mercoledì 7 ottobre 2015

Le autrici EWWA - INTERVISTA A ELISABETTA MODENA



Ciao Elisabetta, benvenuta nel mio blog. Raccontaci qualcosa di te.

Ciao a tutti e grazie di ospitarmi sul blog; sono una persona semplice, sposata e mamma di 4 ragazzi. Sono molto curiosa e riflessiva, paziente, con una grande immaginazione. Amo stare in mezzo agli altri, osservo le cose e le persone attorno a me, prendo spunto da tutto quello che mi colpisce e lo riverso nella scrittura. Adoro leggere, guardare film e serie tv (cose mirate, non amo la tv di sottofondo in casa), ascoltare musica e passeggiare. Non sono una gran cuoca, ma devo farlo visto la famiglia numerosa che mi ritrovo. 

La laurea in filosofia, l’impiego d’insegnante, un marito e quattro figli. Dove trovi il tempo per scrivere?

Beh adesso non insegno più, l’ho fatto solo per quattro anni. Si trattava di volontariato in un seminario missionario. Ho smesso quando è arrivata la nostra terza figlia. In realtà, il tempo per scrivere l’ho sempre trovato ed è una cosa di cui mio marito si è sempre stupito: la mia tenacia. Quando i bambini erano piccoli scrivevo mentre loro dormivano, o di sera su un vecchissimo pc che impiegava un’eternità ad accendersi. E’ stato un bellissimo regalo quando mio marito e mia sorella mi hanno comprato il primo portatile. Adesso scrivo tutti i giorni un paio d’ore la mattina, mentre i ragazzi sono a scuola (in estate è più dura). Due ore sono poche, però è come la goccia che scava la roccia: negli anni hanno preso vita tanti romanzi, di cui gli ultimi sono su Amazon e Kobo.

Di te dichiari: ‘Nei miei libri ci sono amore, avventura, caratteri decisi e scelte forti, ma anche umanità, realismo e fede’ Approfondiamo questa dichiarazione.

E’ semplice: sono una persona credente e quando dipingo un personaggio, talvolta mi esce di lui anche la parte spirituale. Questo perché per me corpo e anima sono inscindibili (come dice Aristotele, ah ah). E’ così anche nella mia vita: sono due aspetti ugualmente importanti. Ecco dunque che i miei personaggi hanno spesso dei risvolti in cui emergono “problemi di coscienza” insieme a dubbi, incertezze, insoddisfazioni, ma anche gioie, momenti felici… tutto quello che contraddistingue la vita quotidiana. Credo che l’umanità di un personaggio sia riprodurlo esattamente come sarebbe se fosse vivo, immaginandolo sotto tutti i suoi aspetti: in questo senso ne esce un quadro realistico (spero), in cui ogni personaggio deve scontrarsi con le gioie e i dolori di tutti i giorni. E’ per questo, ad es., che non amo molto il chick-lit perché lì c’è l’iperbole, le situazioni sono tragicomiche e portate all’eccesso; sono più vicini alla mia sensibilità il romance alla Jane Austen, o il romanzo di formazione.

Hai collaborato su vari blog, magazine e siti con articoli, recensioni e interviste. Quali di queste esperienze ti ha stimolato di più?

Ogni esperienza mi ha lasciato qualcosa, ho conosciuto scrittrici e persone professioniste, cortesi e disponibili, che mi hanno aiutato a crescere nel mio lavoro. Con alcune sono tuttora in contatto e possono sempre nascere collaborazioni. Con i magazine è gratificante vedere i propri racconti in edicola; come redattrice è bello scrivere un articolo perché è un po’ come andare a caccia di tanti elementi e collegarli insieme, in maniera approfondita. E poi si conoscono realtà nuove, stimolanti… essendo io curiosa per natura, ho una mente sempre attiva!

La tua passione per la fantascienza ti ha portato alla collaborazione con “Future Shock”. Parlacene.

E’ stata una delle mie prime collaborazioni, che mi ha dato soddisfazione per la qualità degli articoli e dei racconti pubblicati, e la professionalità dei colleghi redattori. E’ una rivista cartacea, nazionale, che arriva in casa di centinaia di lettori. E’ stato mio marito a farmi scoprire la science fiction e non ho più smesso: leggo soprattutto i classici, e ogni anno scrivo almeno un racconto. Poi recensisco libri, film, quello che mi colpisce.

Nel 2008 partecipi al Premio Nazionale Tabula Fati con il racconto “La rovina” con il quale rientri tra i finalisti. Cosa ricordi di questa soddisfazione?

