lunedì 2 settembre 2019

INTERVISTA A LADY P.

Ciao Lady P., benvenuta nel mio blog. Raccontaci qualcosa di te. 

Dico sempre che sono invecchiata senza crescere e, in fondo, è proprio così, amo ancora giocare con la vita e con me stessa. Un po' introversa, molto ironica, spesso troppo timida o insicura, sono "felicemente divorziata" e convivo da otto anni con un uomo dolcissimo, anche se complicato. Non ho figli e, forse per questo, sono rimasta un po' bambina, inseguo ciò che mi rende felice e ho come unico limite il rispetto dell'altrui persona. Sono ligure ma vivo in Toscana da oltre 30 anni, in una grande casa che adoro. Leggo, scrivo, lavoro, cucino e amo. Il mio uomo, il mio cane, i miei pochi amici e quello che faccio… anche perché tendo a evitare di fare ciò che non amo. Credo che, soprattutto dopo una certa età, il tempo non vada sprecato in ciò che non ci piace, a meno che non sia strettamente necessario. Adoro le cene con gli amici, le serate estive, l'armonia e il bello in tutte le sue forme, il buon sesso e naturalmente il buon cibo. Odio gli stereotipi, le convenzioni, le cerimonie, le facciate e le etichette. Ah... anche le mode. E niente altro, credo.

Il diploma, la frequentazione della facoltà di Letteratura e Psicologia, l’impiego come grafica e illustratrice. Quando si è accesa in te la scintilla della scrittura e dove trovi il tempo per scrivere?

Be', il diploma e l'università risalgono ormai alla notte dei tempi. La scrittura la amo da sempre e ho iniziato in pratica da bambina, con una lunga, lunghissima pausa di lavoro intenso per gestire una ditta. Ora il tempo ce l'ho, lavoro ma mi gestisco da sola e mi prendo le pause che desidero per fare altro. Non corro più, non ho l'ansia di guadagnare più di quanto mi serva per vivere serena e, quindi, il problema non sussiste, quando ho voglia di scrivere lo faccio, semplicemente.

Tra le tue passioni c’è quella per la cucina. Hai mai pensato di usarla come fonte di ispirazione per i tuoi testi?

Un'infinità di volte, e inevitabilmente qualche scena "in cucina" c'è in tutti i miei libri, è nel dna e mi viene spontaneo. Una storia proprio "ad hoc"… ci ho pensato varie volte ma, essendo l'argomento parecchio sfruttato, non ho ancora in mente una storia che mi convinca abbastanza. Essendo purtroppo una perfezionista, se una cosa non mi convince appieno, in genere non la comincio nemmeno. Ma sono certa che prima o poi arriverà, basta attendere l'input giusto.

Gestisci personalmente il blog Delizie & Malizie. Di cosa ti occupi nello specifico?

Al momento, ho solo un banalissimo blog di cucina, Delizie&Malizie, nato inizialmente come cucina "di coppia", idee di presentazione, ricette simpatiche e anche un po' "seduttive"; poi, mi ha preso la mano e ho cominciato a pubblicare un po' di tutto, sempre nell'ordine della fantasia e della cucina intesa come "dare piacere". In realtà, tempo fa ne avevo fatto uno anche come autrice, ma non mi piaceva come lo seguivo e, quindi, ora è in standby. 

Esordisci nel 2012 con la silloge "Soleros". Perché la poesia?

Bella domanda, e risposta variegata.
La poesia è sintesi, è afferrare una sensazione nell'immediato senza aver bisogno di svilupparla. E' un flash, si apre e si chiude in soffio, molte le ho pubblicate senza neppure correggerle. E' afferrare uno stato d'animo e porgerlo a qualcun altro, sperando che qualcosa di ciò che hai provato "arrivi.
Quando ho ripreso la penna in mano dopo tanti anni, mi è "uscita " prima quella, forse per l'urgenza di esprimermi velocemente, forse perché è stata la prima cosa che ho scritto e volevo "ricominciare da capo"… o magari mi spaventava riprendere con un progetto molto più strutturato come un romanzo. O, forse, tutte queste cose insieme, chi lo sa, mica mi ero mai fatta questa domanda, ho solo agito d'istinto come è nella mia natura. Anzi, ti ringrazio per avermela posta.


Hai pubblicato anche alcuni racconti. Racconti Vs. Romanzo, chi la vince?

Sono convinta che nessuno vinca mai. Sono due cose diverse, non c'è meglio o peggio. E' più bello un soggiorno in un luogo, conoscerlo bene, capirne la cultura e le usanze… o un tour in diversi paesi per provare emozioni sempre diverse?
Alcune cose hanno bisogno di essere raccontate in un romanzo, altre sono brevi e intense e si narrano bene in un racconto. Il romanzo – per chi lo scrive – dà sicuramente più soddisfazione a livello di ego, sembra di aver fatto qualcosa di più grande, di più importante, ma non credo che sia sempre così.


