sabato 7 dicembre 2013

INTERVISTA A SONJA RADAELLI



Ciao Sonja, benvenuta nel mio blog. Raccontaci qualcosa di te.

Sono stata una bambina vivace e curiosa, una ragazzina temeraria e impicciona, una studentessa modello, una giovane donna posata e diligente, una mamma attenta, una sposa divertente e poi …e poi sarà il tempo che ancora mi è concesso che farà di me quel che sarà.

Ti dedichi alla professione di stilista , negli anni ’80, crei la casa di moda ‘Esserpelle’. Raccontaci di questa esperienza, com’è nata e quali le emozioni che ti sono rimaste dentro?

Mia  madre è stata negli anni cinquanta compagna di studi di figurino di Valentino, si proprio, quel Valentino, erano molto amici all’epoca e ancora conservo dei disegni di abiti meravigliosi realizzati da mia mamma in quel periodo. La moda è sempre piaciuta ad entrambe e spesso disegnavamo  una accanto all’altra, immaginando una linea di moda tutta nostra. Il sogno si realizza quando mio padre mi concede un 'openspace' dove poter realizzare i nostri modelli. Sarò solo io a proseguire nel sogno, perché mamma si ammala di una malattia che non da scampo e non può seguirmi in quest’ avventura. È primavera e devo preparare la mia prima collezione. Non ho esperienza sul campo e mi affido alle mani esperte di due abilissime sarte e di una modellista fantastica. Negli anni ottanta la pelle è molto richiesta, confeziono la prima collezione in pelle, è un successo! E da qui è sempre un crescendo, nel 1988 mi sposo e nel 1990 nasce il mio primo figlio, Fabrizio Edoardo.  Fare la mamma mi rende felice, l’azienda va a gonfie vele, ma il tempo che posso dedicare all’Esserpelle diminuisce, un compratore straniero mi offre di acquistare il marchio e decido di vendere. Non esco completamente dal giro della moda e divento consulente  dei nuovi proprietari. Mi diverto moltissimo durante quel periodo anche perché le responsabilità diminuiscono e posso dedicarmi alla famiglia.  

Ma la scrittura è sempre vissuta dentro te, qual è stato il tuo primo approccio a questo mondo?

Piano piano i miei interessi cambiano ed è proprio mio figlio a ispirarmi a scrivere, dapprima fiabe, poi mi butto sui fantasy. Scrivo racconti per Fabrizio e per i suoi amici, il genere fantasy accende la mia e la loro fantasia. Qualche tempo dopo è un insegnante della scuola di mio figlio a commissionarmi i primi racconti. Sono scritture semplici, che lasciano aperte molti finali che i bambini completano a loro piacimento. E’ un progetto molto interessante e mi dedico a questo con grande entusiasmo.

Saltuariamente pubblichi dei racconti nel sito www.ali di carta. Di cosa si occupa questo sito?

E’ un sito rivolto agli scrittori emergenti, è stato fondamentale aver trovato questo canale per farmi conoscere. Molti concorsi ai quali ho partecipato e case editrici che mi hanno contattato “spulciano” questo sito ed è attraverso Ali di carta che ho avuto i primi contatti editoriali.

Partecipi a diversi concorsi letterari, tra i quali il ‘Premio Tedeschi’ su invito della Mondadori, dove il tuo racconto  “Al bar” vince un premio eco solidale. Parlacene.

Il premio Tedeschi è stata la mia prima vera esperienza, era un romanzo giallo ambientato sul lago Maggiore. Arrivo tra i finalisti ma non vinco nulla,  è comunque un bel trampolino ed è stato gratificante essere stata scelta .
“Al Bar” è il mio primo racconto umoristico. Vinco una bottiglia di vino e un salame e una fascia in raso con scritto  “ 1° classificato” Fantastico!

Nel 2006, esce il tuo romanzo d’esordio “Il Cappello di Panama”. Segue il progetto a quattordici mani “La Corte degli Arcani”. Questa collaborazione m’incuriosisce, come siete riusciti a fondere tanti stili eterogenei?

"Il Cappello di Panama" è il mio gioiellino, mi è piaciuto tantissimo scriverlo e far sognare tanta gente, c’è magia nel racconto e sono stata molto felice di aver scritto una storia per adulti dove l’elemento magico non è visto solo come un ingrediente per racconti per bambini.
"La Corte degli Arcani" è stata una sfida. Eravamo tutti autori emergenti impegnati a scrivere lo stesso romanzo attraverso le parole dei personaggi che ognuno di noi ha pensato di far agire all’interno della storia.  E’un giallo ambientato in una vecchia casa di ringhiera che affaccia sul Naviglio. E’ stato accolto benissimo da pubblico e critica e noi ci siamo divertiti un mondo.

