Ciao Chiara, benvenuta nel mio blog. Raccontaci qualcosa di
te.
Ciao e grazie, Linda. Classe 1980, sono nata e cresciuta
nella bellissima Emilia-Romagna, in provincia di Ravenna, a Cervia-Milano
Marittima, dove tuttora vivo e lavoro, ma da tempo nutro il desiderio di poter
trasferirmi a Bologna, città dove anni fa ho svolto il mio percorso di studi
universitari, e della quale ho un bel ricordo; vorrei poter assaporare ritmi,
atmosfere e stimoli propri della città, soprattutto spinta dalla finalità di
poter svolgere una nuova attività professionale, possibilmente all’interno del
settore editoriale-giornalistico. Tra gli hobby passati, legati
all’adolescenza, sicuramente disegnare e il ricamo a punto croce, e fra quelli
più recenti, la lettura, la scrittura e l’attività fisica all’aria aperta
(preferenza per il running).
Lavori nell’azienda di famiglia e hai conseguito un diploma
in “Tecniche di redazione: editor e correttore di bozze. Dalla carta al web”.
Quando si è accesa in te la scintilla della scrittura?
Riconduco sempre il mio avvicinarmi al mondo della
scrittura, della narrativa, nel momento in cui ho preparato la tesi di laurea;
deve essere successo qualcosa durante quella fase di studio, analisi e
creazione; il processo mentale ed emotivo che risiede a monte della stesura
della tesi, il coinvolgimento in qualcosa di importante, e di intimo, se
vogliamo, deve sicuramente essere stato il motore che ha dato la spinta a un
bisogno ancora più profondo, a un impulso forse nascosto, del quale non avrei
mai previsto le dinamiche. La scrittura è stata per me un fulmine a ciel
sereno, che mi ha investita e coinvolta inaspettatamente e piacevolmente, senza
abbandonarmi più.
Di te dichiari: ‘Ci sono passioni che ti scelgono, ancora
prima che sia tu a farlo.’ Approfondiamo questa definizione.
Difficile rendere a parole l’intuizione di questo concetto.
Diciamo che è un po’ quando si vuole esprimere il concetto del “non cercare,
per poi trovare”, l’idea di qualcosa che
ti capita, che ti trova, senza che sia tu a cercarla direttamente. È
un qualcosa di non previsto, né meditato, ma che ti succede per caso o per
destino; in un certo senso, vieni scelto/a appena prima che sia tu a capire di
scegliere o a voler scegliere.
Esordisci nel 2011 con la pubblicazione del saggio “Il Medioevo
in giallo nella narrativa di Ellis Peters”. Di cosa si tratta?
È uno studio analitico su una scrittrice inglese di fama
mondiale, conosciuta ai più per il suo profondo interesse legato alla storia e
alla cultura medioevale. “Le Cronache di Fratello Cadfael”, sua opera di
maggior successo, vengono analizzate da vicino ponendo un focus religioso e poliziesco per approdare alla fine a riflessioni
a tutto tondo, in campo politico, sociale, economico, culturale e spirituale,
propri di un’epoca che per alcuni aspetti può rapportarsi e risultare simile alla
nostra.
Nel 2014 pubblichi “Nel cuore di una donna”. Lasciacene un
assaggio.
È una storia famigliare di dolore e di perdono, dove
l’amore ha una parte rilevante, e per questo
viene affrontato e analizzato in ogni sua sfaccettatura; convivono
nell’opera una pletora di sentimenti e profonde riflessioni legati all’animo
umano, che possono essere visti come piccoli tasselli che unendosi formano un
intimo mosaico. Questo è il cuore di ogni donna: un intimo mosaico… c’è tutto
un mondo segreto e complesso, a volte contradditorio, dentro ogni donna, da
(ri)scoprire e nel quale potersi riflettere e identificare.
Segue, poi, “Vento dall’Est”. Cosa troveranno i lettori al
suo interno?