Ah ah… non pensavo minimamente di averlo superato, tanto che non mi sono più interessata. E’ stata una cara amica a dirmi che il mio nome era nell’articolo apparso su Fantascienza.com o qualcosa del genere, non ricordo più…

Nel 2010 esordisci con lo young adult “Il guardiano delle menti”. Di cosa si tratta?
Un romanzo di fantascienza per ragazzi edito dalla 0111 Edizioni. E’ stato il mio libro d’esordio, ero molto contenta. Finalmente i lettori potevano comprare un mio romanzo senza che fossi io a venderlo direttamente (prima li stampavo in tipografia o su Lulu). La fantascienza è complessa da scrivere perché bisogna coniugare fantasia e verosimiglianza: qui narro l’incontro di un cyborg-agente segreto e di una studentessa di nome Ranja. S’innamorano, ma la loro storia è subito a rischio perché l’atmosfera terrestre sta per essere minacciata da gas tossici, cui solo i robot possono sopravvivere. Il ragazzo-cyborg, aiutato da Ranja e dal padre di lei, correranno una corsa contro il tempo per restituire all'umanità la speranza di vivere. Ho cercato di approfondire la relazione tra i due, e le implicazioni che ne derivano. Il robot si considera umano, mentre la ragazza gli fa notare che è stato “assemblato”, non ha la libertà che contraddistingue gli uomini. Ma è davvero solo la libertà che contraddistingue l’essere umano dagli animali? O è invece la capacità di amare?

Nel 2012 pubblichi il primo volume della saga "Heaven in Love", dal titolo “Sorpresa da un angelo”. Daccene un assaggio.

Un estratto? Ok. E’ la storia di un angelo che scende sulla terra per aiutare la ragazza che protegge. Un po’ come gli angeli di Wim Wenders ("Il cielo sopra Berlino"), il protagonista scopre che essere umano è meraviglioso e “pesante” al tempo stesso, e alla fine se ne andrà, sopraffatto dal quasi fallimento della sua missione (mancano i capitoli finali, non faccio spoiler!). Delle lettrici dopo aver letto il romanzo mi hanno detto di aver rivisto in dvd "City of angels" con Nicholas Cage, un altro film che richiama il mio libro. Ecco un momento in cui Nathanael racconta a Benedetta qualcosa di sé (è narrato in prima persona da lei). E’ lungo ma rende l’idea:

[...] «Cosa facevi prima di essere spedito a sorvegliarmi?»
Nat arcuò un sopracciglio. «Prima che tu nascessi?»
Non mi ero mai posta il problema. Ora, chissà perché, mi veniva in mente.
«Mai sentiti i cieli di dantesca memoria?»
«Vagamente. Si fanno in quinta superiore, quindi l’anno prossimo. Vuoi dire che te ne stavi nel tuo a trastullarti in compagnia di altri angeli?»
«Detto così suona ridicolo.»
«Sentiamo. Da quale cielo discendi?» Ero davvero curiosa.
Si fece serio. «Il primo. Il cielo della Luna.»
«Che figata!»
«Modera il linguaggio!» sospirò spazientito.
Questa volta fui io a sbuffare. «Come si sta lassù?» mitigai.
Nat ci pensò, tamburellando con le dita sul volante. Guidava lentamente per non correre il pericolo di slittare con le ruote sull’asfalto ghiacciato.
«Si sta bene…» Ma l’esitazione con cui lo disse mi indusse a credere che non fosse proprio così.
«Vuol dire che il Paradiso è proprio come lo descrive Dante? Con tutti quei cieli che girano in tondo, e dentro cui stanno i beati?»
Nat rise. «No, è solo un modo di narrare qualcosa che per l’occhio umano è indescrivibile. Però ti assicuro che su, in Paradiso, ci è piaciuto molto il poema di Dante, ed effettivamente noi angeli siamo suddivisi secondo una rigida gerarchia celeste.»
«E ciascun grado occupa un cielo dantesco…»
«Pensa quello che vuoi: il Paradiso è inenarrabile. Se l’idea dei cerchi di aiuta, allora va bene.»
«Tu sei nel più basso. Non ti dispiace?»
Sul volto di Nat apparve un sorriso dolcissimo. «Come potrei dispiacermi di qualcosa che ha pensato per me il mio Creatore fin dall’inizio dei tempi? Non potrei mai. Non ne sarei capace.»
«Ho capito. E com’è stare qui sulla terra? Con un corpo?»
Adesso il sorriso di Nat si spalancò, rivelando una gioia profonda. «Sono felicissimo di essere qui con te. Visibile. Vedi, ho riflettuto parecchio su cosa significhi possedere un corpo.»
«E…?»
«Significa familiarità, vicinanza. Potersi toccare. Non so se puoi capire… la mia vita come puro spirito era colma, sazia, non mi mancava nulla; però con il corpo, con questo corpo, ho fatto esperienza della gioia che procurano le piccole cose quotidiane. Ti ho custodito per diciassette anni, ora finalmente posso guardarti, toccarti, parlarti e… e non mi basta mai», ammise con un certo imbarazzo. «Posso servirti meglio con il corpo, e sinceramente fa male anche a me il pensiero che dovrò separarmene… se solo potessi restare…» mormorò come stesse pensando ad alta voce.
«Vuoi dire che potresti fermarti
Era la prima volta che sentivo dalle labbra di Nat questa possibilità. [...]

Nel 2013 pubblichi il romance "Un matrimonio davvero speciale", con il quale ha riscontrato un discreto successo.  Perché il romance?

