Ciao! Io vengo da un paese sulle montagne della Sila, in
Calabria, e abito attualmente a Cosenza. Ho 26 anni e ho sempre considerato
questa età come un momento di svolta per ognuno di noi, considerandola come
l’età in cui si definisce realmente se stessi e la propria vita. Tra i miei
hobbies, oltre a leggere e a scrivere, vi è il cinema. Ho una piccola curiosità
a tal proposito: ho conservato i biglietti degli ultimi sette anni in una
piccola busta di plastica. Per lo più sono i biglietti degli spettacoli di film
gothic-horror, ma vi sono anche quelli dei film storici e fantasy.
Laureata in Filosofia e Storia, hai conseguito anche la laurea specialistica in Scienze
Filosofiche, con indirizzo storico. Attualmente, sei Editor stagista presso
casa editrice. Quando si è accesa in te la scintilla della scrittura e dove
trovi il tempo per scrivere?
Ricordo di aver amato la letteratura sin da bambina. Con due
mie amiche andavamo spesso a scegliere qualche romanzo da leggere nella
biblioteca comunale del nostro paese natio, sfruttando magari anche quella
scolastica, e da lì la passione non mi ha mai abbandonato. Credo che la
scintilla per la scrittura si sia accesa sin da piccola, ma che sia stata in
grado di metterla seriamente in pratica verso i 15 anni. Il tempo per essa
riesco sempre a trovarlo dato che, senza, non riuscirei a sopravvivere.
Sei appassionata del Romanticismo e del
Decadentismo, di filosofia e della sottocultura gothic. Cosa ti attira di
queste epoche, dal punto di vista letterario?
Praticamente tutto. L’atmosfera, le emozioni che
scaturiscono da ogni parola impressa sulla pagina, la malinconia e la dolcezza
di sottofondo. L’eleganza delle parole di Byron, Shelley, Dumas, Flaubert,
Dostoevskij, Gogol, sono impareggiabili come sono impareggiabili la potenza
delle loro storie, capaci di attraversare i secoli e di sondare, ancora e
ancora, l’anima umana.
Di te affermi: ‘Spesso utilizzo il nome di un autore che amo per i personaggi dei mie racconti.”. Perché questa scelta?
Non saprei dirlo, probabilmente è un modo per sentirmi più
legata al modo di scrivere che io amo e a cui anelo. L’eleganza della scrittura
degli autori che amo mi cattura, così come mi affascinano i quadri dei pittori
che adoro. Per me, loro sono la quinta essenza dell’arte e il massimo a cui si
possa ambire.
Perché la poesia?
In realtà, sia la prosa che la poesia hanno per me un ruolo
fondamentale. La scrittura mi permette di mostrare al mondo una gamma di
sentimenti così vasta e potente che mi sarebbe quasi impossibile da esprimere a
parole. Dal vivo, in realtà, sono una persona estremamente buffa e goffa, malgrado il mio aspetto poco rassicurante, ma con la penna io sono la regina
del mio universo.
Collabori con il blog Etere, di cosa ti occupi?
Principalmente mi occupo di cultura, di far conoscere un
personaggio, magari poco conosciuto della letteratura o della storia, e di darne
il mio modesto parere, la mia visione, i significati che ne ho colto. Al
momento sto preparando molti articoli da pubblicare su di esso.
Nel 2019, esordisci con il tuo primo romanzo “Lady Selene”.
Cosa troveranno i lettori al suo interno?
Esso è un racconto lungo in forma epistolare. Viaggia su
diversi stili, il noir, l’ambientazione storica, il gothic. Naturalmente, chi
conosce i generi, non potrà fare a meno di notare le strizzate d’occhio a Poe,
tra i miei monumenti sacri ma, naturalmente, vi è molto anche del mio
personalissimo stile. Tendo, infatti, a non scrivere in maniera lineare le mie
storie, ma a fare continui sbalzi temporali grazie ai flashback. È
una caratteristica che accomuna tutti i miei scritti.
Quali tematiche affronti?
Le più svariate: dalla morte all’amore, dalla solitudine
alla lotta per la felicità. Ciò che mi piace narrare è la potenza dei sentimenti,
capaci di portare alla salvezza come alla distruzione.
Quale messaggio vuoi trasmettere?
Credo che, volontariamente o meno, i miei scritti cerchino
di lanciare un messaggio morale. Sono una persona molto lapidaria, vi è il bene
o il male e, spesso, essi non coincidono affatto con il fare comune. Agire
secondo coscienza dovrebbe essere la massima di ognuno di noi.
Qual è stato l’input per questo romanzo?
Ricordo di averlo scritto anni fa e di averlo rivisto
nell’ultimo anno. Volevo semplicemente raccontare una storia, raccontare il mio
punto di vista su determinate tematiche. La violenza delle donne, che nel
romanzo è rilegata al 1869, purtroppo non è affatto un tema ormai superato.
L’orrore cammina accanto a noi ogni giorno, e non lo vediamo o facciamo finta di
non vederlo. Ci voltiamo dall’altra parte facendo finta di essere brave
persone.
Il libro si sviluppa anche nell’Ottocento. Sei appassionata di
storico?
Certamente. Questo romanzo è diviso in due epoche: la
contemporaneità e la fine dell’Ottocento. Sono due storie parallele che,
inevitabilmente, si intrecciano tra loro. Credo che il romanzo storico sia
molto complesso e che, per portarlo alla luce, servano moltissimo tempo e fatica.
Progetti futuri?
Sto lavorando a due romanzi, un romance fantasy e un romanzo
gothic più oscuro. Mi piacciono gli amori tormentati, almeno nei libri. Sto
scrivendo anche una serie di racconti horror che spero di poter pubblicare in
un unico volume.
È stato un piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo!
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