Troveranno una storia di vita, fatta di legami famigliari,
umani, dove gli echi letterari saranno forti e identificativi nel corso della
storia. Ci sarà attaccamento, passione per la vita e una certa delicatezza di
sentimenti e di intenti, si potrà trovare l’amore per se stessi e per gli
altri, e ciò grazie soprattutto a rimandi e riflessi letterari; i libri saranno
come dei protagonisti, avranno un ruolo-chiave all’interno della trama.
Qual è stato l’input per questo romanzo?
Senz’altro il richiamo d’infanzia, inteso come ricordo, a "Mary Poppins",
che si è rivelato un’intuizione tramutata presto in una storia vera e propria.
Sono particolarmente legata a questo film, ed è dalle sue intime suggestioni
che è scaturita l’idea di una storia delicata, di amore e dolore al contempo,
che potesse lasciare il segno, in un certo senso, che potesse affrontare
tematiche di vita e sociali attuali, riconducibili sempre all’importante messaggio
di fondo che accompagna l‘intera storia narrata nel film.
Quali tematiche affronti e che messaggio vuoi trasmettere?
L’amore, il dolore e il perdono sono temi che richiedono
sempre una voce, un’eco, perché sono parte di noi, della nostra vita, loro ci
accompagnano e dovrebbero farlo sempre. Sono tre costanti, a mio avviso, da cui
non possiamo in nessun modo allontanarci o separarci. Sono percorsi psicologici
ed emotivi indispensabili, che ci plasmano e ci completano, e se viene a
mancare una di queste costanti, allora viene a mancare il senso più vero e
profondo della nostra esistenza.
Il messaggio di forza, coraggio, fede e
speranza è ciò che si vuole trasmettere fra le pagine di questa mia storia, è
una sorta di invito che si fa affinché possa accompagnare ogni volta queste tre
costanti e il cui riflesso è nostro dovere cercare.
Hai vinto diversi premi con i tuoi romanzi. I concorsi
letterari aiutano a farsi conoscere?
I concorsi letterari sono una prova con se stessi, una
gratificazione personale e forse anche un biglietto da visita. Ritengo,
inoltre, siano ottime occasioni per rapportarsi e confrontarsi con chi ruota
attorno al mondo editoriale, al di là dell’esito vero e proprio. Sono
importanti da una parte, ma non credo indispensabili fino in fondo, perché
l’autore/l’autrice può incontrare il favore del pubblico a prescindere da ciò.
Sono un corollario, i premi/concorsi letterari, ma è lo scrittore in sé, la sua
penna ad avere comunque il compito di
farsi amare, ove possibile…
“Vento dall’Est” è stato poi ripubblicato da Rizzoli. Qual è
stata la tua esperienza con questa Big?
La gratificazione nel sapere che la mia storia era stata
compresa e amata fu immediata e immensa due anni fa ormai, pur essendo
consapevole fin da subito di pubblicare solo seguendo uno specifico percorso:
il digitale. Il desiderio di poter vedere la mia storia in versione cartacea
persiste sempre e per ovvie ragioni, e chissà, forse potrà realizzarsi questo
mio sogno.. al di là di ciò, sono molto contenta del percorso intrapreso finora
con loro, mi trovo bene, ho ottimi riscontri e da sempre stimo questa
importante casa editrice.
Il tuo pensiero sul self-publishing?
Un percorso alternativo, con tempi, modalità e leggi propri.
Facoltativo, e comunque un accesso al mondo editoriale importante, da non
sottovalutare e che con il tempo può portare i suoi frutti.
Progetti futuri?
Ho terminato l’autunno scorso il mio terzo romanzo,
ambientato in Italia, che tuttora è sotto valutazione presso alcune case
editrici. Attualmente sono impegnata nella stesura del quarto romanzo.
È stato un piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo
per tutto!
Grazie a te, Linda, per l’opportunità che mi hai dato.
Per seguire Chiara CHIARA ALBERTINI
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