Insieme alla fantascienza e al young adults, è l’altro genere in cui mi sento a mio agio. Anzi, è il genere che preferisco. Sono nata come lettrice di romanzi rosa e storici, le mie scrittrici del cuore sono Jane Austen, Charlotte Bronte, Elizabeth Gaskell, Irene Nemirovsky, Paullina Simons… quando scrivo romance sono perfettamente a casa.

Nel 2014 esce il racconto “Inferno sola andata. Un racconto di vita in Centrafrica” i cui proventi sono dati in beneficenza all'associazione Jango Be Africa. Perché questa scelta?

Volevo fare qualcosa di concreto per aiutare gli altri, con una cosa di cui sono capace: la scrittura. Mi aveva colpito tantissimo la vicenda del rapimento delle studentesse nigeriane ad opera di Boko Haram. Ho fatto delle ricerche e ho scoperto che in Centrafrica la situazione era altrettanto dura, tuttora c’è una guerra civile di cui si parla pochissimo. Ho mandato delle mail per chiedere a missionari del posto una collaborazione, e uno mi ha risposto. Da lì è nato il racconto, i cui proventi li devolvo per intero. E’ un racconto realistico, la cosa più difficile che abbia scritto.

Nel 2014 segue anche il secondo appuntamento della saga "Heaven in Love",  con il romanzo“Nascosto ai tuoi occhi” e, nel 2015, esce il capitolo conclusivo “Together”. Cosa troveranno i lettori al suo interno?

E’ una saga che mi ha portato via quasi cinque anni di lavoro. Il primo romanzo è un classico urban fantasy, avevo in mente la saga di "Twilight" (e simili) ma volevo scrivere qualcosa con gli angeli; è un libro in cui ci sono una bella storia e bei dialoghi. All’inizio finiva tutto lì, ma poi è piaciuto e le lettrici mi hanno chiesto un sequel: lì ho iniziato a chiedermi come si sarebbe trovato un angelo, una volta divenuto umano al 100% (secondo romanzo) e così ho virato al romanzo di formazione di stampo classico. Il mio personaggio maschile è tormentato, deve scoprire la sua nuova natura, deve capire cosa vuole raggiungere nella vita e se gli interessa ancora stare con Benedetta. Il terzo è un romance classico: finalmente si sono rimessi insieme e, dopo varie vicissitudini, arriveranno al coronamento della loro storia d’amore.


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Quali tematiche affronti e quale messaggio vuoi trasmettere?

E’ una trilogia in cui vorrei trasmettere un messaggio positivo: che la vita è bella (ah ah, sembra il film di Benigni) e che le prove si possono superare, grazie anche all’aiuto del soprannaturale, per chi ci crede (tante lettrici mi hanno ringraziato per aver dato “corpo” ai tre arcangeli Gabriele, Michele e Raffaele, presenti soprattutto nel secondo e terzo romanzo). Con questo non voglio dire che i protagonisti da soli non combinano nulla di buono: la forza per superare le difficoltà devono trovarla dentro di loro, ma qualche volta un aiutino fa comodo.

Sei membro dell’associazione EWWA. Di cosa si occupa nello specifico e consiglieresti l’associazione alle tue colleghe?

L’ho già consigliata, e con successo! Mi piace perché si tratta di un’associazione rivolta a donne che lavorano nell’ambito dell’editoria: autrici, grafiche, traduttrici, libere professioniste, agenti letterari, editrici. Il bello è che c’è davvero uno spirito di collaborazione e aiuto reciproco, si respirano positività, energia, voglia di darsi una mano e di mostrare che la narrativa femminile, anche rosa, non è di serie B (o ancora meno), ma ha un suo intrinseco valore come proposta per le lettrici di oggi.

Con l’associazione partecipi all’antologia “Italia: terra d’amori, arte e sapori” con il racconto “Tre”. Di cosa si tratta?

Una donna separata da poco, che torna nella sua città (Verona) per una ricorrenza familiare. E’ un racconto sulle coincidenze: lei vorrebbe trovare la forza per uscire da una situazione che la deprime, per caso incontra un’amica che non vedeva da tantissimo tempo, parlano, da cose nasce cosa e intuisce che questa nuova amicizia potrebbe essere l’inizio di una rinascita interiore.

E partecipi anche all’antologia culinaria promossa da EWWA dal titolo “Ricette dall’Italia: terra d’amori, arte e sapori” con la ricetta “Risotto all’isolana”. Parlacene.

E’ uno dei miei piatti preferiti, sono nata ad Isola della Scala, la terra dei risotti! Come potevo non scrivere una ricetta simile?

Hai qualche progetto in cantiere?

Un nuovo romance, dovrebbe uscire ad ottobre. S’intitola “Il mio adorabile nemico” ed è ambientato nel mondo della moda, un’altra mia passione.

E’ stato un piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo!

Grazie a te!

Per seguire Elisabetta  ELISABETTA MODENA - AUTRICE

https://www.youtube.com/c/elisabettamodenaautrice
 

2 commenti:

  1. E' davvero una ricchissima intervista, m'è piaciuto un sacco farla, grazie Linda! E grazie a tutte quelle che la leggeranno!

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