mercoledì 9 settembre 2015

Le autrici EWWA - INTERVISTA A VELONERO



Ciao VeloNero, benvenuta nel mio blog. Partiamo dal tuo pseudonimo, perché questa scelta letteraria?

Ciao a te Linda. Più che uno pseudonimo VeloNero è un’etichetta. L’ho già detto da qualche parte, era il nome che avevo dato alla cartella criptata dove avevo nascosto i miei racconti e VeloNero, scritto attaccato con due maiuscole era la password. Quando ho pubblicato, non sapendo scegliere un nome diverso dal mio, ho lasciato le cose così come stavano, con l’intestazione VeloNero. 
La scelta di non usare il mio nome è dettata dal fatto che ho due figlie, di cui una piccolina, e non vorrei che un domani di si trovassero in difficoltà per quello che pubblico, voglio sentirmi libera di scrivere ciò che mi passa per la testa.

Gli studi classici e una laura in sociologia. Quando si è accesa in te la scintilla della scrittura?

Non so se si sia trattato di una scintilla. Io amo le storie, non il mezzo che uso per raccontarle. Quando mi sono trovata con molto tempo a disposizione, ho provato a far vivere i miei racconti in un luogo che non fosse solo mio: il solo mezzo che avevo a disposizione era la penna, anzi il mio adorato computer.

Sei appassionata di storia e di ricerca. Cosa rappresentano per te e qual è stata la ricerca che ti ha più appassionato?

Ricerca… Io faccio sempre ricerca, su ogni cosa; la facevo anche quando non era facile ed economico come oggi. “Non fermarti a ciò che trovi sul libro”, la lezione più importante che mi abbiano insegnato, mia madre prima e i miei professori poi, non fermarmi a un solo libro, a un solo aspetto, ma cercare sempre verifiche.
Parlando di ricerche appassionanti direi che l’ultima, più che avermi appassionato, mi ha invischiato: quella su Wellington, la sua vita, le sue lettere e i suoi dispacci, che ho persino dovuto tradurre. Ho scoperto che la Storia è assai più machiavellica di qualsiasi narratore e ne precede inesorabilmente gli intenti, anche quando si parla di trame d’amore.

Collabori al blog “Babette legge per voi”. Di cosa ti occupi?

Al momento sto trascurando Babette per qualche intoppo di natura familiare, ma le avevo chiesto di poter scrivere qualcosa sul self, sulle difficoltà che ho incontrato nel mio percorso di scrittrice indipendente, farne partecipi anche gli altri magari per evitare ostacoli e tranelli che, prima o poi, inevitabilmente, si trovano sul proprio percorso.

Nei tuoi romanzi è presente sempre un pizzico di erotismo, a volte non proprio un pizzico. Perché?

La misura della scena erotica la decide la storia stessa. Il rapporto di coppia, di qualsiasi coppia, si spiega attraverso l’eros, nel modo in cui ci si rapporta a esso, motivo per cui, come spiego la psicologia e le azioni, racconto anche di come affrontano la sessualità.

Contemporaneo Vs. Storico. Chi la vince?

Vince sempre la storia. No, non la Storia, la storia.
Spiego il mio gioco di parole: i racconti prendono vita da una situazione che desidero esplorare, esempio un matrimonio forzato o i condizionamenti dei genitori. Alcune di queste circostanze risulterebbero anacronistiche narrate in un romanzo contemporaneo, per cui è la storia che racconto a scegliere obbligatoriamente il periodo e il luogo d’ambientazione.
Oggi, però, che sono un po’ stanca, ti direi contemporaneo.

Nel 2014 esordisci con il romance storico “Ritorno a Wesbury”. Daccene un assaggio.

