lunedì 6 febbraio 2017

INTERVISTA A ANNARITA FAGGIONI



Ciao Annarita, benvenuta nel mio blog. Raccontaci qualcosa di te.

Sono un'anima curiosa e ricca di interessi. Abito tra i Due Mari che hanno fatto da culla all'unica colonia di Sparta e porto nella mia età i sogni dei ruggenti anni '90. Oltre a scrivere, adoro leggere e mi diverto a interpretare personaggi diversi in cosplay. Ho avuto anche l'occasione di interpretare e portare sul palco un personaggio del mio libro: un'emozione unica che mi sento di condividere con orgoglio.

La laurea in Lettere e Cultura del territorio e l’impiego come copywriter, dove trovi il tempo per scrivere? E quando si è accesa in te questa tua passione?

Il copywriter non è un impiego, è una sfida che si affronta scrivendo tutti i giorni e che ispira sempre a crescere e a formarsi. Non si tratta solo di scrittura, ma di intercettare un target, trovare le parole chiave giuste per arrivare al cuore dell'utente, invitare a un'azione e, perché no, dare anche una mano.
Il tempo per scrivere è difficile da trovare e non sempre ci si riesce: mi auguro per questo 2017 di trovare ritagli preziosi di eccellenza, dove poter far scorrere la mia vita in inchiostro. D'altra parte, sono corse tanto le lancette dalla prima volta che ho accarezzato la penna (anzi, la matita, perché scrivo le poesie a matita) tra le dita.
Non l'ho mai tenuta troppo stretta, quasi temessi di farle del male. A nove anni e mezzo si pensa che tutti abbiano lo stesso talento, ma con il tempo si impara che il mondo ha gemme preziose diverse e questo può creare splendidi arcobaleni se si sa lavorare insieme.

Sei fondatrice del Web Journal “Il Piacere di Scrivere”. Di cosa si tratta nello specifico?

“Piacere” è un piccolo sogno che si è realizzato e che cresce come un bambino di quasi sei anni. Tra poco farà le scuole elementari, ho già fatto l'iscrizione. Nato come un blog per scrittori esordienti, ora è una piccola calamita per chi deve, per lavoro o per arte, scrivere. Qualche tempo fa, il Web Journal ha aperto le porte a nuove voci, arricchendosi con le rubriche e con ospiti di rilievo.
Ne approfitto per ringraziare coloro che collaborano attivamente con il sito, sia con le loro penne, sia dedicando parte del loro tempo a leggere i contenuti. Nella vita non si arriva mai, ma è importante non accontentarsi mai.

Esordisci nel 2011 con la silloge “Canto D’Inverno”. Perché la poesia?

Perché no? La poesia fa parte di noi e ormai ne scrivevo da tempo, quindi pensai fosse arrivato il momento opportuno di mettermi in gioco, anche perché in alcune letture in pubblico le poesie erano andate abbastanza bene. La voglia di pubblicarle anche in inglese fu per me non tanto una sfida, quanto una mano tesa al mondo. Se avevo un talento, volevo saperlo e non mi sembrava giusto dimenticare nel buio quanto avevo scritto nella mia adolescenza con tanto amore.
Nel nostro mondo online/offline, si danno spesso per scontate e per morte piattaforme, oppure opere d'arte, che sono ben lontane dalla propria dipartita. La poesia è una di queste, semplicemente, come per qualsiasi epoca, ha cambiato vestito. Oggi è più facile trovare una poesia sui social network che in libreria.
Non mi voglio fossilizzare sui motivi, in realtà, non mi interessano nemmeno tanto. Chi scrive una poesia pensa all'emozione che vuole raccontare e alla metrica da usare, più che alle chiacchiere su presunti funerali.

Nel 2013 esce l’antologia “I racconti depennati”. Racconto Vs. Romanzo, chi la vince?