Nel 2009, il tuo racconto “L’abito da sposa” viene inserito nell'antologia “Ti parlerò di me” e, nello stesso anno, collabori alla realizzazione del documentario “Antartide”. Cosa ricordi di questa esperienza?

"L’abito da sposa" è un racconto delicato.  "Ti parlerò di me" è una raccolta di racconti dove gli oggetti parlano di sè. L’ispirazione mi è arrivata osservando una giovane donna che guardava incantata un abito da sposa che era esposto in un negozio vicino a casa mia.
“Antartide” è stata un esperienza nuova. Un regista e produttore amico aveva documentato con le immagini una spedizione  scientifica. Il mio compito è stato quello di commentare attraverso le parole ciò che lui e i componenti della spedizione vivevano quotidianamente. E’ stato un lavoro complesso non essendo stata partecipe in prima persona, ma alla fine il risultato è stato ottimo. I testi sono stati poi tradotti in inglese e per quanto ne so il documentario è ancora materiale didattico nelle scuole americane.

Nel 2010,  pubblichi il romanzo a quattro mani “Corsia Preferenziale”, acclamato da pubblico e critica. Di cosa tratta e quali difficoltà hai incontrato nello scrivere in collaborazione con un altro autore?

"Corsia Preferenziale" è l’insieme dell’esperienze vissute in prima persona da una taxista milanese in vent’anni di guida di un taxi. Cira Somella è la protagonista reale . La mia collaborazione come coautrice è stata principalmente quella di rendere adeguati  alla lettura le sue esperienze .

Nel novembre 2012, esce “Una moglie imperfetta” con il quale ti classifichi in quarta posizione al Premio Circe nel 2013. Cosa troveranno i lettori al suo interno?

Intrighi, passione, un corollario di personaggi incredibili eppure molto simili a quelli che incontreresti ogni giorno per strada. È un romanzo che sta riscontrando molto successo. I lettori sono coinvolti dalla trama e la mia scrittura semplice sembra l’arma vincente.


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Quali tematiche affronti nel tuo libro e come nasce l’idea per “Una moglie imperfetta”? 

"Una moglie imperfetta" è lo specchio della nostra società, la storia è tinta di giallo quando vengono rinvenuti cadaveri due anziani accuditi dalla moglie del medico di base di Bregulio (nome di fantasia) di un piccolo borgo affacciato sul lago Maggiore. E’ una morte sospetta, il ruolo di badante con secondi fini e non ultimo il duplice omicidio dei due vecchi da parte della moglie del medico, Teresa, mette in subbuglio il paese che da sempre ha malvisto la donna. attraverso la lettura scopriamo come i personaggi si pongono di fronte all’infausto evento e come le dicerie possono sconvolgere la vita di una persona.
L’idea di questo romanzo,nasce dalla volontà di raccontare una storia che non da nulla di scontato e che cercare la perfezione nelle persone è praticamente impossibile. 
 
Dal febbraio 2013, partecipi al programma "Parole in libertà" presso il carcere di San Vittore a Milano. Parlaci di quest’interessante iniziativa di cui sei curatrice e ideatrice.

E’ un progetto al quale credo fortemente e che sta dando i suoi frutti. Alla sezione femminile le detenute sono impegnate a scrivere un romanzo a più mani che come ben sai è qualcosa che io ho già realizzato con altri autori. Attendo gli eventi. Chi volesse seguire le giornate dal carcere può sbirciare la mia pagina fb o la pagina fb di 'Una moglie imperfetta'. Le prime giornate che ho trascorso tra le sbarre sono documentate da dei miei resoconti. Ora non avrebbe più molto senso, la vita c’insegna che ci si abitua a tutto e purtroppo anche alle sbarre.

Hai altri progetti in cantiere?

Si sto scrivendo un altro romanzo, veramente è quasi finito, per ora lo lascio sulla scrivania in attesa che i personaggi s’ambientino un pochino e poi gli darò il tocco finale. Di solito sono proprio i miei attori che m’indicano il finale, quindi aspetto un loro cenno.

E’ stato un piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo per tutto!

E’ stato un piacere essere intervistata da te. Un grazie ancora per lo splendido lavoro che fai per noi scrittori e arrivederci alla prossima volta.


Per seguire Sonja      UNA MOGLIE IMPERFETTA

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