Nel 2014 esce “I brividi in gabbia”. Cosa troveranno i lettori al suo interno?

Dovrei quasi scrivere un libro per spiegare questo libro. E' sicuramente quello che mi ha dato più soddisfazioni e che ancora amo di più. Che troveranno, che hanno trovato? Sicuramente emozioni, questo mi sento di garantirlo.
Una storia per niente alla moda, non ci sono personaggi bellissimi, né ricchissimi e hanno anche una certa età. E' una storia sicuramente passionale, a tratti anche divertente ma intensa, in cui la passione va al di là anche dello stesso erotismo. Una storia che diventa anche amara, che fa anche soffrire, e fa riflettere. Quello che posso dire è che si tratta di una storia diversa, e so di non essere presuntuosa in nessun modo perchè non sono parole mie. Sarebbe da leggere per tanti motivi, al di là che possa piacere o meno la storia o come è scritta (e questo sì, lo dico io). 


https://www.amazon.it/I-Brividi-Gabbia-Lady-P-ebook/dp/B07HTXNW3J/ref=asap_bc?ie=UTF8&fbclid=IwAR0euGTz-nMsYk013VDYUu0fBDIl1JlgD1fbkIOd94FNSLBNNIx4vXgIJCw


 Quali tematiche affronti e quale messaggio vuoi trasmettere?

L' assurdità dei canoni, in primis. I canoni non solo di bellezza ma di età, i canoni sociali, tutti quelli dove spesso siamo imprigionati. Il sesso ad appannaggio dei giovani, ed è la prima cosa. I canoni dei buoni e dei cattivi, delle persone morali o amorali. Gli stereotipi (ricordi che li odio?) per cui bisogna fare le cose in un certo modo anziché in un altro.
La presunzione delle sicurezze. Un cambiamento di prospettiva può avvenire in qualunque momento e per qualunque motivo, e il più delle volte è proprio la passione a innescarne il flusso. Seguire questo flusso, invece, è una scelta, e se siamo imprigionati negli stereotipi, o nella ragione, o nel pensare " ma tanto…" o " è assurdo" finiamo per restare fermi, che spesso significa rinunciare alla felicità.
La vita ci dà i segnali, e quello che vorrei nel mio piccolo trasmettere, è di porre attenzione a questi segnali e non avere "il cuore cieco" davanti ai "piccoli miracoli", prendendo in prestito un commento ricevuto.


Qual è stato l’input per questo libro?


Semplicissimo: la mia vita. Chiunque si è accorto che è tratto da una storia vera e, quindi, non ho più motivo di nasconderlo. L'input per scriverlo è stato, invece, il fatto che fosse una storia troppo bella per non essere raccontata, troppo importante per non condividerla, e troppo piena di messaggi per non divulgarla.

Grazie a questo romanzo, hai anche diversi premi, tra cui ricordiamo la qualifica come Miglior Romanzo Erotico. Parlaci di questa esperienza.

Eh, non è facile. Diciamo che è stata bella, ma anche piena di sorprese. Venivo da anni di "buio" e non conoscevo l'attuale editoria. Leggendo qualche altro libro in concorso, mi sono resa conto che molte donne scrivono di erotismo (e io allora non lo immaginavo) e ne scrivono in modo molto … diciamo più esplicito, di quanto non faccia io. Per me l'erotismo rimane suggestione, immaginazione, malizia, e mi sono anche sentita dire che non ero "abbastanza erotica". Vedermi premiata, quindi, è stata una grande soddisfazione ma è stato anche inaspettato, e naturalmente mi sono impappinata appena ho avuto davanti il microfono, avrei voluto sparire.


Nel 2016, segue “Bocca di Rosa”. Di cosa si tratta? 

Be', la storia la conosciamo tutti, è una canzone che amo da sempre e mi affascinava parlare di uno stereotipo, in qualche modo negativo e renderlo positivo, reale, bello.
Ti lascio la quarta di copertina, non per pigrizia, ma perché è un po' il senso del libro, del personaggio. 

[...]
«Vieni qui Andrea… vieni alla finestra.
Guarda.
La vedi la gente che passa? Lo vedi come corre, come si dà da fare, com’è agitata?»
«Vedo quello che vedo tutti i giorni Ylenia, cosa c’è di strano? è la vita»
«La vita? Ne sei davvero convinto?
Io non credo, non credo davvero che la vita sia questo, è che a furia di correre non sappiamo più perché lo facciamo.
Guarda quel ragazzo, è giovane, bello, sta gustando un gelato, è davanti al mare eppure ha quasi lo sguardo triste. Perché?
Sono le abitudini, i valori falsati, i ritmi serrati che ci rendono infelici. Magari è anche bello correre qualche volta, ma bisogna sapere perché lo stiamo facendo, non credi?
Capire il significato delle cose, della nostra vita, almeno nell’attimo in cui la stiamo vivendo.
Ecco.
Ecco perché adoro fare l’amore. E’ l’attimo.
Un attimo in cui si respira a pieni polmoni la vita, in cui non esiste niente altro che la pelle, in cui insieme agli abiti ci si toglie la smania di programmare, di studiare, di competere, di fare congetture e di subirle. Non si guadagna e non si perde.
E’ l’attimo perfetto, in cui si dà e si prende esattamente nello stesso momento, non è necessaria riconoscenza ne’ memoria, non serve essere alla moda apparire lottare studiare come avere un vantaggio. Non si spende nulla di più che se stessi, i por, i sensi, la carne, si cerca il piacere e lo si dà.
Questa per me è l’essenza della vita: essere nudi di tutto, ricevere e dare piacere, assorbire ed emanare felicità. Solo per atavico istinto.
Il sesso è il centro. Il nettare della vita. E tutto il resto non può che girarci intorno.»


