martedì 9 dicembre 2014

INTERVISTA A FRANCESCA BURASCHI



Ciao Francesca, benvenuta nel mio blog. Raccontaci qualcosa di te.

Ciao Linda, innanzitutto ti ringrazio per il tempo e lo spazio che mi concedi. Sono Francesca e abito da sempre a Cesta, una frazione del comune di Copparo (Fe). Da qualche anno ho impugnato carta e penna e sono diventata inaspettatamente l’autrice de “I Pasticciotti”, una raccolta di storie per bambini che vede come protagonista una famiglia di allegri pasticceri.

Il diploma al Liceo Classico, la laurea con lode in Giurisprudenza, il dottorato di ricerca in ‘Comparazione giuridica e storico-giuridica’ e l’impiego presso la Banca Fideuram con sporadiche collaborazioni per la redazione di testi scolastici con la Zanichelli. Dove trovi il tempo per scrivere? 

Il tempo, infatti, è sempre poco! E si è ulteriormente ridotto da quando sono diventata mamma. In ogni caso, cerco di ritagliarmi qualche momento nei week end, che amo trascorrere a casa, in compagnia della mia famiglia. Ed è proprio grazie all’aiuto dei miei famigliari, e in particolare dei miei genitori, che posso tagliare i ponti con la realtà e dedicarmi esclusivamente alla scrittura, anche se soltanto per qualche ora.

Qual è stato l’input che ti ha fatto impugnare carta e penna?

Adoro leggere e ho sempre accarezzato il sogno di essere io, prima o poi, la scrittrice di quei sublimi racconti che avevo tra le mani. Tuttavia, scrivere un libro “per adulti” mi ha sempre spaventata: per ora mi sembra un impegno troppo gravoso e forse non sono ancora pronta! Da qui la scelta di iniziare “in sordina”, con storie brevi per bambini. Salvo poi accorgermi che, molto probabilmente, essere apprezzata dai piccoli è ancora più difficile che fare breccia nel cuore degli adulti.

Al’attivo hai molte pubblicazioni su manuali e riviste giuridiche e, nel 2010, partecipi alla venticinquesima edizione del Premio Dante con il racconto “Il rumore del mare” che si classifica secondo nella sezione prosa-narrativa . Cosa ricordi di questa esperienza?

Ricordo che, leggendo il giornale locale, mi imbattei in un articolo sul Premio Dante (che all’epoca nemmeno conoscevo), in cui si invitava chiunque avesse un racconto inedito a partecipare.  Evidentemente il momento era propizio. In Cile si era appena verificato un terremoto disastroso, con conseguente tsunami, e io partii da quel tragico evento per raccontare la storia, in parte romanzata, di una bambina che era riuscita a mettere in salvo dal maremoto la gente del suo paesello. Il racconto piacque e da lì a poco ricevetti la convocazione per ritirare la medaglia d’argento. Una bella sorpresa!

Sei anche un’appassionata lettrice e sei fondatrice del circolo letterario “BiblioTè”. Di cosa si tratta nello specifico?

La settimana dopo la laurea, mentre mi godevo il meritato riposo, mi venne l’idea di creare un circolo letterario. Così proposi questa iniziativa ad alcuni amici appassionati lettori, che mi appoggiarono prontamente. Da quel giorno sono già passati otto anni e i nostri incontri periodici non si sono mai interrotti. Ogni membro del circolo, a rotazione, propone un libro a scelta; ci diamo qualche mese di tempo per leggerlo e poi ci ritroviamo per discuterlo. Talvolta proiettiamo il relativo film o esponiamo ricerche storico-artistiche inerenti ai periodi in cui sono ambientati i libri. Le nostre riunioni, inoltre, sono un’ottima occasione per instaurare nuove amicizie (si tratta di un circolo aperto) e per gustare qualche prelibatezza in compagnia, sorseggiando una tazza di tè. Da qui il nome del circolo, che si chiama appunto BiblioTè.

Nel 2012 esordisci con i racconti per bambini e dai vita a “I Pasticciotti”. Quali tematiche affronti nel racconto e quale messaggio vuoi lanciare?

