lunedì 25 gennaio 2016

INTERVISTA A MASSIMILIANO BELLEZZA



Ciao Massimiliano, benvenuto nel mio blog. Raccontaci qualcosa di te.

Ciao Linda, innanzitutto grazie per avermi ospitato nel tuo blog. Un piacere. 
Su di me ho poco da dire. Sono un tecnico aeronautico, che vola più che altro con la testa. Scrivere è la mia passione più profonda. Ho iniziato tardi a prendere la penna, 25 anni, e avevo ancora un’idea abbozzata di ciò che significava. Mi piace cantare: mi metto davanti a Youtube e mi lancio. Forse i vicini mi lancerebbero volentieri fuori dalla finestra, ma questa è un'altra storia. E poi leggere. Con il tempo (e la vecchiaia) è diventata sempre più una mia fedele compagna di riflessioni e crescita.

Quando si accende in te la scintilla della scrittura e dove trovi il tempo per scrivere?

La scintilla mi si può accendere un po’ ovunque. Quando accade, sento il bisogno pulsante di prendere un notes o anche un semplice foglio, poca importa, in modo da annotare il flash per non dimenticarlo. Poi a casa lo riporto sul pc. Il tempo? Tasto dolente. È dura facendo un lavoro a tempo pieno. I fine settimana o, meno frequente, quando rientro dalla giornata lavorativa.

Hai qualche autore che consideri tua Musa e quanto c’è di loro nei tuoi testi?

Nessuno in particolare. Nel senso che mi sento di aver preso spunto da vari autori: Stephen King, Kathy Reichs, anche Donato Carrisi, Robin Cook e Wulf Durn. C’è, nel mio piccolo qualche barlume di stile.
Un aneddoto, sul romanzo che sto edificando: l’influenza dell’ultima lettura "Il gioco di Gerald" mi sta avvolgendo e avverto il giovamento di tale esperienza.
Alcuni lettori hanno evidenziato parallelismi tra il filone esistenziale, il suo stile, e il mio "Destino crudele". Questo accostamento mi ha inorgoglito moltissimo, sempre però mantenendomi ancorato con i piedi a terra e capendo la strada ancora da percorrere per avvicinarmi anche soltanto a questi autori. Una precisazione: qui le letture sono divenute 'bagaglio' dopo. Singolare.

Hai partecipato anche a diversi concorsi letterari tra cui ricordiamo “Gran Giallo Città di Cattolica”, “La Giara” e “Il Festival delle Lettere” di Milano. Cosa ricordi di queste esperienze? I concorsi servono a un autore?

Poco o nulla. I concorsi non hanno lasciato una traccia significativa tra i miei ricordi. Sono stati esperienze da inserire e un modo per mantenere vivo il filo della scrittura; non addormentare il cervello, tenendolo a riposo da nuove storie.

Di te dichiari: “Scrivere mi fa entrare in situazioni lontane dalla mia vita quotidiana, essere chi desidero; posso ferire, combattere, deludere senza i rammarichi, il dolore dell’esistenza reale.” Approfondiamo questa dichiarazione. 

Nei miei romanzi non parlo di vite che abbiano anche solo lambito la mia. E meno male aggiungo! Parlo di situazioni drammatiche, di esistenze anche ai limiti. Mi piace calarmi in queste vesti (sarà morboso, forse anche grottesco), abitare la mente quando è fuori controllo. Il tutto saltando dentro e fuori dalla realtà senza scottature. Un modo per evadere dall’ordinario, per quanto cruento.

Il tuo esordio avviene nel 2010 con il romanzo “Destino crudele”, successivamente uscito anche in seconda edizione. Di cosa si tratta?

È un dramma adolescenziale. Il protagonista, Max Di Marco, ha compiuto da poco i suoi diciotto anni. Cresciuto in un ambiente familiare in cui la figura del padre era assente, è spesso scontroso e respinge chi dimostra di tenere a lui. Oltre a questo dovrà fare i conti con un dramma che si ripete, con la cecità della vita che talvolta, arida, dilania l’esistenza. Attorno a questa drammatica vicenda ruotano l’amicizia, l’amore: i suoi amici e il suo rapporto travagliato con Amanda, di cui è innamorato; la madre, Teresa, a cui vuole molto bene. Los Angeles fa da sfondo.

