Andiamo a conocerlo nel dettaglio!
SINOSSI: Silfrida
è una giovane donna Gota, venduta come schiava dagli usurpatori dell’Imperatore
Teodosio e poi adottata da una coppia di romani che abita nei pressi di Verona,
sulla via Postumia. È timida e timorosa, la evitano tutti a causa della sua
origine barbara. Ma il Fato è in agguato e la sua vita verrà sconvolta per
sempre. Il Padre che credeva perduto è il temibile Alarico, a capo dell’orda di
barbari che invade il nord Italia. Partirà alla sua ricerca accompagnata da un
giovane e valoroso guerriero Goto. Ma i legionari romani sono sulle loro
tracce, la battaglia del Tanaro incombe. Riusciranno i due giovani a coronare
il loro sogno d’amore e ritrovare Alarico?
Eccovene un assaggio!
[...] C'era una quiete innaturale in quella terra boscosa, rotta solo dal lontano scroscio del fiume impetuoso. Tutti gli animali della zona erano fuggiti all'arrivo degli eserciti. L'astro infuocato era appena sorto quando Alarico si guardò intorno, prima dell’inizio della battaglia. Era un po' nervoso, incerto sull'esito: la posta in gioco era molto alta.
In lontananza intravedeva l'esercito di Eugenio, l'usurpatore. Presto i suoi Goti, affiancati ai Romani comandati dal magister utriusque militiae Stilicone e i milites romani nemici si sarebbero scontrati, decidendo le sorti dell'Impero Romano.
- Attaccate! - comandò Stilicone ad Alarico.
- Gli esploratori non sono ancora tornati a riferirti com'è il terreno, magister Stilicone - protestò seccato il capo dei Goti. - Non voglio inviare i miei uomini allo sbaraglio.
I cavalli avrebbero dato il meglio solo su un terreno pianeggiante; se li avessero lanciati al galoppo sulle colline, i nemici li avrebbero trucidati.
- Non ne abbiamo il tempo. Il nemico è troppo vicino. Avanzate! - ordinò ancora l'ufficiale romano. Gli occhi grigi di Stilicone luccicarono sinistri e il magister gli apparve come un lupo in caccia.
Vuole indebolire le truppe di Eugenio a nostro discapito.
Un sibilo di malcontento uscì dalle labbra di Alarico ma, nonostante l'inquietudine, intimò ai suoi guerrieri di avanzare verso l'avversario. Iniziò il barritus di guerra, il grido terrificante che i Goti utilizzavano per spaventare il nemico. Per rendere il suono più agghiacciante si mise lo scudo sulla bocca, imitato subito da tutti i suoi uomini. Un rumore, come di tuono, riempì l'aria nei pressi del Frigidus. Tuttavia i leoni di Flavio Eugenio non fuggirono in preda al terrore.
- Carichiamo! - impose ai suoi guerrieri, squadrandoli uno per uno quando il canto terminò.
Nonostante la vista degli avversari caduti ai suoi piedi, ad Alarico fu subito chiaro che i pagani di Eugenio avrebbero vinto, in quel giorno di sangue. Stava combattendo accanto a Wulfla e Oderic, due dei suoi più valenti e robusti guerrieri, falciando i nemici come un contadino le spighe di cereali, ma i combattenti dell'usurpatore si stavano difendendo con valore.
I cavalli avrebbero dato il meglio solo su un terreno pianeggiante; se li avessero lanciati al galoppo sulle colline, i nemici li avrebbero trucidati.
- Non ne abbiamo il tempo. Il nemico è troppo vicino. Avanzate! - ordinò ancora l'ufficiale romano. Gli occhi grigi di Stilicone luccicarono sinistri e il magister gli apparve come un lupo in caccia.
Vuole indebolire le truppe di Eugenio a nostro discapito.
Un sibilo di malcontento uscì dalle labbra di Alarico ma, nonostante l'inquietudine, intimò ai suoi guerrieri di avanzare verso l'avversario. Iniziò il barritus di guerra, il grido terrificante che i Goti utilizzavano per spaventare il nemico. Per rendere il suono più agghiacciante si mise lo scudo sulla bocca, imitato subito da tutti i suoi uomini. Un rumore, come di tuono, riempì l'aria nei pressi del Frigidus. Tuttavia i leoni di Flavio Eugenio non fuggirono in preda al terrore.
- Carichiamo! - impose ai suoi guerrieri, squadrandoli uno per uno quando il canto terminò.
Nonostante la vista degli avversari caduti ai suoi piedi, ad Alarico fu subito chiaro che i pagani di Eugenio avrebbero vinto, in quel giorno di sangue. Stava combattendo accanto a Wulfla e Oderic, due dei suoi più valenti e robusti guerrieri, falciando i nemici come un contadino le spighe di cereali, ma i combattenti dell'usurpatore si stavano difendendo con valore.
L'AUTRICE: Giovanna Barbieri ha all’attivo già numerosi romanzi. È da sempre appassionata di Storia italiana: Impero Romano, alto e basso Medioevo, Rinascimento.
Pubblicazioni:
La stratega
Cangrande - Paladino dei Ghibellini
Dell’Amore e della spada - Beatrice e Giuliano
L’accusa del sangue
Il palio insanguinato
La figlia di Freyja
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