lunedì 19 dicembre 2016

INTERVISTA A MILICA MARINKOVIC


Ciao Milica, benvenuta nel mio blog. Raccontaci qualcosa di te.

Ciao, Linda! Grazie a te, è un piacere essere intervistata da te. La tua prima domanda è una di quelle alle quali non so come rispondere. Chi sono? Sono una persona di ventinove anni che ama molto leggere e danzare. I libri mi hanno aperto altre due porte, fondamentali per la mia vita: scrivere e tradurre. Attualmente vivo a Bologna, ma ho cambiato tanti indirizzi di residenza e mi piace muovermi, portarmi la mia casa sulle spalle. Amo conoscere altre culture, altre lingue, altri paesaggi, animali, a volte anche le persone. Insomma, sono alla continua ricerca del diverso, del bello e del meraviglioso. Non saprei che cosa aggiungere. Che siano i miei testi a parlare di me.

La laurea in Lingue e Letterature romanze, in Linguistica francese e il Dottorato di ricerca in Francesistica. Quando si è accesa in te la scintilla della scrittura? 

 
Molto presto. Ho scritto la mia prima “opera” poetica quando avevo cinque anni circa. Quella passione si è consolidata nelle scuole elementari quando ho cominciato a pubblicare i miei piccoli testi nelle riviste per bambini e ragazzi. Poi ho fatto parte della redazione dei vari giornali studenteschi. Ho sempre sognato di diventare scrittrice e posso dire di aver realizzato uno dei miei più grandi sogni, anche se alcuni ridono quando qualcuno osa definirsi scrittore o scrittrice (soprattutto se esordiente). A prescindere da tutto ciò, vorrei precisare che la vera essenza del mio desiderio realizzato si trova in un altro “mestiere”, seppur molto simile a quello dello scrittore. Quello che davvero riempie il mio cuore non è tanto amare scrivere quanto amare narrare. Dunque, più che una scrittrice, sono una narratrice.

Tra le tue passioni c’è l’esoterismo. Parlacene, cosa ti affascina di questo interessante argomento?

Oltre a essere una narratrice, sono anche una strega! Scherzo! L’esoterismo mi affascina così come mi affascina tutto ciò che è occulto, misterioso, iniziatico, spirituale, divino, sacro. Avendo fatto la tesi di dottorato sul mito del labirinto, uno dei miti più antichi e più interessanti dell’umanità, ho esplorato diversi campi scientifici e non, tra cui la simbologia, le religioni, l’alchimia, l’ermetismo etc. e ho letto degli studi magnifici. Tutti questi argomenti sono molto accattivanti e complessi, per niente banali. Quando ero bambina, amavo ascoltare le leggende e le cosmogonie. Penso che quello abbia in gran parte sviluppato il mio lato “mistico”, per così dire. Ovviamente, non penso di essere in grado di aderire alla verità assoluta, però la ricerca del diverso, l’esplorazione di quello che si nasconde dietro l’apparenza, la meditazione e la connessione col divino fanno parte della mia vita quotidiana.

Hai curato varie prefazioni e partecipato a diverse antologie. Romanzo VS. Racconto, chi la vince?

Il racconto, ma solo perché, alla fine, anche un romanzo, in sé, è un racconto. Per scrivere un romanzo bisogna partire dal racconto. Almeno io faccio così. E in ogni romanzo è il racconto che tiene il controllo di tutto. Centinaia e centinaia di pagine non sono nulla se non raccontano una storia e, soprattutto, se non la raccontano bene.

Sei anche traduttrice, raccontaci il tuo pensiero sulla traduzione e sulla vendita dei romanzi italiani all’estero. La consiglieresti agli autori?

