Ciao Antonio, benvenuto nel mio
blog. Raccontaci qualcosa di te.
Sono del 1977, sono nato a
Procida, un'isola in provincia di Napoli dove tuttora vivo dopo anni di
esperienza lavorativa e di studio tra Napoli, Roma, Civitavecchia e altri paesi
di Lazio e Campania. Sono un educatore, laureato in Scienze dell'educazione al
Suor Orsola Benincasa di Napoli. Svolgo la mia attività prestando servizio in
qualità di assistente specialistico presso scuole medie e superiori del posto e
seguendo ragazzi adolescenti nello studio in attività pomeridiane, ma mi piace
soprattutto dedicarmi alle mie passioni, prime tra tutte la scrittura, ma anche
musica, come batterista autodidatta di vari generi, dal repertorio classico
napoletano al metal estremo, e da alcuni anni ad un mercatino dell'usato a cui
ho dato vita, sia reale che presente su internet, divenuto contenitore di un
po' di tutto, dallo scambio-vendita di oggetti vari, a raccolta fondi per
iniziative solidali, aiuto per persone bisognose, appelli, smarrimento animali
ed oggetti, notizie utili, avvenimenti e così via, il mio piccolo orgoglio
personale.
Sei un educatore e ti occupi di
varie iniziative di carattere animalista e ambientalista. Parlacene.
In quanto essere umano,
responsabile di inquinamento, riscaldamento globale, sfruttamento e
maltrattamento di tutti gli esseri viventi, sento forte il dovere di battermi
contro tutte le ingiustizie create dalla mia specie, a difesa dei più deboli.
Tra questi sicuramente lo scalino più basso è occupato dagli animali che, oltre
a non potersi difendere, non hanno neanche la possibilità di esprimere il
proprio dolore e la propria sofferenza. Per questo da dieci anni sono diventato
vegano, mi batto per diffondere maggiore consapevolezza riguardo
l'alimentazione e tutte le conseguenze derivanti dal nutrirsi di prodotti di
origine animale, dall'inquinamento del pianeta ai danni alla salute,
soprattutto attraverso la scrittura, la realizzazione di video e la creazione
di gruppi e pagine internet dedicate al tema, oltre ad occuparmi concretamente
di raccolta fondi per la sterilizzazione dei randagi sul territorio procidano e
di iniziative per la riduzione dei rifiuti, come la già citata creazione di un mercatino
dell'usato con lo scopo, tra gli altri, di allungare quanto più possibile la
vita degli oggetti spesso buttati pur essendo ancora utilizzabili.
Dove trovi il tempo per scrivere e quando si è accesa in te
la scintilla della scrittura?
Il tempo per scrivere cerco di
preservarlo lasciandomelo libero, e se non ci riesco il mio essere metodico mi
porta a scrivere anche nei piccoli ritagli di tempo, mentre viaggio, mi sposto
con i mezzi pubblici, durante uno spacco, una pausa, in seguito al venir meno
di un impegno programmato, … Insomma l'importante è scrivere, così importante
che nei i giorni in cui non ci riesco provo una spiacevole sensazione di
incompletezza.
Mi è sempre piaciuto ferlo, fin da bambino a scuola. Aspettavo
con ansia ed entusiasmo il giorno del tema in classe. Alle scuole medie
scrivevo poesie e testi per canzoni, ma la scintilla vera e propria si è accesa
verso i sedici anni, in seguito ad un evento traumatico che ha stravolto la mia
vita, divenendo una sorta di auto terapia che da allora non mi ha più
abbandonato, pur evolvendosi nel tempo.
Hai pubblicato diversi racconti. Romanzo VS. Racconto, chi la vince?
Sicuramente il romanzo. I
racconti che ho scritto più che altro erano a tema per la partecipazione a
qualche concorso o raccolta, ma la maggior parte delle idee che mi vengono
riguardano storie da romanzo. Trovo il racconto riduttivo e per certi versi
forzato, dal momento che in poche pagine è difficile esprimere al meglio dei
concetti e descrivere in maniera esauriente personaggi e situazioni, pur avendo
il suo fascino, soprattutto nel dover trovare delle soluzioni proprio per
racchiudere il tutto il poche pagine e riuscire ad esprimere al meglio i
concetti che si vogliono veicolare, cercando di essere originali ed attirare l'attenzione
e l'interesse del lettore.
