Ciao Elena, benvenuta nel mio blog. Raccontaci qualcosa
di te.
Mi chiamo Elena Corsini, ho 43
anni “suonati” e vivo con mio marito e mio figlio Lorenzo, a Castel d'Aiano
(Bo) un paesino di 1800 anime nell'appenino tosco emiliano. Sono un Ispettore
di Polizia Municipale, ho sempre amato molto le materie giuridiche e il mio
percorso di studi è stata la diretta conseguenza di questa mia passione; mentre
lavoravo come agente di Polizia Municipale, mi sono laureata in giurisprudenza
all'università di Bologna, sono stati anni meravigliosi quelli passati in Via
Zamboni sede della facoltà; per me studiare è stato un vero privilegio e nel
2015 ho conseguito, nello stesso ateneo un master in “politiche di sicurezza”.
I miei amici sono rimasti molto stupiti quando gli ho raccontato di aver
scritto un libro e per di più, d'amore, forse molti si aspettavano da me, più
uno stile da “signora in giallo”, tenuto conto della mia professione e del mio
percorso universitario: crimini efferati, autopsie e sangue ovunque, nulla di
più lontano dalla mia scrittura che volutamente si discosta da ciò che faccio
per vivere, una professione che spesso sento quasi ingombrante .
La laurea in Giurisprudenza, il Master in Politiche di
sicurezza e il lavoro come responsabile di un Comando di Polizia Municipale.
Dove trovi il tempo per scrivere e come si è accesa in te questa passione?
Ahhh!!! Il tempo per fare ciò
che ti piace, il tempo si trova sempre! Per me scrivere, è una forma di
meditazione, volendo estremizzare il concetto quasi una forma di allucinazione,
perchè solo tu sei in grado di vedere “la storia”, inizio a scrivere alle 11.00
di sera quando mio figlio e mio marito vanno a dormire e mi ritrovo ancora
china sul PC alle 5.00 di mattina, ma nulla è fatto con fatica, scrivere mi
riconcilia con il mondo.
Nel tempo libero fai anche volontariato. Parlacene.
Nel tempo libero faccio il
mestiere più bello del mondo, LA MAMMA e collaboro con l'Associazione “NON
BASTA UN SORRISO ONLUS” che ha sede a Vignola (Mo). Questa associazione opera
nella Repubblica democratica del Congo e aiuta i bambini a sopravvivere in un
paese dove la vita umana e in particolar modo quella dei minori vale meno di
zero, sono molto orgogliosa di aiutare i membri di questo ente benefico, Lucia,
il Presidente dell'associazione mi chiama “IL GENERALE” perchè ho l'ingrato
compito di richiamare i genitori “a distanza” quando si dimenticano di qualche
appuntamento importante, e anche qua, però, in un qualche modo, faccio sempre
la mamma.
Dichiari: ‘La realtà non ha solo zone bianche o nere, ma
anche zone grigie, dove spesso si trova confinato l’uomo, nella sua continua
lotta tra il bene e il male.’ Approfondiamo questa dichiarazione.
E' stato un percorso lungo e travagliato,
riconoscere a me stessa che non esiste in assoluto il: giusto-sbagliato,
bianco-nero, vero-falso...anche il mio percorso di studi non è stato un caso,
giurisprudenza, il diritto, la panacea di tutti i mali! Hai violato una norma? C'è la sanzione che ti punisce, e lì, è certa! Ma poi, diventando grande, ho
capito che spesso la norma è lì, non a tutela del più debole.
Se poi parliamo di animo umano e
allora lì, le zone grigie, sono tante! Chi può dire di non aver mai fatto un
commento cattivo su qualcuno, di essersi sempre comportato bene? L'uomo, fin
dalla notte dei tempi si trova coinvolto nell'eterna lotta tra il bene e il
male e spesso, rimaniamo confinati nella zona grigia, una sorta di: “Ti sei
comportato abbastanza bene, ma non benissimo! “
La tua prima lettura è stata “Cime tempestose” per poi
passare a King. Perché questi generi
tanto distanti? Quale ti rappresenta meglio?
