domenica 3 gennaio 2016

Racconto - Un magico incontro

Avvolta dalla brezza di un giorno d'inizio Aprile, mi sento finalmente serena.
Amo restare seduta in riva al mare, con la sabbia che mi solletica i piedi nudi, qui nel luogo che è stato teatro del nostro dramma. Ricordo quel giorno lontano come fosse ieri: il mare agitato, il cielo scuro e le nubi minacciose; tristi presagi del dramma che si sarebbe compiuto.
Era tutto così diverso quando lo incontrai per la prima volta: la spiaggia era deserta, il cielo di un azzurro intenso e io così innocente, ignara dell'amore e del futuro.
 
Il sole stava già spuntando all'orizzonte e i gabbiani si inseguivano all'orizzonte. Ero felice quel giorno: la sera innanzi, ero stata ammessa alla facoltà di medicina, avevo appena diciannove anni e la vita mi sorrideva.
Fu in quell'istante che lo notai e niente fu più come prima. Ricordo i suoi capelli chiari, la pelle d'alabastro, il torace esile: somigliava a Febo, mentre rincorreva il suo cane dal pelo bianco.
Li guardavo giocare e un sorriso fiorì sulle mie labbra vermiglie. Lo stomaco mi si strinse in una morsa, il cuore batteva veloce e un nodo mi cinse la gola.
Non mi ero mai sentita così ... e poi accadde qualcosa di magico: lui alzò gli occhi dalla riva, mi fissò e, senza nemmeno rendercene conto, camminavamo già l'uno verso l'altra, arrestandoci a pochi passi di distanza.
Potevamo quasi sfiorarci e poi quel bacio: uno solo, intenso, struggente, travolgente. Mi sentivo come proiettata verso una nuova dimensione.
Non gli chiesi il suo nome e non gli dissi il mio. Ci sorridemmo. Lui mi pose una sola domanda.  
Due settimane dopo, mi apprestavo a raggiungere uno sconosciuto presso un altare in fiore, correndo incontro a un futuro carico di promesse.
Dopo quel giorno, la mia vita mutò, tutto il mio mondo si trasformò, ma ero felice... eravamo felici ed innamorati.
 
Accade sempre così: è in momenti come questi, quando senti di non desiderare altro dalla vita, quando ti senti completa, che la sorte smette di sorriderti e ti volta le spalle. Sono questi gli istanti che s'imprimono, indelebili, nella memoria, inquinando per sempre il tuo futuro.
Ricordo quel giorno come fosse ieri: ricordo i suoi occhi rassegnati, la voce tremante e le mie lacrime che non mi facevano respirare.
 
Di ritorno dal lavoro, non lo trovai a casa e raggiunsi la spiaggia, sapevo di trovarlo lì nel nostro angolo fuori dal mondo; ero felice, impaziente e piena di speranze per il nostro futuro.
I miei occhi ridevano quando mi fermai a pochi passi da lui, ma capii subito che qualcosa non andava; scorgevo il peso che lo opprimeva, schiacciandolo sulla sabbia umida. Gli sedetti accanto; poco distante, alcuni bambini giocavano, ignari del dramma che stavamo vivendo.
Come anni fa, dalla sua bocca non uscì che una parola. La conoscevo bene, ero un medico.
Mi strinse le mani, come allora, trasmettendomi una coraggio che non provava, ma i miei occhi non ridevano più, la voce mi mancava, incapace di uscire, come la meravigliosa notizia che recavo quel giorno. Sarebbe rimasta sepolta in me, insieme alla creatura che stava crescendo nel mio ventre.
Davanti ai miei occhi, scorrevano le immagini di teneri neonati, bambini innocenti e vite spezzate da quella stupida, terrificante parola: LEUCEMIA.
Restammo stretti, l'uno tra le braccia del'altra, per un tempo infinito. Ascoltavamo il mare e le sue onde agitate dal vento insistente, nemico, che ci faceva rabbrividire, ora.
 
L'aria del mattino continua a sferzarmi il volto, ma non mialzerò  da questa riva deserta, non ancora. Presto dovrò rientrare a casa e svegliare la mia splendida bambina.
Ogni volta che poso gli occhi su di lei lo rivedo; quando la stringo al cuore, avverto il suo amore. Non posso vederlo, ma so che lui è qui con me, portato dal vento d'inizio Aprile, come in quel lontano giorno d'estate.
Anche allora fu il vento a portarlo da me e, forse un giorno, questo stesso vento tornerà a prendermi pe riportarmi da lui.
Me ne resto qui, sola, ma mai sola veramente, ad aspettare, a sperare di rivederlo comparire, mentre rincorre il suo cane dal pelo bianco.
Mi riconoscerà, mi bacierà e tutto avrà di nuovo un senso.

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