Ciao Angela, benvenuta nel mio blog. Raccontaci qualcosa di
te.
Ciao Linda, grazie per l'opportunità di farmi conoscere.
Ho 53 anni, sono romagnola e vivo a Forlì. Sono sposata con
un uomo meraviglioso e ho due gatti. Amo cucinare e sperimentare nuove ricette,
inoltre mi piacciono tutte le attività che implicano l'uso delle mani, infatti
cucio, ricamo, lavoro a maglia e creo bijoux. Nonostante le mie varie passioni,
la scrittura rimane la principale.
Amo molto leggere, anche perché se un autore vuole crescere
non può limitarsi a scrivere, deve sapersi confrontare e deve avere il coraggio
di sperimentare.
I miei generi preferiti sono il fantasy, la fantascienza e
il romance. I miei autori preferiti sono George R.R. Martin, Marion Zimmer
Bradley e Diana Gabaldon. Il mio libro preferito "Le nebbie di Avalon" di M.Z.
Bradley.
Il diploma, la frequentazione della facoltà di Lettere e
Filosofia e il lavoro di impiegata. Dove trovi il tempo per scrivere?
Momentaneamente non sono impiegata, per via delle condizioni
di salute di mia suocera, perché, vista l'età avanzata, necessita di cure e di
attenzione. Da una parte, però questa mia situazione mi permette di avere più
tempo da dedicare alla scrittura, anche se non in maniera regolare.
Mi piace scrivere soprattutto di mattina, possibilmente nel
silenzio, oppure la sera tardi, quando tutti sono già andati a dormire.
Come si è accesa in te la scintilla della scrittura?
Ho sempre scritto, sin da bambina. Prima poesie, poi storie
da leggere alla mia compagna di banco. Ho sempre avuto una fervida fantasia.
Poi, c'è stato un periodo della mia vita nel quale ho
lasciato perdere la scrittura, per riprenderla in mano dopo anni, scrivendo un
racconto per una manifestazione culturale del paese in cui vivevo allora. La
voglia, la passione e la fantasia c'erano ancora, si trattava solo di togliere
lo strato di polvere che si era accumulato sopra.
Nel 2013, partecipi al concorso “La seduzione e l’eros” con
il racconto “Driver” e ti qualifichi nella rosa dei finalisti. Cosa ricordi di
questa esperienza?
Mi ricordo l'emozione nel leggere l'email in cui mi
comunicavano che il mio racconto era stato selezionato. Sinceramente, non ci
contavo, la mia poca autostima mi aveva impedito di considerare che il mio
scritto potesse avere qualche chance. Adoro Roma e avere una scusa per poterci
tornare, riabbracciare la mia migliore amica e farmi accompagnare da lei e mio
marito alla serata, è stata un'esperienza che ha nutrito la mia passione per la
scrittura.
Segue, poi, il racconto “Red Card” e, nel 2014, il romanzo
“Nel profondo dei tuoi occhi”. Romanzo Vs. Racconto, chi la vince?
Il romanzo ti dà comunque molto più spazio per regalare
maggiori dettagli, approfondire la psicologia dei personaggi, rendere più
intricato l'intreccio, però il racconto è più immediato e se riesci a
strutturarlo bene può diventare un piccolo gioiello ugualmente godibile sia da
scrivere che da leggere.
Sempre nel 2014 esce “Il risveglio di Giulia”, primo volume
della trilogia “Sempre”, cui seguono “La scelta di Giulia” e “Il destino di
Giulia”. Di cosa tratta questa serie?
In realtà, questa serie è stata il mio vero ritorno alla
scrittura. Nata come una storia a puntate (una sorta di feuilleton) narrata a
un gruppetto di miei amici, alla fine ha visto la luce come romanzo circa 5
anni dopo. Ho usato questa storia come training per riprendere dimestichezza
con lo scrivere, ma anche per intrattenere i miei amici con una sorta di soap.
