lunedì 15 maggio 2017

INTERVISTA A ELENA CORSINI



Ciao Elena, benvenuta nel mio blog. Raccontaci qualcosa di te.

Mi chiamo Elena Corsini, ho 43 anni “suonati” e vivo con mio marito e mio figlio Lorenzo, a Castel d'Aiano (Bo) un paesino di 1800 anime nell'appenino tosco emiliano. Sono un Ispettore di Polizia Municipale, ho sempre amato molto le materie giuridiche e il mio percorso di studi è stata la diretta conseguenza di questa mia passione; mentre lavoravo come agente di Polizia Municipale, mi sono laureata in giurisprudenza all'università di Bologna, sono stati anni meravigliosi quelli passati in Via Zamboni sede della facoltà; per me studiare è stato un vero privilegio e nel 2015 ho conseguito, nello stesso ateneo un master in “politiche di sicurezza”. I miei amici sono rimasti molto stupiti quando gli ho raccontato di aver scritto un libro e per di più, d'amore, forse molti si aspettavano da me, più uno stile da “signora in giallo”, tenuto conto della mia professione e del mio percorso universitario: crimini efferati, autopsie e sangue ovunque, nulla di più lontano dalla mia scrittura che volutamente si discosta da ciò che faccio per vivere, una professione che spesso sento quasi ingombrante .

La laurea in Giurisprudenza, il Master in Politiche di sicurezza e il lavoro come responsabile di un Comando di Polizia Municipale. Dove trovi il tempo per scrivere e come si è accesa in te questa passione?

Ahhh!!! Il tempo per fare ciò che ti piace, il tempo si trova sempre! Per me scrivere, è una forma di meditazione, volendo estremizzare il concetto quasi una forma di allucinazione, perchè solo tu sei in grado di vedere “la storia”, inizio a scrivere alle 11.00 di sera quando mio figlio e mio marito vanno a dormire e mi ritrovo ancora china sul PC alle 5.00 di mattina, ma nulla è fatto con fatica, scrivere mi riconcilia con il mondo.

Nel tempo libero fai anche volontariato. Parlacene.

Nel tempo libero faccio il mestiere più bello del mondo, LA MAMMA e collaboro con l'Associazione “NON BASTA UN SORRISO ONLUS” che ha sede a Vignola (Mo). Questa associazione opera nella Repubblica democratica del Congo e aiuta i bambini a sopravvivere in un paese dove la vita umana e in particolar modo quella dei minori vale meno di zero, sono molto orgogliosa di aiutare i membri di questo ente benefico, Lucia, il Presidente dell'associazione mi chiama “IL GENERALE” perchè ho l'ingrato compito di richiamare i genitori “a distanza” quando si dimenticano di qualche appuntamento importante, e anche qua, però, in un qualche modo, faccio sempre la mamma.

Dichiari: ‘La realtà non ha solo zone bianche o nere, ma anche zone grigie, dove spesso si trova confinato l’uomo, nella sua continua lotta tra il bene e il male.’ Approfondiamo questa dichiarazione.

E' stato un percorso lungo e travagliato, riconoscere a me stessa che non esiste in assoluto il: giusto-sbagliato, bianco-nero, vero-falso...anche il mio percorso di studi non è stato un caso, giurisprudenza, il diritto, la panacea di tutti i mali! Hai violato una norma? C'è la sanzione che ti punisce, e lì, è certa! Ma poi, diventando grande, ho capito che spesso la norma è lì, non a tutela del più debole.
Se poi parliamo di animo umano e allora lì, le zone grigie, sono tante! Chi può dire di non aver mai fatto un commento cattivo su qualcuno, di essersi sempre comportato bene? L'uomo, fin dalla notte dei tempi si trova coinvolto nell'eterna lotta tra il bene e il male e spesso, rimaniamo confinati nella zona grigia, una sorta di: “Ti sei comportato abbastanza bene, ma non benissimo! “

La tua prima lettura è stata “Cime tempestose” per poi passare a King. Perché questi  generi tanto distanti? Quale ti rappresenta meglio?

