Ciao Alessandra, bentornata nel mio blog. Raccontaci
qualcosa di te.
Ciao Linda! È sempre un piacere tornare a trovarti e
scambiare quattro chiacchiere con te e con i lettori del tuo blog. Chi è Alessandra
Paoloni? Me lo sono sempre chiesta anche io... ma se dovessi rispondere in
poche parole, direi che sono una ragazza semplice, senza troppi grilli per la
testa; abito in un paese alle porte di Roma e vivo da sola con una gatta
dispettosa, ma affettuosa. Sono una zia molto impegnata, con i miei quattri
nipoti che mi danno sempre da fare. Faccio la volontaria nella biblioteca del
mio paese, perché credo che sia fondamentale diffondere sempre di più l'amore
per la lettura. Non ho un lavoro fisso e mi barcameno tra mille impegni. Guardo
parecchie serie tv e adoro passeggiare. Adoro anche mangiare... ma non so se
questo può essere incluso tra le passioni.
Quando si è accesa in te la scintilla della scrittura e dove
trovi il tempo per scrivere?
Si è accesa molto tempo fa, quando ero soltanto una
ragazzina piena di sogni che viveva in un mondo tutto suo. Di quella ragazzina,
oggi, purtroppo è rimasto ben poco, se non la perseveranza di andare e avanti e
provare ancora e ancora a rendere concrete le fantasie che proprio non vogliono
abbandonarmi. Il tempo per scrivere si è ridotto, purtroppo. Ma il pensiero è
sempre lì, alle storie che attendono di essere raccontate.
Lavori nella Biblioteca di Marcellina e sei membro della Pro Loco
del paese. Raccontaci qualcosa di più su questa esperienza a contatto con i
lettori.
Putroppo, quello che faccio nella biblioteca non è un vero e
proprio lavoro retribuito, ma volontariato. Tuttavia, sono orgogliosa della
piccola realtà che si sta costruendo piano piano. Ho la possibilità di
organizzare letture animate, incontri con autori (tu ne sai qualcosa) e
convegni letterari. Fare associazionismo richiede impegno e tempo, ma vorrei
lasciare qualcosa nel posto in cui vivo. Tutti dovremmo farlo. Siamo soltanto
di passaggio, e mi preme lasciare qualcosa di me a chi resterà quando non ci
sarò più. Lo faccio per questo, soprattutto.
Nel 2012, esordisci con La stirpe di Agortos. Perché avevi
scelto lo pseudonimo?
Perché il titolo "La Stirpe di Agortos" era di un libro già edito da
un'altra casa editrice. Anche se, ora come ora, non rifarei questa scelta.
Piuttosto, ripubblicherei con il mio nome.
I tuoi romanzi spaziano dal paranormal, al romance
all’erotico. Quale ti appassiona di più e perché?
Bella domanda! Amo ogni genere, in realtà, perché questa
doversità mi permette di spaziare con la fantasia, di misurarmi con i miei
limiti e di poter dare voce ai miei pensieri, che sono sempre differenti a
seconda del momento in cui vivo. Ma, se dovessi proprio scegliere, allora direi
il fantasy. Con il fantasy puoi dire e fare di tutto. Parlare per metafore,
celare i pensieri, raccontare tra le righe.
Ti sei avvicinata anche alla poesia con Gli Ardenti Deliri.
Cosa ti affascina di questo genere letterario?
La musicalità delle parole. La poesia è metrica e musica,
anche se "Gli Ardenti Deliri" in realtà sono dei monologhi scritti in versi. Li
adoro. Resteranno, credo, il mio libro meglio riuscito.
Tra le tue tante opere ricordiamo “Le infinite probabilità
dell’amore”. Di cosa si tratta?