Nel 2008 esce il tuo primo romanzo “Il governo terrestre”.
Di cosa si tratta?
È una sorta di saggio romanzato
che descrive uno scenario futuro in cui il mondo, sempre più inquinato e
deturpato, dopo una serie di guerre civili e stravolgimenti, viene in gran
parte conquistato e gestito dalla parte sana della popolazione, con lo scopo di
riportare la vita alle origini, nel rispetto di natura ed altre specie viventi,
pur mantenendo alcune importanti conquiste della civilizzazione, con la
minaccia dei reduci del vecchio mondo sempre in agguato.
Con ilmiolibro.it hai pubblicato diversi romanzi. Consiglieresti
questa piattaforma ai tuoi colleghi? Perché?
Non la uso più da anni. È
sicuramente una buona piattaforma per promuovere i propri libri e creazioni
letterarie, farsi conoscere attraverso il web pur non avendo un editore e
spendendo quanto si vuole e si può. Da alcuni anni sono tuttavia passato ad
un'altra piattaforma simile, youcanprint, che mi ha dato la sensazione di maggiore
qualità ed internazionalità.
In ogni caso trovo il selfpublishing e le tante
piattaforme esistenti un'ottima iniziativa adatta a tutti gli appassionati, al
passo con i tempi e democratica, in cui tutti hanno le stesse possibilità ed è
il pubblico a decretare chi merita e chi meno, in base ai propri gusti e
tendenze., dando la possibilità di pubblicare senza spendere tanto e vendere le
proprie opere in tutto il mondo in maniera semplice, veloce e conveniente.
Nel 2014 esce “Maria, storia di
una donna procidana” e successivamente “Procida – Il mistero del venerdì Santo”.
Possiamo dichiarare che la tua ispirazione nasce anche dall’amore per la tua
terra?
Sicuramente l'amore per la mia
terra è una costante fonte di ispirazione, oltre a rappresentare il naturale
contesto dove ambientare molte delle mie storie, alcune delle quali
autobiografiche o di ispirazione autobiografica. Anche perché è il luogo che
conosco di più, sia fisicamente che storicamente e culturalmente, e dovendo
sceglierne uno dove ambientare le mie storie è naturale che opti per Procida.
"Maria, storia di una donna procidana", in particolare, riguarda la storia di mia
nonna, che ho solo curato, nato come un omaggio da farle in occasione di un suo
compleanno, insieme a mia zia, sua figlia, ma che ha poi catturato l'interesse
della casa editrice Fioranna che ha voluto pubblicarne anche una seconda
edizione con traduzione in francese.
"Procida – Il mistero di venerdì Santo" è nato invece dopo la lettura di
"Angeli e demoni" di Dan Brown, prendendo spunto per ambientare un thriller che
desse la possibilità al lettore di conoscere le bellezze
paesaggistico-artistico-culturali di Procida così come ha fatto l'autore
americano con Roma, con ottimi risultati.
Nel 2016 pubblichi “Al di là dell’apparenza”. Daccene un
assaggio.
"Al di là dell'apparenza" nasce
invece da un'esperienza lavorativa fatta nel 2011 presso un istituto per
disabili psico-fisici di Monterotondo, in provincia di Roma, in cui mi sono
trovato a seguire un ragazzo autistico piuttosto grave e problematico.
Un'esperienza andata male e durata appena dieci giorni, con la quale ho voluto
riconciliarmi proprio attraverso la scrittura di un libro in cui il finale
venisse completamente stravolto.
Nello specifico si tratta di un giallo in cui
gli ospiti dell'istituto giocheranno un ruolo fondamentale nella risoluzione
del caso. Anche in questa circostanza la storia rappresenta più che altro un
pretesto per far conoscere al lettore il mondo della disabilità, in maniera
diversa dal convenzionale e filtrata secondo le mie personali idee ed
esperienze, sforzandomi di farlo senza retorica, ipocrisia e perbenismo.