“Cime tempestose” secondo me è la storia d'amore per antonomasia, ogni donna almeno una volta nella vita, vorrebbe essere come Catherine per trovare il suo Heathcliff, nel libro ci sono tutti gli ingredienti giusti: l'amore puro tra due adolescenti, il romanticismo che solo una storia d'amore così straziante può avere, tutto, sapientemente descritto da Emily Bronte.
King nelle sue opere, descrive il disagio, se si è abbastanza attenti lo si trova in quasi tutti i suoi libri, il disagio giovanile, quello delle periferie, in “It” o in “Stand by me” è innegabile questo richiamo, ma nei suoi romanzi King, secondo me vuole dare una sorta di messaggio ai suoi lettori, dimostrando che i “mostri” contro i quali devono combatter i suoi protagonisti, possono essere sconfitti e quindi la paura può essere esorcizzata.
In realtà, tutti e due i generi mi rappresentano, magari in momenti diversi della mia  vita, ho amato leggere più un genere rispetto all'altro, ma non mi sento di dire che uno dei due mi rappresenta di più, coesistono in me, senza sopraffazione.

Nel 2016 esordisci con “Aspettando l’eclissi”. Cosa troveranno i lettori al suo interno?

Volevo regalare il sogno, lo so posso sembrare un cliché con questa dichiarazione...ma era questo che volevo regalare ai miei lettori, una bellissima storia d'amore, con una protagonista forte, nessun esempio di donna, sempre al limite della trasfusione di sangue, in “Aspettando l'eclissi” la protagonista è una donna forte che riconosce le sue debolezze ma non ne viene schiacciata, una donna che cerca di non subire la vita, ma di dominarla per quanto le sia possibile, fino a quando non incontrerà LUI, l'Heathcliff di “Aspettando l'eclissi”.
E' un libro che è piaciuto molto anche agli uomini, ho cercato di utilizzare un registro comunicativo, spero ben equilibrato, tra romanticismo e ironia e questo è piaciuto molto agli uomini che l'hanno letto.


http://www.aughedizioni.it/prodotto/aspettando-leclissi/




Quali tematiche affronti? Quale messaggio vuoi trasmettere?

La tematica centrale è sicuramente legata alle numerose difficoltà che deve affrontare una giovane madre single, in un mondo del lavoro, che non ti perdona nulla, una società che ti chiede di scegliere: o di essere donna lavoratrice o di essere madre.
Qui abbiamo un esempio di donna che vuole emergere, fare carriera , che adora il ruolo di madre ma che non vuole essere relegata solo a quello, un messaggio a tutte le donne, perchè si può essere allo stesso tempo: ottime professioniste e buone madri.

Qual è stato l’input?

Veramente non c'è stato un input, era una storia che avevo in testa da molto tempo, da anni, un giorno mi sono detta: "Ora o mai più!" e ho iniziato a scrivere, come se dovessi rispondere a un'esigenza che non potevo più rimandare e così, senza troppo rumore è nato  “Apettando l'eclissi”, un libro molto di getto o meglio di cuore.

Il self publishing va per la maggiore ormai, cosa ne pensi?

Il self-publishing non lo demonizzo, perché in questo caso è il lettore che sceglie cosa leggere e non una casa editrice, il “consumatore” finale quello per cui si dovrebbe sempre scrivere, toglie lo scettro della “visibilità” a quelle grandi case editrici che mal digeriscono gli esordienti; grandi case editrici che loro malgrado si dovranno poi piegare allo logica del “gusto” popolare, per cui...perchè no...!

Hai qualche altro progetto in cantiere?

Qualche? Non mi basterebbe un'altra vita per realizzare tutto ciò che vorrei fare! Mi chiamano anche vulcano sono sempre un fermento di idee, sempre pronta a partire, a fare, insomma non è facile stare al mio fianco e diciamo che mio marito negli anni ha dovuto imparare a stare al passo e di questo permettimi, gliene devo dar merito; ringraziandolo pubblicamente. Diciamo che a breve termine, voglio realizzare il sequel di “Aspettando l'eclissi”, la storia è già lì che preme, ce l'ho in testa e vuole uscire.

È stato un piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo!

Grazie di cuore per questa occasione, un abbraccio.

Per seguire Elena  ELENA CORSINI - AUTRICE


 Booktrailer

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