[...] Carol non lo annoiava, anzi. Non era obbligato a conversare di cose futili, poteva stare in silenzio e bearsi della sua vicinanza, come era accaduto a Portsmouth. Aveva sempre rifuggito anche il minimo contatto con tutte le giovinette in cerca di marito, per paura che il suo nome venisse accostato a chicchessia, giacché le considerava tutte insulse e stupide, con quelle risatine affettate, tutte uguali come le bamboline nella vetrina di un giocattolaio: stesse facce, stessi sorrisi, con gli abitini rigorosamente diversi, per illudere il compratore di avere una scelta. Il solo pensiero di trascorrere tutta la vita con una gallina che gli gracidasse ordini nell'orecchio gli pareva insostenibile.
Ecco, sì, lei era l’unica donna al mondo che non lo annoiava. Le piaceva cavalcare e non si era tirata indietro quando lui l’aveva sfidata. Non vedeva l’ora di condurla con sé a caccia: Simon gli aveva confidato di averle insegnato a sparare, da ragazzina, e lei si era rivelata una cacciatrice formidabile; quando la madre si era accorta della predilezione per passatempi non proprio femminili l’aveva mandata a trascorrere gran parte delle vacanze con la prozia per allontanarla dall'influenza dai fratelli. E viceversa.
Anche lui, come Simon e Harry, si era sempre comportato con lei da camerata, doveva ammetterlo. Lui provava un vero disgusto per una certa parte del genere femminile; tutte quelle Signore che erano state prontissime ad accoglierlo nel proprio letto per tradire il marito avrebbero bollato a vita Carol come depravata per aver assistito a un incontro di boxe.
Oh no, lei non era una moglie, non era un’amante, non era un’amica, una madre… No, lei era tutto ciò che lui desiderava, lei era la sua compagna. Doveva farglielo capire.
“È quasi l’alba: è meglio che mi alzi. Tra poco quei due saranno qui ed è inutile cercare di dormire. Mi devo rendere presentabile: mi devo lavare e sbarbare. Chissà se la servitù è già in cucina”. Aveva convocato per il mattino presto il nuovo amministratore e il contabile a cui avrebbe affidato la fabbrica. “Sembrano all'altezza, ma faranno meglio a essere puntuali, se vogliono lavorare per me”.
S’alzò dal letto, s’infilò la vestaglia. Si avvicinò a Carolyn, le scostò una ciocca di capelli dal volto e le posò un bacio lieve sulla guancia… e poi un altro.
“Dio, aiutami!”. Adam ricordava ogni singolo istante passato in sua compagnia, ogni sguardo che si erano scambiati, ogni parola che si erano detti. Ricordò la prima sera, mentre la stringeva tra le braccia sulle note di un valzer. Carolyn aveva guardato oltre la sua spalla e se ne era uscita con quella frase, così giusta e vera: «E se per destino e per sorte s’incontrasse la persona giusta dopo un matrimonio affrettato?», aveva detto.
“Maledizione! Foster è l’uomo giusto e io altri non sono che il matrimonio affrettato”. Si diresse a passo rapido verso il suo spogliatoio e richiuse la porta dietro di sé sbattendola forte. [...]

Il seguito di questo tuo lavoro è disponibile in versione free sul tuo sito. Perché free?

Free perché non aggiunge nulla alla storia, non ci sono accadimenti nuovi, è un percorso di coppia, anche abbastanza piccante. Mi serve come preludio alla terza parte, che invece sarà un romanzo storico corposo, molto lungo e complesso, in fase di scrittura. In pratica, alla fine risulterà un unico lungo racconto che comincia in Inghilterra nel 1812, si evolverà in Belgio, concludendosi con il ritorno in patria nel 1816.
"Lontano da Westbury":  http://www.velonero.com/pinky-old/old/

Nel 2014 pubblichi in self-publishing “Carta bianca” che viene scelto dalla casa editrice Newton Compton e diventa un romanzo digitale e cartaceo dal titolo “Un lungo fatale ultimo addio”. Cosa troveranno i lettori al suo interno?

Il fatale addio è un romanzo d’amore, dove la Storia è sottesa, tratteggiata nei dialoghi, nei comportamenti, nelle scelte, una Storia intima, direi.  


http://www.amazon.it/lungo-fatale-ultimo-eNewton-Narrativa-ebook/dp/B00SW5CYZY/ref=sr_1_2?s=books&ie=UTF8&qid=1440577755&sr=1-2

Quali tematiche affronti e quale messaggio vuoi lanciare?

Lealtà, il sacrificio e l’onore. Valori importanti per me e su cui si misura un’epoca, un tessuto sociale. Il modo in cui ci si rapporta a essi, quando si presenta una data situazione o un ostacolo, crea i presupposti per un romanzo.

Qual è stato l’input per questo romanzo?

Una specie di sogno, nel dormiveglia. Stavo scrivendo la seconda parte di Westbury e mi sono comparsi davanti, a un tavolo da gioco fumoso, uno zio e un nipote, entrambi interessati alla medesima ragazza…

Perché il regency?
È un periodo e un luogo, l’Inghilterra della rivoluzione industriale, che conosco bene. Una scelta facile, diciamo.

Sei membro dell’associazione EWWA. Di cosa si occupa nello specifico e consiglieresti quest’associazione alle tue colleghe?

Ewwa è un gruppo fenomenale di aggregazione, supporto e scambio. Un luogo dove se gridi “aiuto!” rispondono voci amiche ed esperte per cavarti fuori dai guai, spiegarti e consigliarti e spronarti.
Migliori e progredisci con workshop e incontri. Ti senti protetta.
Lo consiglio? Sì, assolutamente.

Hai qualche progetto in cantiere di cui vuoi metterci a parte?

Sto completando un erotico con una piccola parte suspense, l’ampliamento di un romanzo breve che avevo scritto per partecipare a un concorso, poi lo sottoporrò alla CE.

E’ stato un grandissimo piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo per tutto!

Grazie a te Linda, è stato un onore.

Per seguire VeloNero VELONERO


https://www.youtube.com/watch?v=fd-OpjmgU1w

7 commenti:

  1. Che bello trovare insieme due brave autrici di storici. Bella intervista :)
    Sveva

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  2. Grazie, Linda, per la tua gentilezza e disponibilità. Colgo l'occasione per farti i complimenti per il tuo blog che mi piace moltissimo.

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    1. Grazie infinite a te per questa intervista <3 felicissima che il mio angolino ti piaccia

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  3. Bellissima intervista! Complimenti a tutte e due!

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