Narra la storia di Giulia e del suo amore per due uomini, il
suo travaglio interiore, la sua insicurezza. I due personaggi maschili non
potrebbero essere più diversi, uno è l'avvocato che l'assiste nella causa di
divorzio e l'altro è il suo ex-marito, un fotografo di moda di fama
internazionale. È una storia intricata, passionale, a volte surreale, ma che mi
sono divertita un sacco a scrivere.
Nel 2016, invece pubblichi “Un assaggio di te” primo volume
della quadrilogia “Taste & Love”. Perché le serie?
Penso di fare fatica a staccarmi dai personaggi o forse
perché mi piace avere più tempo per approfondire i temi, dare più dettagli.
Ti diletti tra romance, erotico e fantascienza, ma qual è la
tua vera dimensione tra questi?
Mi risulta difficile dirlo, perché senza dubbio mi diverto
parecchio a scrivere romance ed erotico, ma nel mio cassetto giace una bozza di
romanzo fantascientifico che tante volte sembra chiamarmi come le sirene di
Ulisse. Sì, subisco il fascino della fantascienza e prima o poi mi c'immergerò
totalmente.
E, in ottobre dello stesso anno, esce "Narita's gate", primo
volume della serie "Joop". Cosa troveranno i lettori al suo interno?
I lettori ci troveranno dentro Joop Hendriks, un personaggio
strano, bello, sexy, abile nel suo lavoro di informatico, ma con l'allergia ai
legami con le donne. Questa serie è incentrata sul suo viaggio personale di
maturazione, ma anche sulla sua vita avventurosa, brillante, divertente e piena
di colpi di scena. Ogni volume è diviso in due parti, perché esiste una certa
dicotomia tra il Joop globetrotter e quello che ogni volta torna a casa ad
Amsterdam dai suoi affetti.
Provate a leggere il primo volume “Narita's gate”, sulle
prime penserete che Joop è solo il solito donnaiolo bello e fortunato, ma sotto
c'è un bel po' di più, credetemi!
Quali tematiche affronti e quale messaggio vuoi trasmettere?
Essendo una serie a largo respiro, mi capita di affrontare
parecchie tematiche, anche se non in maniera approfondita. Quella più trattata
direi che è il senso del viaggio, cioè come le persone considerano visitare
altri paesi, avvicinare altre culture, ma anche il vedere il viaggio come
un'occasione di crescita e di maturazione personale.
Con questa serie vorrei trasmettere un messaggio molto
semplice, godetevi la vita in ogni singolo aspetto, non fatevi governare dalle
paure e siate sempre disposti a donare qualcosa di voi senza pretendere nulla
in cambio.
Qual è stato l’input per questo libro?
L'input per questo libro è venuto da mio marito, spesso mi
confronto con lui e, questa volta, è venuto fuori un personaggio sopra le righe
ma dal fascino unico e una storia un po' diversa dalle solite.
Il tuo pensiero sul self publighing?
Dal mio punto di vista, il self publishing è un'ottima
occasione per mettersi in gioco, ma va affrontato con serietà. Molti
considerano il self publishing come l'autorizzazione a buttare in rete la prima
cosa che gli passa per la testa, mentre si dovrebbe prima di tutto prepararsi
al meglio, avere l'umiltà di confrontarsi con altri autori e rispettare il
lettore. Però, devo dire che, anche non nei primi posti in classifica, ci sono
piccoli gioielli self published degni di essere letti.
Hai qualche altro progetto in cantiere?
Oltre a continuare a scrivere la serie “Joop”, ho in
cantiere un romanzo con al centro l'amore vero, quello che si sacrifica e che
dura tutta la vita. Poi, ho un'altra storia in costruzione, ha ambientazione
natalizia e vedrà la luce a dicembre di questo anno. In mezzo a questi proverò
a incastrare il terzo della serie "Taste & Love", spero di riuscirci.
È stato un piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo!
Il piacere è stato reciproco. Viva il lupo!
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