sabato 19 settembre 2020

Blog Tour: SABBIA BIANCA di Pitti Duchamp - IL CALCIO STORICO FIORENTINO - SESTA TAPPA

Benvenuti alla SESTA TAPPA del Blog Tour dedicato al nuovo romanzo della bravissima Pitti Duchamp, dal titolo Sabbia Bianca, primo volume della serie I Giganti del Calcio Storico.

 


 

In questa tappa, conosceremo meglio IL CALCIO STORICO FIORENTINO.
Andiamo subito a scoprire questo libro da vicino!





 
 
 
 
 
SINOSSI: La perfezione, ecco cosa pretende l’avvocato Leopoldo Carsini dalla vita. Quando conosce Olimpia, quello a cui mira in ogni cosa che fa si concretizza nell’azzurro intenso dei suoi occhi. Lei ha tutte le carte in regola per stargli accanto e lui la vuole, spinto da un desiderio razionale distante da ogni sentimentalismo. Ma la complessità di Olimpia si svela a poco a poco, durante la ricerca di un fratello sparito nel nulla, mentre riaffiorano dispiaceri e solitudine da un passato familiare sofferto. E così, il cuore di Leo, impantanato nella sabbia di piazza Santa Croce, là dove le partite del calcio storico fiorentino danno vita a leggendari scontri tra gladiatori moderni, comincia a battere più forte. Una storia d’amore e di cambiamento con tre protagonisti: un avvocato dalla doppia faccia, una ragazza di buoni sentimenti e una Firenze sospesa tra il presente e un passato attualissimo, vissuta, graffiata, leccata e amata.

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[...]
Pensi al perché lei mi vuole conquistare. È solo perché le va di aggiungere un nuovo nome alla lunghissima lista? O perché magari le sto resistendo ed è ferito nell’orgoglio. Perché?» domandò.
«Ha lasciato fuori il motivo più importante.»
Leo si alzò dalla sedia, aggressivo e seducente, e si avvicinò lentamente illuminato dalla luce di un lampione, una tigre lenta e inesorabile che stava per azzannarla. All’improvviso la bocca le parve felpata, la lingua gonfia e le labbra presero vita, protese verso di lui che si stava avvicinando.
«Qual è il motivo più importante?» gli chiese, con le mani grandi di Leo che scivolarono a scaldarle le guance raggelate. Piegò la testa indietro per guardarlo in viso mentre le braccia, dotate di proprio potere decisionale, entrarono dentro il giaccone aperto di lui alla ricerca del tepore della sua schiena contratta per lo sforzo di non stringerla troppo. La lingua saettò fuori, incapace di aspettare ancora di essere azzannata da quella del suo predatore, e prima che Olimpia la ritraesse l’avvocato se ne impadronì, posando le labbra sulle sue. Calde, umide, esigenti. Lui sapeva di soddisfazione e appagamento, sapeva di piaceri saziati e pace dopo l’orgasmo. Odorava di dopobarba e di maschio che sa fare l’amore in un modo unico e speciale. Lo spessore ruvido delle sue mani scese sul collo e poi scivolò sulle spalle attraverso il cappotto, sulle braccia e si infilò tra le maniche e l’addome cingendo d’assedio la vita, stringendola in una morsa dolcissima.
«Ti desidero, voglio fare l’amore con te e poi ancora e ancora e non voglio staccarmi più» le mormorò con i nasi che si sfioravano.
«Mi innamorerò di te e tu mi spezzerai il cuore. Ti stancherai, mi getterai via e io non sopporterò di diventare solo un ingombro.»
Olimpia respirava sussurrandogli nella bocca, vicinissima a lui anche senza la costrizione delle sue mani a trattenerle la testa.
«Non possiamo conoscere il futuro, nessuno può. Potresti essere tu a spezzarmi il cuore. Potresti essere tu a gettarmi via» le bisbigliò parlandole con pazienza a un millimetro dal volto, inspirando l’essenza di vaniglia e chissà cosa che sulle labbra di Olimpia si era mischiata al sapore amarognolo della birra.
«Baciami ancora.»