Innanzitutto, molti dei miei racconti sono legati alle tradizioni del nostro Paese e sono ambientati durante festività come Natale, Carnevale e Pasqua. In queste storie colgo l’occasione per insegnare ai giovani lettori quali siano le usanze e i cibi tipici di queste ricorrenze. Così nella storia di Natale troviamo Babbo Natale e la Befana che si prodigano per preparare un panettone che sia in grado di sfamare tutti i bambini del mondo; nel racconto di Carnevale si mangiano crostoli e frittelle e non mancano gli scherzi; nella favola di Pasqua, invece, i protagonisti sono impegnati in una caccia al tesoro alla ricerca di uova di cioccolato.
Un’altra tematica presente in tutti i racconti è il rispetto e l’amore per la natura. I Pasticciotti sanno che per preparare i loro dolci devono necessariamente servirsi delle piante e degli animali che vivono attorno a loro, ma lo fanno sempre con estrema riconoscenza: ricavano il miele dal lavoro delle api, chiedono le uova alle galline, raccolgono bacche e frutti deliziosi. Inoltre, nei miei racconti cerco sempre di evitare ogni richiamo alla violenza: per questo, ad esempio, il feroce Lupo di Montilassù e il Drago Sputafuoco non vengono uccisi (come invece accade nelle fiabe tradizionali), ma sono “presi per la gola” e resi inoffensivi dalle dolci prelibatezze sfornate dai protagonisti.
Infine, in tutte le storie si dà molto risalto al valore della famiglia. I Pasticciotti sono prima di tutto una famiglia, i cui componenti sono sempre pronti ad aiutarsi reciprocamente. Di fronte ai problemi e alle difficoltà sanno che l’unione fa la forza e, proprio grazie a questa filosofia, alla fine riescono sempre a uscirne vincitori. 

Queste pubblicazioni vedono la collaborazione di Cecilia Buraschi in qualità di illustratrice. Parlacene.

Cecilia è mia sorella e anche lei, nonostante i suoi tanti impegni, ha deciso di affiancarmi in questa avventura. Lei, in particolare, si occupa della parte grafica e ha illustrato tutti i racconti servendosi solo di carta, matita e tanta fantasia. E la cosa più incredibile è che Cecilia, prima di allora, non aveva mai disegnato, nemmeno per hobby. Nonostante ciò, i suoi disegni sono molto “professionali”, oltre che belli e colorati. E abbiamo la prova che i bambini si incantano a guardarli!

L’ultimo dei tuoi racconti è “I Pasticciotti e il Drago Sputafuoco”. Cosa troveranno i lettori al suo interno?

Nel mio ultimo racconto, i Pasticciotti sono alle prese con un Drago che, risvegliatosi dopo centinaia di anni, sta bruciando tutto il regno. Per arginare questo problema, il Re si appella a diverse “personalità illustri”, come il Principe Azzurro della Bella Addormentata, che anni prima aveva sconfitto un drago altrettanto temibile; ma ormai il cavaliere è vecchio e malandato e fallisce nell’impresa. Ci si rivolge quindi ad un medico esperto in gole infiammate, il cui intervento, però, si rivela ben presto inutile. A questo punto, allora, si fanno largo i Pasticciotti, che preparano un semplice ciambellone all’acqua e lo offrono al Drago. E sarà proprio questo dolce a placare le ire furibonde del mostro, con un finale inaspettato!

 http://pasticciotti.it/drago-sputafuoco/











Come nasce l’idea per questa avventura?

Da sempre i draghi popolano l’immaginario collettivo dei bambini. Un po’ come i lupi, presenti in molte favole. Pertanto, volevo scrivere una storia che vedesse come protagonista questo animale mitologico. Ma non lo immaginavo particolarmente cattivo…o meglio, cercavo un drago che potesse in qualche modo redimersi. Da questa idea è nato il Drago Sputafuoco e…non aggiungo altro: leggete la storia! 

Quali consigli daresti agli autori che vogliono avvicinarsi alla letteratura per bambini?

L’unico consiglio che mi sento di dare è quello di essere estremamente spontanei. Per parlare ai bambini bisogna tornare bambini. In altre parole, chi scrive deve recuperare quella spensieratezza e quell’ingenuità d’animo tipiche dell’infanzia. 

Hai qualche altro progetto in cantiere di cui vuoi metterci a parte?

Per  il momento non ho particolari progetti letterari e mi sto prendendo una “pausa di riflessione”. Non nascondo, però, che ho molta voglia di coinvolgere i Pasticciotti in un’altra avventura e prometto che, presto o tardi, lo farò.

E’ stato un grandissimo piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo per tutto!

Per seguire Francesca   I PASTICCIOTTI

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