lunedì 23 aprile 2018

INTERVISTA A ELISABETTA MOTTA


Ciao Elisabetta, bentornata nel mio blog. Raccontaci qualcosa di te.

Ciao Linda! Felice di essere ancora una volta tua ospite.  Ormai mi sento a casa, qui da te! Chi ha già letto le precedenti mie interviste sa che sono calabrese ed orgogliosa di esserlo, anche se sono andata via dalla mia città che è Catanzaro, quando avevo 18 anni, per frequentare l’università a Roma. Le circostanze della vita, mi hanno portato successivamente a Pavia, dove mi sono sentita accolta a braccia aperte, per poi ritornare a Roma. Ed è qui che tutt’ora risiedo con mio marito e i miei due figli. Sogno però di ritornare un giorno a Catanzaro, alle mie radici, ai miei affetti più cari e, dove a un passo da casa, c’è un mare stupendo che amo. Che altro dire di me… Sono una persona determinata, disponibile, riservata e sincera. La mia passione per eccellenza è la lettura. Quando ho tempo, mi piace fare giardinaggio o andare in giro per mercatini dell’antiquariato, alla ricerca di libri antichi e porcellane inglesi, preferibilmente bianche e blu.

Sei traduttrice dall’inglese all’italiano e autrice di diversi romanzi. Come si è accesa questa tua passione?

Lavoro come traduttrice in ambito editoriale da molti anni. Il passaggio ad autrice è stato spontaneo e naturale. Ho incominciato a scrivere d’impulso, sinceramente senza mai pensare di potere pubblicare un romanzo. Invece è successo, e devo un enorme grazie alla mia agente letteraria Alessandra Bazardi che ha sempre creduto in me, e anche a delle coincidenze fortunate. E sono contentissima!

Il romance, perché?

Perché amo questo genere e perché il romance ha un happy ending assicurato. E in una realtà, spesso amara e difficile, trovo che lasciarsi trasportare in un mondo che regala sorrisi, emozioni, passioni e tenerezza, sia positivo.

Nei tuoi romanzi predominano le descrizioni puntigliose e l’attenzione per profumi e colori. Tua caratteristica che, personalmente, amo. Parlacene.

Sì, è vero, le pagine che scrivo sono dense di descrizioni che spaziano dalla caratterizzazione dei personaggi, ai ritratti della natura e degli ambienti, arricchiti da particolari. Anche la semplice decorazione di una tavola o il dettaglio di un arredo sono immagini che se tratteggiate in maniera efficace colpiscono positivamente il lettore perché sono così reali che sembrano saltare fuori dalla pagina agli occhi di legge. E poi amo i profumi della natura, gli odori di una casa, di una sala da tè, di una panetteria, o di un qualsiasi altro luogo che mi evochi dolci ricordi e che mi piace trasferire in ciò che scrivo. Credo che tutto questo il lettore attento lo percepisca e lo gradisca.

Hai pubblicato diversi romanzi con Rizzoli. Com’è la tua esperienza con una Big? E cosa pensi del Self Publishing?

La mia esperienza con Rizzoli è stata molto positiva e mi ha regalato soddisfazioni ed emozioni.  Posso dire la stessa cosa di Leggereditore che mi ha fatto sentire accolta in “casa” con grande entusiasmo. Per quanto riguarda il self publishing, per me questo è un mondo sconosciuto e che non mi attrae, almeno per il momento. Penso che gli autori indipendenti debbano essere abili a percorrere una strada non semplice, perché oltre a essere scrittori devono sapere essere editor, grafici, devono pensare a promuoversi. Un bell’impegno e anche un grande rischio, immagino. Ma c’è chi ottiene grandi gratifiche e successi con il self.

Esordisci nel 2014 con “Incontro Veneziano”. Come è cambiata la tua scrittura a oggi?

Credo, e spero, di essere cresciuta come autrice. Ho acquisito una maggiore esperienza derivata dal confronto e dal lavoro di squadra che ho sperimentato pubblicando con una casa editrice. E poi, nei romanzi nati dopo Incontro veneziano, c’è un qualcosa cosa in più: la certezza della pubblicazione.  Dunque, mi sono messa a scrivere davvero, e non più “per gioco”.
 
Tra i vari tuoi testi ricordiamo anche “Emozioni a fuoco lento” edito da Leggereditore. Cibo e amore, parlaci di questo connubio.

Un connubio vecchio quanto il mondo. Cucinare è un atto d’amore, un segno d’affetto, un modo anche per stuzzicare la passione. Una golosa pietanza, secondo me, scatena le stesse reazioni che suscita la vista di un bell’uomo in una donna, se ci pensi. Desiderio, piacere, voglia di assaggiare, estasi. E poi, diciamo la verità, non c’è niente di più sexy di un uomo in grembiule che sa destreggiarsi tra i fornelli.  

Puntiamo l’attenzione su "La casa nel blu", un romanzo che ho personalmente recensito e amato. Cosa troveranno i lettori al suo interno?

Ti ringrazio. Mi fa molto piacere che tu abbia apprezzato “La casa nel blu”. Questo romanzo è un’intensa storia d’amore tra due persone che hanno tutto dalla vita ma che si ritrovano all’improvviso a dovere fare i conti con un destino avverso. E poi c’è lei, la grande quercia che considero la terza protagonista del romanzo perché è testimone dell’amore di Sara e Andrea e partecipa alla loro vicenda umana. Ho amato anch’io molto scrivere questa storia che ha un’ambientazione davvero particolare. La casa nel blu del titolo non è altro che una deliziosa casetta costruita su una vecchia quercia che si erge fiera e maestosa in mezzo a una sconfinata distesa di lavanda. Ed esiste davvero!


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Quali tematiche affronti?

Il rapporto di coppia di fronte all’impossibilità di avere un figlio. Un tema scottante, ma purtroppo spesso ricorrente nella realtà.

Quale messaggio vuoi trasmettere?

La vita, anche se a volte ci riserva dei momenti difficili, ci regala anche delle gioie. Io mi sforzo di crederci, sempre.

Qual è stato l’input per questo libro?

Una conversazione ascoltata per caso, mentre ero seduta sulla poltrona del mio parrucchiere. Immediatamente, sotto i colpi di spazzola e phon, la storia ha preso forma nella mia testa. Non vedevo l’ora di tornare a casa e incominciare a scrivere di quel luogo al limite tra sogno e realtà di cui avevo sentito parlare. L’idea è stata accolta con grande entusiasmo e così è nato “La casa nel blu”.

Un consiglio per gli emergenti che si affacciano al panorama letterario?
 
Bisogna affidarsi a un bravo agente letterario, avere tanta determinazione e andare avanti nonostante le difficoltà e gli ostacoli che s’incontrano, con l’umiltà di sapere riconoscere i propri limiti.

Progetti futuri?

Sì, quelli ci sono sempre. Incrocio le dita e spero di parlarvene presto.

È stato un grande piacere ospitarti nel mio blog, in bocca al lupo per tutto!

Come sempre, il piacere è stato mio, Linda. Grazie ancora per la tua ospitalità e crepi il lupo!

Per seguire Elisabetta  ELISABETTA MOTTA

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