Per la seconda segnalazione di oggi per la collana Reloaded di YouFeel - Rizzoli, vi presento il Mood Erotico con il romanzo di Morgana D. Baroque dal titolo "Nelle mani del nemico".
Ma andiamo a conoscerlo più da vicino.
Parola d'ordine: Anche la
belva più crudele può essere domata dalla dolcezza.
SINOSSI: La dolce e sensibile Lilibeth ha lunghi boccoli castani e occhi color zaffiro. Ama camminare a piedi nudi e disegnare abiti, ma deve farlo di nascosto, perché Lilibeth non è una donna libera: è totalmente succube di suo marito Bennet, un uomo violento e vile che non avrà scrupolo a cederla in pegno a Sergey Krasnov, potente e temuto uomo d'affari russo. Sergey crederà di trovare in Lilibeth una donna volgare da usare a proprio piacimento: i modi delicati della giovane donna riusciranno a placare la natura dominatrice della Bestia del Nord?
Raffinato e impetuoso assieme, come le nature opposte e
complementari di Lilibeth e Sergey, “Nelle mani del nemico” è un viaggio sensuale
e sorprendente verso la scoperta dell’eros, del coraggio, della libertà.
DOVE TROVARLO: https://www.amazon.it/dp/B01HIKNXTY/
Eccovene un assaggio!
Con calma abbassò lo sguardo sul suo corpo nudo e Lilibeth lo vide serrare le mascelle, come se stesse trattenendosi dal fare qualcosa di violento.
La grande mano dell’uomo le sfiorò il seno delicato con il dorso di due dita e lei trattenne visibilmente il respiro.
Sergey abbassò la mano e la guardò negli occhi a lungo, compiaciuto nel vederla sostenere il suo sguardo penetrante.
«Nella gabbia» le ordinò asciutto.
Lilibeth si diresse verso la gabbia, ma la sua voce la trattenne.
«No. A quattro zampe» le disse.
Lilibeth si mise in ginocchio e gattonò fino alla gabbia, con Sergey poco dietro di lei che la seguiva, guardando il suo corpo sinuoso muoversi felinamente.
Giunse alla gabbia aperta ed entrò, richiudendola dall'interno. Restò seduta al centro, guardando Sergey in silenzio.
Lui camminò attorno alla gabbia senza distogliere gli occhi dai suoi. Sorrise soddisfatto e andò a versarsi da bere, per poi riavvicinarsi alla gabbia. [...]
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