Oggi, vi presento il romanzo storico di Francesco Grimandi, dal titolo L'eremo nel deserto.
Andiamo a conoscerlo nel dettaglio!
SINOSSI: Palestina,
Anno Domini 1196.
L’incoronazione di
Enrico VI di Svevia, secondogenito di Federico I Barbarossa, ha posto in essere
la temuta unione di Impero e Regno di Sicilia, avversata dal Papa e dalla Chiesa,
imponendo un nuovo modus vivendi carico di conseguenze sul piano politico.
Anche la caduta di Gerusalemme (1187) ha costretto a nuove priorità e solo
un’altra crociata potrebbe ristabilire le pretese di dominio della cristianità
sull'Oriente. In questo scenario si svolge la vicenda del romanzo, ovvero dei manoscritti
rinvenuti nelle grotte presso un eremo sperduto nel deserto. Una cronaca di misteriose
morti e sparizioni perpetrate tra le mura monasteriali che Guigo, uno dei
novizi, dovrà dipanare prima che sia troppo tardi, mentre qualcuno è disposto a
tutto pur di scoprire il segreto degli antichi rotoli di pergamena dimenticati
per secoli e protetti da un oscuro codice.
Eccovene un assaggio!
[...] - Glorificemus - sussurrò la voce.
Un numero esiguo di monaci indugiava ancora negli stalli dello scriptorium.
Il tramonto era calato da poco, facendo sprofondare nel buio l’ampia sala e, già
all’esterno, apparivano le prime timide stelle.
La luce sottile delle candele rompeva a tratti le tenebre, svelando
nei suoi guizzi l’austera imponenza del luogo. Due file di colonne lo
attraversavano, reggendo gli aguzzi costoloni che si innervavano nel soffitto e
la teoria di finestre altissime che gli cingeva corona.
Un leggìo troneggiava al centro, dominando i banchi posti sotto le
finestre e gli scaffali addossati alle pareti colmi di preziosi codici; una
fitta selva di coste in pelle brunita e di legature d’oro si levava a baluardo
contro l’oblio degli uomini.
Metalli preziosi e avori si alternavano a stoffe e pelli, in file
che correvano parallele nel vasto ambiente; lo sfarzo degli smalti e delle
gemme non eclissava, tuttavia, la bellezza del cuoio sbalzato a secco, con fregi
e figure, o irrobustito da borchie cantonali e fermagli.
L’odore delle antiche carte, mescolato a quello molto più sottile
del silenzio, avvolgeva lo scriptorium. Un’invisibile moltiplicazione di
spazi, secondo calcoli sapienti, aveva prodotto quella proporzione tra quanto
stava in piano e quanto in alto, che lo distingueva in ogni sua parte senza mai
cedere nell’aspetto per molti versi rigoroso. [...]
L'AUTORE: Francesco
Grimandi, appassionato di storie e di misteri, appare con alcuni racconti nelle
antologie Delos. Il suo primo romanzo storico, "Affresco Veneziano",
è presente su Amazon assieme a "Il soffio della morte", un noir storico
ambientato nella Bologna del '300, e "L’Orizzonte di Aton", un’antica
indagine sulla morte del faraone Akhenaton.
Un suo racconto nella Venezia del
XVI secolo, "La riva di Biasio", è stato pubblicato nel numero 1323
de "Il Giallo Mondadori". Finalista al premio Gran Giallo Città di Cattolica - Myfest 2017.
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