venerdì 27 maggio 2016

Recensione - IL TRIBUNO PRETORIANO di Pino Campo

Oggi vi presento il romanzo storico di Pino Campo dal titolo "Il tribuno pretoriano".






SINOSSI: Alla fine del terzo secolo l'Impero Romano è retto da un imperatore assai accorto e fine stratega: Diocleziano. Anche Lui però, ha dei nemici. Alcuni di loro hanno un sogno: restaurare la Repubblica alla vecchia maniera, retta solo dal Senato. Altri invece sognano solo di prendersi il suo immenso potere ordendo un complotto. Per ucciderlo viene scelto un valoroso tribuno della guardia pretoriana che, però, svolge il proprio servizio a Roma, mentre l’Imperatore ha una nuova sede: Nicomedia, in Asia Minore.
Il suo nome è Livio Ventidio e il suo più grande desiderio è proprio quello di trasferirsi in oriente. Lo fa insieme alla settima coorte di pretoriani che comanda. A tutti i costi voleva lasciare l’Urbe, finalmente ci stava riuscendo.
Il tribuno, al suo arrivo nella capitale della provincia di Bitinia, non solo non trova Diocleziano ad attenderlo, ma gli viene ordinato di affrontare la sua prima missione di guerra contro il popolo dei sarmati. Missione che lo porta assai lontano dal suo obiettivo. In questa nuova campagna conosce soprattutto l'amore e, dopo varie avventure, scontri armati contro i barbari e rischiato più volte la propria vita, riesce finalmente ad incontrare l'Imperatore…






Livio Ventidio è un tribuno pretoriano, assoldato dal senatore Pomponio per uccidere Diocleziano, il nuovo imperatore. L'uomo si sta recando nella nuova capitale, Nicomedia, per conoscere Diocleziano e decidere se continuare o meno la sua missione segreta.
Una volta a destinazione, però, viene subito inviato a Mesia per aiutare il contingente a difendersi dai Sarmati. Quello che doveva essere un viaggio sereno, si tramuta ben presto in un'avventura in cui politica e ragioni del cuore la fanno da padrone.
Cosa riserverà il destino a Livio? E quale sarà la sua decisione finale?

Partiamo dall'ambientazione; le descrizioni dei luoghi toccati dal protagonista sono perfette. Si respira l'aria del mare e del viaggio che Livio intraprende; esaustive anche le descrizioni delle fisionomie dei vari personaggi, sembra di vederli su pellicola e la magia dell'Antica Roma viene come riportata in vita dall'abile penna dell'autore.
I combattimenti, gli schieramenti e le fazioni sono chiare e precise. Ciò che dobbiamo ricordare, immergendoci in questo testo, è che siamo di fronte a un romanzo storico con tutti i connotati; lo definirei un libro per appassionati del genere in cui riscopriamo una Roma in divenire, teatro del malcontento e di complotti.





'I confini di Roma possono essere allargati a tutto il mondo... Ma a che serve aver conquistato il mondo intero se poi tutti i cittadini e i popoli che abbiamo sottomesso alla nostra grandezza non credono più a nulla o, peggio, si aggrappano a nuovi dogmi che sfociano in fanatismi estremi?'






La caratterizzazione dei personaggi è buona. Livio, il protagonista, spicca per nobiltà d'animo e tenacia. E' un uomo che ha lasciato i suoi affetti nella terra natia, che non ama la politica e, suo malgrado, se ne ritrova invischiato. Paradossalmente, nutre simpatia per l'imperatore che deve uccidere.
Ho amato anche la figura dell'Oracolo che si ripresenta in vari punti della trama e dona al testo un'aura di magia e mistero, e come non menzionare Terenzio? L'amico di Livio: colui che lo affianca, lo supporta e difende.
Il personaggio femminile da me apprezzato è Dacia che, qui, incarna l'amore e l'imprevisto. E' una prigioniera che chiederà al protagonista di aiutarla: lei non è ciò che sembra. E' forte, combattiva, intelligente e dotata di una fascino cui il protagonista non resisterà. E' interessante vedere come questa donna riuscirà a fare breccia nel cuore di un uomo che è abituato alle femmine e che, solitamente, non si lascia dominare dal cuore.





'Gli venne spontaneo chiedersi come un uomo possa essere disposto a rischiare la propria vita per inseguire un semplice sogno: fino a che punto ci si possa spingere solo per rincorrere un desiderio o le proprie aspirazioni; anche in assenza di certezza alcuna, attuando ciò a cui si è chiamati con tanta insistenza dal profondo dell'animo.'





La scrittura è particolare, avvince ma utilizza anche uno stile "difficile" per un lettore non avvezzo alle dinamiche dell'Antica Roma; all'inizio, le parole latine confondono e si ha bisogno di familiarizzare con il ritmo della storia per comprenderla appieno e goderne la trama. 
I temi trattati sono: il sospetto, il tradimento, l'amore, il complotto e la guerra. La Storia la fa da padrone in questo testo, non si limita a essere lo sfondo della vicenda, ma è parte integrante della trama, tingendosi di sfumature epiche.







'Sembrava - o voleva apparire - timida mentre cercava inutilmente di nascondere la propria bellezza; con quel suo modo di fare aveva colpito come un diretto allo stomaco ... Non molto alta, ma di forme perfette, quella donna sembrava essere la reincarnazione della Venere in persona, come lui l'aveva sempre concepita con la fantasia: l'aspelto tipico della dèa.'









"Il tribuno pretoriano" è una storia di onore e di coraggio. Un uomo che vuole tenere fede ai propri ideali, una donna che non si aspetta di incontrare, una missione da compiere, un segreto da non rivelare e, sullo sfondo, una Roma scossa da profondi mutamenti.
L'epopea di un uomo deciso a restare fedele a se stesso.
Consigliato agli appassionati dell'Antica Roma e agli amanti dei romanzi storici in cui la Storia è protagonista. 

'A Roma mi sento del tutto inutile ... Il mio braccio e la mia spada porteranno più vantaggi al'impero se ne me andrò laggiù, dove si combatte davvero.'

Nessun commento:

Posta un commento