Dopo varie pubblicazioni, arriva l’antologia “Nelle stanze segrete”. Lasciacene un assaggio.

Ti lascio il racconto più breve in assoluto, anche questo "microbo" è stato premiato, mi ero anche dimenticata giuro, per "Peccati di Gola", tanto per rimanere in cucina. 

[...] A QUATTRO MANI

Cos’è una cena?
Dipende, può essere nulla e tutto.
Le mie mani immerse nella farina, impastare è un’esperienza che può capire solo chi la conosce da vicino. E la ama.
Polveri che prendono corpo attraverso le mani, e da loro rubano il calore, lo trasmutano e lo rendono sapido al pari di uno sguardo che illumina il viso.
L’inverno oscura tutto troppo in fretta, ma a me non dispiace, l’oscurità mi ispira le fantasie più fragranti, in cucina e altrove.
Il pane è già in forno, un impasto di semi di girasole lo renderà squisito e allusivo, il giorno che nasce ogni giorno, il cerchio morbido delle ore che scorrono e la cura di noi nei minimi dettagli.
Come sempre vai e torni dalla cucina, ogni profumo ti appetisce, e io come sempre ti mando via.
Ma stasera è una sera speciale, ancora non so bene perchè, solo lo avverto nell’aria.
«Scarpe nuove...vediamo se l’altezza è quella giusta»
Mi pieghi in avanti in un sussurro arruffato di gesti.
Sì, l’altezza è giusta, il tuo sesso mi accarezza la schiena solo un attimo prima di prendermi, le mie mani infarinate sullo schienale della sedia, quasi barcollo ma non rinuncio. Mai.
Le labbra sul collo a mordermi e le mani, le tue mani fredde nel mio sesso già incandescente, il profumo del pane e le tue dita dentro di me, una mano a frugare nella mia intimità e l’altra dal versante opposto del mio corpo a titillare il clitoride che esplode di colpo, sorpreso da carezze in stereo che mi fanno improvvisamente crollare.
«Mio Dio, ma sempre mentre cucino?»
«Incantato dalle tue mani che creano» è la risposta ansimante e un poco beffarda.
Scappo in bagno, allagata di me, ma dopo pochissimo torno in cucina, solo il colore dell’iride più chiaro e la luce che emano a tradire quegli attimi.
Con eterea nonchalance affetto i formaggi, e con le mani che tremano ancora dispongo la composta in un piccolo vasetto di coccio.
«Lo vedi? E’ armonia. Di gusti, avvampati di piacere e di tatto esaltato da noi»
«Sì» rispondo con un filo di voce.
Gustiamo il pane caldo, i formaggi e la composta di tropea, i gusti intensi si fondono in un orgasmo intrecciato di cibo e lussuria.
Una cena preparata a quattro mani.
Indiscutibilmente.


Il tuo pensiero sul Self Publishing?

Sincera? Un grande rimpianto.
Lo conoscevo pochissimo quando cominciai a cercare un editore per il primo romanzo, i grandi naturalmente hanno tempi biblici (sempre che rispondano) e io purtroppo in quel momento avevo fretta di veder nascere la mia piccola "creatura". Storia comune, immagino. Vidi il concorso e partecipai. Andò bene ma, se tornassi indietro, lo pubblicherei in self piuttosto che con un piccolo editore. E' molto più divertente e mi sento più libera.


Perché il romanzo erotico?

Di nuovo più che sincera, è un difetto che ormai non mi levo più: non avevo nessuna idea che così tante persone scrivessero di erotismo. La mia scelta è stata casuale, nel senso che io in quel momento ero e mi sentivo "erotica", ero innamorata e lo ero in maniera molto passionale, per cui non avrei potuto scrivere di altro. Solo dopo mi resi conto che, senza volerlo, avevo scritto "di tendenza". Ma mi piaceva farlo, per cui ho continuato per la mia strada. Forse ti ho deluso, ma è davvero tutto qui.

Hai qualche altro progetto in cantiere?

Un paio, ma quest'anno sto andando davvero a rilento per vari motivi, per cui preferisco parlarne quando sarò più vicina al traguardo.

È stato un piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo!

Per seguire Lady P.   LADY P.

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