Nel 2012 pubblichi il thriller “Quando cala il buio”. Daccene un assaggio.

Allora vi propongo un estratto.

[...] Si lava le mani di fretta ma il volto è incredibilmente rilassato, per nulla toccato da ciò che ha appena fatto. Indifferente. Mette un paio di guanti in lattice, ripulisce l’arma, lavandola e asciugandola a fondo. Controlla gli abiti per appurare se è macchiato di sangue. Il suo volto si mostra ora nello specchio. Lo guarda quasi con rimpianto. Inizia a togliere brandelli di posticcia pelle umana, evidenziando così profondi segni che gli deturpano il viso, la conseguenza di un gioco perverso a cui gli imposero di partecipare, era lui infatti l’oggetto di scherno. Da allora odia i suoi coetanei e il rancore crebbe nei confronti dei bambini, degli adolescenti. La sua vita non fu più la stessa, denigrato ed emarginato.
“Mi hanno trasformato in un mostro”, rimugina furente.
Osserva ancora le sue deturpazioni per qualche lungo minuto, massaggiandosi le gote lentamente, gli è tuttora incredibile il fatto di non provare alcun dolore a quel tocco. [...]

E nel 2015 esce il prequel “Anima dannata”. Cosa troveranno i lettori al suo interno?

Vi troveranno la vita del serial killer che ha perseguitato i giovani e ingenui protagonisti del primo thriller "Quando cala il buio".  Tutta la sua esistenza costellata di odio e di paura. Fino al momento in cui esploderà. Ma lo farà a più riprese. Buona lettura!


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Quali tematiche affronti e quale messaggio vuoi trasmettere nel libro?

Affronto il tema del degrado psicologico, la patologia del disturbo dissociativo di personalità che può arrivare a estreme conseguenze, spesso determinato da vicissitudini traumatiche.  Non esiste un messaggio celato o più marcato. Io racconto una storia. La deviata impronta educativa che definisce i comportamenti schizoidi e li traghetta per mano ed è rea di ciò che possiamo diventare, quando si spinge al limite (ma anche meno), è l’unico monito che mi sento di manifestare come messaggio.

Qual è stato l’input per “Anima Dannata”?

Il lettore. È il lettore che mi ha spinto a scrivere questo prequel. E gliene sono grato. Mi ha fatto crescere come autore e quindi gli devo molto.

Il thriller sai come gestirlo e sai come innestare la “paura” nel lettore. Come nasce questa tua attitudine?

Grazie per il complimento! Sensazioni, il modo di interpretare ciò che potrebbe accadere; la metrica che sviluppa uno stile, ne delinea gli effetti e le suggestioni. Basta con queste frasi sconnesse. A volte non lo so neppure io!

Hai sperimentato sia il self-publishing che la casa editrice. Quale preferisci tra loro?

Sono diversi. Ho detto una banalità, lo so. Preferisco la casa editrice, anche se mi è stata utile l’esperienza self publishing. Mi ha fatto crescere, però l’ho trovata pesante, per alcuni intoppi personali. Forse dovrei ripeterla, ora che conosco meglio come funziona. E, in effetti, ti dà più autonomia. Insomma il futuro è incerto e la preferenza resta ambigua per me: entrambi hanno pregi e difetti.

Hai qualche altro progetto in cantiere?

Il terzo capitolo di "Quando cala il buio – Anima dannata". Ho iniziato a lavorarci. Stay tuned!

È stato un piacere ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo per tutto!

Anche a me ha fatto piacere essere qui, grazie ancora per l’ospitalità. E viva il lupo!
Un 'in bocca al lupo' anche a te!

Per seguire Massimiliano QUANDO CALA IL BUIO E POI? LA STORIA - MASSIMILIANO BELLEZZA


https://www.youtube.com/channel/UC7zeWoZcoawAT5WQGikNCjQ

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