Ciao Teresa, bentornata nel mio blog. Raccontaci qualcosa di te.
Ciao, felice di essere qui.
Sono Teresa Barbaro, ho quarant’anni appena compiuti, abito a Cornaredo, un paese in provincia di Milano. Sono sposata e ho una bambina di quasi sei anni.
Insegno in una scuola Primaria vicino casa.
I miei hobby sono la lettura, le iniziative culturali, vedere i musei; mi diletto, ogni tanto, con il punto croce.
Sono Teresa Barbaro, ho quarant’anni appena compiuti, abito a Cornaredo, un paese in provincia di Milano. Sono sposata e ho una bambina di quasi sei anni.
Insegno in una scuola Primaria vicino casa.
I miei hobby sono la lettura, le iniziative culturali, vedere i musei; mi diletto, ogni tanto, con il punto croce.
Sei insegnante in una scuola primaria, quando si accende in te la scintilla della scrittura?
Ogni occasione è buona per far accendere la scintilla. Può essere l’atteggiamento di un bambino, una frase particolare, i giochi che praticano o che non conoscono, le storie personali molto diverse tra loro.
Hai varie pubblicazioni all’attivo e partecipazioni ad antologie per il Sociale, tra queste spicca la tua passione per la letteratura per bambini. Perché questa predisposizione?
Nel mio lavoro, ho l’abitudine di leggere a voce alta ai miei alunni, anche in situazioni meno tradizionali, per esempio seduti nell’erba o in biblioteca su cuscini con la tapparella abbassata e la pila (feci così leggendo “Le streghe” di Roald Dahl).
In quei momenti, in cui voglio coltivare la passione per la lettura che va al di là del compito scolastico, mi capita di vedere delle bocche letteralmente aperte! Quindi, mi piace pensare di far aprire le bocche con la mia penna.
Quali ostacoli si incontrano scrivendo per l’infanzia? Quali le difficoltà e gli scogli da superare?
Penso che la difficoltà consista nel far emergere storie nuove che si devono far strade tra collane di titoli per l’infanzia molto “potenti” dal punto di vista editoriale e “alla moda”.
E’ necessario non cadere nel “già scritto” e nelle idee già sfruttate.
Inoltre, sono convinta che si debba arrivare al cuore del genitore; io, quando mia figlia mi chiede un libro, non resisto e glielo compro!
E’ necessario non cadere nel “già scritto” e nelle idee già sfruttate.
Inoltre, sono convinta che si debba arrivare al cuore del genitore; io, quando mia figlia mi chiede un libro, non resisto e glielo compro!
Nel 2016 esce”I quadri che salvarono Pablo”. Cosa troveranno i lettori al suo interno?
Troveranno due generazioni diverse, quella della bambina e dell’anziano vicino di casa, che inizialmente scorrono su binari paralleli.
Troveranno la voglia della protagonista di cercare un punto d’incontro.
Troveranno un mezzo che colmerà la distanza tra i due, data non solo dalle diverse età, ma anche dalla storia personale del signor Pablo. Questo mezzo è l’arte.
Troveranno la voglia della protagonista di cercare un punto d’incontro.
Troveranno un mezzo che colmerà la distanza tra i due, data non solo dalle diverse età, ma anche dalla storia personale del signor Pablo. Questo mezzo è l’arte.
Qual è stato l’input per questo romanzo?
Andiamo indietro di un paio d’anni.
Mentre aspettavo che iniziasse la presentazione di un libro per ragazzi nella biblioteca del mio paese, la nonna di una mia alunna(ora ex) mi chiese perché non scrivessi un libro sul modo in cui insegnavo arte e immagine.
Mentre aspettavo che iniziasse la presentazione di un libro per ragazzi nella biblioteca del mio paese, la nonna di una mia alunna(ora ex) mi chiese perché non scrivessi un libro sul modo in cui insegnavo arte e immagine.
“Di manuali didattici ce ne sono tanti” risposi, ma quella richiesta mi rimase in testa. L’incontro con l’autrice fu piacevole e mi diede la carica per iniziare a scrivere quello che poi è diventato “I quadri che salvarono Pablo”.
Cosa c’è di reale e cosa di inventato?
Ci sono molti elementi che mi appartengono.
La protagonista si chiama Matilde come la mia bambina(l’età è invece quasi raddoppiata per esigenze narrative), è figlia unica, ama i bagni lunghi e, proprio come lei, ha la mamma che è maestra d’italiano. Il papà di Matilde ha molte caratteristiche di mio marito, come lavoro, carattere e abitudini(tranne che beve birra).
