Oggi, per la rubrica Passi d'Autore, vi presento il romanzo storico La Legione venuta dal Mare di Ivan La Cioppa.
Andiamo a conoscerlo nel dettaglio!
Silvia Camolese lo ha letto per noi!
SINOSSI: Sono tempi incerti per l’impero romano. L’imperatore Nerva non ha le capacità per governare e il generale Marco Ulpio Traiano cerca di fare il possibile per difendere il limes danubiano. Approfittando di questa situazione precaria, i barbari sono diventati irrequieti lungo le sponde del Danubio. Ai soldati della leggendaria Legio I Adiutrix, stanziata a Brigetio, è demandato il compito di combattere gli infidi Iazigi e salvare alcuni commilitoni catturati. Il decano Caio Flavio Aquila e i suoi compagni, sprezzanti del pericolo e con un diverso modo di combattere rispetto agli altri soldati di Roma, lotteranno strenuamente e faranno onore all’aquila della propria legione.
753 A.C. - L’imperatore Nerva è incapace di governare Roma, e il generale Marco Ulpio Traiano si impegna strenuamente per difenderne i confini.
Caio Flavio Aquila, a soli quindici anni, si arruola nella prestigiosa Ledio I Adiutrix, ritrovandosi a lottare contro i barbari e salvare alcuni commilitoni.
Caio riuscirà nell'impresa? La missione è dura e densa di pericoli, c'è il rischio di non fare più ritorno; cosa gli riserverà il futuro?
L'ambientazione è storica e molto accurata, i riferimenti a usi e costumi dell’epoca sono precisi e dettagliati. Ci troviamo a Roma, nell’anno
753 a.C, durante il breve dominio di Nerva nel periodo
detto “principato per adozione”, in cui l’imperatore veniva scelto non
per dinastia di sangue, ma per merito acquisito sul campo di battaglia. Siamo, quindi, tra due impertatori: l'attuale Nerva e il futuro Traiano.
La caratterizzazione dei personaggi è soddisfacente.
Il protagonista è Caio Flavio Aquila, vice-centurione della speciale
Legio I Adiutrix, che combatte per terra e per mare, i cui
soldati sono addestrati al normale utilizzo delle armi e ai
combattimenti corpo a corpo, ma anche all’utilizzo dell’arco, alla
sopportazione del freddo, dell’acqua gelida e del dolore.
Il nome Aquila, Caio lo deve al naso sorprendentemente lungo e appuntito, ereditato dal nonno; da sempre affascinato dall’eleganza della divisa blu, dalla
brillantezza delle armi e dalla sua nomea, si arruola
nella prestigiosa Legio I Adiutrix a soli quindici anni, trovandosi a lottare contro i
barbari stanziati lungo le sponde del Danubio.
Assieme ai soldati, gli sarà affidato il compito di
sconfiggere i nemici e salvare alcuni commilitoni catturati e torturati. Coraggioso e sprezzante del
pericolo, navigherà nel buio fitto
della notte, combatterà fino allo
stremo delle forze con i compagni, pur di conseguire la missione affidatagli. Il suo pensiero
è sempre rivolto agli affetti familiari e all'amore appena sbocciato verso Durisilla, che intende sposare, una volta tornato a casa.
Dursilla è la protagonista femminile e rappresenta il grande amore di Caio Flavio Aquila. Anche se non viene descritta particolarmente, il
lettore ne percepisce la presenza costante, soprattutto nei momenti più
difficili delle battaglie. Il profondo
sentimento che lega il protagonista a lei e la voglia di tonare con un grado superiore, per poterla
finalmente chiedere in sposa, rappresentano una forza silente e ingovernabile che stimola Flavio ad affrontare
qualsiasi difficoltà.
Sono molti i personaggi che fanno da contorno, rappresentati con estrema
umanità; malgrado le personalità appena accennate, vengono tratteggiati con caratteristiche che li fanno distinguere gli uni dagli altri.
Tra i compagni di Flavio, ricordiamo Aulo e la sua religiosità, elemento di forte
coesione e importanza nell’Antica Roma; Lucio e la sua ironia, volta a
tenere sempre alto il morale dei compagni; Lucrezio e il suo rapporto profondo, quasi
paterno, con Flavio.
[...] Oltre alla consueta opera di perlustrazione in mare e per
fiume, retaggio della nostra origine marinara, noi svolgevamo compiti
che i normali legionari non erano in grado di portare a compimento, come
l’arrembaggio e la cattura di navi nemiche, sortite improvvise
all’interno di foreste impenetrabili e recupero di soldati prigionieri.