Non ci sono né vincitori né vinti, solo appassionanti letture. “I racconti depennati” sono stati un laboratorio di scrittura per me, un modo per fissare le idee e per mettere il punto su alcune trame di romanzi che mi ronzavano in testa da un po'.
C'è il mio passato e il mio futuro in quella raccolta. Il racconto permette di esprimerti senza perdere l'orientamento, quindi è un'ottima palestra. Usare i concorsi in tal senso può aiutare parecchio. Il romanzo, invece, ti permette di specificare dei punti, far appassionare a un aspetto piuttosto che in un altro.
La differenza che passa è la stessa tra una tavola per manga e un olio su tela tre metri per due. Entrambi possono essere realizzati dallo stesso autore con la stessa arte.

Nel 2015 esce il romanzo distopico “L’ombra di Lyamnay”. Cosa troveranno i lettori al suo interno?

Un biglietto di sola andata verso uno dei futuri possibili. Un giallo intricato. Una lingua assurda. Tanta fantasia. Dei personaggi che sembrano persone. Un universo parallelo fatto di stridenti paradossi. Tre ore di disincanto.


https://www.amazon.it/LOmbra-di-Lyamnay-Annarita-Faggioni-ebook/dp/B015P96770/



Quali tematiche affronti?

La tematica principale è sicuramente quella del clima, dato spesso per scontato. Il libro si è rivelato profetico, se si pensa che solo qualche mese fa i grandi del mondo si sono riuniti per ridurre le emissioni e ridurre contemporaneamente il gas serra entro i prossimi anni.
Altra tematica fondamentale è l'assenza di fantasia e le conseguenze dell'omologazione che ne deriva. Sono presenti anche altre tematiche, ma se le raccontassi tutte, non ci sarebbe alcuna sorpresa durante lo scorrere delle pagine.

Quale messaggio vuoi trasmettere?

In un libro, non si deve cercare per forza un messaggio “profetico” che l'autore ha inserito come obiettivi del romanzo. Non sempre un romanzo deve avere degli obiettivi. C'è chi scrive semplicemente per divertirsi. Io mi diverto anche, ma non solo. Lascio al lettore un figlio, un pezzo di cuore. Chiudo i conti con il passato e mi riapro al futuro. Mi riscopro riga dopo riga e spero di far sognare e riflettere. E mi diverto, anche.
I messaggi di questo libro sono diversi e saperli cogliere fa parte dell'arte del lettore, non dello scrittore. Sono qua e là, inconsapevoli come le gemme in primavera.

Qual è stato l’input per questo libro?

Un momento di stallo, una brutta malattia e la riscoperta delle cose davvero importanti nella vita. In realtà, è un po' difficile essere più precisi, perché tante cose sarebbero cambiate per sempre, rendendomi quella che sono oggi. Quello che conta davvero per chi legge, secondo me, è il risultato, sebbene abbia avuto fonti autorevoli che mi hanno spinta a scrivere. L'input principale per chi scrive sono sempre le circostanze della vita, quello che si vive, si legge, si guarda e si sperimenta.

Nel 2016 questo romanzo ottiene la menzione speciale “Giovane Talento” al “Premio Amarganta”. Cosa ricordi di questa esperienza?

Ricordo tutto e la magia che circonda un momento che speciale è dire poco. Avevo partecipato su consiglio dell'amica Lucia Guida in un momento dove stavo passando un po' di maretta a livello promozionale. Partecipai per dimenticare di aver partecipato.
Poi, il giorno del mio compleanno, arrivò questa e-mail che mi diceva della menzione speciale. Essere chiamato “Giovane Talento” è un omaggio per il quale non ringrazierò mai abbastanza l'Associazione Amarganta.
Non mi hanno insignito di un riconoscimento, mi hanno riacceso la speranza e mi hanno rivelato per l'ennesima volta che ero sulla strada giusta. Dovevo solo seguirla.
Volevo ringraziare in questa sede anche le radio, Radio Squillace e Radio Uno Adelaide (Australia), che mi hanno intervistato per questo romanzo.

Hai qualche altro progetto in cantiere?

Sempre nuove cose, ma per ora voglio mantenere un certo riserbo. Ho scoperto che adoro fare le sorprese.

È stato un piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo!

Crepi il lupo e grazie per avermi ospitato!

Per seguire Annarita  UN'ANIMA ISPIRATA

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