. La scrittura è stata per me un fulmine a ciel sereno, che mi ha investita e coinvolta inaspettatamente e piacevolmente, senza abbandonarmi più.     

Di te dichiari: ‘Ci sono passioni che ti scelgono, ancora prima che sia tu a farlo.’ Approfondiamo questa definizione.

Difficile rendere a parole l’intuizione di questo concetto. Diciamo che è un po’ quando si vuole esprimere il concetto del “non cercare, per poi trovare”,  l’idea di qualcosa che ti capita, che ti trova, senza che sia tu a cercarla direttamente. È un qualcosa di non previsto, né meditato, ma che ti succede per caso o per destino; in un certo senso, vieni scelto/a appena prima che sia tu a capire di scegliere o a voler scegliere. 

Esordisci nel 2011 con la pubblicazione del saggio “Il Medioevo in giallo nella narrativa di Ellis Peters”. Di cosa si tratta?

È uno studio analitico su una scrittrice inglese di fama mondiale, conosciuta ai più per il suo profondo interesse legato alla storia e alla cultura medioevale. “Le Cronache di Fratello Cadfael”, sua opera di maggior successo, vengono analizzate da vicino ponendo un focus religioso e poliziesco per approdare alla fine a riflessioni a tutto tondo, in campo politico, sociale, economico, culturale e spirituale, propri di un’epoca che per alcuni aspetti può rapportarsi e risultare simile alla nostra.  

Nel 2014 pubblichi “Nel cuore di una donna”. Lasciacene un assaggio.

È una storia famigliare di dolore e di perdono, dove l’amore ha una parte rilevante, e per questo  viene affrontato e analizzato in ogni sua sfaccettatura; convivono nell’opera una pletora di sentimenti e profonde riflessioni legati all’animo umano, che possono essere visti come piccoli tasselli che unendosi formano un intimo mosaico. Questo è il cuore di ogni donna: un intimo mosaico… c’è tutto un mondo segreto e complesso, a volte contradditorio, dentro ogni donna, da (ri)scoprire e nel quale potersi riflettere e identificare.

Segue, poi, “Vento dall’Est”. Cosa troveranno i lettori al suo interno?

Troveranno una storia di vita, fatta di legami famigliari, umani, dove gli echi letterari saranno forti e identificativi nel corso della storia. Ci sarà attaccamento, passione per la vita e una certa delicatezza di sentimenti e di intenti, si potrà trovare l’amore per se stessi e per gli altri, e ciò grazie soprattutto a rimandi e riflessi letterari; i libri saranno come dei protagonisti, avranno un ruolo-chiave all’interno della trama.  


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Qual è stato l’input per questo romanzo? 

Senz’altro il richiamo d’infanzia, inteso come ricordo, a "Mary Poppins", che si è rivelato un’intuizione tramutata presto in una storia vera e propria. Sono particolarmente legata a questo film, ed è dalle sue intime suggestioni che è scaturita l’idea di una storia delicata, di amore e dolore al contempo, che potesse lasciare il segno, in un certo senso, che potesse affrontare tematiche di vita e sociali attuali, riconducibili sempre all’importante messaggio di fondo che accompagna l‘intera storia narrata nel film.  

Quali tematiche affronti e che messaggio vuoi trasmettere?

L’amore, il dolore e il perdono sono temi che richiedono sempre una voce, un’eco, perché sono parte di noi, della nostra vita, loro ci accompagnano e dovrebbero farlo sempre. Sono tre costanti, a mio avviso, da cui non possiamo in nessun modo allontanarci o separarci. Sono percorsi psicologici ed emotivi indispensabili, che ci plasmano e ci completano, e se viene a mancare una di queste costanti, allora viene a mancare il senso più vero e profondo della nostra esistenza. 
Il messaggio di forza, coraggio, fede e speranza è ciò che si vuole trasmettere fra le pagine di questa mia storia, è una sorta di invito che si fa affinché possa accompagnare ogni volta queste tre costanti e il cui riflesso è nostro dovere cercare.

Hai vinto diversi premi con i tuoi romanzi. I concorsi letterari aiutano a farsi conoscere?

I concorsi letterari sono una prova con se stessi, una gratificazione personale e forse anche un biglietto da visita. Ritengo, inoltre, siano ottime occasioni per rapportarsi e confrontarsi con chi ruota attorno al mondo editoriale, al di là dell’esito vero e proprio. Sono importanti da una parte, ma non credo indispensabili fino in fondo, perché l’autore/l’autrice può incontrare il favore del pubblico a prescindere da ciò. Sono un corollario, i premi/concorsi letterari, ma è lo scrittore in sé, la sua penna ad avere comunque il compito di farsi amare, ove possibile…

“Vento dall’Est” è stato poi ripubblicato da Rizzoli. Qual è stata la tua esperienza con questa Big?

La gratificazione nel sapere che la mia storia era stata compresa e amata fu immediata e immensa due anni fa ormai, pur essendo consapevole fin da subito di pubblicare solo seguendo uno specifico percorso: il digitale. Il desiderio di poter vedere la mia storia in versione cartacea persiste sempre e per ovvie ragioni, e chissà, forse potrà realizzarsi questo mio sogno.. al di là di ciò, sono molto contenta del percorso intrapreso finora con loro, mi trovo bene, ho ottimi riscontri e da sempre stimo questa importante casa editrice.

Il tuo pensiero sul self-publishing?

Un percorso alternativo, con tempi, modalità e leggi propri. Facoltativo, e comunque un accesso al mondo editoriale importante, da non sottovalutare e che con il tempo può portare i suoi frutti.

Progetti futuri?

Ho terminato l’autunno scorso il mio terzo romanzo, ambientato in Italia, che tuttora è sotto valutazione presso alcune case editrici. Attualmente sono impegnata nella stesura del quarto romanzo.

È stato un piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo per tutto!

Grazie a te, Linda, per l’opportunità che mi hai dato. 

Per seguire Chiara   CHIARA ALBERTINI

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