Ciao Fabio, bentornato nel mio blog. Raccontaci qualcosa di
te.
Ciao Linda e grazie per avermi di nuovo ospitato nel tuo
blog. Dire di me con dieci righe non è facile ma farò il possibile per riuscirci.
Io mi chiamo Fabio Strinati, ho trentaquattro anni e vivo ad Esanatoglia, un paese della
provincia di Macerata, nelle Marche. Un posto veramente incantevole. Sono una
persona molto tranquilla, molto riservata e schiva. Mi piace nascondermi nei
miei luoghi preferiti che sono la campagna, la montagna, i boschi....Questi
luoghi mi trasmettono tutte le loro emozioni, attraverso gli odori, i suoni, i
profumi, i colori.
Sei poeta, aforista, compositore, musicista. Dove trovi il
tempo per scrivere?
Sono un umilissimo artigiano della poesia e della musica.
Questa definizione è quella che più mi
appartiene. Il tempo lo trovo all’interno del tempo; infatti, con il passare
degli anni sono diventanto molto più disciplinato e così, cerco di organizzare
le mie giornate in maniera molto più precisa ed oculata. Ci vorrebbero giornate
interminabili, questo è vero, ma è pur vero che dobbiamo fare delle scelte e
anche se scegliere non è mai facile, siamo costretti prima o poi a farlo.
Scrivere mi rende una persona libera, mentre comporre mi rende una persona
leggiadra nell’anima.
Tra i tanti concorsi, ricordiamo il 1° classificato al Premio Nazionale Sorella
Africa e la vittoria del Poetry Slam di Poeti di Periferie a Ischitelle, nel
Gargano. Cosa ricordi di queste esperienze?
Queste sono esperienze che mi porterò dentro per tutta la
vita. Ho incontrato, conosciuto persone fantastiche che mi hanno arricchito
tantissimo. I premi hanno un loro valore, ma nulla è paragonabile con l’anima
delle persone. Uno dei tanti poteri che ha la poesia è proprio questo: far
incontrare anime lontane e farle innamorare con estrema naturalezza e
spontaneità.
Hai esordito nel 2014 con la silloge “Pensieri nello
scrigno. Nelle spighe di grano è il ritmo”. Daccene un assaggio.
[...] IL SONNO
Il sonno
è un
disguido disteso
sospinto dall’ingordo
raggio dell’esistenza
dove si asserpano archibugi
pacifiche danze
l’impigliarsi una lancetta assente,
tutto stranamente sia garrulo
sia l’alterco abbuia; nella bassura
si contorce la ragna
al suo sobborgo d’assalto l’infanzia affiora. [...]
Nel 2015, esce “Un’allodola ai bordi del pozzo” che si
classifica secondo al Premio Nazionale Scriviamo Insieme. Di cosa si tratta?
Si tratta semplicemente di un libro fantasma, di un pugno di
poesie partorite da una mente molto complessa e in difficoltà. Un libro che non
ha nessuna pretesa; nulla chiede e nulla vuole ed è proprio per questo che
rimango particolarmente basito ma anche un po’ soddisfatto quando questo libro
riceve dei riconoscimenti. Un libro sicuramente molto profondo, che cerca di
buttare l’occhio proprio dove la profondità si mescola con il buio che
l’avvolge. Un libro che usa la parola come chiave per scardinare le tante
difficoltà che affliggono l’uomo in un determinato momento della vita. Siamo
costantemente sottoposti a delle dure prove, ma questo parte della vita, è
questo il gioco.
E, nel 2016, pubblichi
“Dal proprio nido alla vita”. Cosa troveranno i lettori al suo interno?
Sono molto affezionato a questo libro, lo adoro. L’ho
scritto partendo dal mio dentro e
scavando senza sosta ho trovato quel coraggio che col tempo si era un
pochettino affievolito. Mi sono scrutato affondo e questo scrutare così
morboso, mi ha permesso di far emergere in superficie tutti quei ricordi che
per un modo o per l’altro avevo (forse), volutamente rimosso. I lettori
troveranno un libro molto diretto, molto
genuino. Una scrittura semplice, lineare. I lettori non troveranno il
Fabio strinati scrittore, ma troveranno il Fabio Strinati uomo, che racconta la
sua adolescenza in maniera del tutto naturale.