 

Nata nel 1981 sotto il segno del Leone a Firenze, Pitti Duchamp vive tutt’ora nella provincia di Firenze, sulle colline del Mugello, con il marito rugbista, due bimbi indisciplinati e un cane anarchico. Appassionata di Burlesque e collezionista di pezzi vintage di arredamento e moda cerca di coniugare i suoi interessi scrivendo e leggendo romance storici. Se avesse del tempo libero adorerebbe trascorrerlo tra i rigattieri e i robivecchi del centro di Firenze.
È amante della storia in particolare quella dell’Europa tra il 1500 ed il 1900, i quattrocento anni che hanno creato la modernità per come la conosciamo oggi in termini di arte, pensiero filosofico e scientifico, socialità. Apprezza nelle persone più di tutto la gentilezza, il garbo e la buona educazione, quel non so che nel portamento che fa di una donna una dama e di un uomo un signore.
In self ha pubblicato per la serie D’Amore e d’Italia: L’Arabesco, Lupo di Primavera, La Gran Dama, Il Pugnale e la Perla Nera, La Fiamma del Ghiaccio.
Ha partecipato alla raccolta Natale a Pemberly con uno scritto ispirato a Orgoglio e Pregiudizio e alla raccolta Cuori fra le righe con un racconto ambientato durante la Grande guerra. Per Dri Editore ha pubblicato Frittelle al Miele e altre Dolcezze, il primo regency, e Stupefacente Banalità, un romance contemporaneo. Con Words Edizioni ha pubblicato il regency Il Farabutto e la Sgualdrina.
Sabbia Bianca è il primo volume autoconclusivo della tetralogia I Giganti del Calcio Storico.


IL CALCIO STORICO FIORENTINO

 

Il protagonista di Sabbia Bianca, Leopoldo Carsini, è un avvocato che gioca al calcio storico fiorentino, nei Bianchi di Santo Spirito. 

Ma cos'è il calcio storico fiorentino?


Si tratta di una disciplina sportiva che riecheggia un gioco, che in latino era chiamato harpastum. Si gioc

a a squadre, con un pallone gonfio d’aria e ricorda nei fondamentali il rugby. La pratica del gioco con corpo sferico è diffusa in ogni cultura antica. 

Il calcio storico fiorentino affonda le radici nella cultura greca e poi romana, dove si giocava con un pallone ripieno di stracci e di pelle, sui terreni sabbiosi. L’harpastum ebbe grande successo soprattutto tra i legionari che contribuirono così alla diffusione nelle varie zone dell’Impero romano. La tradizione vuole che il calcio storico fiorentino sia continuatore diretto di questo antico gioco.
Nella seconda metà del Quattrocento, il calcio si era talmente diffuso tra i giovani fiorentini che questi lo praticavano frequentemente in strada e nelle piazze. Progressivamente, però, cominciò a essere praticato soprattutto nelle piazze più importanti della città. I calcianti erano perlopiù nobili, tra i 18 e i 45 anni, e vestivano le sfarzose livree dell’epoca. La più famosa partita è quella giocata il 17 febbraio 1530, cui si ispira la moderna rievocazione, quando i fiorentini assediati dalle truppe imperiali di Carlo V diedero sfoggio di noncuranza, mettendosi a giocare alla palla in piazza Santa Croce. 

 

 La popolarità di questo gioco, che spostò la sua sede nel piazzale di Porta al Prato, durò per tutto il Seicento, ma nel secolo successivo cominciò un lento declino. L’ultima partita ufficiale di cui si ha notizia venne disputata nel gennaio 1739, in piazza Santa Croce, alla presenza di Maria Teresa, futura imperatrice d’Austria. Se è vero che per quasi duecento anni non si hanno notizie di partite organizzate, è anche vero che lo sport è rimasto comunque vivo nella memoria collettiva dei fiorentini. Nel maggio 1920, per la ricorrenza del quattrocentenario dell’Assedio di Firenze, su iniziativa del gerarca fascista Alessandro Pavolini, venne organizzato il primo torneo tra i quartieri della città: da allora il calcio storico fiorentino si è riaffermato, sino a divenire con gli anni la manifestazione più importante di Firenze.  

Dal 1930 a sfidarsi sono i quattro quartieri storici di Firenze: i Bianchi di Santo Spirito; gli Azzurri di Santa Croce; i Rossi di Santa Maria Novella; i Verdi di San Giovanni. Attualmente le tre partite - due eliminatorie e una finale - si svolgono nel mese di giugno in piazza Santa Croce.  

Words Edizioni

 


Vi ricordo l'appuntamento di domani
sul blog @nelcuorepersempre3329 per L'ULTIMA TAPPA del Blog Tour.

Buona Lettura.


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