“Cime tempestose” secondo me è la
storia d'amore per antonomasia, ogni donna almeno una volta nella vita,
vorrebbe essere come Catherine per trovare il suo Heathcliff, nel libro ci sono
tutti gli ingredienti giusti: l'amore puro tra due adolescenti, il romanticismo
che solo una storia d'amore così straziante può avere, tutto, sapientemente
descritto da Emily Bronte.
King nelle sue opere, descrive il
disagio, se si è abbastanza attenti lo si trova in quasi tutti i suoi libri, il
disagio giovanile, quello delle periferie, in “It” o in “Stand by me” è
innegabile questo richiamo, ma nei suoi romanzi King, secondo me vuole dare una
sorta di messaggio ai suoi lettori, dimostrando che i “mostri” contro i quali
devono combatter i suoi protagonisti, possono essere sconfitti e quindi la
paura può essere esorcizzata.
In realtà, tutti e due i generi
mi rappresentano, magari in momenti diversi della mia vita, ho amato leggere più un genere rispetto
all'altro, ma non mi sento di dire che uno dei due mi rappresenta di più,
coesistono in me, senza sopraffazione.
Nel 2016 esordisci con “Aspettando l’eclissi”. Cosa
troveranno i lettori al suo interno?
Volevo regalare il sogno, lo so
posso sembrare un cliché con questa dichiarazione...ma era questo che volevo
regalare ai miei lettori, una bellissima storia d'amore, con una protagonista
forte, nessun esempio di donna, sempre al limite della trasfusione di sangue,
in “Aspettando l'eclissi” la protagonista è una donna forte che riconosce le
sue debolezze ma non ne viene schiacciata, una donna che cerca di non subire la
vita, ma di dominarla per quanto le sia possibile, fino a quando non incontrerà
LUI, l'Heathcliff di “Aspettando l'eclissi”.
E' un libro che è piaciuto molto
anche agli uomini, ho cercato di utilizzare un registro comunicativo, spero ben
equilibrato, tra romanticismo e ironia e questo è piaciuto molto agli uomini
che l'hanno letto.
Quali tematiche affronti? Quale messaggio vuoi
trasmettere?
La tematica centrale è
sicuramente legata alle numerose difficoltà che deve affrontare una giovane
madre single, in un mondo del lavoro, che non ti perdona nulla, una società che
ti chiede di scegliere: o di essere donna lavoratrice o di essere madre.
Qui abbiamo un esempio di donna
che vuole emergere, fare carriera , che adora il ruolo di madre ma che non
vuole essere relegata solo a quello, un messaggio a tutte le donne, perchè si
può essere allo stesso tempo: ottime professioniste e buone madri.
Qual è stato l’input?
Veramente non c'è stato un input,
era una storia che avevo in testa da molto tempo, da anni, un giorno mi sono
detta: "Ora o mai più!" e ho iniziato a scrivere, come se dovessi rispondere a
un'esigenza che non potevo più rimandare e così, senza troppo rumore è
nato “Apettando l'eclissi”, un libro
molto di getto o meglio di cuore.
Il self publishing va per la maggiore ormai, cosa ne
pensi?
Il self-publishing non lo demonizzo, perché in questo caso è
il lettore che sceglie cosa leggere e non una casa editrice, il “consumatore”
finale quello per cui si dovrebbe sempre scrivere, toglie lo scettro della
“visibilità” a quelle grandi case editrici che mal digeriscono gli esordienti;
grandi case editrici che loro malgrado si dovranno poi piegare allo logica del
“gusto” popolare, per cui...perchè no...!
Hai qualche altro progetto in cantiere?
Qualche? Non mi basterebbe
un'altra vita per realizzare tutto ciò che vorrei fare! Mi chiamano anche vulcano
sono sempre un fermento di idee, sempre pronta a partire, a fare, insomma non è
facile stare al mio fianco e diciamo che mio marito negli anni ha dovuto
imparare a stare al passo e di questo permettimi, gliene devo dar merito;
ringraziandolo pubblicamente. Diciamo che a breve termine, voglio realizzare il
sequel di “Aspettando l'eclissi”, la storia è già lì che preme, ce l'ho in
testa e vuole uscire.
È stato un piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al
lupo!
Grazie di cuore per questa occasione, un abbraccio.
Per seguire Elena ELENA CORSINI - AUTRICE
Booktrailer
Grazie ancora Linda...grazie di vero cuore <3
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