Quali tematiche affronti e quale messaggio vuoi trasmettere?
"Dal proprio nido alla vita" è un libro derivato, ispirato ad
un romanzo di Gordiano Lupi che s’intitola Miracolo a Piombino. Ho letto il
libro di Lupi per ben cinque volte di seguito. Le tematiche trattate sono
l’adolescenza, la giovinezza, la fanciullezza, il coraggio, la paura, l’amore.
Nella vita, ci sono cose che non si possono toccare ma che sono fondamentali
per la qualità della nostra breve esistenza. Più che dare un messaggio, più che
trasmettere una sensazione, Dal proprio nido alla vita ha un solo compito:
essere letto. I libri vanno letti per essere capiti, ma vanno soprattutto letti
per non essere capiti. Quando vogliamo in qualche modo capire troppo una cosa,
finiamo per perderci il suo mistero, la sua totale ricchezza.
Qual è stato l’input?
L’imput ha origine dalla lettura di "Miracolo a Piombino" di
Gordiano Lupi. Mi ha colpito la sua eleganza nella scrittura. Il suo modo così
delicato di scrivere che si sposa benissimo con le tematiche trattate. Mi ha
catturato veramente tanto; Miracolo a Piombino è sempre stato il libro che
avrei desiderato scrivere fin da bambino.Parlare dei luoghi dove sei nato, dove
sei vissuto, dove hai baciato e amato per la prima volta. Raccontare le
sconfitte, le delusioni, i pianti e i dolori che non fanno altro che rafforzare
la nostra anima che ormai è già in viaggio da così molto tempo. Narrare la
propria adolescenza non è facile, ci vuole molto coraggio. ma il coraggio, è
una qualità che viene fuori proprio quando pensiamo in quel momento di non
essere affatto coraggiosi. Strana la vita!
Nella prima pagina del tuo testo compare questa
dichiarazione: “C’è molta più poesia in "Miracolo A Piombino" che in tutti i
libri di poesia che ho letto in vita mia.” Parlacene.
Può sembrare strana come dichiarazione, quasi un’iperbole,
ma ti assicuro che non è così. Sono consapevole di quello che ho scritto e
fiero di averlo scritto. "Miracolo a Piombino" è un romanzo, non un libro di
poesia, ma quando in un romanzo a prevalere è la poesia, quest’ultima assume la
sua forma di libertà infinita. In sostanza, la poesia esiste anche senza il
poeta, perchè è poesia quella linea che riesce a penetrarti dentro, senza
toccarti, senza farti male, ma lasciando il suo segno indelebile nella tua
anima.
Perché la poesia? Cosa ti cattura e ti ispira di questo
genere?
La poesia mi permette di esprimermi per quello che sono,
ovvero, un folle. La poesia si nutre di follia ogni istante, e succhia energia
in ogni dove, in ogni quando... e nella
vita sicuramente mi ha aiutato moltissimo di più la follia, che la banalità.
Adoro ogni forma di scrittura e mi piace esprimermi anche in altre forme, ma la
poesia mi vuole bene, sa come trattarmi e poi, abbiamo molto di cui parlare. In
ogni caso, la poesia non potrà mai essere banale, mentre il poeta può esserlo e
come. Un grosso rischio quello.
Hai qualche altro progetto in cantiere?
Di progetti ne ho diversi ma te ne dirò solamente due: il
mio primo progetto è vivere. Il secondo è vivere bene.
È stato un piacere ospitarti nel blog. In bocca al lupo!
Grazie ancora di cuore per avermi ospitato nel tuo spazio
Linda. A presto e grazie di nuovo.
Per seguire Fabio FABIO STRINATI
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