E, sempre nello stesso anno, esce “Le
risposte che cercavo”. Cosa troveranno i lettori al suo interno?
"Le risposte che cercavo" riguarda
la rielaborazione della trilogia dei miei romanzi di formazione "Come Michael
Jackson?", "Aspirante messia" e "Salvare il pianeta o contribuire a
distruggerlo?" in un unico testo in cui sono riportate le fasi salienti della
mia esperienza di vita; in particolare a partire dai sedici anni, età in cui un
evento traumatico me l'ha stravolta, producendo in me un cambiamento totale e
portandomi ad iniziare un percorso durato circa quindici anni, conclusosi
intorno ai trentatré anni in maniera sorprendente ed inaspettata.
Quali tematiche affronti e quale messaggio vuoi trasmettere?
Le tematiche affrontate nel testo
sono quelle a cui tengo maggiormente e precedentemente descritte, non fosse
altro perché riguardano il racconto della mia vita. Un modo per far conoscere al
lettore come determinate idee sono nate, cresciute e si sono evolute dentro di
me, in seguito alle esperienze vissute, con la stessa gradualità. Gradualità
che potrebbero favorirne condivisione e fruizione, proprio perché ricalca lo
stesso percorso, evitando ai meccanismi di difesa di entrare in azione, come
fanno spesso automaticamente di fronte a tematiche con cui ci si approccia per
la prima volta, tendendo a prenderne le distanze per preservare la propria
integrità psichica ed il modo di essere e pensare costituito in ognuno di noi
che, con il passare degli anni, diventa sempre più difficile modificare e
mettere in discussione.
Una curiosità sul libro?
Inizialmente scrivevo i miei
testi in terza persona, pur riguardando mie esperienze personali, così come ho
fatto all'interno della trilogia, affinché non fosse chiaro al lettore che ne
fossi io il protagonista e mantenere un certo distacco che le rendesse
generalizzabili. Per la loro rielaborazione ho preferito tuttavia riadattare il
tutto in prima persona, proprio perché lo scopo è di testimoniare la mia
esperienza e condividerla con più persone possibili, lasciando una traccia del
mio passaggio e sperando di contribuire a diffondere maggiore conoscenza e
consapevolezza di noi stessi, della vita e del mondo in cui viviamo.
Perché un'autobiografia?
Non ho la pretesa che la mia vita
debba interessare agli altri, ma di certo credo che possa essere utile a tutti
coloro che anno vissuto esperienze simili alla mia e non solo, magari traendone
conforto e guida, oltre al piacere della lettura legato a situazioni e
sensazioni comuni a tutti e nelle quali è bello rifugiarsi. In modo particolare
per quanto riguarda l'infanzia, gli amori, le gioie, i ricordi. Se avessi
pensato che quello che ho scritto non potesse servire a nessuno non lo avrei
mai pubblicato. Credo sia il libro migliore che abbia scritto finora,
soprattutto perché spontaneo, autentico e senza forzature né adattamenti.
Almeno secondo i miei gusti.
Hai altri progetti in cantiere?
Progetti in cantiere ne ho tanti.
Intanto sto adattando il testo de “Il mistero di venerdì Santo” a sceneggiatura
per la realizzazione di un lungometraggio ispirato al libro che dovrebbe
iniziare ad aprile, a Procida, con la partecipazione di attori non
professionisti del posto. In più sto scrivendo il seguito de “Le risposte che
cercavo” con in sospeso bozze di varie altre idee, aspettando il momento e
l'ispirazione giusti per riprenderle, tra cui un romanzo alla Orwell, uno
divertente ed altri di narrativa varia. L'importante è avere sempre la voglia,
gli stimoli e la motivazione per
continuare, e che spero non verranno mai a mancare.
È stato un piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo!
Piacere mio. Grazie dello spazio
concessomi. Approfitto per ringraziare tutti i blogger grazie ai quali noi
autori emergenti abbiamo la possibilità di farci conoscere e continuare ad
alimentare il nostro sogno, sentendoci, seppur per pochi momenti, protagonisti,
come dei “veri scrittori”!
Per seguire Antonio ANTONIO SOBRIO
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