lunedì 6 marzo 2017

INTERVISTA A FRANCESCO LEO



Ciao Francesco, benvenuto nel mio blog. Raccontaci qualcosa di te.

Sono un sognatore e credo nel potere dell'arte per cambiare il mondo.
Uno scrittore si scopre in pubblico, distribuendo informazioni sulla propria anima a tutti coloro che leggeranno i miei romanzi.
Scrivere è un grande atto di coraggio. Scrivere è avere la forza di tuffarsi in un baratro di cui non si vede la fine, senza sapere cosa troveremo sul fondo.
Tutto questo per lasciare qualcosa ai lettori. Non solo intrattenimento, ma un insegnamento e un frammento del mio spirito.
Ogni artista è ambasciatore del proprio essere.

Il diploma come Perito informatico e l’impiego presso l’Esercito. Dove trovi il tempo per scrivere e come si è accesa in te tale passione?

Be', quando mi hanno detto che "volere è potere", devo proprio averli presi sul serio!
Sin da piccolo ho avuto la passione per la scrittura, il cinema e i videogiochi. Da che ho memoria non credo di aver mai smesso di creare mondi nella mia testa, e la cosa più strana è che non faccia uso di sostanze stupefacenti.
Fu proprio l'interesse per il mondo dei videogiochi che mi introdusse a quello dell'Informatica nel mio percorso di studi, mentre allo stesso tempo da autodidatta sviluppai un videogioco di ruolo bidimensionale dal titolo "Fragments of Memories."
La trama che avevo buttato giù per quel videogioco è stata da base a quella che poi avrei utilizzato per dar vita alla trilogia de “Il Ciclo della Rinascita”.
Quella dell'esercito è stata una via presa per vivere una nuova esperienza, diversa da ogni cosa che concernesse quello che avevo fatto fino ad allora, e per conoscere quel mondo a cui anche mio padre appartiene. Per fortuna riesco a ritagliarmi delle fette di tempo per la scrittura e gli eventi a cui partecipo in giro per lo Stivale.
Mi piace avere nuovi stimoli, sono sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo. La vita è troppo breve per fermarsi a prendere fiato. 


Tra i tuoi hobby figurano le arti marziali. Parlacene.

Quella dell'attività fisica è una passione nata attorno ai diciannove anni.
Ero molto in sovrappeso quando ho iniziato, e all'inizio era più un'autocostrizione che un interesse!
Così, approcciando all'universo del fitness scoprii la possibilità di partecipare a diversi corsi di arti marziali. “Wow”, ho pensato. Mi immaginavo già come Goku sulla sua nuvola Speedy. È così che ho iniziato.
Ho praticato per tre anni Judo e fatto lezioni di altri sport di combattimento prima di soffermarmi sulla Kick Boxing, che ho praticato per molto più tempo rispetto agli altri.
Ora, per via del lavoro, sono poche le occasioni in cui combatto, ma non c'è giorno che io non mi alleni.
Stare bene col proprio corpo significa star bene anche con la testa; l'ho vissuto di persona. E quale autore non usa la testa per il proprio lavoro? 


Hai mai pensato di usare la tua professione come fonte di ispirazione per un tuo testo?

Sì, più volte, ma nulla che credo possa funzionare.
Credo, invece, che per un prossimo libro utilizzerò alcuni degli elementi appresi nel mio lavoro. Ho già delle idee, ma sono fermo. Sono prossimo alla conclusione del mio prossimo romanzo, e sono molto concentrato su quello.
Ne riparleremo.

Sei appassionato di fantasy, perché?

Il fantasy permette di descrivere qualsiasi situazione e comunicare il proprio punto di vista senza alcun vincolo imposto dalla realtà.
In questo modo, uno scrittore capace può rapire un lettore trasportandolo nei mondi creati tra le pagine, coinvolgendolo appieno in una dimensione fantastica che molto spesso e in modo metaforico può essere accostata alla nostra.

C’è qualche autore che consideri tua “Musa”?

Le influenze maggiori per il fantasy sono arrivate da Tolkien, fautore del genere.
Altri elementi li ho estrapolati dalla Rowling, mentre per la trilogia de “Il Ciclo della Rinascita” si nota tantissimo lo zampino della produzione di Christopher Paolini.

Collabori con il bog “Sole e Luna Blog” in qualità di recensore. Parlacene.

Alle basi del miglioramento per uno scrittore sta la lettura.
A ogni libro letto mi rendo conto di fare dei passi avanti, facendo commenti non solo sul contenuto di quanto visto ma anche sullo stile, la scorrevolezza, il linguaggio e la pulizia del testo.
Quando si ha a che fare con questo mondo diventa spontaneo guardare a un romanzo con occhi differenti dal lettore medio, ci si ferma a scrutare, a trovare spunti, ad apprendere.
Essendo la lettura un elemento a mio parere fondamentale, iniziare la mansione di recensore per un blog letterario mi sarebbe stato da sprono a leggere ancora di più e conoscere diverse penne.