Mi piace definire il lavoro del traduttore letterario come quello più sacro. La traduzione è un ponte, un abbraccio. Se le letterature nazionali hanno delle grandi opere, è il merito dei grandi autori. Ma se queste opere fanno parte della letteratura mondiale, il merito è dei traduttori. Tanti e tanti scrittori non sarebbero mai usciti dai confini del proprio paese se non fossero stati letti da un traduttore. 
I romanzi italiani all’estero si vendono. Lo posso dire con certezza almeno per quanto riguarda la Serbia. Gli scrittori che si leggono di più sono quelli che vendono di più anche in Italia. Certo che consiglio la traduzione a ogni autore, anche se il vero valore letterario si manifesta quando una proposta di traduzione viene offerta all’autore, non viceversa.

Nel 2016 pubblichi “Piacere, Amelia”. Cosa troveranno i lettori al suo interno?  


I lettori vi troveranno una particolare storia d’amore, fatta di molto dolore, mancanze e paure. Oltre a questo, all’interno del libro ci sono anche tante riflessioni sulla società attuale, sulla letteratura, sulla condizione dell’uomo contemporaneo, sulla lingua. Tutto con molta filosofia e parecchio erotismo. 


https://www.amazon.it/Piacere-Amelia-Milika-Marinkovic/dp/8899500169/ref=sr_1_1?s=books&ie=UTF8&qid=1482070605&sr=1-1&keywords=PIACERE+AMELIA
 

Qual è stato l’input per questo libro? 

 
Sono stata spinta da una mia condizione temporanea, accaduta due anni fa in Canada. Mi ero trovata lì per un soggiorno di ricerca e ho passato diversi mesi in solitudine. Riflettendo sui social e sui loro aspetti negativi e positivi, sono nati due personaggi, Amelia e Pierre. Ho visto le reti (a)sociali come una fuga, un rifugio dalla solitudine ma, per certi versi, anche un rifugio dalla vita e dalla natura. Ciò mi ha fatto riflettere sui rapporti nati in linea e mantenuti in linea, a distanza. Un rapporto del genere lascia molto spazio alla fantasia e ai pensieri, molto spesso a quelli negativi. Attraverso i monologhi e i dialoghi dei miei personaggi ho voluto raccontare un dolore e un amore condiviso a distanza, in parte vissuto anche da me.

Quali tematiche affronti e quale messaggio vuoi trasmettere?

Le tematiche sono diverse: il mondo dei social e soprattutto quello di Facebook, la letteratura nell’epoca digitale, i rapporti virtuali, la comunicazione, la traduzione, i sentimenti e il sesso, la fusione tra la realtà e la virtualità, l’amore vissuto in silenzio. Per quanto riguarda il messaggio, spetta al lettore rivelarlo. Vorrei solo dire che il romanzo dovrebbe essere letto come una critica della nostra falsa realtà.

Con “Piacere, Amelia” hai vinto il concorso letterario indetto da Les Flaneurs Edizioni. Cosa ricordi di questa esperienza? 

 
Sì, ho pubblicato il libro grazie al concorso Les Flâneurs. Guarda caso, il concorso l’ho scoperto proprio su Facebook che ho tanto criticato nel mio romanzo. L’esperienza è stata bellissima e lo è ancora. È molto bello poter dire durante una presentazione o una semplice conversazione che il libro è stato valorizzato da un gruppo di esperti letterari e che è stato pubblicato grazie a un premio. Adesso è in corso la seconda edizione del concorso e colgo l’occasione per invitare gli autori a partecipare in tanti e a inviare i loro manoscritti.

Hai qualche altro progetto in cantiere?


Ho sempre altri progetti in cantiere. Attualmente sto finendo di scrivere il mio secondo romanzo. Pensavo di finirlo entro la fine di quest’anno, ma un mesetto fa ho deciso di cambiare alcune cose e di concedermi più tempo per finirlo. Poi, ho intenzione di finire e pubblicare un saggio letterario e di realizzare una raccolta di racconti.

È stato un piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo! 

Il piacere tutto mio! Ti ringrazio molto e saluto tutti i lettori del tuo blog.

Per seguire Milica  VIVABABYLONIA

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