giovedì 24 marzo 2016

Segnalazione - 4 PETALI ROSSI - FRAMMENTI DI STORIE SPEZZATE di Arianna Berna, Monica Coppola, Silvia Devitofrancesco e Loriana Lucciarini

Oggi vi segnalo un'interessante iniziativa per il Sociale.
Quattro autrici italiane si riuniscono per realizzare l'antologia "4 Petali Rossi - Frammenti di storie spezzate" contro la violenza sulle donne che finanzierà la costruzione della "Casa delle donne nella Marsica", una casa-rifugio creata da centro antiviolenza BeFree di Roma.
La letteratura diventa azione culturale in questo interessante progetto. 
I proventi delle vendite saranno destiati alla costruzione della casa-rifugio in territorio abruzzese.
Un'iniziativa lodevole per aiutare e aiutarci. Ma andiamo a conoscere l'antologia nel dettaglio.



SINOSSI: Troppe volte ci sono storie che non vengono raccontate. Parole imbrigliate sotto strati spessi di silenzi che non trovano la forza di trasformarsi in grida acute e disperate. Le labbra restano serrate e ferite, a volte sanguinano come l'anima e il cuore, altre volte si sollevano appena in un impeto coraggiosa ma poi tremano forte e si chiudono, senza riuscire ad emettere nessuno dei suoni distorti che mascherano un angosciante verità. Sono storie abortite, che non nasceranno mai e che anzi, Spesso, portano alla morte: sono le storie delle donne vittime di violenze. Per provare a dare forza e voce ad alcune di loro abbiamo deciso di realizzare questo progetto mettendo a disposizione ciò che sappiamo e possiamo fare: scrivere. L'obbiettivo di questo libro contro la violenza è accendere una piccola luce in più in quel buio opprimente che troppe volte e ormai quasi ogni giorno, colpisce silenziosamente e si porta via una donna come noi.

All'interno del volume: un breve “manuale SOS” scritto da BeFree che illustra come comportarsi in caso di familiare e/o amica coinvolta in situazioni di violenza e gli elementi che possono indicare una situazione relazionale a rischio.









I RACCONTI DELL'ANTOLOGIA:

“Bella da rubare” di Arianna Berna

Il coraggio di raccontare” di Loriana Lucciarini
  
“L'equilibrio perfetto” di Monica Coppola

           “Una gabbia di vita” di Silvia Devitofrancesco.




Eccovene qualche assaggio!


[...] Aspetto il mio turno con rassegnazione, perché prima o poi toccherà anche a me. È mattina quando entrano tre militari. Uno lo riconosco: è il comandante che ha violentato Hasa e fatto uccidere i miei fratelli e zio Ivica. L’uomo ha uno sguardo e una voce che non potrei mai dimenticare. Questa volta non c’è l’anziano con lui, ma altri due paramilitari giovani, uno con il volto butterato, l’altro con una cicatrice sulla guancia sinistra. Il comandante Kunarac, questo è il suo nome, si aggira nel dormitorio come un predatore. Scruta lentamente ognuna di noi, poi il suo sguardo si ferma su di me.
“Lei” mi indica con un cenno della mano e i due soldati mi sono già accanto per portarmi fuori.
Nessuna delle donne presenti dice nulla. Zia Hasa continua a guardare il vuoto, assente. Adila mi guarda con un’espressione dolorosa negli occhi. Io già so che mi aspetta l’inferno. [...]





[...] Il gemito ora le sembrava più acuto, come se un gatto randagio si fosse introdotto in casa ed ora pretendesse, prepotente e affamato, una ciotola con un po’ di latte.
Riusciva a scorgere i contorni degli oggetti e la porta socchiusa della camera dei suoi genitori, in fondo al corridoio, da cui fuggivano flebili raggi di luce che scioglievano il buio denso.
Una cascata di tonfi amplificò l’eco di quei lamenti indecifrabili, ed Anne trasalì.
Era ormai accanto alla porta socchiusa, e con il cuore in tumulto accostò l’orecchio.
Colse frammenti di parole, vocaboli lividi impastati di rabbia e troncati a metà dal fragore di altri schianti.
Le dita minuscole si arrampicarono sul bordo della porta per scostarla appena: quella che le apparve, sotto i riflessi fiochi di un abat-jour riversa sul pavimento fu un’immagine distorta che non voleva mettere a fuoco.
Anne ebbe la sensazione che due estranei avessero rubato il posto ai suoi amorevoli genitori. Quella donna terrorizzata, rifugiata in un angolo, sommersa da schegge di oggetti frantumati, non poteva essere sua madre.
Quell’uomo con i tratti del volto deturpati da una collera sconosciuta, i gesti impazziti con cui sventrava ogni cosa, non poteva essere suo padre.
No, non era possibile.
Quella non poteva essere la stessa persona che le allacciava le scarpe, le comprava lo zucchero filato, le dava il bacio della buonanotte sottovoce per non svegliarla, quando rientrava tardi dall’ufficio. Fissò i suoi occhi e le sembrò che una bramosia avesse divorato la sua identità. [...]





LE AUTRICI:  
Arianna Berna, laureata in giurisprudenza, è uditor in una multinazionale e vive a Treviso.
Monica Coppola è
aureata in lettere, vive a Torino dove si occupa di marketing e comunicazione
Silvia Devitofrancesco, è una giovane laureata in lettere di Bari e collabora con una casa editrice.
Loriana Lucciarini, romana trapiantata a Viterbo, è impiegata in un sindacato.


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