Anche alcuni luoghi sono reali: il cortile in cui abita la bambina, il caseggiato e il pianerottolo sono quelli in cui risiedo; le due porte vicine sono quelle reali e anche il fatto che sul muro d’ingresso dell’anziano signore ci sia un affresco è vero(non il soggetto del disegno). La cameretta di Matilde, compreso tappeto a forma di Winnie Pooh e lampadario rosa, è quella della mia bambina.
Inoltre, il modo in cui Matilde apprende arte a scuola, che poi corrisponde alla parte saliente del libro, altro non è che il lavoro che io ho proposto davvero ai miei alunni.
La protagonista si chiama Matilde come la mia bambina(l’età è invece quasi raddoppiata per esigenze narrative), è figlia unica, ama i bagni lunghi e, proprio come lei, ha la mamma che è maestra d’italiano. Il papà di Matilde ha molte caratteristiche di mio marito, come lavoro, carattere e abitudini(tranne che beve birra).
Anche alcuni luoghi sono reali: il cortile in cui abita la bambina, il caseggiato e il pianerottolo sono quelli in cui risiedo; le due porte vicine sono quelle reali e anche il fatto che sul muro d’ingresso dell’anziano signore ci sia un affresco è vero(non il soggetto del disegno). La cameretta di Matilde, compreso tappeto a forma di Winnie Pooh e lampadario rosa, è quella della mia bambina.
Inoltre, il modo in cui Matilde apprende arte a scuola, che poi corrisponde alla parte saliente del libro, altro non è che il lavoro che io ho proposto davvero ai miei alunni.
In questo libro affronti il tema di arte/immagine. Parlacene.
Nell’ambito linguistico – espressivo di cui mi occupo a scuola, c’è anche arte e immagine.
E’ un’area molto vasta che permette, seppur nel contenitore della programmazione didattica, di spaziare. Io amo far conoscere ai bambini i pittori, la loro storia e qualche aneddoto sulla vita. Inoltre, ho la consuetudine di presentare opere d’arte in linea con la stagione o le ricorrenze. Mi sembra un metodo adatto a suscitare interesse e conoscenza negli alunni. Per questo, nel libro troviamo “Pablo vestito da Arlecchino” di Picasso o “La mietitura” di Bruegel.
Quale messaggio vuoi trasmettere?
Vorrei trasmettere il messaggio che, anche tra persone diverse e lontane dal punto di vista comunicativo per svariate ragioni, un punto d’incontro ci può essere.
In questo caso, l’interesse per l’arte, i colori e le sensazioni che emergono dai quadri, hanno avvicinato la bambina e l’anziano vicino di casa aprendo la strada per la conoscenza reciproca. Hanno anche contribuito ad alleviare la solitudine dell’uomo.
In questo testo, dichiari che c’è anche un po’ dell’associazione Ewwa di cui fai parte. Perché?
Sì, c’è un po’ di Ewwa in questo libro, nel senso che, durante la scrittura, ripetute volte ho riletto gli appunti che presi al convegno sulla scrittura tenutosi a Casale Monferrato.
Le conduttrici della giornata, con parte teorica e pratica, furono le scrittrici Monica Lombardi, Adele Vieri Castellano e Paola Gianinetto.
In particolare, ho cercato di seguire il consiglio “MOSTRARE, NON RACCONTARE”, ossia aiutare il lettore a vedere ciò che succede, dandogli l’idea che lo scrittore ha in testa, per esempio riferito all’età dell’anziano; non ho detto quanti anni ha, ma ho cercato di farlo capire facendogli salire le scale e puntando l’attenzione sulle sue mani.
Le conduttrici della giornata, con parte teorica e pratica, furono le scrittrici Monica Lombardi, Adele Vieri Castellano e Paola Gianinetto.
In particolare, ho cercato di seguire il consiglio “MOSTRARE, NON RACCONTARE”, ossia aiutare il lettore a vedere ciò che succede, dandogli l’idea che lo scrittore ha in testa, per esempio riferito all’età dell’anziano; non ho detto quanti anni ha, ma ho cercato di farlo capire facendogli salire le scale e puntando l’attenzione sulle sue mani.
Hai qualche altro progetto in cantiere?
Nel cassetto, anzi nel PC, ho una storia da revisionare, questa volta tutta al maschile.
I protagonisti sono un ragazzino che frequenta la Scuola Media e suo nonno, archeologo.
E’ ambientata nelle tue zone, a Ravenna, e teatro del cuore narrativo, è Piazza Ferrari, dove si trova la “Casa del chirurgo”.
E’ stato un piacere come sempre ospitarti nel mio blog. In bocca al lupo per tutto.
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