Questo è il mio primo romance. Un libro che ho scritto per
puro divertimento. Avevo voglia di leggerezza in quel periodo, ed è nata questa
storia frizzante e romantica che, poi, la Newton Compton ha inserito nel suo
catalogo. È una storia molto semplice, d'amore, adatta a ogni età; vorrebbe farci capire che, a volte, i viaggi e le mete migliori sono le persone e
non soltanto i posti.
E, sempre per Newton, esce Non aspetterò che te. Lasciacene un
assaggio.
"Non aspetterò che te" è una novella erotica che ho adorato
scrivere, per la complessità dei personaggi. Soprattutto lui, Lorenzo, un tipo
poco raccomandabile che ha commesso molti errori della sua vita ma che, poi,
soccombe all'amore. Confesso di avere in cantiere una sorta di seguito, sempre
una novella... vedremo.
Un assaggio? L'incontro di Lorenzo e Clarissa. Un incontro
insolito, a una festa in maschera.
[...] «Siete molto bella questa
sera, mia signora».
Clarissa, a quelle parole,
scoppiò a ridere. «Dài, piantala. Chi diamine
sei? Non ti ho mica riconosciuto, sai?»
«Sono il Fantasma dell'Opera.
Per servirvi».
Lo sconosciuto la lasciò
andare ma solo per fare un inchino, a causa del quale il suo mantello scuro
svolazzò.
Clarissa alzò un sopracciglio. Sapeva che altri due magazzinieri erano entrati in azienda, lavorando part time, ragazzi che aveva visto di rado. Magari, quel tizio poteva essere uno di loro. Oppure, il Fantasma non era nient'altro che un amico eccentrico del suo eccentrico capo.
Clarissa decise di stare al gioco. «Servirmi, eh? E quali servizi vorresti offrirmi, questa notte?». Si accorse troppo tardi della frase fraintendibile.
Il Fantasma dell'Opera sghignazzò e le si avvicinò.
Clarissa sentì il proprio cuore accelerare i battiti, senza una ragione. Su quella terrazza non erano soli, c'erano altre persone mascherate che chiacchieravano o flirtavano, quindi non aveva motivo di avere paura. Eppure, le ginocchia iniziarono a tremarle. Non riuscì a frenare la mano, mentre si sollevava per strappare via la maschera e scoprire chi vi si celasse sotto. Ma le sue dita non arrivarono mai a destinazione perché lui le bloccò, imprigionandole tra le proprie.
Clarissa si ritrovò a fissare prima quegli occhi verdi e profondi, nei quali perdersi, poi il volto coperto per metà e irriconoscibile.
Clarissa alzò un sopracciglio. Sapeva che altri due magazzinieri erano entrati in azienda, lavorando part time, ragazzi che aveva visto di rado. Magari, quel tizio poteva essere uno di loro. Oppure, il Fantasma non era nient'altro che un amico eccentrico del suo eccentrico capo.
Clarissa decise di stare al gioco. «Servirmi, eh? E quali servizi vorresti offrirmi, questa notte?». Si accorse troppo tardi della frase fraintendibile.
Il Fantasma dell'Opera sghignazzò e le si avvicinò.
Clarissa sentì il proprio cuore accelerare i battiti, senza una ragione. Su quella terrazza non erano soli, c'erano altre persone mascherate che chiacchieravano o flirtavano, quindi non aveva motivo di avere paura. Eppure, le ginocchia iniziarono a tremarle. Non riuscì a frenare la mano, mentre si sollevava per strappare via la maschera e scoprire chi vi si celasse sotto. Ma le sue dita non arrivarono mai a destinazione perché lui le bloccò, imprigionandole tra le proprie.
Clarissa si ritrovò a fissare prima quegli occhi verdi e profondi, nei quali perdersi, poi il volto coperto per metà e irriconoscibile.
Nel 2016 esce Descendes. Cosa troveranno i lettori al suo
interno?