Il nostro addestramento era più avanzato e peculiare. Oltre alle
ordinarie esercitazioni con addestratori celti, germanici e sarmati, che
ci istruivano sulle loro tattiche di guerra, sull’uso della spada lunga e
del combattimento corpo a corpo senza lorica, né scudo, dovevamo temprarci al freddo, all’acqua gelida, al dolore lancinante e a
tutto ciò che poteva porsi fra noi e il nostro obbiettivo.
Questo ci
rendeva versatili, sia nella battaglia campale che nella schermaglia a
ordine sparso. Eravamo poi i soli legionari a usare l’arco, di solito
prerogativa delle coorti ausiliarie. Dovevamo essere capaci in tutto.
Questa era la nostra forza. Alla fine, eravamo soldati con una doppia
identità, legionari e ausiliari insieme.
L’autore cerca di essere storicamente quanto più accurato possibile,
entrando nelle grazie degli appassionati del genere, ma l’opera è
ugualmente fluente e si legge velocemente, senza sforzo. I dettagli sono
disseminati nel testo senza risultare mai pedanti, riuscendo così a garantire un testo adatto a tutti, anche a coloro che ritengono, pur essendone
incuriositi, il genere storico troppo “pesante".
L’intero
resoconto delle battaglie è descritto attraverso gli occhi
del protagonista, consentendo al lettore di toccare con mano la vita di un soldato militante in quella legione.
Il fascino delle
battaglie e delle incursioni, che si tenevano nell’antica Roma, è
innegabile; si percepisce la forza, il coraggio, il legame tra i
commilitoni, lo spirito di sacrificio in nome della grandezza dell’Urbe e
il profondo senso di appartenenza alla città, dimostrata con la difesa
dell’effige a forma di aquila, simbolo incontrastato della potenza di
Roma.
Il racconto della missione è incentrato su un'avventura ricca di combattimenti e momenti di tensione che, nonostante siano descritti con dovizia di particolari, non sfociano mai in un eccesso cruento. Le battaglie sono delineate in modo coinvolgente tanto che, in qualche scena, sembra di percepire lo scivolare della galea sull’acqua in un assordante silenzio.
Il racconto della missione è incentrato su un'avventura ricca di combattimenti e momenti di tensione che, nonostante siano descritti con dovizia di particolari, non sfociano mai in un eccesso cruento. Le battaglie sono delineate in modo coinvolgente tanto che, in qualche scena, sembra di percepire lo scivolare della galea sull’acqua in un assordante silenzio.
Le tematiche trattate sono: il patriottismo, il coraggio, la guerra, il potere, la vita militare, l'amore e la morte sul campo di battaglia.
Il messaggio tra le righe è relativo al senso di appartenenza viscerale alla patria e
alla bandiera che essa rappresenta: siamo di fronte a uomini coraggiosi e impavidi ma, in ognuno di loro, si cela la profonda paura della morte per mano dei nemici, e questo li rende meravigliosamente umani.
Consigliato agli amanti dei romanzi storici,delle ambientazioni dell'Antica Roma, a chi ama le storie di battaglie, di potere e coraggio, a chi cerca un testo storico accurato per conoscere meglio la Legio I Adiutrix, a chi ama i libri di avventura e di guerra.
Consigliato agli amanti dei romanzi storici,delle ambientazioni dell'Antica Roma, a chi ama le storie di battaglie, di potere e coraggio, a chi cerca un testo storico accurato per conoscere meglio la Legio I Adiutrix, a chi ama i libri di avventura e di guerra.
Silvia Camolese
(Editing a cura di Linda Bertasi)
IL VOTO DI SILVIA
Silvia Camolese
nasce a Verona, fin da piccola ha sempre preferito esprimersi
attraverso la scrittura e, per questo, è sempre stata un'appassionata
lettrice.
Laureata
in Lettere e Filosofia, lavora come impiegata presso un ufficio
acquisti, collabora con il Web-Site "Serie da leggere" in qualità di
correttrice di bozze e con il Web-Site "Ermacora nuovi confini digitali"
in qualità di redattrice.
Predilige
i noir, i romance e i drammatici introspettivi, i romanzi psicologici;
i suoi autori preferiti sono Patrick McGrath e Peter Cameron. Non ama
gli horror.
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