lunedì 25 maggio 2020

Segnalazione - IL PRINCIPE FELICE E ALTRI RACCONTI - IL FANTASMA DI CANTERVILLE di Oscar Wilde (Trad. a cura di Isabella Nanni)

Oggi, torna a trovarmi Isabella Nanni, in occasione dell'uscita di una raccolta da lei tradotta.
Andiamo a conoscere meglio Il Principe Felice e altri racconti - Il Fatasma di Canterville di Oscar Wilde (Traduzione a cura di Isabella Nanni).
Il ricavato delle vendite di questa nuova traduzione verrà donato ai canili e gattili che hanno accolto gli animali rimasti orfani dei loro padroni, vittime dell’epidemia di Coronavirus.







SINOSSI: "Il Principe Felice e altri racconti" (titolo originale “The Happy Prince and Other Tales”) è una raccolta di cinque fiabe che Oscar Wilde aveva scritto per i propri figli: "Il Principe Felice", "L’Usignolo e la Rosa", "Il Gigante Egoista", "L’Amico Devoto", "Il Razzo Eccezionale". 
Pubblicate per la prima volta in un’unica antologia nel 1888, le fiabe di Wilde tratteggiano con semplicità un mondo fantastico in cui l’autore fa parlare statue e animali, oggetti e persone, per dipingere le varie sfaccettature della natura umana commuovendoci con immagini che restano nel cuore.
"Il Fantasma di Canterville" (titolo originale “The Canterville Ghost”) è un’opera giovanile di Wilde che fu pubblicata per la prima volta nel 1887. La novella è incentrata sulle peripezie del fantasma del nobile Sir Simon de Canterville che per la prima volta nella sua pluricentenaria carriera di spettro inglese non riesce a spaventare la famiglia di strampalati Americani che gli ha occupato il castello ancestrale. Lo spassoso scontro tra antico e moderno, tra Vecchia Inghilterra e Nuovo Mondo viene raccontato con leggerezza e ironia, fino all’inaspettato finale.

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L'AUTORE: Oscar Fingal O'Flahertie Wills Wilde, noto come Oscar Wilde (Dublino, 16 ottobre 1854 – Parigi, 30 novembre 1900), è stato uno scrittore, aforista, drammaturgo, giornalista e saggista irlandese dell’età vittoriana, esponente del decadentismo e dell’estetismo britannici.
Autore dalla scrittura apparentemente semplice e spontanea, ma sostanzialmente molto raffinata e incline alla ricerca del bon mot (ovvero della battuta di spirito), con uno stile talora sferzante e impertinente egli voleva risvegliare l’attenzione dei suoi lettori e invitarli alla riflessione. È noto soprattutto per l'uso frequente di aforismi e paradossi, per i quali è tuttora spesso citato. Le sue opere, tra le quali – in particolare – i suoi testi teatrali, sono considerate dai critici dei capolavori dell’Ottocento.

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