"Descendens" è una storia di magia e di forti legami
familiari. Al suo interno, i lettori troveranno la storia di una ragazza che
deve cambiare, maturare, crescere. A causa di stegonerie attuate da una nonna
mai conosciuta, la protagonista dovrà tagliare i ponti con il suo passato e
costruire una nuova se stessa. C'è amicizia, amore, colpi di scena... un calderone di situazioni.
Un romanzo rivolto a qualsiasi età, perché non si smette mai di crescere.
Quali tematiche affronti e quale messaggio vuoi trasmettere?
Il messaggio che vorrei trasmettere ai lettori è quello di non perdere la speranza, anche se la vita ci mette di fronte dure scelte e dure prove. I problemi ci plasmano e ci fanno cambiare. È il corso naturale delle cose. Dunque, mai perdersi d'animo di fronte alle difficoltà, ma continuare a combattere la propria battaglia personale.
Il messaggio che vorrei trasmettere ai lettori è quello di non perdere la speranza, anche se la vita ci mette di fronte dure scelte e dure prove. I problemi ci plasmano e ci fanno cambiare. È il corso naturale delle cose. Dunque, mai perdersi d'animo di fronte alle difficoltà, ma continuare a combattere la propria battaglia personale.
Qual è stato l’input per questo libro?
Volevo scrivere un urban fantasy italiano. Con ambientazione
italiana e nomi italiani. Un fantasy quasi reale, dove i personaggi si possono
toccare con mano. E, poi, volevo ambientare il tutto in un piccolo paese,
somigliante e quello dove abito io. Uno spiraglio della mia realtà che, comunque,
mi ha formato e continua a farlo.
Il tuo ultimo progetto è Cose Strane. Descrivicelo.
"Cose strane" è un progetto che vede racchiusi al suo interno
una serie di racconti gotici. Brevi e non di semplice comprensione. La sfida
che rivolgo al lettore è proprio quella di leggerli e parlare del loro
significato. Il tema centrale è soprattutto l'ignoto, accompagnato molto spesso
dalla morte. Una parola tabù per molti che, però, fa parte di noi. È un progetto
che ho caro, che conto di riprendere in futuro, proprio per la sua singolarità
e il coraggio che ho messo nel raccontare cose... strane. Appunto.
Il tuo habitat, a mio dire, è il paranormal. Cosa ti intriga
di questo mondo e delle sue molteplici sfumature?
Direi che concordo con te. Il paranormale mi affascina,
perché accompagna alcune tematiche come la morte o l'aldilà che, nella vita,
comunque siamo costretti ad affrontare. Ci sono forze che non possiamo spiegare
con la razionalità, come l'attrazione verso l'ignoto. Siamo fatti per cercare,
scoprire, senza fermarci a ciò che ci circonda. Poi, parlare di fantasmi o
mostri, è un modo per esorcizzare la paura di essi, un altro modo di
rappresentare la realtà dove i mostri esistono per davvero e sono
impersonificati dalla cattiveria e invidia umana.
Cosa ne pensi del self publishing?
Se, da una parte, il self publishing aiuta gli autori ad
arrivare prima e subito ai lettori, in totale indipendenza e autonomia,
dall'altra ha creato una babele di opere e libri senza alcun filtro o giudizio.
Non ci si può improvvisare autori e scrittori. La scrittura è un'arte, va
rispettata e amata. E questo lo dovremmo tenere a mente sempre.
Progetti futuri?
Tanti. Troppi. Ma, per primo, vorrei ritrovare l'entusiamo di
un tempo, andato perduto a causa di problemi personali. Ci sono tante cose che
vorrei fare, scrivere, pubblicare. Mi impegnerò almeno a rendere giustizia a
quelle storie che attendono ancora di essere lette e che riposano nella mia
testa o nel mio PC.
È stato un piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo
per tutto!
Il piacere è stato mio, Linda. Come sempre.
Per seguire Alessandra ALESSANDRA PAOLONI AUTRICE
Per seguire Alessandra ALESSANDRA PAOLONI AUTRICE
Booktrailer
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