Nel 2016, pubblichi “Viktor”, primo capitolo della saga “Il Ciclo della Rinascita”. Di cosa si tratta?

C'è da dire che, nonostante l'abbia pubblicato l'anno scorso, “Viktor” è stato ultimato nel Febbraio del 2013 e nello stile della scrittura lo si nota molto. È il romanzo d'esordio, quello che ti entra sotto la pelle e non se ne va più.
È la storia di un giovane che scelto da una profezia intraprenderà un viaggio per sconfiggere un potente male che fa ritorno ogni cento anni. Diversi personaggi lo sosterranno e addestreranno al suo obiettivo, diverse sottotrame che arricchiscono la narrazione e cercano di far riflettere il lettore su valori come amicizia, amore e sacrificio, elementi che nella società odierna vedo sempre più gettati nell'ombra.

E, proprio con questo libro, ti classifichi tra i finalisti al Premio Internazionale Michelangelo Bonarroti. Cosa ricordi di questa esperienza?

La fama e il denaro. Scherzo, ovviamente.
Di sicuro la soddisfazione. Una soddisfazione smodata e che mi ha colto in modo inaspettato in quanto io stesso non credevo “Viktor” di arrivare tanto in alto in un Premio Internazionale.
È stato un grande incentivo a fare di più e a credere nelle mie capacità.

Nel  2017 esce “Nithràl”, secondo capitolo della saga. Cosa troveranno i lettori al suo interno?

“Nithràl” saprà farsi amare da chi ha trovato solo piacevole “Viktor”.
La storia si avvia verso il suo culmine, la narrazione è molto veloce e ogni capitolo scuoterà l'animo dei lettori.
Le carte messe in tavola nel primo volume vengo rimescolate, amici e nemici si confondono e verità celate faranno vacillare ciò in cui avete creduto sino a questo momento.



https://www.ibs.it/nithral-ciclo-della-rinascita-libro-francesco-leo/e/9788899509286




Qual è stato l’input per questa saga?

Proprio il videogioco che ho sviluppato anni fa e di cui ho accennato.
Avevo intenzione di non accantonare quell'idea, così l'ho ripresa e sviluppata secondo altri criteri e in modo differente, anni dopo. È stata una sfida con me stesso, volevo vedere quanto avrei reso originale un'idea che la mia mente dava per utilizzata appieno.

Perché una saga?

Perchè la trama si è rivelata molto corposa, intricata e complessa del previsto.
Se volevo raccontare davvero tutto ciò che c'era da mostrare, allora un libro non sarebbe bastato.
Ho ricreato un modo da zero, con i suoi popoli e le sue tradizioni.
I luoghi delle Terre di Mirthya, dove tutto è ambientato, hanno profumi, flora e fauna distinti. Se si fa attenzione è quasi possibile scorgerli muoversi nella notte.
Era tutto troppo imponente per entrare in un libro.
Detto tra noi, non so neanche se ne basteranno tre. Ma non dico nulla... come dicevo, ho molte altre cose per la testa, al momento.

  
Quali tematiche affronti e quale messaggio vuoi trasmettere? 
 
Innalzo le virtù umane, le descrivo attraverso i miei personaggi che, seppur inventati, provano le stesse nostre emozioni. Loro, nonostante gli ostacoli e le lacrime, riescono sempre a guardare avanti.
È questa forza di volontà che voglio trasmettere, insegnare alla gente a non arrendersi mai e a seguire i propri sogni.

Il tuo pensiero sul self publishing?

Un oceano di squali pronti a sbranarsi l'uno con l'altro.
È un mondo molto competitivo, visto il suo facile accesso da parte di chiunque voglia pubblicare un'opera evadendo delle case editrici. Senza soffermarmi delle motivazioni per cui molti preferiscono il self a una CE, per la maggior parte da me condivise, posso dire che quella dell'essere editore di se stesso può essere un'occasione, ma anche un rischio.
Col selfpublishing ogni autore deve provvedere a tutti quegli aspetti che si trovano nei backstage, dalla creazione di una copertina all'editing, per cui l'impegno è maggiore.
Resta comunque un'ottima vetrina per chi vuol farsi conoscere e notare.
Il discorso sarebbe molto lungo se volessimo entrare nel dettaglio.

Hai qualche altro progetto in cantiere?

Sono alle prese col finale di un nuovo progetto.
Questo, tuttavia, sarà un fantasy dalle tinte più mature e di denuncia.
Allo stato attuale mi mancano sette capitoli per terminare questa nuova storia, ma saranno i lettori in base alla loro risposta a decidere se diverrà anche questa una saga.
Io, dal mio canto, ho già idee su possibili sequel, ma non so se le svilupperò mai. Per adesso la mia prossima opera è autoconclusiva.

È stato un piacere ospitarti nel blog. In bocca al lupo!

Piacere mio, e grazie! Alla prossima!

Per seguire Francesco   FRANCESCO LEO


Booktrailer






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